La colpa fu della musica

Scritto da , il 2013-09-06, genere gay

All’inizio non è stato facile per Mauro un bel moro Sardo ad accettare la sua omosessualità, soprattutto un giovane isolano di 20 anni e di belle speranze che emigra nel continente nel 96, sposato da diversi anni con una ragazza di Roma, che lo adora. Ma con il passare dei mesi non la sentiva più come moglie e neanche come donna, anzi una rivale e rompi coglioni! Non la sopportava più quella stronza, certe volte per farsi sbattere da un bel cazzone Mauro doveva raccontare un sacco di palle, anche se per fortuna non hanno figli e forse chiederà il divorzio! Ormai ha 25 anni non la scopava più da mesi. Tutta sta baraonda di cazzi sfrenati di bei maschiacci da favola, e tutto questa voglia di cazzo e successo un giorno lavorativo nel cantiere dove lui lavorava come muratore, fu una cosa inaspettata e molto duro, anzi durissimo e soprattutto per la prima volta fu molto doloroso a farsi sfondare, bene o male ha sofferto molto, ma dopo ai preliminari già preso molto gusto a prenderlo nel culo che e diventata la puttana del cantiere.

Era successo tutto nel Luglio 2001 e faceva un caldo infernale, a dorso nudo tutti nel cantiere indossavano i pantaloni a jeans tagliati a corto, anche se la loro pelle erano sempre esposta al sole, e con molta facilità di essere abbronzati. Fu così che all’inizio di una sciarpatura della parete sud-est esterna dell'edificio, sopra una impalcatura di ferro, Mauro con auricolare all'orecchio sentiva una buona musica e appena si china sulle ginocchia per fare uno sciarpo basso gli provoca uno strappo ai suoi jeans corti. Non si accorse subito in quanto era indaffarato sia con la musica e il lavoro che doveva finire la parete entro la serata, ma da sotto i compagni di lavoro alzando lo sguardo verso di lui intravedono nello squarcio del telo dei jeans che sfoggia un bel buco del culo molto peloso, in effetti quel giorno dal troppo caldo lui tolse anche gli slip per sentirsi comodo e fresco. Con sorpresa prima e con malizia poi i due in basso dissero a voce alta: "Ma che bella vista da qui, si vede un bel buco di culo!" E giù a ridere. Mauro non sapeva di dare tale spettacolo tanto da continuare la sciarpatura, anche se volesse non poteva sentirli, ma non si aspettava che le due carognette spargesse la voce tra i muratori che aveva uno sgarro ai jeans, e senza le mutande si vedeva tutto il buco, in pochi minuti molti sorrisini cominciarono a spuntare qua e là. Lui tranquillamente accovacciato sulle ginocchia alle prese con la parete canticchiava, non pensava che da sotto aveva dei spettatori attenti ai suoi movimenti di anca; lui muoveva il bacino dimenando le anche nel sciarpare da provocare l'aprirsi e chiudersi delle crespe dell'ano. Gli uomini da sotto in piedi si massaggiavano attraverso i calzoncini qualcosa di molto duro, ridevano e parlottavano tra loro. Il primo passo lo fece il più audace di tutti, Carmine, un Siciliano dai capelli neri come la pece e barba mai fatta, abbronzato come tutti in quel cantiere e il più forte di tutti messi insieme, i muratori del cantiere lo temano da evitarlo accuratamente. Era stato preso a lavorare nel cantiere dopo che era stato in galera per sei anni per rapina ad una banca. Il capomastro non aveva molto fiducia in lui, ma purtroppo era cugino della sua moglie e ha dovuto assumerlo, anche se Carmine era il classico tipo che si vantava delle prodezze dei suoi trascorsi anni di galera, non faceva altro che parlare: trombate a certi culetti giovani e vergini che gli capitava spesso nelle carceri, e dava certi particolari da far rizzare i capelli, mentre li raccontava rideva e si trastullava il suo pacco duro senza curarsi di loro: anche se gli altri lo evitavano.

Il suo sguardo da trucido e un sorriso spavaldo, guarda con molto interesse quel bel buchetto peloso, e poi eccitato si tasta il cazzo del tutto tosto attraverso la stoffa, arrapato e voglia di fotterlo si avvia verso Mauro ancora accovacciato sulle ginocchia che metodico lavorava la parete. Carmine però incurante degli altri che lo guardavano perplessi, mentre lui lentamente abbassa i pantaloncini tirando fuori con una mano un bel cazzo duro di dimensioni veramente notevoli e con l'altra mano ci sputa sopra e bagna quella cappella grossa e dura. I muratori rimasero ipnotizzati in parte dalla sorpresa, in parte dalla visione di quel cazzo penzolante e lungo che viene da lui lubrificato e indurito. In quella posizione Mauro era pronto per ricevere il suo primo cazzo in culo, anche se non sapeva che dietro a lui c'era una bella minchia tosta, lucida e lubrificata dallo sputo e come uno esperto di tanti buchi che aveva sfondato in prigione, era appena all'ingresso del suo ano a pochi centimetri che dividevano in mezzo a quelle chiappe burrose. Carmine di colpo si ferma un attimo, si tolse del tutto i pantaloncini per stare più comodo per la fottuta e li butta giù sopra la testa dei muratori, e poi si china di nuovo per infilzare il buco con la sua asta dura e grossa che stava per riempire di botto su quel bel buchetto carnoso, anche se a Mauro l’impatto fu molto traumatico. "Uuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuhhh!!!" Non capiva perché quel dolore, in pochi istanti si ritrova con un bel cazzone in culo che forse il sudore e il caldo gli facilità la penetrazione, anzi per riprendersi subito dopo e capire quello che gli stava capitando, era troppo tardi, quel cazzo era tutto piantato nel suo culo, cerca disperatamente di difendersi quanto poteva, purtroppo era troppo tardi e dovette subire quella violenza, non poteva credere quello che gli stava capitando in quel momento! Un cazzo duro che lo fotteva alla grande senza sosta. Voltandosi cerca di capire chi era il maledetto che lo stava fottendo, ma ricevette per risposta un pugno sul grugno da farlo tramortire e, nello stesso tempo, sbattuto sulle sbarre incrociate che teneva fermo la impalcatura di ferro, il corpo del poveretto inanime era incastrato a sinistra delle sbarre incrociate in modo che giù sotto potevano vedere quasi tutto la scena.

Il suo corpo ripiegano in giù e le sue braccia a penzoloni nel vuoto essendo lui svenuto e inerte, in balia del suo stupratore.Carmine non molto soddisfatto da quella posizione sfila il cazzo sporco di sangue e merda da quel culetto sfondato e mettendolo bene posizionato in modo da fotterlo comodamente, e poi gli sfila completamente i calzoncini che li butta giù da lasciarlo completamente nudo come mamma la fatto.Arrapato osserva quelle belle fette di chiappe bianche e morbide che gli da due bei schiaffetti e poi ci pianta in mezzo la sua minchia dura che penetra tutto fino a sbattere i coglioni su quelle crespe anali, mentre pianta del tutto la nerchia gli strappa l'auricolare dalle orecchie del povero ragazzo, e se le applica alle sue orecchie e mentre sentiva la musica prese il ritmo della fottuta. Mentre Mauro rimase mezzo tramortito e incastrato ai ferri a gambe larghe, lui si gustava la fottuta, anche se lentamente si stava riprendendo in quanto i ferri gli dava fastidio alle costole, intanto Carmine infoiato e non ci pensa due volte a ficcarlo tutto in quel buco del culo da sfondarlo completamente. Mauro dal forte dolore comincia a capire di averlo preso nel culo e caccia un urlo terribile: Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhh!!!!" Ma non valsa la pena per farlo desistere, perché già sentiva le sue palle pesanti che sbattevano contro il suo povero buchetto sverginato, anche se fece uno sforzo di stringere istintivamente le sue chiappe possenti e muscolose che fecero da morsa intorno a quel bastone duro, infatti il suo inculatore dal dolore gli grida: "Ehi calma culorotto, rilassati tanto te l'ho sfondato e non puoi farci niente, fai il bravo sennò me lo stacchi così! Dai non fare lo stronzo allarga le chiappe e goditi il mio cazzo, troia!", disse dando una manata sulla chiappa. Mauro non molla la presa il dolore era troppo forte, allora il figlio di puttana gli stringe il collo con due mani soffocandolo, purtroppo il ragazzo dovette soggiogare al suo carnefice sennò veniva soffocato. Appena lui allenta la morsa delle chiappe e allarga in modo che lo fotte, Carmine molla la presa e soddisfatto dice: "Vedo ragazzo che hai cominciato a capire chi comanda qua dentro, ora da bravo finocchio allarga molto bene il culo e goditi sta bella minchia dura rottinculo!!" Mentre la fottuta andava avanti con il tempo sul viso di Muro appare una smorfia di dolore, e faceva capire che lo stava fottendo molto duramente, e si lamentava ad ogni affondo di quella grossa massa di carne che ondeggiava avanti e indietro dentro al suo sfintere, quel forte e insopportabile dolore che gli sedava le budella, lui cerca una nuova posizione più consona... ci prova, ma era difficile rilassarsi e allora solleva un po' il culo in alto. Gli altri maschi sogghignavano e guardavano ipnotizzati quel buco allargarsi a dismisura al passaggio di quel tronco duro, mentre la fottuta proseguiva e dovette farsene una ragione e adattarsi al cazzo dell’inculatore, i colpi erano violenti e si fecero sempre più frequenti.

Da sotto i muratori massaggiano le loro pertiche dure rinchiuse nei loro pantaloncini di jeans e continuano a guardare arrapati, anche se il clima era molto teso e si respirava nell’aria un odore di sesso, gli uomini ancora increduli di quello che stavano assistendo si prendono anche in giro, ridevano, facevano battute pesanti non rivolti ai due che fottono, ma ad altri maschi che non perdevano l’occasione di palpare i culi ad altri sprovveduti come loro che si erano eccitati da morire stando assistendo lo spettacolo che prontamente stoppano i furbetti della situazione. Purtroppo non tutti erano resistenti al richiamo del sesso omo, in quando Gino un bel ragazzotto biondo di 30 anni del Friuli che osserva la fottuta micidiale del maschione cazzuto, non sapeva di essere predisposto al sesso omo, e gli viene duro tanto che con la mano stringe quel bozzo duro del suo cazzo e massaggiando di continuo si sente assatanato tanto da strizzare i suoi capezzoli, la cosa viene notata da Paolo un maschiaccio di 45 anni che gli diede una bella palpata al culo, e non avendo nessuna reazione lui continua a massaggiare fino che Gino allarga le gambe come se gradisce la palpata, non curante che gli altri potessero vedere continua solerte da ficcarci la mano dentro i pantaloncini e tastando quel bel culetto caldo da ficcarci le dita, mentre Gino sculetta e indietreggia per sentire meglio le dita piantate nel culo e Paolo da un dito, infila due e tre, il suo ano si dilata continuamente da ricevere un bel ditalino infinito che non aveva mai goduto tanto in sua vita. "Gino... hai il culo chiacchierato!!" "Siiii Paolo, ho voglio del tuo cazzo per farlo tacere!!" Paolo del tutto arrapato dalla situazione creatasi gli chiese di seguirlo nella baracca degli attrezzi, lui rifiuta, mentre il maschione tranquillamente continua a infilare i diti che entrava in quel buchetto del culo caldo ed accogliente, Gino gli sorrise e Paolo capiva che era in uno stato di agitazione estrema tanto da strizzare le palle e disse: "Mmmmmmmmmhhh!!! Puttano seguimi che ho voglia di sfondarti il culo! Sennò vai a cacare stronzo!!!" Gino lo vede avviarsi verso la baracca, come un automa dopo alcuni secondi lo segue, mentre gli altri dallo stupore che hanno assistito tutta la scena seguono con gli sguardi i due che entrando nella baracca. Gino appena entrato dentro lo trova in fondo della baracca, ha voglia di farsi fottere e si avvia verso di lui ed inizia a strizzarsi i capezzoli, non capiva più nulla era abbondantemente eccitato, Paolo gli porge un dito e lui senza esitazione estrae la lingua e lecca la punta del suo dito.

Mentre lecca il suo dito più di una volta avvolgendolo e insalivando per bene, e poi succhiando come fosse un bel cazzo. Paolo del tutto arrapato e voglioso di rompergli il culo, rimosse il dito da quella bocca calda come una fornace, e incurante della situazione che stava svolgendo fuori lo fa accovacciare fra sue gambe e pressare la sua faccia sul suo cazzo duro avvolto dai pantaloncini, Gino era deciso e va dritto da tirare giù la cerniera e abbassare quel lembo di stoffa che scatta come una molla un bel cazzo dritto e duro, la voglia e il desiderio ardente di un bel cazzo, che istintivamente apre la bocca e ingloba il suo cazzo che comincia a spompinarlo. Gino ciucciava quel cazzo ossessionato per altri dieci minuti, ad un certo punto sentii che Paolo accelerava il ritmo per sborrare nella sua bocca, e lui cerca di scostarsi non voleva bere la sua sborra, anche se riesce a scansarsi, ma non più di tanto gli arriva uno schizzo in faccia e parte in bocca, purtroppo dovette ingoiare qualche litro di sborra. Si udirono delle risate, erano gli altri operai che entravano furtivamente e vedendo quello spettacolo cacciano i loro cazzi duri da
strusciare sulla faccia di Gino, che prese in bocca altri cazzi alternativamente ed pompava sia l'uno che l'altro. "Guarda che bella troia e molto affamata di cazzi!!" "Ciuccia ciuccia troia!!!" Senza chiedere il permesso lo misero anche a pecorina e lo incularono a turno. Eccitato fino al parossismo si faceva fottere da tutti senza distinzione di misura. Dopo un tempo infinito svuotarono tutta la loro sborra in quel culo sfasciato e facendo dei forti grugniti e al seguito urli di godimento, fu riempito di sborra fino all’ultima goccia. Era proprio pieno, lui gli diede ultimi colpi mentre tutti erano intorno a maneggiarsi le minchie dure in attesa del loro turno per incularlo. Ritornando a Carmine che si era alzato dalle chiappe pieno di sperma di Mauro che poi fu ancora rudemente allargato, e senza tanti preamboli infilzato da un bel cazzo duro di un rude muratore. In quel cantiere regna il caos della fottuta. E come tutte le favole... pardon, le orge... finiscono. Il capo mastro al suo ritorno vedette quella bolgia sessuale che regnava nel cantiere dovette licenziare Carmine, in quando colpevole e minacciarlo di sbatterlo di nuovo in galera se spifferava tutto, riesce a calmare gli animi dei muratori che dovevano finire il lavoro nel cantiere. La cosa per fortuna torna tutto normale senza che nessuno da fuori seppe qualcosa, ma dopo aver finito a lavorare Gino e Mauro organizza con i suoi colleghi delle belle orge.






By Mimi




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