La scuola della dominazione - Parte 1

di
genere
dominazione

Non sono mai stata brava a scuola e quindi, finite le scuole dell'obbligo, avevo deciso di inserirmi nel mondo del lavoro ma come tutti sappiamo, al giorno d'oggi non è facile e dopo varie ricerche invane avevo rinunciato... ero caduta in depressione, uscivo di rado da casa e mi rifugiavo dietro al mio pc per vivere in un mondo praticamente solo che virtuale.
Un giorno, tramite un blog, lessi di una ragazza che aveva più o meno la mia età e che aveva ritrovato la serenità frequentando un corso di tre anni dove, oltre ad insegnare varie materie di cui non spiegava la natura, raccontava che davano anche vitto ed alloggio in più, essendo una scuola del tutto sperimentale i corsi erano gratuiti. Decisi quindi di contattarla tramite mail e le chiesi di cosa si trattasse: non mi diede i particolari ma mi indirizzò ad un sito che andai immediatamente a visitare... parlavano di corsi sperimentali, mostravano delle foto dei dormitoi e delle classi e la cosa mi incuriosiva anche se la cosa era circondata da un velato mistero. La scuola si trovava all'estero ma la ragazza che avevo contattato, mi raccontò che la scuola era per persone di madrelingua italiana. Sempre parlando con questa ragazza, scoprii che lei viveva in un paese vicino al mio e che in quel periodo era rientrata a casa per una visita alla famiglia, allora le proposi di incontrarci per un caffè ed una chiacchierata. Lei acconsentì. Due giorni dopo la incontrai, si chiamava Chiara: era veramente una bella ragazza, prosperosa, bionda, con gli occhi azzurri... indossava una minigonna azzurra ed una camicetta semitrasparente bianca ed al collo aveva una catenella con una piccola chiave appesa. Passammo due ore a parlare ma la vedevo stranamente imbarazzata, notavo che spesso si guardava in giro come se cercasse qualcuno e non riuscii a farmi spiegare di che corsi trattasse questa scuola... mi disse solamente che da quanto lei frequentava quella scuola, si sentiva finalmente una donna. Quelle parole mi fecero incuriosire e decisi di provare a iscrivermi: la sera stessa, quando tornai a casa, mi iscrissi alla scuola tramite il modulo online.
Un paio di giorni dopo la mia iscrizione, ricevetti una lettera che confermava la mia candidatura per entrare nella scuola; nella busta, assieme alla lettera, c'era una lettera per il proprio medico di famiglia dove si richiedeva un certificato di sana costituzione e degli esami del sangue (io ho pensato servissero per delle attività sportive). Quindi mi recai dal medico ed a fare questi esami... quando il medico lesse la lettera mi chiese tre o quattro volte se ero sicura di voler frequentare quella scuola dicendomi che stare via per tanto tempo da casa mi avrebbe potuto creare dei problemi se non mi fossi integrata bene nella scuola ma io affermai la mia intenzione di voler entrare in quella scuola.
Non appena ebbi i risultati degli esami ed il certificato, spedii il tutto come richiesto nella lettera di conferma di candidatura. Dopo tre o quattro giorni mi chiamò al cellulare Chiara dicendomi che, essendo della sua stessa zona, era stato affidato a lei di affiancarmi per l'entrata nella scuola. Mi diceva di avere già i biglietti del treno prenotati per due giorni dopo e che dovevo preparare la valigia con il minimo indispensabile escludendo i vestiti perché li si usano delle divise e che quindi non avrei avuto bisogno di altri vestiti. Non ci vidi nulla di male visto che molte scuole e collegi privati usano delle divise uguali per tutti quindi preparai la valigia, salutai i miei famigliari e partii.
Dissi a Chiara di venirmi a prendere a casa per poi recarci assieme alla stazione e così fu... mi sembrò di lasciarmi alle spalle il passato per partire verso un nuovo futuro. Chiara durante il tragitto in macchina non disse una parola e sembrava che avesse gli occhi gonfi di lacrime ma credetti che fosse solo stanchezza visto che erano le sei del mattino e assecondai il suo silenzio... una volta arrivati in stazione, mi diede il mio biglietto e mi indicò il binario da cui sarebbe partito il nostro treno... mi disse di dover andare in bagno e di aspettarla direttamente al binario.
Mi recai al binario e intanto mi guardavo attorno: su quel binario ad aspettare il nostro stesso treno, c'erano molti ragazzi e ragazze tutti più o meno della nostra età quindi ipotizzai che tutti saremmo andati nello stesso posto. Chiara mi raggiunse poco dopo, quasi contemporaneamente al treno, quindi salimmo e cercammo un posto per sederci visto che il viaggio era lungo.
Dopo un paio di ore a fissare il finestrino ed il panorama, avvertì il bisogno di andare in bagno, mi alzai e mi diressi verso la fine dello scompartimento dove c'era il bagno, entrai ma mi accorsi che la porta dall'interno non si chiudeva... tenendola ferma con un piede e cercando di non toccare la tazza del WC riuscii lo stesso a fare pipì ma mentre mi stavo rivestendo la porta si spalancò e mi trovai davanti un ragazzo muscoloso, biondo, alto e con una faccia che incuteva timore. Io gridai "Non vede che è occupato?" e lui: "Si lo so... cercavo proprio te..." e senza dire altro si spinse su di me mettendomi una mano sul seno e toccandomelo insistentemente... "Ehi, ma che fa... come si permette?" gridai io e lui insistette "Eddai che ti piace... altrimenti non saresti su questo treno..." poi strinse forte nella sua mano, il mio seno ed io sentii un liquido scendere lungo la mia gamba. Lui se ne accorse, strinse di più fino a farmi male ma non riuscivo a gridare come se la mia voce non riuscisse ad uscire dalla mia gola, sentivo solo scorrere questo liquido giù per la gamba... ero completamente bagnata e stranamente eccitata anche se tremavo di paura all'idea che uno sconosciuto mi stesse toccando nel bagno di un treno. Passarono degli attimi interminabili mentre lui stringeva il mio seno, poi finalmente mollò la presa e, prima che me ne possa rendere conto, mi mise una mano sulla bocca per non farmi gridare ed infilò l'altra mano sotto la mia gonna e due dita dentro di me spingendo con forza più volte su e giù prima di tirarle fuori grondanti del mio umore, guardarmi negli occhi e dirmi "Lo vedi questo?? Questo è la dimostrazione che sei come tutte le altre su questo treno: una troia!" e leccandosi le dita, mi lasciò li mezza nuda uscendo dal bagno come se niente fosse successo. Prima di uscire cercai di ricompormi, di pulirmi e di rivestirmi. Quando uscii mi guardai attorno ma del ragazzo che era entato nel bagno, non c'era traccia quindi tornai al mio posto vicino a Chiara con due sentimenti contrastanti dentro di me: eccitazione e paura, ma decisi di non dire niente a Chiara che, nel frattempo si era addormentata.
Passarono ben altre 3 ore finchè Chiara, che nel frattempo si era svegliata, ruppe il silenzio dello scompartimento e mi disse: "La prossima stazione è la nostra... prepariamoci a scendere!" e vidi tutte le persone dello scompartimento alzarsi allo stesso momento ed intuì che tutti dovevano scendere per andare alla scuola che avrei dovuto frequentare anche io.
Scendemmo ed a attenderci c'erano tre pulmini che avranno avuto 80 posti a sedere dentro quindi intuì che dovevamo essere in molti a frequentare questi corsi sperimentali... Io e Chiara salimmo sul primo che era ancora semi vuoto e quando salirono le altre ragazze, notai che anche loro al collo avevano la stessa catenina con il ciondolo a forma di chiave e chiesi a Chiara che cosa fosse ma lei rispose solamente: "Non ti preoccupare, presto ne avrai uno anche tu...".
Mentre aspettavamo che il pulmino si riempisse e che partisse, salì anche quel ragazzo... lo riconobbi subito, mi fissò con uno sguardo quasi di pena nei miei confronti ma non disse nulla e proseguì per cercarsi un posto libero. Finalmente partimmo... facemmo si e no mezz'ora di tragitto tra i boschi e finalmente arrivammo alla scuola... era in mezzo al bosco, in cima ad una collina ed attorno solo il vuoto ed il magnifico panorama di un'immensa distesa verde.
Non appena scendemmo dal pulmino, Chiara cambiò espressione, diventò felice e spensierata come se nulla la preoccupasse più: era serena e tranquilla e si muoveva come se quella fosse casa sua. Mi guardò e mi disse: "Seguimi... da questa parte!" ed io la seguii senza fare domande. La struttura era enorme e all'ingresso c'era un grande portone in legno e ferro in stile medievale ed un tappeto rosso che conduceva all'interno. Seguivo Chiara e continuavo a guardarmi in giro per catturare ogni minimo particolare di quel posto che aveva qualcosa di magico ma anche di inquietante e misterioso. Una volta entrate, davanti a noi c'era una lunga scala centrale e sempre questo tappeto rosso che proseguiva su per le scale e tutto per terra... salimmo le scale e, alla fine delle scale, a destra ed a sinistra c'erano due lunghi corridoi con porte in legno tutte rigorosamente chiuse e finestre enormi con tende in velluto sempre di colore rosso. Noi proseguimmo verso destra e in fondo a questo corridoio verso sinistra c'erano altre scale, mentre dritto davanti a me c'era un altro portone grande in legno e ferro sempre chiuso. Girammo a sinistra verso le scale ma prima di salirle, Chiara mi disse, indicando il grande portone chiuso "Quello è l'ufficio del preside... più tardi ti porto a conoscerlo!" e, dicendo questo, arrossì e poi proseguì su per le scale ed io la seguii. Finite quelle scale, davanti a me ancora grandi vetrate con lunghe tende rosse di velluto e a destra c'era un lungo corridoio che ci mettemmo a percorrere.
Chiara mi spiegò: "Questo è il dormitorio delle femmine, mentre nell'altra ala c'è il dormitorio maschile...", poi proseguimmo in questo corridoio che sembrava non finire mai. Infine arrivammo a quella che doveva essere la nostra stanza. Aprendo la porta , Chiara esclamò: "Ci hanno messo in stanza insieme, non sei contenta? Questa è la nostra stanza. Le stanze non sono chiuse a chiave tanto dentro non c'è nulla da poter rubare e la notte ci sono i guardiani che girano e quindi è impossibile che si passi inosservati a girare nei corridoi..." quindi entrammo... c'era una stanza enorme con le pareti rosse, due letti singoli a baldacchino con lenzuola e coperte rosse, tendoni rossi in velluto sulla finestra e fuori un piccolo poggiolo che permetteva una splendida vista del panorama.
Su entrambi i letti c'era un pacchettino, Chiara indicandolo mi disse: "Quella è la divisa, mentre le scarpe sono nell'armadio! Fatti una doccia che poi dobbiamo vestirci ed andare dal preside!" indicando quindi la porta del bagno. Feci come mi era stato detto: entrai nel bagno e notai che la doccia aveva stranamente le vetrate completamente trasparenti (di solito sono opacizzate per dare un po' più di privacy a chi ne sta all'interno) ma decisi lo stesso di farmi la doccia.
Poco dopo il mio ingresso in doccia, entrò Chiara in bagno e mi vide nuda sotto la doccia, io cercai di coprirmi ma Chiara disse: "Di che cosa ti vergogni... siamo due donne no? Come sei fatta tu, lo sono anche io... e poi devi abituarti ad avere gli occhi addosso, qui è così..." e poi uscì dal bagno.
Perplessa finì la mia doccia, uscii e tornai nella stanza; Chiara si stava vestendo, io aprii il mio pacchetto e vi trovai una minigonna (molto mini) scozzese, una camicetta semitrasparente bianca ed un paio di calzette corte bianche. Mi vestii, poi guardai Chiara ed esclamai: "Ma hanno sbagliato la mia taglia, questa gonna è troppo corta, se mi chino mi si vede tutto!" e Chiara rispose: "No tesoro... dev'essere così... te l'ho detto che qui tutti possono vedere...".
Ne capivo sempre meno di quello che accadeva in quella scuola ma non ebbi tempo di fare altre domande perchè Chiara mi esortò a mettermi le scarpe perchè eravamo già in ritardo ed a uscire di corsa dalla stanza per andare dal preside che non sopporta le persone in ritardo. Scendemmo le scale di fretta e ci fermammo davanti al grande portone. Chiara bussò e dall'interno si sentì dire: "Avanti!".
Chiara spinse la grande porta ed insieme entrammo...mi si presentò una grande stanza in legno con un caminetto sulla destra e delle teste di animali appese un po' dappertutto. Notai anche una gogna in un angolo della stanza ma non ebbi tempo di soffermarmici perchè l'uomo che stava seduto dietro alla scrivania, ci esortò a farci avanti. Camminammo fin davanti alla sua scrivania e lui intanto si alzò in piedi e venne verso di noi. Allungò la mano e mi disse: "E così tu sei quella nuova vero?" ed io accennai un timido si e lui continuò "ma vedo che Chiara non ti ha spiegato proprio tutto della nostra scuola, vero cara?" girandosi verso Chiara che era diventata pallida in viso.
Lui si avvicinò a me e piano piano mi sbottonò la camicetta, io cercai di fermarlo ma lui esortò dicendo: "Non mi devi fermare... io qui sono il capo e posso fare quello che voglio... ricordatelo questo!", allora cercai lo sguardo di Chiara per cercare di capire ma lei disse solo: "Si cara... lascialo fare... è stato un errore mio non dirti prima le regole della divisa della scuola!" e poi si inginocchiò per terra e disse rivolta al preside: "Mi perdoni ma abbiamo fatto tutto di fretta ed ho dimenticato di parlare a lei delle regole!". Lui si girò verso di lei e la fulminò con lo sguardo, poi gridò: "Con te facciamo i conti dopo!".
Poi tornò su di me. Dopo avermi sbottonato la camicetta scoprendo il mio reggiseno bianco che vista la trasparenza della camicetta avevo tenuto, lui afferrò un tagliacarte dalla sua scrivania, lo sguainò e ne appoggiò la lama all'altezza dell'elastico centrale del mio reggiseno. Con uno scatto netto ne tagliò l'elastico e scoprì i miei seni... avevo paura e non mi mossi... lui disse: "Il reggiseno qui non è permesso... sotto alla camicetta si devono vedere i seni ed i capezzoli... se poi sono turgidi come i tuoi ora, è ancora meglio...". Tirò fuori un accendino dalla tasca, lo accese e passò la punta del tagliacarte sopra la fiamma poi leggermente l'appoggiò sul mio capezzolo premendo piano la punta verso di me... un brivido caldo e freddo allo stesso tempo mi pervase e mi impedì di muovermi... ripetè la cosa per l'altro capezzolo dando prima un paio di schiaffetti al seno e poi prendendo tra i denti e tirando il capezzolo a se.
Finito ciò, si girò verso Chiara e le disse con tono arrabbiato: "Spero che almeno le mutande gliele hai fatte togliere!" e lei: "Mio signore le ho detto che non ne ho avuto il tempo!". Lui allora le disse: "Stai zitta!" e le sputò addosso, poi si girò verso di me, mi alzò la gonna scoprendo le mutande e col tagliacarte le tagliò dicendo: "Le mutande nella mia scuola non vanno portate... sono totalmente inutili in quanto voi potete essere usate a nostro piacimento!".
Mi sentivo eccitata ed impaurita come la volta precedente nel bagno del treno, l'eccitazione saliva dentro di me e di nuovo mi sentì improvvisamente bagnata.
Il preside mi lasciò li mezza nuda e si diresse verso Chiara. Con il piede la spinse sul culo per farla chinare in avanti a novanta, le alzò la gonna e le diede cinque sonore sculacciate ma lei non emise nemmeno un gridolino. Poi lui andò alla sua scrivania e, senza dire una parola, tirò fuori un frustino simile a quelli che si usano per i cavalli e, una volta tornato da Chiara, cominciò a suonargliele sul culo col frustino... le gridò: "Conta..." e lei a ogni colpo, contava... io, nel frattempo, ad ogni colpo mi bagnavo... le diede dieci frustate e poi venne verso di me, mi prese per un braccio e mi trascinò dietro a lei in modo che potessi vedere meglio. Lui si chinò su di lei, le sputò sul buco del culo e poi ne infilò il manico del frustino. Chiara cominciò a gridare: "Ti prego... basta... smettila... mi fai male..." ma intanto grondava umore da davanti. Era evidente che in realtà le piaceva e, cosa strana, piaceva anche a me.
Il preside si accorse che grondavo di umori e mi disse: "Tu non meriti alcuna punizione perchè non è colpa tua se questa puttana si è dimenticata di dirti che qui l'intimo è bandito... ma se vuoi ti faccio provare... giusto cinque colpi dove eccita di più... che dici?". Io acconsentì con un solo cenno della testa, lui mi disse di mettermi a gambe aperte seduta sulla scrivania come se fossi su una cavalchina del ginecologo ed io lo feci senza esitare. Lui si avvicinò piano a me e mi disse di contare come aveva fatto prima Chiara. Partì il primo colpo dritto sul clitoride e l'eccitazione che provai fu indescrivibile, schizzai umori fuori di me sulla scrivania e dissi "uno" a bassa voce... lui esortò: "Non ho sentito... conta più forte invece di godere, lurida troia! Ricominciamo!"... me ne suonò un'altra, io schizzai di nuovo e questa volta gridai forte "uno"... poi ne suonò un'altra, schizzai e dissi "due"... al terzo colpo avevo il clitoride rosso come un pomodoro ma non smettevo di godere e gli umori venivano giù a fiumi e alla quarta il desiderio di riceverne altre fu talmente forte che non dissi apposta il numero e il preside ricominciò dall'uno.
Arrivati questa volta a cinque, mi lasciò grondante li e dirigendosi di nuovo alla scrivania, questa volta tirò fuori delle palline anali. Mi spiegò che una delle punizioni che si deve aspettarsi quando si viene mandati dal preside per qualche motivo sono queste palline anali e, tra le suppliche di Chiara, lui gliele ficcò tutte e cinque su per il culo e poi le disse: "Guai a te se ti togli le palline prima della fine delle lezioni di oggi...! Ed ora potete andare che stanno per iniziare le lezioni...!".
Prima di uscire dall'ufficio del preside, mi tolsi quello che rimaneva delle mutande e del reggiseno e mi ricomposi con il clitoride ancora pulsante di dolore e di piacere. Chiara si scusò con me per non avermi detto prima in che cosa consisteva la scuola che volevo frequentare ma era la strategia da tenere con le donne che si incuriosivano per questa scuola sperimentale e che, anche se non avevo saputo per tempo di cosa si trattasse, non le sembrava che la punizione del preside mi era dispiaciuta.
Mentre ci dirigevamo verso la nostra classe, Chiara mi disse che le classi sono miste e che i professori sono tutti uomini. Mentre mi diceva questo, raggiungemmo la nostra classe ed entrammo. Prendemmo posto e notai subito che il tipo che mi prese nel bagno del treno, era nella mia stessa classe. Un brivido mi attraversò. Poco dopo entrò anche il professore, ci salutò e poi si mise al suo posto in cattedra. Spiegò che in quella classe si era appena unito un nuovo componente e mi presentò alla classe e poi mi disse: "Ogni ragazza qui viene assegnata a un ragazzo e, dopo l'assegnazione, ti viene consegnata una chiave da portare sempre al collo come le tue compagne già fanno perchè servirà a lui per fare i compiti che vi assegneremo. I compiti vengono sempre fatti in coppia col ragazzo assegnato, ma il meccanismo lo capirai col tempo. Ora ti presento il ragazzo che ti è stato assegnato. Axel, puoi alzarti in piedi, venire qui e consegnare la tua chiave alla tua compagna?".
In quello il ragazzo che avevo incontrato sul treno si alzò e venne verso di me per mettermi al collo quella chiave. Quando si avvicinò a me per mettermi la collana, mi sussurrò all'orecchio: "Lo sapevo già che saresti stata mia, ecco perché ho voluto vedere come sei prima di arrivare qui. Faremo tante cose assieme." e poi tornò al suo posto come se nulla fosse.
Il professore allora cominciò la sua lezione ma io non riuscivo a seguire ciò che diceva perchè pensavo in quale guaio mi ero cacciata accettando di entrare in una scuola così "fuori dal comune" ma mentre ero assorta nei miei pensieri, il professore mi chiamò alla cattedra per una dimostrazione pratica di ciò che stava spiegando. Senza aggiungere altro, non appena mi trovai vicino a lui, mi spinse in avanti piegandomi a novanta sulla cattedra alzando la gonna davanti a tutti gli altri alunni. Poi mi prese per i capelli tirandomi indietro la testa e mostrando agli altri come afferrare una donna ed infine mi suonò due sculacciate sonore sul culo per far vedere che alle donne infine piace, infatti cominciai a bagnarmi nuovamente. Per far vedere ai suoi alunni che ero eccitata, infilò due dita dentro di me con forza (come la volta precedente aveva fatto Axel sul treno) e poi le tirò fuori facendo vedere a tutti quanto ero eccitata. A quel punto, spiegò il professore, un ragazzo può fare quello che vuole della sua donna e così fece intervenire Axel che prima mi sculacciò ancora un po' e poi, dopo aver infilato a sua volta due dita dentro di me, si apprestava ad infilare il suo membro... mi girò e mi spinse all'indietro in modo che io mi distendessi con la schiena sulla cattedra e poi con il suo membro bello duro in vista cominciò a strusciarmelo addosso dicendo ripetutamente "lo vuoi? lo vuoi?".
Il professore mi disse di rispondere di no perchè il rifiuto avrebbe eccitato ancora di più il ragazzo che mi dominava ed io feci come mi era stato detto ma, prima che potessi dire altro, Axel me lo mise dentro e mi sbatteva con violenza. Il professore continuava a dire che dovevo dimenarmi e resistere alla sua violenza ma più mi dimenavo e più Axel spingeva dentro di me... mi chiamava troia e mi diceva di stare ferma e di lasciarlo fare... io ero eccitatissima ed il fatto di sentirlo premere dentro di me mi faceva eccitare ancora di più. Ad un certo punto Axel si fermò e tirò fuori il suo membro da me. Lui rideva e si pavoneggiava... il professore intanto continuava a spiegare che se la ragazza si divincolava troppo si potevano usare delle manette che Axel prontamente tirò fuori dalla tasca. Quindi mi prese e mi girò di nuovo a novanta sulla scrivania e ammanettò le mie mani dietro la mia schiena e poi continuò a scoparmi con violenza finchè venne. Io svenni e quando mi risvegliai ero nella mia stanza con Chiara che vegliava su di me e piangeva. Quando vide che ero sveglia mi chiese ancora scusa, mi chiese se volessi essere riaccompagnata a casa e mi spiegò che nel contratto che avevo stipulato con la scuola c'era la postilla di poter andare via dalla scuola entro i primi 7 giorni dall'inizio dei corsi. Lei mi spiegò che si sentiva in colpa per avermi trascinata in quella scuola quasi con l'inganno ma che, per farsi perdonare da me, mi aveva detto della postilla che nessuno doveva conoscere.
Io li mi trovai ad un bivio: ringraziai Chiara per la disponibilità e per avermi fatto conoscere quella scuola anche se con un inganno e decisi di rimanere... l'eccitazione provata in quei momenti non l'avevo mai provata con nessun altro.


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Seconda parte qui: http://www.eroticiracconti.it/racconto/19137-la-scuola-della-dominazione-parte-2
Terza parte: http://www.eroticiracconti.it/racconto/19153-la-scuola-della-dominazione-parte-3
di
scritto il
2015-03-20
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