Corna, Tramezzini & Trenini

Scritto da , il 2016-09-29, genere orge

Il giorno dopo, succede quel che prima o poi doveva succedere… Però le cose vanno in un modo un po’ diverso da come me l’ero immaginato.
Questa volta abbiamo lasciato la Serenissima in porto e siamo andate in spiaggia tutte e tre perché Eva vuole fare un salto dal mio estetista mentre io vado in palestra e Giusy si vede con Mara e il suo gruppo.
In palestra ho appena il tempo di scambiare due parole con Enrico. Oggi la sua fidanzata Letizia è libera, quindi di vederci di nuovo in serata non se ne parla…
- Allora perché non venite a trovarci sulla nostra barca appena chiude la palestra? – lo invito io – porta anche Letizia.
La fidanzatina di Enrico è un bel bocconcino: all’insaputa del suo fidanzato, me la sono fatta qualche settimana prima: scommetto che a lei l’idea di un’altra seratina insieme non dispiacerà.
Enrico mi guarda dubbioso, poi annuisce: - Va bene, ti faccio sapere appena riesco a parlarci.
Torno in spiaggia che Eva non è ancora arrivata. Elena non si vede, in compenso Angela passeggia nervosissima (crisi di astinenza da cazzo?), e sotto l’ombrellone c’è solo il povero Nino, profondamente turbato.
Mi chiedo se le corna comincino a fargli male, così mi siedo accanto a lui e cerco di essere cordiale (cosa che con uno come lui mi riesce davvero difficile).
Mi dice che Angela ha le sue cose e vuole essere lasciata in pace (sì, come no…), ma è normale; quella che lo preoccupa veramente è Elena.
Perché, faccio io, cosa potrà mai esserci con lei?
- Non cosa, ma chi – mi fa lui, veramente sconcertato.
Lo guardo perplessa, e lui mi chiede se siamo veramente amiche. Io lo rassicuro che, sì, siamo davvero amiche dal tempo delle Superiori… Ometto di informarlo che la nostra amicizia è basata in gran parte sul nostro comune hobby che si pratica a gambe aperte.
Lui annuisce, incespica sulle parole, la fa un po’ lunga… Insomma, Nino ha scoperto che Elena mette le corna a suo marito.
- No! – esclamo, facendo fatica a non scoppiare a ridere, ma lui fraintende il mio sorrisetto divertito.
- Dico davvero! – esclama, a occhi sgranati – Vieni con me…
Lo seguo preoccupata verso le cabine in fondo alla spiaggia.
Il cretino ha fatto il giro largo per andare a buttare gli avanzi della colazione, e ha scoperto la tresca del vitellone.
- Guarda!
Mi indica la fessura nella cabina di Aldo, da cui provengono gemiti e mugolii inconfondibili.
Non ho bisogno di guardare per capire cosa sta succedendo, ma faccio finta di assecondare Nino per non insospettirlo.
Guardo, e naturalmente vedo Elena, piegata in due contro la parete opposta, che si prende in corpo il bagnino da tergo, appoggiata alla porta chiusa.
Simulo sorpresa, e Nino si piega per guardare anche lui.
Il cretino manda un’esclamazione soffocata che rischia di farci scoprire: - Ma… Ma se lo sta facendo mettere anche nel culo! Quando ho guardato prima, ce l’aveva soltanto i bocca…
Lo trascino via prima che rischi di rovinare la sveltina della mia amica, e intanto cerco di inventarmi qualcosa per evitare il peggio.
Lo riporto all’ombrellone e faccio finta di essere scandalizzata anch’io. Gli dico che è terribile, e che parlerò io con Elena, cercando di farla desistere dall’adulterio.
Intanto, però, è importante che Angela non ne sappia niente… Potrebbe restare seriamente turbata, scoprendo che sua sorella è una sgualdrina.
Nino è d’accordo, una brava ragazza come Angela ne rimarrebbe sconvolta.
Sì: che cosa terribile, povera Mara… E povero Pasquale!
Ripenso al marito mezzo frocio di Elena e trattengo un sogghigno. Mi sono fatto anche lui, nel senso letterale del termine, visto che l’ho inculato con lo strapon mentre Elena spompinava il Mauri durante il nostro ultimo scambio di mariti…
Mi raccomando con Nino di tenere lontana Angela dalle cabine quando Elena sparisce, e lui annuisce con aria solenne.
- Mi raccomando, Patrizia, parlaci – mi ripete con tono accorato – Forse, a te ti ascolterà…
Sicuro, penso fra me, le raccomanderò di andare a farsi sbattere nel retrobottega del bar, adesso che il trucco delle cabine è stato bruciato.
Eva ci raggiunge, e noi due ci avviamo nuovamente al porto.
Appena a bordo, chiamo Elena sul cellulare e le spiego la situazione.
Lei impreca in napoletano, descrivendo in maniera piuttosto colorita il giovane cognato cornuto, e mi ringrazia per la dritta. Starà più attenta in futuro.
Mentre Eva prepara il pranzo, mi richiama Enrico, confermandomi che ci verrà a trovare nel tardo pomeriggio assieme a Sergio e alla Letizia.
Io faccio due conti, e richiamo Elena, invitando anche lei per le sei del pomeriggio. Mi sembra una buona idea sottrarla allo sguardo inquisitore di quel guardone di Nino.

Elena è la prima ad arrivare, tutta avvolta in un prendisole bianco che accentua le sue curve voluttuose senza nascondere il bikini che porta sotto. Mara e Giusy sono a casa sua in attesa degli amici con cui andare a mangiare la pizza, e rincaseranno sul tardi.
Eva fa la padrona di casa e accompagna la mia amica ai lettini per assaporare insieme il sole del tardo pomeriggio con una bella spremuta d’arancia ghiacciata in mano. Io sistemo le ultime cose, controllo gli ormeggi e telefono alla Giusy per assicurarmi che vada tutto bene (e non si faccia viva troppo presto), poi controllo gli sms e trovo conferma che anche gli altri sono in arrivo.
Alzo gli occhi sul molo e li vedo: Sergio ed Enrico, con la Letizia in mezzo, anche lei in prendisole e bikini, mentre i maschioni sono in bermuda e maglietta.
Salgono a bordo e noi siamo lì ad accogliere tutti con i bicchieri e la caraffa piena di succo.
Letizia è leggermente imbarazzata, si nota dal vago rossore sulle gote. Beh, l’ultima volta che ci siamo viste, lei mi aveva colta in flagrante col suo fidanzato, ed è andata a finire che l’abbiamo violentata in due, iniziandola al sesso lesbico e a quello anale in un colpo solo… Cosa che lei fra l’altro deve aver apprezzato non poco, visto che adesso Enrico se la inchiappetta quotidianamente.
Per toglierla dall’imbarazzo la accolgo calorosamente, stringendole la mano e baciandola sulla guancia prima di sfiorarle anche le labbra con le mie.
Poi, mentre i maschioni salutano Elena, le presento Eva.
La mora romagnola e la biondina olandese si salutano con un sorriso e un timido “ciao”, poi Letizia si gira verso di me e chiede apertamente: - Carina. E’ la tua ragazza?
Enrico deve averle spiegato che vado a corrente alternata e che sto con una ragazzina… Bene, questo semplifica le cose e la rende anche meno gelosa.
- Sì. Viviamo insieme qui a bordo. Lei è olandese, ma parla anche un po’ di italiano.
La guarda di nuovo e sorride con approvazione: - Complimenti, è davvero graziosa…
La Letizia ha fatto punti: si dimostra di vedute più aperte di quanto pensassi… L’apertura del culo deve averle allargato anche altri orizzonti.
- Grazie – sorride Eva col suo goffo italiano, una volta resasi conto che Letizia non spiccica una parola d’inglese – Anche tu non sei male davvero, sai?
Bene, il ghiaccio è rotto.
Accompagno tutti ai divanetti, poi lascio Eva a fare gli onori di casa, mollo gli ormeggi e punto in mare aperto, dandomi le arie da capitano di lungo corso… Forse sarà il caso che mi dia da fare a prendere quella dannata patente nautica prima che la Capitaneria di Porto mi becchi senza!
Getto l’ancora oltre la linea delle boe e raggiungo gli altri che prendono il sole e chiacchierano allegramente sui lettini di poppa con l’aranciata in mano.
Sono tutti in tenuta da spiaggia, e le ragazze sono rigorosamente in topless. Elena esibisce con orgoglio la sua quarta misura, Letizia ha una terza scarsa, Eva una seconda piena… Sbuffo. Mi sfilo la canotta, e pazienza se sono la più piatta di tutte: ci sono abituata. In compenso solo Eva ha le gambe lunghe quanto le mie, però lei ha il culetto stretto, mentre il mio è bello pieno e muscoloso. Grazie a Elena non sono neanche la più vecchia (altro problema che mi capita sempre più spesso), e quindi penso di fare anch’io la mia figura...
Il sole non è molto alto sull’orizzonte, ma è piacevolmente caldo pur senza scottare più: è il momento più bello, con la brezza che si alza lentamente e le onde che s’increspano appena sciacquettando contro lo scafo con un suono suadente e melodioso.
Noto subito che una coppia si è già formata: Sergio ha puntato subito Elena, che lo incoraggia apertamente. Enrico è un po’ a disagio… So che smania di farsi Eva, ma non vuole irritare la sua Letizia, e cerca chiaramente di barcamenarsi fra le due.
Un altro cazzo non guasterebbe, in effetti, ma a me non piacciono troppo i numeri pari nelle ammucchiate. Così mi faccio sotto per dare una mano: vado a sedermi direttamente accanto alla Leti e tanto per mettere subito le cose in chiaro faccio cin-cin solo con lei.
Lei mi scocca un’occhiata strana, ma risponde al gesto e anche al sorriso, con un lampo malizioso negli occhi. Ha già capito tutto.
Bene, evidentemente le esperienze che le ho fatto provare l’ultima volta le sono piaciute entrambe…
Enrico mi fa l’occhiolino, e si concentra su Eva. Bene, ci siamo scambiati le ragazze…
Col bicchiere in una mano, poso l’altra quasi casualmente sulla gamba nuda di Letizia, e sento la sua carne fremere di anticipazione.
La fidanzatina è già calda… Mi chiedo se ha fantasizzato di fare di nuovo l’amore con me.
Credo proprio di sì.
Mi sorride; si volge un attimo a guardare il suo ragazzo che ha già posato un braccio intorno alle spalle di Eva, e si volge nuovamente a me con un lampo di malizia nello sguardo.
Sergio e Elena stanno già facendo lingua in bocca sul lettino più a prua.
- Non perdono tempo, vero?
Sorrido di rimando a Letizia, mentre la mia mano scivola verso l’alto a lambire l’elastico dello slippino: - Puoi dargli torto?
Lei freme e socchiude gli occhi, assaporando il tocco della mia mano: - No. No davvero…
Poso il bicchiere ormai vuoto e le sfioro le labbra con un bacio. A sorpresa, incontro la sua lingua. Impara presto, la piccola… Devo ricordarmi di fare i complimenti a Enrico per come ha addestrato la sua puledra.
Sento un gemito poco più in là: Enrico ha infilato una mano nel costumino di Eva e ha cominciato a lavorarle la figa. Più oltre, Elena ha già in mano il cazzo di Sergio e lo sta segando senza smettere di limonarlo in bocca.
Stiamo restando indietro…
Cingo i fianchi di Letizia e la attiro a me per baciarla più a fondo; i nostri seni aderiscono fra loro, caldi e morbidi… Sento i suoi capezzoli duri giocare e titillare i miei, e rabbrividisco di piacere.
Affondo la lingua nella bocca della mia nuova amica, e succhio la saliva dolcissima di lei. La mano che indugiava sulla coscia ora scivola sul pancino appena convesso della giovane donna, che risponde in maniera adeguata. Sento una mano sul fianco, e un’altra sulla schiena.
Letizia risponde al bacio con più foga di quanto mi sarei aspettato, e il suo respiro si sta rapidamente accelerando.
E’ eccitata.
Sento un profondo sospiro maschile e con la coda dell’occhio vedo che Elena ha finalmente preso in bocca il cazzo di Sergio; Enrico sta masturbando Eva con una mano, e intanto le succhia le tette con la bocca spalancata, facendola bramire di piacere.
Lascio le labbra di Letizia provocando in lei un breve moto di disappunto che si spegne appena scendo a baciarla sull’incavo del collo.
La sento scossa da un brivido mentre le pratico un succhiotto da professionista, e mi sembra di sentire il sapore dei feromoni che sfuggono a milioni dalle sue ghiandole, segnalando la sua predisposizione per l’accoppiamento.
- Oohhh - la sento gemere piano – Cosa mi stai facendo… Mi fai impazzire!
La mia intenzione è proprio quella, così continuo, finché ho la certezza di lasciarle un segno per il resto dell’estate… Il marchio del mio possesso.
Le tengo il collo con una mano, con l’altra torno a carezzarle lo stomaco, poi scendo fra le cosce e constato con piacere che il costumino è già umido di voglia.
Lascio anche il collo e continuo la mia lenta discesa sbaciucchiando lungo il percorso, finché le mie labbra non si chiudono su un capezzolo duro ed eccitato.
Mentre succhio una punta, tormento l’altra con le dita della mano destra.
Ormai la sento smaniare sotto il mio assalto.
La destra torna a cercare il suo sesso mentre la lingua discende lentamente verso il basso, lasciando una scia di saliva sulla pelle calda e abbronzata.
Questa volta mi soffermo sull’ombelico, che trovo decorato da un grazioso piercing luccicante che evidenzia lo stomaco piatto della ragazza.
Le dita esperte della mia mano destra si intrufolano sotto l’elastico del costumino, e subito trovano la carne tenera e umida della figa depilata di Letizia, che ha un nuovo fremito al contatto.
Sento le grandi labbra che si schiudono con facilità sotto la pressione delle mie dita, e in un istante sono dentro di lei.
- Hmmm…
Geme, la piccola. Mi piace sentirla gemere…
Mi inginocchio davanti a lei, sempre seduta sul lettino, e con pochi movimenti decisi le sfilo lo slippino che ancora indossa. Poi, come una tigre affamata, tuffo il capo fra le sue gambe spalancate e mi avvento sul suo sesso invitante e indifeso.
- Aahhh… - geme nuovamente Letizia, questa volta abbastanza ad alta voce da attirare l’attenzione degli altri, nel sentire la mia lingua violarle la spacca e scivolare rovente nella vagina colma di umore perlaceo.
Mi sistemo fra le sue gambe divaricate, e dò inizio al connilinguo. Letizia mi afferra per i capelli e mi preme il capo contro il suo sesso con tanta energia che le sollecito il clito con la punta del naso.
Questo la scatena ancora di più, così passo a dedicarmi al suo ciccetto anche con la lingua, e in pochi istanti Letizia si dimena e si contorce in preda alle prime avvisaglie dell’orgasmo.
Un grugnito soffocato mi fa alzare un occhio: Sergio ha penetrato Elena da tergo e la sta scopando a pecora sul lettino accanto a noi. Eva e Enrico sono stesi nudi di fronte a noi, e la mia compagna si sta preparando a prenderlo alla mamma e papà; vedo il cazzo allogarsi all’entrata della ragazza più giovane, il glande sparire nella peluria dorata, il viso della mia amante contorcersi in una smorfia di piacere nell’essere posseduta.
Mi fa piacere che i miei amici si divertano. Ma adesso a me interessa Letizia.
Le divoro il clitoride con tutta me stessa, ma ogni tanto affondo la lingua nella spacca per suggerne tutto il succo che posso, col risultato di prolungare all’infinito la sua deliziosa agonia… Finché decido di darle il colpo di grazia.
Dopo averle succhiato anche l’anima dalla vagina, mi avvento sul clito e faccio mulinare la punta della lingua tutto intorno alla punta, premendo sulla parte più alta con tutta la mia forza.
- Aarghhh! – grida Letizia, serrandomi le cosce intorno alla testa e afferrandomi per i capelli – Sì, sì, godo… Godooo!
Mi viene in faccia, bagnandomi tutta. Io lecco con passione, cercando di bere tutto il suo succo di giovane donna che mi piace tanto… Che buona la sbroda di femmina! Mi piace anche più dello sperma, che è denso, acre e salato quanto questo è invece fluido e dolciastro.
Continuo a leccare, voglio che la sua goduta duri a lungo: voglio dimostrare ai maschi che so soddisfare una femmina quanto e più di loro.
Letizia smania, si contorce e si dimena mentre le slappo la figa, mi afferra la testa premendosela sul sesso come se volesse farsi divorare tutta. E io la accontento.
Desisto solo quando lei si accascia senza più energie, stremata dall’orgasmo.
Le altre due coppie si stanno ancora sbattendo come animali, con le ragazze che gemono sempre più forte sotto i colpi dei maschi, ma nessuna di loro è ancora venuta.
Letizia è fuori uso per il momento: me ne accorgo quando la bacio sulle labbra quasi fredde e lei non reagisce.
Ma io ho ancora voglia, così mi tiro in piedi e raggiungo il suo fidanzato, che mi sta scopando la ragazza nella posizione del missionario sul lettino di fronte al nostro.
Eva ha sollevato le gambe fino a cingergli il capo con le ginocchia mentre lui la trivella dall’alto, così io mi chino a baciarla in bocca mentre le impasto i seni con le mani.
Eva smette di mugolare di piacere e risponde al mio bacio dandomi subito la lingua: ci baciamo con passione, scambiandoci la saliva mentre lei assapora sulle mie labbra il gusto della fica di Letizia.
Le pizzico i capezzoli, che sono eretti e duri per il piacere, e lo spettacolo deve essere arrapante visto che Enrico aumenta il ritmo della scopata facendoci sobbalzare entrambe.
Lascio andare la bocca di Eva per andare a morderle la punta sinistra, e lei lancia uno strillo acuto di piacere. Ci prendo gusto e la addento di nuovo, questa volta con più forza: tiro, come se volessi strapparle il capezzolo dal petto.
- Ahiaa! – grida la mia compagna, straziata dal dolore e dal piacere.
Sento le sue unghie affondarmi nella schiena, e so che sta godendo.
Enrico annaspa sopra di noi: la vagina di Eva dev’essersi contratta all’improvviso per l’orgasmo inaspettato, e la sensazione per lui deve essere troppo forte.
- Ah, sì… - ansima, senza fiato – Vengo…
Il maiale schizza tutto dentro la mia ragazza, senza neanche chiederle il permesso… Meno male che Eva prende la pillola, o me la metterebbe incinta di sicuro.
Ci contorciamo tutti e tre, con me presa fra i loro corpi in orgasmo, finché i sussulti si placano e Enrico ci si accascia addosso dopo essersi svuotato le palle nella pancia di Eva.
Che stronzo. Prima me la riempie di sborra e poi vuole anche addormentarcisi addosso?
Gli mollo uno spintone: - Levati dai piedi, adesso tocca a me!
Lui sospira e si sfila lentamente prima di rotolarsi su di un fianco.
Io mi getto fra le cosce spalancate di Eva, annusandole la fica come un cane da tartufi.
Che bella, una fica appena scopata! Tutta spatasciata, la peluria bionda umidiccia e le grandi labbra aperte e bagnate… Un profumo acre che sale dalla vagina ancora aperta, e soprattutto la crema calda e densa che cola lentamente dal forno!
Lecco di gusto, sono una vera appassionata delle torte alla crema appena sfornate, specie se il forno è quello biondissimo di Eva. Raccolgo con la lingua lo sperma che cola lentamente dalla fregna della mia compagna e lo ingoio diligentemente, gustando il sapore di entrambi i sessi che si sono appena accoppiati. Che buona, la sborra fresca di fica!
Eva continua a gemere di piacere mentre divoro il suo tortino alla crema, decisa a non perderne neppure una goccia.
- Sì, sì… Bevi tutto, troia – ansima lei – Bevimi anche l’anima…
Non mi faccio pregare, e continuo a lappare mentre lei mi accarezza i capelli.
Enrico, steso accanto a noi, si gode lo spettacolo. Deve apprezzare davvero, perché il cazzo non gli si è ammosciato neppure un po’.
Spero che decida di infornare anche me mentre offro le terga con la testa fra le cosce di Eva, ma il bastardo mi snobba: decide di alzarsi e raggiungere invece l’altra coppia che si sta ancora sbattendo sull’altro lettino. Dev’essere perché me, mi ha già avuta svariate volte, mentre la Elena ancora non se l’è spadellata.
Va bè, pazienza. Non è che io non mi stia divertendo…
Continuo a leccare la figa fradicia di Eva mentre lei mi accarezza i capelli con le mani e le guance con l’interno delle cosce.
- Aahhh… - geme la zoccoletta – Dio, quanto ti amo!
Con la coda dell’occhio vedo che Enrico ha raggiunto Sergio ed Elena, ancora intenti a fottere a pecora, e ha messo il cazzo nella bocca della donna, ancora sporco della sbroda di Eva.
La mia amica è sempre fortunata con i maschi: ora è piena di cazzo sia davanti che dietro…
Io mi disinteresso degli altri e proseguo con entusiasmo il connilinguo con la mia amante lesbica, godendomi le abbondanti secrezioni della sua figa fradicia di piacere.
Sono tutta intenta a darci dentro di lingua, e non mi accorgo di niente finché non sento una mano accarezzarmi gentilmente la groppa.
Leti si è ripresa e ci ha raggiunte, un po’ timidamente ma determinata. Bene: dove ce n’è per due, ce n’è anche per tre…
Le faccio posto di fianco in modo da sistemarci a triangolo: io lecco Eva, Letizia mi viene fra le gambe per rendermi il servizio, e l’olandesina si allunga a sua volta per assaggiare la passera romagnola.
La lingua di Letizia mi apre le valve della fica, e io rabbrividisco di piacere: sono fradicia, ma finora nessuno si era preso cura della mia povera fichetta, e solo adesso mi rendo conto del disperato bisogno che ho di godere.
Prima eravamo tre coppie, ora siamo due terzetti: uno etero e uno lesbo. Che bel pomeriggio!
Nessuna di noi ragazze ha la bocca libera, e i maschi si limitano ad ansimare, così andiamo tutti avanti per un bel po’ in silenzio mentre il piacere monta lentamente nei nostri corpi nudi e accarezzati dalla brezza di mare e dal sole di agosto.
Poi Sergio, il più anziano del gruppo, decide di cambiare gioco.
Vedo con la coda dell’occhio che si stacca dalla groppa di Elena e fa stendere Enrico di schiena sul lettino; la napoletana monta in sella al paraca più giovane e s’impala di fica sul suo cazzo lungo e duro, abbondantemente lubrificato dalla sua stessa saliva. Sergio si porta alle sue spalle, la fa stendere fino a schiacciare le pocce sul torace muscoloso di Enrico, e mentre i due si baciano di lingua, il paraca anziano penetra lentamente la femmina nello sfintere.
Vedo Elena irrigidirsi nel ricevere il tronco di Sergio nell’ano, ma la mia amica è sfondata peggio di me, e riceve la doppia penetrazione con relativa facilità.
- Aahhh! – la sento gemere soddisfatta – Sì, sbattetemi così… Fatemi godere, animali!
I due cazzi sono completamente affondati nella pancia della mia amica, che annaspa di lussuria a occhi chiusi e con la bocca spalancata. Sergio si assesta per bene dietro di lei, la afferra per le chiappone e comincia lentamente a fottere il suo bel culo, sbattendola contemporaneamente sul cazzo che le impala la fica.
In pochi istanti, i tre prendono a dimenarsi nella frenesia del loro sandwich, ansimando e gemendo come tre bestie infoiate.
Lo spettacolo mi ispira.
Mi stacco dalle mie due amiche e allungo la mano sotto il lettino, tirando fuori il mio bifallo di gomma.
Letizia sgrana gli occhi vedendolo, rendendosi conto di essere lei la vittima designata del mostruoso arnese.
- Oh mio dio!
Io indosso lo strapon, penetrandomi rapidamente la fica col dildo interno e allacciandomi le cinghie sui fianchi prima di puntare quello esterno contro la mia femmina.
Sottomessa, Letizia si mette a quattro zampe disponendosi per la monta. Eva le insaliva per bene la passera e le apre le grandi labbra per me, mentre io mi piazzo alle sue spalle e prendo la mira.
Eva mi prende il fallo, lo succhia un po’ insalivandolo a dovere e poi lo punta all’entrata della vagina, aiutandomi a penetrare la brunetta.
- Oohhh! – latra la cagnetta in calore – Cazzo, è grosso il doppio di quello di Enrico!
Effettivamente il mio giocattolo è di diametro piuttosto largo ma Letizia è una donna adulta e se ne farà una ragione. Se poi la allargo un po’, peggio per lei…
Affondo lentamente lo strapon nel corpo della mia nuova amante, e sento contemporaneamente il dildo muoversi dentro di me, aggiustandosi nella vagina che finalmente riceve l’attenzione tanto agognata.
Agguanto Letizia per i fianchi e comincio lentamente a scoparla come se fossi un uomo.
- Oh, sì! – geme la giovane bruna – Mi piace…
Soddisfatta, Eva si alza in piedi sorridendo e ci guarda mentre facciamo l’amore davanti a lei.
- Che bella idea! – dice sorridendo, mentre accarezza la schiena della mia amante e mi strizza l’occhio con aria complice.
Ma non ci sta a fare la guardona: si volta e afferra a sua volta qualcosa.
Mi volto a guardare e scopro che anche lei si è portata lo strapon in coperta… E’ identico al mio, con le stesse misure e la stessa duplice funzione.
Mentre scopo Letizia alla pecorina, Eva indossa il suo bifallo con un’espressione da porca internazionale che mi fa presagire qualcosa di estremamente interessante.
Allacciate le cinture, l’olandesina si avvicina alla romagnola e le porge il fallo di gomma da succhiare.
Ormai perduta di là del bene e del male, Letizia lo prende in bocca e lo insaliva come si deve. Ma Eva non è lì per farsi fare un pompino, che del resto non sente quasi per niente in figa… Quando il grosso fallo è lubrificato per bene con la saliva di Letizia, la mia compagna lo sfila dalle labbra della nostra succube e si sposta alle mie spalle.
Intuisco le sue intenzioni e fremo di anticipazione e – lo ammetto – anche un po’ di paura: i nostri giocattoli sono davvero grossi…
Mi piego in avanti sulla schiena di Letizia e ne approfitto per palparle le tette, mentre Eva si dispone dietro di me.
Di solito sono io che faccio il maschio quando ci scopiamo coi nostri giocattoli, ma questa è la prima volta che giochiamo in tre con un’altra ragazza, e io sto per trovarmi presa in mezzo con tutti gli onori!
Continuo a scopare lentamente Letizia, mentre sento le dita bagnate di saliva di Eva che mi penetrano lo sfintere allargandomi sapientemente il buco e preparandolo per l’olocausto.
La punta soffice e umida di saliva del fallo mi si appoggia all’ano, mentre sento le cosce di Eva accarezzarmi le natiche e le sue mani afferrarmi i fianchi.
Stringo i denti, fermandomi per un istante, e il fallo in lattice di Eva mi apre morbidamente il culo, entrandomi dentro centimetro dopo centimetro.
- Oh dio! – annaspo, sentendomi riempire la pancia di gomma dura – Mi stai spaccando in due…
Ho la vagina già riempita dal dildo interno del mio giocattolo, e adesso il grosso fallo di quello di Eva m’infarcisce il retto: entrambi gli arnesi sono più grossi del normale, così il fattore di riempimento delle mie budella è spaventosamente alto. Non sono mai stata così piena in vita mia.
- Aahhh… - gemo, in estasi – Che bello, che bello…
Mentre io scopo Letizia, Eva m’incula lentamente, imponendomi il ritmo. I due robusti pezzi di gomma mi trivellano le viscere, facendomi impazzire di piacere: è esattamente come essere presa in sandwich, solo che invece di essere la passiva farcitura del tramezzino come Elena con Sergio e Enrico, io sono parte attiva dell’ammucchiata e sbatto Leti con la stessa foga con cui Eva fotte me.
Sottoposta alla doppia stimolazione, io sono la prima a godere.
Urlo, grido, mi dibatto, ma Eva mi impedisce di rompere il ritmo, e così il nostro gioco proibito si prolunga per un’eternità.
Sento le urla rauche di Elena, in pieno orgasmo sotto i colpi dei due paraca, e subito dopo anche Letizia esplode sotto di me.
Sergio ed Enrico riempiono di sborra calda entrambi i buchi di Elena, poi i tre si afflosciano soddisfatti, senza neppure disaccoppiarsi.
Il nostro sandwich dura più a lungo, perché Eva sembra instancabile nella sua furia sodomitica: m’incula come un treno, costringendomi a continuare a scopare Letizia e a prolungare la sua goduria fin quasi a farla svenire.
Alla fine, il dildo interno del giocattolo di Eva riesce a raggiungere il suo punto G, e anche la mia compagna taglia finalmente il traguardo.
Sento il suo fallo bloccarmisi in fondo al retto, e lei che s’irrigidisce alle mie spalle, fulminata dall’orgasmo.
- Oohhh… - la sento rantolare – Vengo…
Sento le sue unghie artigliarmi le anche, e io per reazione spremo le tette di Letizia fin quasi a farne uscire il latte. La gomma che mi riempie la pancia sembra pulsarmi dentro, e anche io me ne vengo per l’ultima volta.
Poi ci accasciamo pure noi sul lettino, sfinite ma sazie.

Quando riporto la Serenissima in rada è tardi: Giusy e Mara sono già lì che ci aspettano impazienti e col telefonino in mano, pronte a chiamarci.
Un po’ imbarazzata, guardo mia figlia sogghignare vedendo i nostri ospiti scendere dalla battagliola con aria stravolta. I maschi appaiono un po’ sbattuti, ma Letizia e soprattutto Elena camminano goffamente a gambe larghe, ed è evidente che sono appena state scopate di brutto.
Mara abbraccia sua madre, che barcolla vistosamente, e la accompagna alla macchina insieme agli altri tre.
La Giusy sale a bordo con un sorrisetto appena la battagliola è sgombra, e mi sfiora la guancia con un bacio.
- Non essere imbarazzata, mamma – mi sussurra – Anch’io e Mara ci siamo divertite, stasera.
Non stento a crederlo, dato che il suo alito profuma ancora vagamente di fica…

Patrizia V. © Copyright All Rights Reserved - L’utilizzazione, totale o parziale, di questa storia e delle precedenti e correlate caricate nel presente portale, incluse la riscrittura, la memorizzazione, riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti attraverso qualunque supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione dell'autore, sono vietati in quanto protetti dalla normativa sul diritto d'Autore. E’ consentito lo scaricamento della storia unicamente ad uso personale. Sono escluse dal divieto di cui sopra eventuali raccolte digitali promosse dal sito ospitante "Erotici Racconti". Ogni violazione verrá segnalata e perseguita a norma di Legge.

Questo racconto di è stato letto 8 3 5 5 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.