La cucina

di
genere
etero

Quando torno a casa ti trovo in cucina, strano, faccio sempre io da mangiare.
Non perché sono più bravo, piuttosto perché sono quello che ha fame prima.
"ciao!"
"ciao sei già tornato!?"
"che Fai!?"
“faccio un dolce!”
“come mai?”
“perché è freddo, mi annoio e poi perché mi va, qualcosa in contrario?”
“certo che no, vuoi una mano?”
“adesso no, che mi stai solo tra i piedi, forse dopo.”
Mi cambio e mi stravacco sul divano a guardare un po’ di tv…
“ma che mangiamo questa sera?”
“boh io adesso non ho tempo, pensaci tu!”
Torno in cucina, apro il frigo e resto in contemplazione … non c’è praticamente nulla…
Dei pezzi di formaggio oramai duro, mezza mozzarella, due fette di prosciutto crudo, 3 zucchine che iniziano ad andare a male, del latte scaduto ieri…
Mi volto verso di te con lo sguardo dubbioso.
Mi stai guardando con un sorrisino furbo “si, non sono riuscita a fare la spesa oggi… ma tu dici sempre che sei così bravo a cucinare con niente…”
Nella nostra mini cucina è caldissimo con il forno acceso che non chiude bene,
Hai le mani ai fianchi, i capelli sono raccolti in una coda alta sopra la testa, le guance arrossate e lo sguardo divertito, ti piace mettermi alla prova, hai dei calzoni della tuta sformati ed una maglietta bianca sformata anche quella. Nonostante i vestiti larghi le tue forme si vedono benissimo. Il tuo seno è libero sotto la maglietta, lo vedo da come si muove.
Ti sto squadrando e tu lo sai
“hai finito?!”
“di fare cosa?!”
“guardare!”
“sto pensando”
“si immagino che cosa…”
Ti giri e ti rimetti a fare la tua torta…
Ti vengo dietro e ti stringo con forza, le mani sui seni e con il bacino ti schiaccio contro il piano della cucina.
“se riesco a prepararti una cena che vinco?!”
“vedremo, dai adesso lasciami stare!”
Intanto ho deciso per una pasta con zucchine e prosciutto ripassata nel forno, uso tutto quello che c’è nel frigo! Anzi poi lo si potrebbe anche pulire.
Sfrutto anche il forno che hai acceso tu.
Cucinare in due nella nostra cucina e come giocare a twister, ogni volta che ti serve un attrezzo, una posata o un piatto ci si sfiora, ci si spinge, si passa davanti o dietro.
Ed io non mi lascio scappare nessuna occasione per sfiorarti, palparti, stringerti.
Mi sto eccitando e te lo faccio sentire ad ogni occasione e tu non sei da meno.
Inforniamo assieme la tua torta e la mia pasta, poi ci guardiamo.
“Mettiamo a posto?”
“quanto ci vuole per la torta?”
“20 minuti”
“allora mettiamo a posto dopo!”
Lancio lo strofinaccio con il quale mi sto pulendo le mani e mi avvicino a te
“che intenzioni hai?”
“sfruttare bene questi 20 minuti!”
Infilo le mani sotto la tua maglietta, sento la tua pelle morbida sotto le mie dita, parto dall’elastico dei calzoni e risalgo, lentamente, assieme alle mie mani risale anche la tua maglietta.
Mi impossesso dei tuoi seni, mi riempiono le mani mentre i tuoi capezzoli mi solleticano il palmo, sospiri.
Lascio i seni e continuo a risalire, ti faccio alzare le braccia, passo dalle tue ascelle, ti agiti, soffri il solletico.
La maglietta si è alzata scoprendo i tuoi seni, avanzo lungo le braccia ancora un po’, ora la maglietta è davanti al tuo viso.
Ti libero la testa arrotolando la maglietta sui tuoi polsi, ti faccio tenere le braccia alzate stringendola.
Mi guardi con sfida, ma mi lasci fare.
Con la mano libera ti stringo un seno e mi avvicino con il viso, faccio per darti un bacio sul capezzolo, ma all’ultimo uso i denti e te lo mordo, non ti arrabbi, allora faccio lo stesso con l’altro.
Continuo a mordicchiarne uno, mentre con la mano ti torturo l’altro.
Liberi le mani dalla mia stretta, mi agguanti i capelli e mi costringi a baciarti.
Ci baciamo con passione, mentre mi sfili la maglietta, ora siamo tutti e due a torso nudo, ti stringo per sentire il tuo seno sul mio petto.
Mi spingi via.
“devo controllare il forno!”
Ti chini per guardare nel forno che è sotto i fornelli, sei ad una spanna dal mio cavallo, ti prendo per la coda e ti appoggio la mia erezione al viso.
Mi struscio su di te.
Mi dai un morso da sopra la tuta, prima piano poi stringi sempre più forte fino a farmi male
“CAZZO! AHIA!”
Allenti la presa, mi abbassi tuta e mutande e mi guardi.
“povero, ho lasciato i segni dei denti, guarda!”
Mi accarezzi e baci proprio sui segni che hai lasciato sull’asta, poi inizi a darmi delle leccatine salendo sempre di più fino alla cappella, che prendi in bocca lentamente.
Mi fai entrare nella tua bocca.
Velluto.
Mi massaggi le palle delicatamente.
Poi mi fai uscire e ti alzi.
“stenditi!”
Eseguo il tuo ordine e mi stendo tutto nudo sul tappetino della cucina, davanti al forno.
Ti guardo spogliarti da sotto, non fai nulla di sexy, anzi ti togli i vestiti con fretta e fastidio.
Poi mi guardi, sorridi e ti cali su di me.
Prendi il mio uccello e lo fai entrare dentro di te, ti sistemi un attimo, ti metti comoda, poi butti un occhio al forno.
Ti guardo divertito, stiamo scopando e ti preoccupi del forno…
Controllato tutto inizi a muovere i fianchi, ti accarezzo le gambe ma tu mi allontani, anzi mi prendi le mani e me le porti sopra la testa.
Vuol dire “non mi toccare faccio da sola!”
Mi stai scopando, mi stai usando, non posso fare nulla.
Hai gli occhi chiusi, non mi guardi neppure, sono solo uno strumento.
La cosa non mi disturba, anzi ne approfitto per guardarti e godermi lo spettacolo.
Guardo le tue mani.
Sono le tue mani che accarezzano le tue cosce tese nel movimento,
sono le tue mani che passano sulla tua pancia mentre fai su e giù,
sono le tue mani che stringono i tuoi seni con forza per non farli ballare troppo,
sono le tue mani che accarezzano le tue chiappe e le allargano per farmi entrare il più possibile dentro di te,
sono le tue mani che ti sorreggono al piano della cucina mentre aumenti il ritmo.
Più veloce.
Con una mano vai ai nostri sessi, lì dove si incontrano, ti accarezzi, mi accarezzi, ci accarezzi.
L’altra mano la appoggi sul mio petto aperta a sorreggerti.
Apri gli occhi, mi guardi e vieni.
Scendi completamente su di me, ti irrigidisci tutta, i tuoi occhi diventano ancora più grandi, la bocca si apre ed emetti un verso roco.
Dopo un lungo momento ti accasci su di me a riprendere fiato
Poi sussurri “il forno!?”
Ti sollevi lentamente e guardi dentro
“cavolo! dobbiamo toglierle subito!”
Salti su come un grillo, indossi il guantone e apri il forno, io faccio giusto in tempo ad allontanarmi per evitare ustioni, sforni la torta e la pasta e guardi con soddisfazione.
“perfetto, giusto in tempo!”
Poi guardi me.
Sono tutto nudo con l’uccello duro, rosso, pulsante, bagnato di te.
“dobbiamo aspettare che si raffreddano un pochino prima di mangiare…”
Mi sorridi, mi prendi per mano e mi porti di là.



di
scritto il
2018-04-12
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