Un paziente delle Dottoressa Angela - Due sorelle spagnole mi fanno una sega con i piedi

Scritto da , il 2017-09-25, genere incesti

Questo racconto è stato scritto da un mio paziente, che ha voluto confidarmi la sua avventura erotica in terra di Spagna. Spero possiate apprezzarlo quanto me!

Il mio viaggio a Ibiza fino ad allora era stato divertente, ma quel momento in poi, sarebbe diventato epico! Non mi sarei mai aspettato che quella stupenda ragazza acconsentisse a portarmi a casa sua per farci una bella scopata, né tantomeno che volesse invitare anche sua sorella…
La ragazza in questione, Amelia, era una ragazza di 27 anni alta almeno un metro e 80, con un bel viso rotondo circondato da lunghi capelli corvini, una bocca piccola ma carnosa e due vispi occhioni neri. Fisicamente uno spettacolo, con un seno piuttosto piatto (forse una seconda) ma due gambe lunghe che partivano da una minuscola minigonna e finivano in due scarpe col tacco pazzesche: dalla caviglia in giù il piede era ricoperto da una calzina in nylon che rendeva il piede molto più sexy. Mi portò a casa sua e mi fece accomodare sul divano: il suo appartamento era piccolo ma confortevole, con la musica che proveniva dalla strada sottostante la finestra e la luce del cucinino che illuminava il salotto. Si avvicinò a me dopo aver fatto sosta in cucina, portando due bicchieri di vino. Poi, dopo averli appoggiati sul tavolinetto da caffè, si sedette accanto a me.
Alzò il piede. “Ma quante volte mi hai schiacciato i piedi stasera mentre ballavamo sulla pista da ballo?”. Presi il piedino e iniziai a baciarlo, poi slacciai la scarpa e continuai, annusando il profumo della calzina di nylon. “Mmmh mi dispiace tanto… che meraviglia!” Mi misi il piede in bocca, e con i denti le tolsi la calzina, prendendola nella mia bocca. Poi succhiai l’alluce e leccai per bene in mezzo alle dita. Lei rise, e mentre io mi dilettavo col suo piedino, lei con la mano iniziò a passare le unghie sul mio pacco, per poi iniziare a sbottonarmi i bottoni dei pantaloni. “Sei stato tanto cattivo!” disse ridendo, e brancando con la mano il mio cazzo duro; non era mai stato così duro in vita mia, in effetti. Io succhiavo per bene il suo perfetto tallone morbido e affondavo il mio naso nella sua pianta, mentre lei iniziava a segarmi con gusto, sussurrandomi paroline dolci all’orecchio che non riuscivo bene a comprendere: un po’ perché non avevo ancora imparato benissimo lo spagnolo, un po’ perché ero così eccitato e preso dal suo bel piedino che non riuscivo a concentrarmi su altro. Pensavo sinceramente che sarei venuto nel giro di pochi secondi, quando sentii un rumore forte provenire dal corridoio davanti a me, ed una luce accendersi. Tolsi dalla mia bocca le stupende dita dei piedi di Amelia, e feci come per rialzarmi i pantaloni, benché fosse difficile dato che Amelia era seduta accanto a me, con le sue belle cosce sode sulle mie ginocchia. Mi mise una mano sul petto e sorrise. “Tranquillo, è solo mia sorella Morena!”
Una bellissima ragazza uscì da quella che doveva essere la sua camera da letto, tenendosi la testa tra le mani.
“Que pasa?” disse alla sorella. Indossava una canottiera, le braghe lunghe del pigiama e camminava scalza. Mi squadrò con il suo bel viso. “es un amigo mío!” disse Amelia, menandomi il cazzo duro. Morena sorrise, mentre io rimasi senza parole. “Mmmh un italiano, sì?” disse, e io rimasi lì a fissarla come un idiota. Si inginocchiò, portando il suo bel viso vicino al mio pisello. Aveva la carnagione più chiara rispetto ad Amelia, la pelle era quasi bianca. Gli occhi verdi ma i capelli ugualmente neri. Era più vecchia di 3 anni e, forse, di viso più carina della sorella, sebbene fisicamente Morena fosse più bassa, magra e addirittura con meno tette di Amelia.
Amelia lasciò il mio cazzo con la mano, e Morena lo prese per sé, iniziando a succhiarmi la cappella che ormai era quasi viola. Volevo darle il cazzo più lungo e duro possibile, così tornai a succhiare il piede morbido e profumato di Amelia. Non ci potevo credere: Amelia la potevo anche capire, ma Morena! Si era svegliata nel cuore della notte, aveva visto un bel cazzone duro e ci si era subito attaccata! Che goduria! Nemmeno nei miei sogni era mai accaduta una cosa simile!
Amelia si tolse la scarpa del piede destro, la calza e poi lo appoggiò sul mio cazzo. La sorella, divertita, iniziò contemporaneamente a succhiare sia la mia cappella che l’alluce di Amelia. Rise di gusto e diede un bel bacio sul suo piede, poi mi fissò, con la testa in mezzo alle mie gambe. “Questo ragazzo vuole nuestros pies, quindi!” disse. poi si sedette all’indietro, allungando i suoi piedini (più piccoli di quelli della sorella, direi taglia 37) verso le mie gambe. Prima con i piedi mi spinse verso l’esterno le ginocchia, come per farmi allargare le gambe, poi iniziò a masturbarmi. Le sue unghie tinte di nero mi facevano impazzire. Nel frattempo, la sorella Amelia massaggiava sempre il mio cazzo con il suo piede, quindi, in pratica, avevo 3 bellissimi piedi sul mio cazzo, e uno in bocca. Resistere per più di un paio di minuti in quella situazione era onestamente impossibile, per cui mi lasciai andare e sborrai come una fontana sui pantaloni del pigiama di Morena.
Lei fece uno sguardo schifato, poi tolse i piedi dal mio pacco, e sorrise. Mi mise i piedi, con su qualche goccia di sperma, sulla maglietta, per pulirseli, poi si rialzò e tornò a letto. Rimasi senza fiato e senza parole.
Scopai con Amelia quella notte, e lei mi raccontò che, durante le vacanze, lei e sua sorella si passavano sempre gli uomini e che per loro non c’era niente di male. Ovviamente, le due sorelle erano talmente fighe che nessun uomo si rifiutava di farlo con tutte e due, meglio se contemporaneamente. Purtroppo però, quella notte mi venne anche data una brutta notizia: il giorno successivo le sorelle sarebbe tornate a casa, perché le ferie erano finite per entrambe. A Madrid avevano dei fidanzati ignari di tutto, e quindi per me era impossibile anche solo pensare di rivederle.
“Ascoltami, questo appartamento è di nostra proprietà; quando abbiamo ancora le ferie ti chiamo ok? Così ci rivediamo!” mi disse Amelia. Quella notte mi fece di nuovo leccare e baciare i suoi bellissimi piedi, e fu eccezionale.
Io sono tornato a Torino dopo una settimana, e da allora sono passati circa 2 mesi, ma di Amelia non ho più avuto notizie. Forse hanno messo la testa a posto, forse si sono accontentate dei loro fidanzati fantocci, o, più probabilmente, si erano già stufate di me. Due così possono avere tutti gli uomini del mondo, e allora, perchè accontentarsi di scopare due volte con lo stesso uomo?

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