Acciaio - Lui

di
genere
dominazione

Ti guardo e dire che sono sorpreso non descrive esattamente il mio stato d'animo.
Mi avvicino a te, sperando di non aver lasciato la bocca aperta, ma non ne sono certo, vista l'espressione divertita che hai sul viso.
Ti bacio, ci baciamo: non è mai uno che bacia l'altro. La mano che poni sulla mia nuca per stringermi a te, perché le nostre lingue arrivino più a fondo e non si allontanino nemmeno di un millimentro, mi fa letteralmente uscire di testa. Lo sai cosa provoca in me, anche se non lo fai appositamente, ti viene naturale rispondere e provocare così il bacio.
Ci stacchiamo e mi inginocchio davanti a te, per toglierti le calze, per far nascere quei brividi che quasi posso vedere svilupparsi tra le tue costole e irradiarsi verso il fondo schiena e su tutta la pelle. Per continuare il gioco erotico iniziato. Sfilo entrambe, lasciandoti le gambe nude e sto per rialzarmi quando tu mi dici di stare giù. Per la seconda volta provo a trattenere la mascella, che vorrebbe cadere in basso. Sei sempre stata sub, mi chiedo, cosa sta succedendo? Alla sorpresa si sostituisce la curiosità e la sfida: sono certo che non arriverai fino in fondo. Quindi sto lì, a terra.
“Hai fatto un errore a farmi provare certe prelibatezze” dici e so a cosa ti riferisci. Ho ancora in mente il tuo sguardo, la tua reazione la prima volta che ho preso il tuo piede in bocca. Voglio rivederlo, il mio tentativo di non perdere il controllo: mi sposto indietro per avere comodi gli occhi sul tuo viso, prendo la caviglia e inizio a leccarti e succhiarti le dita. So che memorizzerai i miei gesti e li userai a tua volta su di me, altrove.
Ti stai bagnando in modo indecente, da troia e vorrei affondare il mio viso in mezzo alle tue gambe, ma ho deciso di stare al tuo gioco. Verrà anche il mio turno e allora...
Mi allontani: sei così strana, una passione indicibile, perversa perché conosco le tue fantasie, il tutto unito da una dolcezza che non ha nulla di mieloso. Non in questi momenti.
Mi fai sistemare sul letto e mi porgi il gancio. Il mio viso non si scompone, anzi rimane serio, ma dentro di me sorrido: ami il gancio, mi hai raccontato di quando lo hai indossato. Ami l'acciaio e ora proverò su di me quel freddo che si scalda del mio corpo. Riempio la sfera di saliva, la appoggi al mio culo e di nuovo ci baciamo con quell'intensità urgente, totale, come se da quel bacio dipendessero le sorti del mondo. Con un'ultima pressione fai entrare il gancio dentro di me, un sospiro appena più profondo che faccio morire nella tua bocca.
Ancora ti stacchi e mi doni le corde: hai deciso di farmi provare ciò che più ti piace, mi stai consegnando il tuo mondo e altra adrenalina mi scorre in corpo.
Il fastidio, più che dolore, è un'incessante stimolo del piacere che continua a salire con la tua lingua che invece scende sulla mia pelle.
Sono bloccato e il minimo movimento delle braccia provoca un movimento della sfera dentro di me.
Mi distogli da quelle sensazioni unendo di nuovo la tua lingua alla mia, cercandola, leccandola, mordendola. E le tue mani... che imprigionano il mio viso, impedendomi di baciarti altrove. Me la pagherai, sappilo, me la pagherai di avermi negato il movimento, l'azione.
“Ora scendo e vediamo quanto reggi a non pregarmi” mi dici con sguardo liquido e so già che, che io resista o no, sono tuo.
di
scritto il
2018-02-13
3 . 1 K visite
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.