In trasferta

Scritto da , il 2017-05-01, genere comici

Io e altri tre. In comune abbiamo: età, nazionalità, passioni e soprattutto una grande amicizia. Siamo da una settimana circa negli Stati Uniti per una super vacanza che avevamo pianificato da tempo: quasi un mese in terra straniera. Per loro è la prima volta, io sono arrivato in doppia cifra. Per questo motivo mi considerano una sorta di guru sugli Stati Uniti, come se i precedenti viaggi mi avessero automaticamente eletto ad espertone del gruppo, cosa che effettivamente sono, ai loro occhi. Mi chiedono di tutto, sapendo di trovare risposta giusta nelle mie parole, e trovo decisamente divertente tutto questo loro entusiasmo, come se fossero una piccola scolaresca e io il maestro; il tutto dura tre quattro giorni, poi si abituano facilmente. Superati dunque il fuso, il cibo e l'ambiente, dal nostro appartamento usciamo ad esplorare la città nella quale saremo per i primi 14 giorni. Io la conosco molto bene (causa precedenti trascorsi), e riesco quindi a portarli anche in luoghi "nascosti" alla maggior parte dei turisti. Per comodità chiamerò i miei amici A,B e C. Ovviamente però, alla fine della prima settimana, un gruppo di giovani italiani senza alcun limite, cosa potra mai desiderare? La risposta l'avete già pensata voi, non c'è bisogno di scriverla qui.




Sabato pomeriggio: parco (ah, è estate, temperatura ideale) ci apprestiamo a giocare ad un gioco con la palla (decidete voi quale) e prima di disporci in un ipotetico rombo sull'erba, A esordisce: "Raga dai, dobbiamo rimorchiare delle americane, per forza. Abbiamo anche il fascino italiano, vero?" si rivolge verso di me "Boh in teoria si, se non pensano che siamo tutti mafiosi e mangiamo sempre e solo "Spagheddi"" pronuncio quest'ultima parola con accento americano, è una voluta presa per il culo. Arriva B "Ma si dai, quattro parole e le srotoli il cazzo in faccia, altro che Spagheddi" Ridono tutti "Eh si è arrivato Rocco Siffredi!" coppino punitivo a B, che mi manda affanculo. Iniziamo a giocare, e poco dopo io e C notiamo un gruppo di quattro ragazze che si posizionano non lontano da luogo dove siamo noi; una rapida ispezione: tutte molto carine, due bionde, una mora e una rossa (la bandiera della Germania in pratica): grazie al caldo riusciamo a scorgere anche gambe in quantità e ideali dimensioni del seno. C chiama un timeout strategico per bere. A rompe il silenzio "Raga dobbiamo provarci per forza. Tu che sei esperto di America eccetera eccetera vai li ed inventati qualcosa: sono anche fighe!" Il suo entusiasmo coinvolge anche gli altri, tranne il sottoscritto, a cui ovviamente è toccato il lavoro sporco "Si si dai vai, poi presentacele!" Io faccio il gesto di calmarsi "Ehhh si n'attimo dai, fatemi pensare, mica posso andare li e dire "ehm scusate, ce la date?" e poi oh, se ve le faccio trombare voglio una ricompensa" Iniziano scherzi, insulti amichevoli ma si giunge alla conclusione che se l'eroe di turno (io) riesce nell'impresa, gli altri tre faranno una colletta per comprarmi la maglietta del mio giocatore preferito. "Va bene, allora ascoltate qua....." il piano è il seguente: giochiamo ancora per un po', ma io devo cambiare posizione: mi devo mettere alle spalle delle ragazze, rimanendo però vicino a loro così che quando A sbagli intenzionalmente un passaggio (diretto verso di loro) io possa essere il primo ad accorrere e scusarmi: sono anche messo meglio a inglese, quindi è perfetto. Intanto B, che è l'amante della palestra, si toglie la maglietta, mettendo in mostra la mercanzia. Sarà quello o sarà altro, qualche occhiata la riceve, anche non se sono certo: tutte e quattro hanno degli occhiali da sole. Il momento topico arriva: chiamo il passaggio di A, che sbaglia, mettendo la palla troppo alta: bingo. La palla rotola debolmente, giungendo ai piedi nudi di una delle quattro donzelle statunitensi. Tocca a me *dai dai dai, vamos* penso per caricarmi. Loro alzano lo sguardo, mi notano arrivare, non si muovono. I tre miei compari osservano, manco stessero guardando la finale dei Mondiali. Metto su la faccia da culo più clamorosa del mondo, e dico (in inglese): “Scusate, questa palla ha il brutto vizio di cambiare direzione e finire vicino alle belle ragazze” sfodero un sorriso. Loro tentennano, si guardano, la rossa e la mora ridacchiano, una delle bionde prende parola e dice: “Nessun problema.” Male. Molto male. “Beh, se volete, possiamo fare Italia vs Stati Uniti, che ne dite? Quattro contro quattro” mi giro, indicando I miei amici. Interviene l’altra bionda “Ah siete italiani? Amo l’Italia!” e da li in poi fu una discesa totale. Ci presentammo, giocammo e riuscimmo a strappare un quadruplo appuntamento per la sera stessa. *Ma vai, ma vieni, ma chi sono!* Penso tra me, dopo aver passato con loro quasi tutto il pomeriggio. Le salutiamo, e non appena escono dal nostro campo visivo gli altri tre esplodono: “E andiamoooo! Dai che si scopa! Grande vieni qua, caricone!” e posso solo proteggermi visto che mi arrivano in tre addosso per celebrare il mio successo. Dopo una bella dose di legnate amichevoli, li invito alla calma “stiamo calmi però, che ancora nessuno ha pucciato qua.” Vengo mandato piu o meni in cinque paesi diversi nei successivi dieci secondi.



Sera. L’appuntamento e in un locale per universitari, e tutti e Quattro siamo carichi come molle, d’altronde o si scopa, o si muore con onore. Le ragazze arrivano tutte belle in tiro, e dopo poco si formano le suddette coppie: Io e C con le bionde, B con la mora e A con la rossa. Parliamo, beviamo (niente alcolici per loro che sono under 21) e passiamo una bella serata. B fa il primo passo “E se veniste da noi? Abbiamo anche qualche birra, super alcolico….se volete” è la parola magica. Arriviamo al quartier generale, e dopo qualche cocktail bevuto ognuno riesce nell’intento di portarsela in camera. La bionda si è avvinghiata a me, in particolare ha preso di mira il mio collo, ed ansima “Oh, amo questo profumo” minchia acqua di Gio, manco avessi detto Eau de Jambon de Dior de Baguette de Paris. Iniziamo I preliminari, lei continua ad ansimare, mi ha già ficcato la lingua in bocca, e riesco a capire un “I want your Italian c…” Non c’è bisogno di traduzione e soprattutto non c’è bisogno di dire altro!



Andiamo a Ber..ehm no, God Bless America!




Chi indovina la citazione cinematografica prende 10 punti!

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