La ragazza gonfiata

di
genere
comici

LA RAGAZZA GONFIATA

Marika scoreggia spesso, senza trattenersi, senza vergognarsi.
“Meglio fuori che dentro. Lo fanno tutti vero?” dice ridendo.
I ragazzi della fattoria non ci badano e continuano a fare la lotta sull’aia.
Ma la sorella Sonia si arrabbia e la sgrida: “Sudicia maiala, porca, finiscila di scoreggiare o ti punisco io. Ah! Sentirai come ti castigo.”
“Cosa c’è di male” si difende Marika. “Le farai anche tu, prima o dopo le scoregge.”
“Rozza, sudicia svergognata. Io, quelle cose sporche, non le faccio mai.”
Il litigio continua. Finchè sono stufo di questo battibecco e dico a Sonia: “Scommetto che prima di sera le farai anche tu, solo che ti nascondi.”
“No! No! Mai.” Grida Sonia rabbiosa.
“Va bene, adesso ti farò scoreggiare io. Scoreggiare bene, forte e subito. Alzati la gonna.” Dico prendendola per un braccio.
“No! Toglimi le mani di dosso brutto porco o stanotte mentre dormi vengo a trovarti e ti castro. Ti castro bene, forte e subito.”
“Ohè!” Le dico alzandole la gonna e dandole uno schiaffo sul culetto bianco e nudo.
(Le ragazze in campagna non portano mutande. Quando hanno le mestruazioni si legano le pezze che poi lavano).
Sonia diventa inviperita: “Maledetto porco, ma io ti castro, giuro che ti…”
Un altro ceffone sul culo nudo la fa zittire e lacrimare.
Tiro la ragazza verso una vecchia sedia spagliata nel cortile e le ordino: “Adesso mettiti col pancino in giù che ti arriva il resto.”
“No, brutto prepotente, ma io ti taglio anche il cazzo oltre che i coglioni.”
Tengo una mano sulla schiena di Sonia e la tengo premuta sulla sedia mezza spagliata. Intanto con l’altra mano le esploro il culetto.
“Dov’è il buchino?” dico infilando le dita fra i glutei.
Che capolavoro di culo ha questa ragazza qui! Bello, morbido e sporgente, molto sporgente…
Sonia tiene le cosce serrate, ma io le allargo le gambe e mi metto in mezzo per evitare che le chiuda.
“Ah, ecco il bel buchino rosa.”
Mi succhio un dito e lo passo sull’ano per bagnarlo con la saliva. Per bagnare di più l’ano, succhio ancora il dito, così sento in bocca il sapore del suo culetto, e divento ancora più eccitato.
L’ano diventa ben bagnato e allora ci infilo dentro il dito per sentire come è stretto. Quando il dito scorre dentro con facilità su e giù, vuol dire che la ragazza è pronta.
Sonia non si calma, anzi si agita ancora di più e mi grida insulti e parolacce: “Lurido porco, maiale , stanotte le pagherai tutte le tue sozzure…”
Vedo che esce mio cugino dal cesso in fondo alla concimaia e si tira su i calzoni.
“Oreste” chiamo. “Vieni qui, aiutami a domare questa viperetta.”
“Ahi!” Sonia mi ha graffiato a sangue il braccio.
“Muoviti. E porta qui la pompa per le bici. C’è qui una bicicletta da gonfiare.”
Arriva Oreste con la pompa: “Dov’è la bici?”
“Dammi il tubetto. La bici è questa qui.”
Il grido di Sonia sale al cielo, scuote il caldo torrido di questo pomeriggio di agosto.
Con rapidità estraggo il dito e infilo il tubetto nel culetto bagnato di Sonia. Poi ordino a Oreste: “Adesso pompa.”
Si sente il sibilo dell’aria che entra nel pancino di Sonia e le sue grida disperate: “Basta, basta! Mi sento scoppiare. Basta! Aiutooo!”
“Continuerei per mezz’ora, così impari a fare le scoregge anche tu, come tua sorella Marika” che intanto è venuta qui e ci supplica di smettere.
Allora tiro fuori il tubetto e l’ano di Sonia si spalanca per buttare fuori l’aria che ho pompato dentro: Brrrrttt. Brrrtt.
Tutti ridono e si divertono.
Sonia si alza col viso rosso e lacrimoso. Il suo culo continua a strombettare mentre corre a nascondersi colma di rabbia e di vergogna.
Spero che a quella matta non vengano in mente idee strane.
Io per stare tranquillo stanotte, applicherò subito un catenaccio alla porta della mia camera da letto.
Traduzione 8 dec 2025


scritto il
2025-12-08
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