Mattina

Scritto da , il 2018-02-12, genere etero

La sveglia mi frantuma un sogno, chissà su cos’era, mi concentro, ma non riesco a farmelo venire in mente, sono sicuro solo di una cosa, mi piaceva.
Ho l’uccello di marmo, doveva essere un sogno molto bello.
Ti guardo, mi dai la schiena, dormi ancora, sollevo le coperte e guardo sotto, la camicia ti si è arrotolata attorno ai fianchi e le mutande come sempre sono scivolate tra le tue chiappe, mi mordo le labbra, vorrei…
Mi limito ad accarezzarti una chiappa e mi alzo.
Fare pipì con questa erezione non è facile, ma mi concentro e riesco nell’impresa, addirittura riesco pure a centrare il bersaglio!
Mi strascino in cucina e preparo il caffè, lo metto sul fuoco e mi metto alla finestra a scrutare il tempo.
E' buio, piove, freddo, è inverno.
Vedo riflessa nel vetro la tua immagine che si avvicina.
“già sveglia?”
“mi sono girata e non c’eri più”
Mi stringi da dietro.
“sei gelata, non ti sei messa nulla addosso?!”
“ho la camicia da notte, mica sono nuda!”
È pronto il caffè, ti stacchi da me e lo versi nelle tazzine
Ti guardo, sei bellissima con il segno del cuscino sulla guancia, i capelli tutti scarmigliati e questa camicia di lana talmente leggera che vedo il bianco dei tuoi seni sotto la stoffa.
Mi avvicino e ti bacio, mentre con una mano ti stringo un seno.
“dai, mi devo ancora svegliare”
Prendiamo il caffè, mentre con una mano ti accarezzo i fianchi.
Appoggio la tazzina nel lavello
“ho fame! Dove hai messo la marmellata nuova?”
La stai cercando, nello sportello in alto, sei in punta di piedi e la camicia ti è risalita fino al bordo delle chiappe.
“ti aiuto io!”
Mi metto dietro di te, mi appoggio e allungandomi prendo la marmellata.
“io sto ancora dormendo mentre sento che tu sei bello sveglio”
Non mi stacco da te
“ho fatto un sogno, ma non me lo ricordo”
“chi stavi sognando?”
“non mi ricordo ma direi te!”
Strusci il culo contro di me
“sicuro?”
Faccio cadere a terra i calzoni del pigiama, ti sollevo la camicia e ti faccio sentire la mia erezione.
“sicuro!”
Stringo i tuoi seni da sopra la stoffa e mi impossesso dei tuoi capezzoli, li pizzico tra le dita.
Tu sostieni la mia spinta con le mani sul piano della cucina, mentre muovi il culo contro di me.
Basta, ti strattono giù le mutande e riappoggio l’uccello tra le tue gambe, tu mi aiuti a trovare la strada giusta e ti chini sul piano.
Con la prima spinta ribaltiamo il barattolo del caffè, con la seconda sbatti con i fianchi contro il piano della cucina
“ahia fai piano!” ti aggrappi per non farti male, mentre io spingo senza pietà.
Spingo mentre uno sportello sbatte forte
Spingo mentre tu mugugni
Spingo mentre i bicchieri tintinnano
Spingo mentre tu mi inciti
Spingo mentre qualcosa cade
Spingo mentre tu vieni
Spingo mentre urlo
Mi fermo mentre il mio seme entra dentro di te.
...
“Credo mi verranno due pesti sui fianchi”
“di sicuro, delicata come sei… la prossima volta usiamo il burro però!”
“eh?! Dove?”
“nel panino con la marmellata”
“oh si, oggi lo compro”

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