Una storia di amore, Hans.

Scritto da , il 2018-01-08, genere pulp

A volte, la sera, si ritrovavano intorno ad un fuoco, uomini che condividevano tanti pericoli e che finalmente si rilassavano.
E parlavano, si raccontavano.
Parlavano magari in terza persona ma non ingannavano nessuno, parlavano di loro, del loro passato, della loro vita.
Del fardello che trascinavano.
Dei rimpianti. Del rimorso. Delle gioie e dei dolori.
Non era il momento delle vanterie. Era il momento della verità.
Verità mascherate e passate come cose sentite dire.
Non personali. Ma tutti erano consapevoli che stavano raccontando di loro e delle loro vicende.
Quella sera intorno al fuoco c'erano:
Hans, tedesco.
Marc, belga.
Lauresus, lettone.
Questa storia d'amore riguarda Hans.
Aitante, imponente, la forza di un Maciste ma un vecchio. Qualcosa più di sessantanni. Insolito che facesse ancora il mestiere. Una grossa testa di capelli candidi lo faceva assomigliare ad un leone albino.
Una vita passata a fuggire.
Fuggire da se stesso ed a rincorrere il suo destino.
Aveva iniziato a fuggire a 19 anni e stava fuggendo ancora...
Hans...
Hans nasce nel 1926. In un paesino della Baviera.
A 17 anni si arruola volontario e per la sua giovane età lo inquadrano nelle SA, milizie non destinate al fronte ma che erano una formazione appendice delle SS, nelle quali passerà più tardi e che si occupavano di rastrellare nelle retrovie della Polonia gli ebrei, i comunisti o comunque quelli destinati ad essere poi rinchiusi nei campi di concentramento o meglio di sterminio.
E' un illuso.
Crede nella grande Germania.
Suo padre è anche militare, è in Russia e non ne tornerà mai più.
Hans è destinato ad un campo. In Polonia.
Si occupa del settore femminile.
Succedeva come si può presumere che i militari abusassero delle recluse. Era formalmente e severamente proibito, ma succedeva.
Violenza fisica, violenza psicologica. Coercizione.
Le donne che vedevano in questa loro forzata concessione di se stesse la possibilità di un giorno in più di vita.
Hans conosce una ebrea. Bella. Sedici anni e bella.
Quando la descrive in quella notte intorno al fuoco la sua voce trema. Il vecchio Hans piange.
Ma in quel tempo Hans è giovane.
S'innamora e lei ricambia. Hans giura sulla sua spontaneità.
Forse!
Lei si concede ma con quale disposizione d'animo?.
La loro storia dura un certo tempo. Trovano il modo di fare l'amore, appassionatamente, perdutamente.
La protegge, riesce a rimandare la sua esecuzione e le porta quotidianamente parte della sua razione per nutrirla e questo li tradisce.
Non sono i suoi commilitoni a denunciarlo ma le stesse compagne di prigionia della ragazza, le stesse altre ebree.
La natura umana è questa, senza illusioni, è questa.
Miseria poi invidia, infine il tradimento.
Hans viene messo agli arresti.
La sua punizione servirà da esempio.
La ragazza viene fucilata la mattina dopo.
Hans deve far parte del plotone d'esecuzione, sotto la minaccia di essere ucciso sul posto in caso di rifiuto. Per un'ulteriore crudeltà solo il suo fucile è caricato normalmente. Tutti gli altri a salve. Lui non ne è a conoscenza. Lui non spara per ucciderla, sbaglia volutamente il colpo, poi... poi... gli impongono di ucciderla con un colpo alla nuca.
Lui non vuole.
Ma è la ragazza stessa che con gli occhi pieni di lacrime glielo chiede.
Gli chiede di spararle, di farlo... di farlo... di salvarsi e di ricordarla.
Ora Hans piangeva a dirotto nel raccontare.
Hans spara.
Viene trasferito a Leningrado, per punizione.
Espulso dalle SS e inquadrato nella fanteria.
Poi per sua fortuna si ammala ed è rimpatriato. Fugge dall'ospedale e ritorna al suo paese natale. Una sua cugina lo nasconde nella stalla fino alla fine della guerra. Questa sua cugina lo ama ma lui appena può lascia la Germania e va in Centro America.
Fugge.
Ha anche timore di ripercussioni. Ha tatuato sull'avambraccio la sigla SS. Il loro segno distintivo. Usa un'organizzazione che aiutava quelli come lui ad espatriare.

Fuggiva ancora quella notte nella foresta.
Poi... dopo poco tempo le loro strade si divisero, quella notte anche Marc si raccontò, una altra storia straziante, ma non credo che riuscireste a sopportarla ora, non senza una adeguata pausa.
Di loro non si sa più nulla. Non erano importanti per il mondo.

Non era male il vecchio Hans.
Per gente come te è auspicabile poter vivere un'altra vita, un'altra volta.
Questa vita non ti ha concesso nulla.



Tibet

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