Una serata "poco tranquilla"

Scritto da , il 2016-11-29, genere etero

"Udite, udite! La nostra cara Vale viene con noi questa sera!". Questa è la reazione delle mie amiche quando sentono che la mia risposta è "sì" alla loro ennesima e, secondo loro, inutile richiesta di unirmi a loro per passare la serata in un locale notturno. Preferirei bei luoghi da visitare, piazze o centri commerciali, ma stasera vorrei provare ad aggregarmi. Verranno con noi anche degli amici, ragazzi che vediamo spesso; insieme formiamo una numerosa comitiva e a quanto pare sono contenti che venga anche io. "Guarda come è contento Alessio!", mi fa notare Roby, leggendo la conversazione sul cellulare tra noi e i ragazzi, "Si nota che è molto più allegro degli altri!". Si nota anche che ogni tanto ci prova con me, aggiungerei... Ma non è mai andato oltre qualche invito o qualche attenzione in più nei miei confronti, cosa che, in ogni caso, non mi dispiace. Ma altro mi distrae da questo pensiero: le ragazze mi stanno consigliando di indossare un abitino corto nero e aderente, con le necessarie scarpe col tacco, il tutto accompagnato dal trucco che solo l'abilissima Marta sa realizzare. Nonostante la titubanza, dato che raramente mi vesto così, mi preparo (o meglio, mi "preparano") e scendiamo. Alle 22:30 passate raggiugiamo il locale, una sorta di discoteca. Attendiamo i ragazzi, che poco dopo arrivano. Parcheggiamo, paghiamo l'ingresso e prendiamo posto. Marta già sparisce con Matteo... Cosa che tutti un po' ci aspettavamo. Solo mi chiedo dove siano: in questo caos non potrebbero mai trovare un "posto tranquillo", per così dire. Intanto Roby, Angela ed i ragazzi sono in pista a ballare nella folla. Rimaniamo io, Tiziana ed Andrea seduti al tavolo. Tra una chiacchiera e l'altra, Tiziana mi convince ad assaggiare la sua bevanda e, a dire il vero, non mi dispiace, pur essendo alcolica, e ne bevo qualche sorso in più. Improvvisamente, Tiziana viene chiamata in pista: brilla com'è, raggiunge gli amici e inizia a ballare con loro. "Ti va di raggiungerli?", chiedo ad Alessio. È stranamente silenzioso stasera e mi guarda continuamente; colpa delle ragazze: vestita e truccata così attiro ancora di più la sua attenzione. "Potrei chiederti di seguirmi, invece di raggiungerli?", mi dice. "Seguirti per andare dove?". Immagino voglia appartarsi, come ha già provato a fare durante altre serate. "Diciamo che è una sorpresa...". Rimane la frase sospesa e in me i dubbi aumentano sempre più. Comunque, dato che nemmeno lui mi è indifferente, in fin dei conti, accetto. Magari intende davvero parlare con me di qualcosa d'importante. Mi prende per mano e ci avviamo verso una sala, di fronte alla quale una sorta di buttafuori gli chiede delle informazioni per ottenere il permesso di entrare. Le mie amiche, dalla pista, mi notano e mi fanno cenno di andare con lui, sorridendo maliziosamente. "Ma... Non sarà mica il famoso privé di cui parlano ogni tanto le ragazze?", gli chiedo quasi con rabbia. "Si, ma... Aspetta, non pensare male! Davvero vorrei parlarti in tranquillità!". A distanza, le mie amiche sogghignano, hanno sempre sperato che nascesse qualcosa tra noi.

La conferma del mio dubbio arriva quando vedo il tipo di stanza nella quale vuole "parlare in tranquillità": letto, attaccapanni e luci soffuse. Non sono mai stata in un posto del genere prima, figuriamoci se posso immaginarmi una sala del genere. Lui chiude la porta e mi convince a sedermi accanto a lui. "Sai che sei bellissima? Soprattutto questa sera...", "Grazie... Ma sai, è opera di Roby e Marta. Non ne sarei mai capace da sola.", "Ti posso assicurare che non serve il loro aiuto per renderti bella!", afferma. Intanto comincia a muovere le sue mani lungo le mie cosce, per salire sempre più, fino a sollevare l'abitino, già abbastanza corto. "Ehm, sai, non credo di voler fare quello che vuoi fare tu...". Ma devo ammetterlo: il suo tocco non mi dispiace, soprattutto quando giunge ad accarezzare l'inguine. I dubbi rimangono, ma una certezza c'è: comincio a sentirmi più umida tra le gambe. Lo lascio fare: nota quanto mi piace ciò che fa, mi prende di peso e mi stende sul letto, aprendo le mie gambe. "Ma che bel culetto che abbiamo qui...", dice mentre lo massaggia sui lati e dà qualche schiaffo leggero. Mi spoglia e rimango in intimo di fronte a lui. Provo un po' di imbarazzo e ho l'istinto di andarmene, ma nonostante ciò mi lascio togliere anche l'intimo. Anche lui si spoglia e mi mette la mano sui suoi slip: il pene è già rigido, e più mi muove la mano su di esso, più comincio a muoverla io stessa autonomamente, tanto da decidere di togliere quello che gli rimane. Inizia a baciare la figa già umida, a leccarla, a morderla appena appena, a massaggiare il clitoride, fino a quando non riesce ad inserire due dita all'interno. In quel momento mi scappa un gemito, anche se ho cercato di trattenermi. "Se fai la brava continuo...", mi dice con voce sottile. A me piace, perché fermarlo? Godo ed ansimo davvero tanto, mentre muove mani e bocca, fino ad essere vicina all'orgasmo. A quel punto, mi fa cenno di alzarmi e di posizionarmi con la bocca proprio sul suo cazzo duro, per "scaldarlo" a dovere. Comincia a muovermi la testa su e giù con le mani, fino a quando nota che mi muovo da sola. Intanto lui massaggia il clitoride e ogni tanto entra ed esce con le sue dita dalla figa, tanto da farmi gemere di piacere anche se ho la bocca impegnata. Io continuo a leccare e succhiare sempre più, dal fondo fino alla cima, rossa e pulsante; i suoi gemiti sono continui. Quando è soddisfatto abbastanza, mi fa stendere nuovamente, stavolta per lasciare che sia proprio il cazzo ad incontrare la figa bagnata. Data l'umidità, l'ingresso è veloce e piacevolissimo... Prima si muove piano, poi sempre più rapidamente ed in profondità. I miei versi gli fanno capire quanto io goda in questo momento, quindi non si ferma. Mi scappa un: "Continua... Tra poco arrivo...", sono troppo presa. Ancora qualche spinta ed un meraviglioso brivido sale dal bacino verso la schiena, per poi scendere lungo le gambe, che tendo a stringere intorno al suo corpo. Ho raggiunto finalmente l'orgasmo tanto desiderato... Lui se ne accorge non solo dai miei versi, ma anche da quanto i miei muscoli tendano a stringere il suo cazzo con forza ed insistenza. A quel punto, mi fa girare di spalle e piegare verso il basso, quasi a 90 gradi. "Così il tuo bel culo si vede ancora meglio, lo sai?", mi dice, eccitatissimo, mentre rientra nella figa e riprende a spingere. Ciò che provo è un misto tra dolore e piacere, dato che in questo modo raggiunge una profondità maggiore, ma non voglio che si fermi... Mi piace e mi rendo conto di essere vicina ad un secondo apice di piacere, che giunge dopo alcuni minuti, ancora più bello ed eccitante del primo. Ormai la mia figa quasi cola dei miei umori, rendendogli la penetrazione più semplice e piacevole. Lo sento gemere sempre più, fino ad un urlo finale che sta ad indicare che anche lui ha raggiunto il piacere. Mi viene spontaneo il desiderio di ripulire ben bene con la lingua ciò che è rimasto del nostro piacere sul suo cazzo, dal fondo alla cima ancora rossa e gonfia. Non appena ci rilassiamo, passiamo qualche minuto a baciarci ed accarezzarci e ci rivestiamo. "Mi piaci tanto, Vale... Ho cercato di fartelo capire in tanti modi, ma stasera mi sono azzardato a fare qualcosa di diverso..." "...E hai fatto bene!", continuo io, per poi baciarlo nuovamente. Lui ne è felicissimo, e propone di iniziare a frequentarci, così da poter realizzare insieme il suo desiderio di una relazione felice e serena. Io, ovviamente, accetto. Dopo poco, lasciamo la stanza per raggiungere gli amici in sala. Mi sento davvero imbarazzata... Ma soddisfatta e libera da ogni pensiero o dubbio. Lungo il corridoio incontro Marta. "Finalmente, eccoti! Dove ti eri cacciata?". Domanda stupidissima, lo so. "Dove ti eri cacciata tu!", mi risponde ironicamente. Le altri sono già al tavolo e li raggiungiamo. La più osservata ovviamente sono io, "quella che quasi non voleva uscire" e che ora, invece, torna dal privé accompagnata da Alessio. Passiamo il resto della serata a divertirci e chiacchierare. Poi, ci salutiamo ed ognuno sale nella dovuta automobile. Alessio ed io rimaniamo per un attimo dietro gli altri per darci un bacio appassionato e riprometterci di rivederci da soli più spesso. Salita in auto con le ragazze, parliamo un po' di ciò che è successo a loro e molto di più di ciò che è accaduto a me. "Ragazze... Credo che verrò qualche altra volta con voi in questi locali...", ammetto. "Già!", mi rispondono in coro, "Alessio ti aspetta!". Ridiamo come delle matte, anche io, nonostante sia stata una delle serate meno tranquille della mia vita!

Shikky.

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