Quel demonietto di mia nipote

Scritto da , il 2010-09-27, genere etero

Io sono lo zio di una splendida ragazza di circa 14 anni, che si chiama Silvia. Lei è veramente incantevole, ha un visetto delizioso e anche il resto non è certo da meno.
Un attimo però, sto andando troppo di fretta, sapete quando penso a mia nipote non connetto molto.
Devo fare prima un importante avviso.Mi scuso con coloro che hanno iniziato a leggere il racconto, immaginando che questa sia la classica storia dello zio porco che si fa la nipotina. Purtroppo non è così, cioè non è che non sono porco, è che non mi faccio mia nipote, sia chiaro.
Adesso qualcuno dirà:” Bravo fesso! Così ti sei giocato un sacco di lettori!”. Lo so che, dopo questo annuncio, mi sono rimasti al massimo tre lettori, che ovviamente ringrazio, ma a me non piace illudere la gente, se permettete anche se porco ho la mia moralità!

Dunque, tornando a mia nipote, dovete sapere che lei ha una simpatica, si fa per dire, abitudine: ogni tanto mi piomba in casa e pretende un regalo, senza che via sia una ricorrenza o un motivo particolare che lo giustifichi.
Anche quella volta che mi fece visita, immancabilmente volle un cadeau dallo zietto, che come al solito non seppe dir di no. Quando lei si siede sulle mie gambe e comincia a dirmi, con la sua vocina leziosa, quanto mi vuole bene e che sono il suo zio preferito, non capisco niente e faccio ciò che vuole.
D’altronde come avrei fatto a dirle di no, aveva una minigonna che mostrava certe belle coscette che parlavano.
Poi va detto anche che io le voglio veramente bene e mi fa piacere farla contenta. E’ inutile che fate gli spiritosi, sarò uno zio porco ma voglio davvero bene a mia nipote. Adesso uno, perché ha una certa esuberanza, diciamo così, sessuale, non può nutrire degli affetti sinceri?

“Vabbe’ che cosa vuoi in regalo?” chiesi io, preso dal mio amore ziesco, o come diavolo si dice, mentre lei mi riempiva di bacetti sulla guancia.
“Una cosuccia di Hello Kitty!”, mi rispose prontamente, con una vocetta ancora da bambina.
“Si ma di che si tratta?”
“Mi vergogno a dirtelo e poi, se te lo dico, mi rompi con la storia che è troppo infantile per la mia età e con tutte le altre cose cattive, che mi ripeti di solito”
“Non sono cose cattive, solo mi sembra che una ragazza come te sia un po’ cresciutella per perdere tempo dietro a queste frescacce. Comunque, se non mi dici cosa vuoi per regalo, come faccio a fartelo?”
“Via internet! C’è un sito che vende tutto di Hello Kitty e con la carta di credito si possono fare gli acquisti, io ho il codice di ciò che voglio… l’ho scrivo nell’ordine di acquisto e tu fai il resto, con la carte di credito”
“Ok vai ad accendere il computer ché prendo la carta “, le disse, pieno di vergogna per i miei pensieri da porco. Devo ammetterlo, mi sentii una vera schifezza, come potevo nutrire dei bassi istinti nei confronti di una creatura ancora così innocente, che pensa alle bambole, agli animaletti magici e a tutte quelle robe da bambini.

Quando tornai con la carta di credito, lei aveva già acceso il computer e si era collegata al sito web. Cliccò sull’icona del carrello degli acquisti e scrisse il codice dell’oggetto desiderato, quindi mi passò la tastiera. Devo dire che vedendo il prezzo, parte dei miei buoni propositi si erano un tantino dileguati. Capirete, tra iva e spese di consegna il tutto mi veniva a costare più di duecento euro!
Ma lei mi guardava con certi occhioni e così inviai l’ordine. Però duecento euro sono duecento euro e che cappero, mica li trovo per strada i soldi. Sicché volli almeno togliermi la curiosità di saper che caspita avessi comprato. Approfittai di un momento di distrazione di Silvietta e feci un veloce copia e incolla del codice dell’oggetto misterioso.

Appena lei andò via, mi misi a cercare che cavolo avessi comprato. Ci misi quasi un’ora, c’erano così tante minchiate di Hello Kitty, che ci si poteva arredare completamente una casa, dal letto al servizio da tè.
Quando finalmente trovai il mio regalo, mi venne un colpo, a momenti stavo per cadere dalla sedia.
Mia nipote si era fatta regalare un grazioso “massaggiatore” con la vibrazione :”per donare sollievo ai piedi stanchi dopo una lezione di danza o alle spalle dopo un pomeriggio passato a studiare”, così recitava la pubblicità, corredata da foto di ragazza giapponese che si passava l’affare sulle spalle. Ma a chi volevano raccontarla, lo sanno tutti cosa ci si massaggia con quegli arnesi vibra tutto. Ero veramente incredulo, una mente più perversa di me o meglio più avida che perversa, aveva concepito persino il vibratore di Hello Kitty, ovviamente tutto rosa confetto e con sopra l’effige di quella odiosa gattina.

Dopo lo stupore, cominciò a subentrare in me un certo disappunto, per come mia nipote mi aveva sfacciatamente turlupinato, con i suoi atteggiamenti da bambina innocente.
Bambina innocente un corno! Mentre mi fregava, scommetto che già si pregustava quel cazzetto rosa nella sua fichetta.
Che rabbia provai! Non c’è cosa peggiore che sentirsi beffati, da chi ha molti meno anni di te. Ti fa sentire come se avessi vissuto senza aver imparato una cippa.
Volevo a tutti costi rifarmi, ma purtroppo non riuscii a trovare niente di meglio di farle sapere che avevo capito tutto. Non era certo una gran consolazione, ma almeno non sarei passato per un imbecille totale. Così alla prima occasione andai a trovare mia sorella e portai alla nipotina adorata un altro regalo. Volete sapere che cosa fosse? Ma è semplice: il lubrificante di Hello Kitty! Vabbe’ scherzo , le regalai un normale lubrificante, quello di Hello Kitty non lo trovai, ma scommetto che c’è.
Quando scartò quest’altro regalo, ebbe un attimo d’imbarazzo, ma si riprese subito e, avvicinandosi all’orecchio, mi disse che ero lo zio migliore del mondo.

Ma la storia non finisce qui. E già perché ci pensò il destino, o meglio un piccolo incidente, a vendicarmi.
Infatti, un paio di mesi dopo, Silvia mi chiamò al cellulare. Aveva una voce agitata e impaurita :“Zio è successa una cosa terribile…ti scongiuro vieni a casa, non so che fare, ho bisogno disperato di aiuto. Ti prego vieni, fai presto!”
Sentendola così sconvolta, presi l’auto e mi precipitai da lei. Non vi dico il sollievo che provai, quando mi aprì la porta e la vidi in perfetta forma.
“Mio Dio che spavento! Mi hai fatto prendere un accidente, chissà che pensavo che ti fosse successo. Ero convinto di trovarti mezza morta e sanguinante!”
“Ma che cazzo dici, Zio. A me non è successo niente, piuttosto la cosa terribile è successa a Katia!”
“E chi è Katia ?”
“La mia amica, vieni che ti faccio vedere!”
Segui mia nipote nella sua cameretta, immaginando ogni possibile sciagura che si pensa possa succedere ad una adolescente e cercando di prepararmi al peggio.
Entrai in camera e vidi sta Katia nel letto di mia nipote. La ragazza aveva l’aria affranta e piagnucolava assai. Tuttavia a parte ciò anche lei mi sembrava in buona salute.
“Allora sta cosa terribile?”, chiesi io, ormai abbastanza rincuorato e sicuro che si trattasse di qualche scemenza da ragazze.
“Dai Katia fagli vedere!”
“No! Mi vergogno troppo!”
“Katia non fare la cretina, fagli vedere!”
La ragazza, riluttante e a malincuore, sollevò la coperta e mi mostrò la cosa terribile, capitatale. Era nuda dalla vita in giù ed aveva il fallo di Hello Kitty ficcato nel culo.
“Non esce più, signore! Non esce più, voglio morire!” gridò disperata la poverina.
Devo confessare che dovetti faticare per non scoppiare a ridere. Certo capivo il dramma della ragazza, ma la situazione era troppo ridicola. Inoltre pensavo che con po’ di forza quel maledetto coso si sarebbe sfilato facilmente. Ragione per la quale non mi preoccupai affatto ed anzi mi gustai la scena, che non solo era divertente ma anche abbastanza arrapante.
In fondo sono sempre un porco e vedere una bella ragazza con la fica di fuori e un cazzo finto nel cullo non poteva lasciarmi indifferente.
“Ok non è niente di grave, non preoccupatevi più, ci penso io. Su piccola tra un po’ sarà tutto passato” Mi vantai, manco fossi il Dottor House.

Piazzai una mano su quelle belle e sode chiappe e con l’altra cominciai a muovere il vibratore, facendo finta di volerlo togliere, dato che avevo intenzione divertirmi un po’ prima di fare sul serio.
Non vi dico che goduria palpare quel culetto e sfondarglielo con quell’affare rosa.
Ma le mie manovre, poco ortodosse, non sfuggirono certo a mia nipote.
“Zio ma che cazzo stai facendo?!”
“Sto cercando di farla rilassare, il muscolo anale è troppo contratto…bisogna fare in modo che si allenti la presa, non si può forzare, almeno non subito” Le risposi, inventando qualche minchiata.
“Dai tesoro rilassati, non essere così contratta, altrimenti è peggio. Ora allarga le gambe”.
Katia, ormai non più imbarazzata, spalancò le gamba e mi mostrò una fica sublime.
Subito spostai la mano dal culo alla bella fichetta e mi godetti quei bei peletti ricci tra le dita.
Ma questa volta avevo esagerato e Silvia mi riprese aspramente.
“Ma porca puttana, Zio hai finito di fare il porco? Guarda che qui siamo nella merda, possibile che non l’hai capito.”
Sentendo l’arrabbiatura di Silvia, decisi di cominciare a fare sul serio, dopo tutto un po’ mi ero divertito. Sennonché, quando provai a sfilare quell’accidente, non ci riuscii.
“Vacca zozza! Ma sto coso non esce, sembra proprio incastrato!” non potei fare a meno di esclamare.
“Ma bravo, ora l’hai capito! E che cazzo ti abbiamo detto fino ad ora? Solo che tu invece di farti venire un idea hai pensato solo a fare lo sporcaccione!” Continuò a cazziarmi mia nipote, ormai infuriata.
“Sì però se voi aveste usato il lubrificante che ti ho regalato, questo non sarebbe successo. Invece no, avete dovuto fare di testa vostra, magari per sentire di più sto coso nel culo, ci scommetto!” provai a replicare.
“Guarda che non serve a un cazzo adesso fare la morale, piuttosto cerca di farti venire una idea!”
Ormai in preda all’agitazione anch’io, l’unica idea che mi venne fu di provare in due a tirar via il cazzo rosa di Hello Kitty.
“Dai Silvia tira anche tu, ché in due ce la possiamo fare”
“A zio guarda che è una stronzata!”
“Ma no! Dai tira al mio via!”
“A me sempre una stronzata pare, comunque proviamola, tanto…”
“Dai Katia non ti preoccupare, ora vedrai che ce la facciamo. Tieniti forte al letto, respira profondamente e quando noi tiriamo tu cerca di spingere, con tutta l’energia, per farlo uscire!”
“A zio ma che cacchio dici! Ma che dovemo farla partorì?!”
“Zitta tu! Il principio è lo stesso, dobbiamo fare in modo di scacciare Hello Kitty…ehm il coso lì”
“Scacciare?! Sì buonanotte…semo passati dal parto all’esorcismo!”

E così cominciammo a tirare in due, mentre Katia cercava di spingere, come se dovesse evacuare. Tentammo e ritentammo per circa venti minuti, ma era tutto inutile, anzi penso che peggiorammo la situazione.
Silvia ormai era su tutte le furie e inveiva contro di me e le mie brillanti idee. Katia non parlava più, piangeva solamente, immaginando la tremenda figura che avrebbe fatto qualora l’avessimo portata al pronto soccorso, l’unica soluzione che ormai sembrava rimasta.
Fu in quel marasma generale che ricordai finalmente di avere un amico ginecologo.
Come non averci pensato prima, forse aveva ragione Silvia, mi ero fatto un po’ troppo distrarre dall’avvenenza di Katia.
Comunicai la novità tutto raggiante, sicuro di ricevere il meritato plauso, ma Silvia invece era ancora adirata con me.
“Ammazza che fulmine! Ma come c’hai l’amico ginecologo e ti fai uscire il fiato solo ora? Sei più fregnone di quello che credevo! “
“Dai Silvia non te la prendere così tanto, l’importante è che tuo zio si è ricordato del suo amico…” l’inattese parole di Katia ci sorpresero, visto che fino a qualche secondo prima sembrava capace unicamente di piangere. Evidentemente aveva intravisto finalmente una speranza e aveva ripreso a esprimersi non solo con le lacrime.
Io e Silvia troncammo, quindi, ogni discussione e pensammo a darci da fare per aiutare Katia.
Per prima cosa, io telefonai a Marco, il mio amico ginecologo. Ovviamente non fu facile raccontargli l’accaduto, ma per fortuna è un tipo parecchio intelligente e capì subito. Inoltre non era la prima volta che gli capitava una cosa simile, pare che sia abbastanza comune trovare oggetti estranei negli orifizi di donne e uomini, sebbene raramente capitano fatti tanto incresciosi, come il nostro. Marco mi disse che potevamo venire anche subito al suo studio, non c’era alcun problema.
Silvia intanto era andata a rovistare nel guardaroba della madre e ritornò con una bella gonna lunga e comoda. Con qull’affare piantato nel retto, Katia non poteva certo uscire con i suoi jeans stretti e a vita bassa.
Dato il frangente e immaginando la scomodità per la ragazza di camminare combinata in quel modo, mi proposi di portarla in braccio fino all’automobile.
Allorché, Silvia ricominciò ad arrabbiarsi:” Per la miseria, ricominci subito a fare il porco!”
Stavo per rispondere, ma Katia mi anticipò:”Dai non fare così, effettivamente sarebbe meglio se mi portasse in braccio. Non ce la faccio più co sto coso nel culo”.
Fu così che la sollevai e da perfetto cavaliere me la portai tra la braccia fino all’automobile. O Dio, proprio da perfetto cavaliere non proprio, perché effettivamente un po’ ne approfittai, per fare nuovamente conoscenza con le belle forme di Katia.
“Allora sei proprio porco, ma è passibile che non puoi trattenerti un attimo!” Tornò a rimproverarmi mia nipote, alla quale sembrava non sfuggire niente.
Al che nuovamente Katia intervenne a mia difesa:”Ma non sta facendo niente di male …del resto non può mica evitare di toccarmi, visto che mi deve portare, piuttosto i miei jeans ce li siamo dimenticati. Prendimeli per favore ché dopo me li devo rimettere”.
“E va bene, ma che palle! Non ce la faccio più…. prima l’amica zoccola che si mette nel culo la prima cosa che trova, poi lo zio porco …che altro me deve succede oggi!”

Non so come, ma riuscimmo ad arrivare allo studio del mio amico ginecologo. Ovviamente eravamo tutti e tre abbastanza agitati e dovevamo sembrare una strana compagnia.
La segretaria, che ci aprì la porta, impietosita dall’espressione di Katia, volle sapere se era qualcosa di grave, ma noi non la degnammo di alcuna attenzione e corremmo verso Marco. Depositai la ragazza sul lettino e la lasciammo sola con il suo salvatore.
Ora non rimaneva che attendere, quel che potevamo fare l’avevamo fatto e finalmente cominciammo rilassarci un poco.
Silvia era visibilmente più tranquilla e con tono divertito mi disse:”Ammazza zio, nonostante sto casino, ce l’hai ancora duro! Certo che sei proprio porco! O è Katia che ti fa questo effetto?”
“E sta zitta! Mi vuoi portare un po’ di rispetto, almeno davanti ad estranei! La segretaria potrebbe sentire!”
“Non so se sente, ma quel bozzo che hai nei pantaloni lo vede benissimo, è inutile che accavalli le gambe, anzi è peggio! E’ meglio che ti vai a fare una sega nel bagno.”
“Ma che razza di nipote mi doveva capitare!” provai a lamentarmi a basa voce. Tuttavia non posso negare che il bozzo c’era, eccome se c’era. Quasi mi meravigliavo io stesso.
Pertanto mi dovetti recare nel bagno, accompagnato dallo sguardo malizioso e sorridente di mia nipote.
D’altronde una bella sega mi avrebbe aiutato a sciogliere tutta la tensione accumulata in quelle ore. Calai i pantaloni, mi sedetti sulla tazza del water e comincia a far l’amore con me stesso. Ma sebbene il cazzo fosse bello tosto e le fantasie erotiche non mi mancassero, non riuscivo a venire. Dopo abbondanti cinque minuti, sentivo l’orgasmo ancora molto lontano. Stavo quasi per rinunciare, quando la porta del bagno si aprì e comparve la segretaria, che con molta naturalezza mi chiese: ”Serve una mano?”
Effettivamente, avevo proprio bisogno di un tocco femminile, così con una espressione sorpresa e da ebete risposi :”Sì, grazie!”.
Lei si inginocchiò davanti a me e cominciò a masturbarmi in modo veramente sapiente e professionale. Io ero del tutto incredulo e meravigliato, quando però la donna cominciò a parlare, capii a chi dovessi l’insperato aiuto.
“Sua nipote mi ha detto tutto. Mi ha raccontato di come lei ha salvato sua nipote e l’amichetta da quella banda di ragazzacci, che le volevano violentare. E’ orribile quel che hanno fatto a quella povera ragazza. Io non capisco cosa prenda ai ragazzi di oggi. Tutti questi casi di stupri di gruppo che si sentono. Deve essere colpa della televisione o di internet, vedono troppa pornografia. Per fortuna che quelle poverine potevano contare su di lei, è stato molto coraggioso, un altro al suo posto non so se lo avrebbe fatto”
“Ma veramente….” provai a bofonchiare io, un poco infastidito dalla loquacità della segretaria.
“Non faccia il modesto. Piuttosto non capisco come mai un uomo come lei non abbia una donna che la meriti. Sua nipote mi ha anche detto come è stato mollato dalla sua fidanzata, che secondo me è una vera zoccola, mi permetta di dirlo. D’altronde noi donne, bisogna riconoscerlo, spesso perdiamo la testa per certi stronzi e ignoriamo chi ci ama veramente…..”
“Scusi, potrebbe….”
“Che c’è? Stringo troppo forte?”
“No, no, va bene così! Solo potrebbe stare in silenzio, non riesco a godermi la sega, altrimenti.”
“Sì certo, me lo dicono tutti che parlo troppo…”
Finalmente la donna stette zitta, anche se non per molto, ma fu sufficiente per potermi permettere di eiaculare, anche con un certa abbondanza, sul suo bel decolleté.
“Complimenti, è venuto molto. Da’ soddisfazione!”
“Niente, diciamo che è anche merito suo, ha una mano fantastica!”
Con molta solerzia, mi volle persino insaponare e lavare l’uccello. Se avessimo avuto più tempo, avrei gradito volentieri un altro giro.
Quando tornammo in sala d’aspetto, trovammo Marco tutto preso a impartire una bella lezioncina a Katia e a Silvia. La disavventura era ormai finita, le ragazze parevano due compite scolarette che ascoltavano attente il professore. Devo dire che la cosa mi fece un po’ di rabbia, perché di solito quando io provo a fornire un po’ di sana educazione a mia nipote, lei non mi presta la minima attenzione. Così volli provare anch’io a dire la mia, ma Silvia mi zittì subito:”A zio e che palle! Ma lascia parlare il Dottore che se ne intende, ché lo sappiamo tu invece di cosa ti intendi!” Sapendo cosa Silvia sarebbe stata capace di aggiungere, non provai affatto a replicare, per timore di fare brutta figura davanti alla segretaria, agli occhi della quale io ero ancora l’eroico salvatore di due fanciulle.

Riaccompagnai Katia a casa sua e poi fu la volta di Silvia. Ma arrivati sotto casa di mia sorella, la ragazza aveva l’aria di dovermi dire qualcosa, prima di salutarmi.
“A zio, ora che tutto è finito, ti posso dire perché non abbiamo usato il lubrificante.”
“E sentiamo perché non l’avete usato”, dissi io, immaginando chissà quale perverso motivo per il mancato uso del prezioso olio.
“Il fatto è che era finito! Che te credevi che se c’era non lo usavamo, mica semo tanto sceme o sfondate, come pensi tu. E a proposito che me li daresti venti euri, per comprarlo?”
“Pure! Non basta tutto quello che ho passato oggi, adesso ti dovrei dare pure venti euro per il lubrificante”
“E non fare il cattivo, dai! Damme sti venti euri, per favore, zietto caro!”
Ovviamente non seppi resistere molto alle carezze e alle altre smaccate leziosità, con cui insistette nella sua richiesta. Così mollai i venti euro e tutta contenta mi salutò con un bel bacione.

Ero appena tornato a casa, quando mi raggiunse un sms di Silvia:”Caro zio, visto ke 6 tanto buono anke se porco t mando il cell d Katia, anke se sono 1 po’ gelosa. TVKB!"
Certo che mia nipote, nonostante mi sembri un demonietto travestito da angelo, quando vuole sa essere una dolce e cara ragazza.

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