In terapia dallo psicologo

Scritto da , il 2017-01-17, genere etero

“ Cercherò di spiegarmi meglio,può sembrare imbarazzante. Ma ci proverò …”
“Prego ,si lasci andare,e vediamo di combattere questo problema”
“Il fatto è che a me piace sbirciare gli uomini mentre si masturbano. Non importa se belli o brutti, mi interessa che siano solo con il cazzo tra le mani. Bello duro,grande o piccolo che sia, mi piace sempre! Capisce?”
“Sì, continui … “
“Quando capita,rimango sempre lì a guardare sbalordita, a bocca aperta, a sbavare letteralmente ,concentrata ad aspettare il culmine. Vorrei avercelo io tra le mani, ma allo stesso modo non voglio rovinare quel momento; so che voglio stare nascosta ad osservare da lontano”
“Voyeurismo …”
Mormora a bassa voce lo psicologo mentre mi osserva sistemando gli occhiali sul naso. Quella parola mi suona in testa molto familiare e preoccupante.
“Mi piace quel senso di potenza che assumono gli uomini mentre domano il pisello,ma allo steso tempo il desiderio e il piacere doma loro. Quello spruzzo incontrollato e liberatorio che imbratta tutto come un incidente”
“Sì ? Dunque?”
“Sa ,è difficile trovare spesso qualcuno che si masturba,quindi mi eccita molto anche accontentarmi di sbirciare un pisello floscio,magari mentre sta urinando … Mi scusi, la metto a disagio?”
“No! si figuri, anzi stiamo facendo molti passi avanti,continui … “
“Li assaggerei tutti, li pulirei per bene,una voglia matta di praticare sesso orale anche con due contemporaneamente,ma non lo faccio!”
“Beh, anzi questo mi pare un comportamento normale,non crede?”
“No ! Non è normale. Ho quarant’anni e ancora non ne ho mai toccato uno, non ho mai dato un solo bacio ad una cappella”
“Intende dire che non ha mai avuto rapporti orali?”
“Non solo orali, non ho mai toccato un pene vero!”
“ E pensa che tutto ciò sia collegato al fatto che è abituata solo a sbirciare?”
“Credo di sì” Faccio una pausa ,rifletto e arrossisco ,ma poi penso che comunque sto pagando , quindi avanzo una proposta “Guardi lei, le faccio vedere una cosa. Le dispiacerebbe tenerlo a vista? Così ,senza impegno,continueremo a parlare normalmente”
L’uomo allarga appena le gambe arrossendo
“Intende dire così?”
“No, lo esca dalle mutande proprio!”
“Ah beh…. Strano, insomma sì, in effetti potrebbe …”
Abbassa la cerniera , quindi armeggia un po’, facendolo sbucare fuori dalle mutande e dai pantaloni, ricurvo e ciondolante ,accasciato sul lato sinistro.
“Mi perdoni, sa, a sentirla parlare in un certo modo …” Si scusa per il fatto che sia già un po’ bazzotto. A me invece non fa impressione, sono già bagnata di mio per le immagini che evocavo in testa raccontando la mia storia.
“ Si figuri”
Lui si appresta a riprendere il suo taccuino e la penna per distogliere lo sguardo da me, quindi si viene a creare un silenzio imbarazzante,lui fissa il foglio,io gli fisso il pene.
“Q-q.. quindi ?” Balbetta
“Sì?”
“Intendo, così le va bene?”
“Oh sì, certo”
“Non si sente in imbarazzo?”
“Forse, o forse mi sento ‘nascosta’”
“In che senso nascosta?”
“Lei sembra stia svolgendo un’altra azione. Con gli occhi mi ignora, solo il suo pene sembra essersi accorto di me”
Il suo pisello fa un sussulto involontario. Io ne approfitto per accarezzare l’inguine attraverso la gonna.
“Lei pensa che sia una cosa positiva?”
“Sì, rimanga in quella posizione, magari se lo tenga tra le mani,ci giochi un po’ spensieratamente”
“No , non penso sia il luogo adatto signorina”
Mi alzo lentamente, mi avvicino a lui, non gli stacco gli occhi di dosso. Il cuore scalcia nel petto, avvampo e i miei movimenti non risultano più tanto fluidi.
“Mi dia la penna ,su, continui a fingere di leggere”
Non è per nulla grande,ma continua ad avere sussulti. Mi passa la penna con un movimento imbarazzato,quindi mi inchino, la posiziono sotto la cappella e la sollevo. Mi avvicino, lo vedo gonfiarsi sempre di più, la punta diventa man mano più lucida, lo annuso;non ne avevo mai sentito l’odore fin ora. Caccio un gemito.
“ Le palle! Presto ,faccia uscire pure le palle! Questo profumo è irresistibile”
Con una mano fa slittare fuori i testicoli. Li ammiro da vicino, poi le accarezzo con la penna, attenta a non toccare nulla con le mani. Il tappo scorre fluido tra le ruvidità ,scostando educatamente i peli radi. Mi soffermo su quella curiosa linea centrale che li separa, la punzecchio piano mentre studio i movimenti autonomi di quelle grosse olive sotto pelle.
Intanto la cappella si gonfia sempre di più,reclama aria cercando di uscire da sola dal suo ‘fodero’ in pelle. Mi avvicino, ci soffio un po’,poi mentre sono ad un pelo da lei continuo a parlare
“Lei sa di avere veramente un bel cazzo?Non è grande , ma è veramente bello! “
“Dice sul serio?”
“Sì,è meraviglioso, lo scappelli per cortesia, voglio vederlo bene”
Piano con indice l’indice e il pollice esaudisce il mio desiderio. Emana un odore ancora più forte,un odore di sperma fresco che mi apre il ventre e sprigiona una cascata in me. Miagolo eccitata contro la mia volontà,poi con voce tremante cerco di apparire controllata.
“… E che belle palle,sembrano tanto piene”
Dopo questa frase ,il cazzo è quasi del tutto dritto,e anche lui si lascia un po’ comandare dalle pulsioni; senza sbilanciarsi ,molto lentamente, richiude la cappella tirando un po’ la pelle,per far giungere il prepuzio a sfiorare le mie labbra, poi si riallontana scappellandosi una seconda volta, mostrando un pene perfettamente in erezione.
“Cosa prova in questo momento?” Mi chiede serio con voce profonda. Io invece sono confusa, quasi non so cosa rispondere.
“Euforia! Emozione ed euforia, finalmente così da vicino dopo quarant’anni. Questo strano odore viziato,mi sta aprendo un mondo,e mi rende ancora più golosa. Chissà come deve essere …”
Non finisco la frase,che una mano ferma ma delicata, si appoggia sula mia testa, abbassandomela quanto basta per farmelo ricevere in bocca. Era tutto quello che aspettavo,non occorre altro, e lui lo ha capito. Non continua a schiacciare bramoso, ma mi accarezza la nuca,lasciando che con la mia lingue e le labbra,esplori nuovi sapori e forme. Mi faccio coraggio, lo prendo in mano,lo masturbo profondamente con movimenti lenti, mentre con la lingua continuo a limonarmi la cappella,e con le unghie dell’altra mano gli stimolo i coglioni.
Grattarli non basta, devo prenderli in mano, devo tastare la consistenza,voglio ammirare il fallo.
Mi inginocchio,prendo a succhiare un testicolo lentamente,lui si accascia alla poltrona intanto, adesso rimango sola con la parte che più mi interessa.
Lascio perdere con le mani il pene,che mi ricade dritto in faccia mentre continuo a succhiare.
Da quella posizione,incrocio quasi gli occhi per mettere a fuoco e ammirarlo in ogni suo dettaglio. Se solo penso che da lì a poco , quella mazza potrebbe godere solo per me, e per mano mia, mi emoziono e mi trasformo sempre di più in una cagnetta in calore. Mi agito mentre glie le succhio, faccio attenzione a non usare i denti, gioco molto con le labbra, ma glie li succhio con tanto ardore, che sembra volessi aspirarne il succo direttamente da lì, come se potessi assaporare di già le meravigliosa essenza del seme maschile.
Sento necessità di farmi toccare, di toccarmi i seni ,di strofinarmi il clitoride.
Tiro su la maglia,e senza vergogna faccio sbalzare la mia quarta di seno fuori dalle coppe. I miei bellissimi capezzoli larghi e rosa sono tugidissimi,e me li fisso un attimo compiaciuta, poi ritorno a succhiare la cappella,cercando di massaggiare scomoda le palle con le mie tette.
Lui se ne accorge, abbassa la testa, mi fissa stupito, poi come un animale in calore me le afferra e cerca di direzionare la punta tra di esse. Inutile dire che pure io ho perso ogni controllo.
“Oh sì,me lo sbatta sui capezzoli, per favore sì! Quanto è caldo,sì, che bello! Non venga per favore, non lo faccia!” Mentre ansimo parlo,e mentre parlo mi sbatto furiosa il pene sulle areole, strofinando come se volessi farmele penetrare “… Non sborri subito per favore, voglio prima farmi domare la bocca, voglio che me la scopi fino alla gola”.
Non se lo fa dire due volte, mi prende per le tempie, me lo infila in bocca e comincia a fare su e giù velocemente con il bacino. Affonda fino a farmi sentire la radice nelle labbra, fino a sbattermi pure le palle nel mento. Mentre lotto per non soffocare, riesco ad alzare la gonna e abbassarmi le mutandine.
Mi masturbo,godo, godo forte. Le mie labbra bagnate e scivolose non possono aspettare più, la mia vagina sta come esplodendo sotto le pressione di prepotenti vibrazioni. Il clitoride suona come un campanello d’allarme, pronto a scattare se mi azzardassi a strofinarla appena poco più del dovuto.
Non resisto e mi divincolo da quella cavalcata che esercita sulla mia bocca,quindi mi alzo di scatto e faccio per cavalcarlo io,ma appena lo vedo in tiro ad un centimetro dall’ingresso ,gli rovescio letteralmente sul cazzo un fiume di bollente sborra femminile,bianca e densa . A occhio sembra che avesse inzuppato il cazzo in un vasetto di yogurt,e poi c’avesse spalmato dell’albume sopra.
A quella vista non resiste nemmeno lui, che con un colpo di reni me lo fionda dentro. Una volta, due volte, tre ,poi le contrazioni. Comincia a sborrare come un cavallo dentro la mia figa.
“ No! Voglio il mio premio, la scongiuro!”
Con un movimento repentino mi alzo,e sia per ingordigia,che per incompetenza,rovino il suo orgasmo e pure il suo vestito. Frettolosamente lo afferro e lo sego violentemente, mentre fiotti consistenti e caotici vanno a finire sulla sua cravatta,sulla giacca, sulle mie tette.
La fontana della gioia, il seme della vita : La bevanda che tutte le donne segretamente amano.
Bollente elisir d’amore che se donato con consenso, mette in festa tutte le vagine, innaffiando fiori e cespugli.
Mentre il grosso dello sperma cola giù caldo lungo le mie cosce, sgorgando dalla mia passera, a bocca spalancata e a lingua estratta, cerco invano disperatamente di intercettare gli ultimi schizzi, accontentandomi alla fine di dover pulire con la lingua il macello che ho combinato. Sono visibilmente abbattuta, ho perso la mia occasione.
“Ti piace ?” mentre lo dice ne prende un po’ con le dita e me le mette in bocca lasciandomele leccare. Io avidamente succhio bene,non lasciando scappare una sola goccia dalle labbra.
“Molto, ma sentirlo schizzare, e accoglierlo in bocca deve essere un’altra cosa”

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