La visita ginecologica: sfondata da un cazzo gigante
di
Ladyam
genere
confessioni
LA VISITA GINECOLOGICA: SFONDATA DA UN CAZZO GIGANTE
Sono Annamaria, se volete conoscermi
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Su Instagram @ladyam.tales per vedere le mie foto artistiche
Attendo sempre con ansia l'arrivo dei miei tanti odiatori perchè grazie a loro, poveri frustrati che vivono nell'attesa dei miei racconti, per eccitarsi e masturbarsi, ho tantissimi ammiratori, molti dei quali hanno già ricevuto il mio libro illustrato "Le avventure di Ladyam".
Un successo che non sarebbe stato possibile senza i miei cari, ridicoli e penosi odiatori.
E infatti non vi siete fatti attendere: in 5 minuti un centinaio di voi hanno già divorato il mio racconto. Bravi, sono orgogliosa di voi.
Ma veniamo a me, e a quello che mi accadde qualche tempo fa.
Haziz mi chiamò mentre ero a colloquio con un cliente, e quando chiama lui rispondo senza indugi perchè so che si profilano all'orizzonte proposte irrinunciabili.
Disponibile per il weekend? Certamente.
Visita il giovedì presso un ginecologo suo amico di Nizza, problemi? Assolutamente no.
E così due giorni dopo mi misi in macchina e raggiunsi Nizza dove ero attesa per la visita ginecologica.
Accadeva quasi sempre, prima di incontri importanti, che chiedessero garanzie sulla mia totale "idoneità", richiesta che, per inciso, era reciproca.
Ma torniamo ai fatti.
Giunsi davanti a questa elegante palazzina nei pressi del campus universitario, una clinica circondata da un piccolo parco molto curato.
Attesi un quarto d'ora, poi venni introdotta nello studio medico.
Le presentazioni, le domande di rito con la usuale gentilezza, sorrisi, modi garbati, con il dottore e il suo assistente che si dissero a mia completa disposizione.
"Sa, signora Annamaria, dovremo togliere la spirale che lei porta", mi disse il medico con grande affabilità.
"E perchè? - chiesi stupita e anche un pò preoccupata - C'è forse qualche problema?"
"No, no, nessun problema, cara signora, ma sa, dal momento che lei dovrà avere rapporti con uomini, diciamo...molto dotati, la spirale nella sua vagina rappresenta un ostacolo, che potrebbe creare anche qualche problema a lei, per cui sarebbe opportuno, se non necessario, rimuoverla".
Rimasi perplessa: quel vizioso arabo non mi aveva detto nulla.
Quel grandissimo porco di Haziz aveva architettato tutto un piano senza rendermi partecipe di alcunché.
Mi adirai non poco, ma mi resi conto che non potevo farci assolutamente nulla, motivo per cui mi spogliai, presi posto sull'apposito sedile, allargai le gambe, le appoggiai sui ritti e rimasi in attesa.
L'assistente intanto aveva estratto il suo cellulare pronto a riprendere le scene: "Sa, signora, il nostro cliente ci tiene molto a ricevere le immagini, se lei non ha nulla in contrario, naturalmente...", mi disse tutto cerimonioso.
"No, no, faccia pure", risposi tranquilla.
Dopo una mezz'ora era tutto finito, ma appena il medico si fu allontanato per andare a scrivere il referto, l'assistente si avvicinò a me e prese ad accarezzarmi le tette.
Fui sorpresa e feci uno scatto indietro.
L'assistente parve sorpreso a sua volta: "Ma non le ha detto nulla il signor Emahili?", mi chiese quasi per scusarsi.
"Di cosa?", chiesi a mia volta
"Del fatto che ha richiesto espressamente un video di un rapporto tra me e lei, e che lei era del tutto d'accordo..."
Inutile che mi incazzi, pensai sconsolata.
Conoscevo Haziz, le sue perversioni, i suoi giochetti, i suoi divertimenti...non mi restò che fare la parte di quella svampita che aveva dimenticato...
"Ah, si certo, scusi...", dissi, e mi ristesi sulla poltroncina con le gambe spalancate.
Il medico affondò subito la sua testa sulla mia fica e prese a leccarla con grande energia, e mentre leccava il clitoride che si gonfiava, con la mani mi strizzava i capezzoli.
Cominciai a inumidirmi dal piacere, mentre sentivo la sua lingua entrare nelle labbra della fica e leccare le pareti bagnate.
L'assistente si rialzò, si spogliò e con il cazzo in mano me lo appoggiò alla fica.
E ragazzi: quasi mi spaventai.
Era di certo un calibro 25, ma ciò che mi attirava era il suo diametro: prossimo ai 5 centimetri, praticamente un tronco d'albero
Eccitata e incuriosita allungai le mani per prenderlo: enorme, e iniziai a segarlo vigorosamente.
Allora scesi dalla poltroncina, mi inginocchiai davanti a lui e cercare di fargli un pompino.
Dico cercai perchè a mala pena riuscii a mettere in bocca la punta di quel cazzo enorme, mentre con entrambe le mani continuavo a segarlo.
L'assistente a quel punto andò a stendersi su una poltrona posta nell'angolo dell'ampio studio e mi fece segno di salirgli sopra.
Lo feci subito e, tenendo la fica allargata con le mani, la posi sulla punta del suo cazzo e iniziai a scendere, lentamente.
Cazzo e cazzo, ragazzi: non ce la facevo a ficcarmelo tutto dentro, era troppo grosso, troppo largo.
Mi fermai a un terzo, credo, oltre non riuscivo.
Lo sentii spingere, voleva entrare ancora più a fondo.
Ansimavo, mi sentivo piena, sull'orlo di essere letteralmente sfondata da quel cazzo gigantesco.
In quel momento, mentre cercavo di forzare la mia fica per riempirla con metà di quel cazzo enorme, mi venne in mente tutta la perfidia di Haziz che di certo, conoscendo le doti dell'assistente, si sarebbe divertito molto a guardare le immagini che il medico stava girando.
Cavalcavo quel cazzo gigante a un ritmo sempre più veloce, fino a quando, grondante di liquidi, venni ansimando e non riuscii a trattenere un urlo liberatorio, che fu di piacere e di dolore insieme.
L'assistente mi dava sberle sul culo per non farmi smettere, mentre il suo cazzo restava duro e fisso.
Accelerai ancora, continuando ad ansimare per il piacere.
Avevo la fica in fiamme, che urlava di piacere, e dopo poco venni di nuovo gemendo e contorcendomi.
Fu a quel punto, io sfiancata, che l'assistente mi fece uscire e mi fece stendere sul divano, col culo all'insù.
Restai interdetta: quel cazzo enorme nel mio culo non ci sarebbe mai entrato.
Mi voltai e lo guardai negli occhi in silenzio.
Lo vidi sorridere, mentre con le mani mi allargava le natiche e con la lingua mi leccava avidamente il buco.
Sentii la sua lingua entrarmi dentro il culo, rovistare nel mio buco, e mi eccitai di nuovo.
Poi sentii le sue dita penetrare, allargarmi, fino a quando avvertii la presenza della punta dura e minacciosa del suo cazzo, che cominciò a spingere e a farsi strada nel mio culo.
Dio mio che dolore!
Mai avvertita una sensazione del genere.
In pochi secondi mi sentii all'inferno e all'improvviso in paradiso.
Urlavo incontrollata, mentre venivo sbattuta come una foglia al vento.
Mi masturbavo vorticosamente e venni per la terza volta contorcendomi come un'ossessa.
Lo sentii accelerare, ansimare, quando all'improvvisò uscì, mi afferrò per i capelli e mi fece girare.
Lo vidi segarsi mentre mi intimava di aprire la bocca.
Mi inginocchiai davanti a lui, obbedii e attesi.
Attendevo impaziente, mentre l'assistente continuava a segarsi con veemenza senza dare cenni di resa.
Con la bocca spalancata, mi passavo la lingua sulle labbra in attesa della sborra che, finalmente, all'improvviso, mi investì sulla faccia come un fiume in piena.
La mia bocca si riempì, mentre tutto il viso veniva inondato dai ripetuti fiotti che ritmicamente venivano emessi da quel cazzo enorme.
Quando finalmente le emissioni cessarono riuscii a ingoiare lo sperma che avevo ancora in bocca e a leccare tutta la sborra che riuscivo a raccogliere con le dita sulla mia faccia.
Afferrai quel cazzo gigante ancora duro con entrambe le mani e me lo passai sulla faccia per baciarlo e per raccogliere la sborra che avevo ancora dappertutto.
La leccavo avidamente, non ancora sazia.
Fu solo quando l'assistente si allontanò che tornai in me, disfatta ma felice.
Il ginecologo, che aveva smesso di riprendermi, si avvicinò a me e cominciò a spiegarmi: "Vede signora - mi disse il medico mentre poggiava il telefono sulla scrivania, - se avesse avuto la spirale non sarebbe stata in grado di ricevere in sicurezza un pene di queste dimensioni nella sua vagina, e avrebbe corso anche il rischio di spiacevoli complicazioni. Possiamo ritenerci soddisfatti. Prego, vada pure in bagno", mi disse indicandomi la strada.
Andai in bagno a pulirmi, a lavarmi.
Quando uscii raccolsi i miei abiti e mi rivestii.
Presi il certificato che l'assistente mi diede, li salutai e andai via, soddisfatta.
Haziz mi attendeva nella sua villa, e non osavo immaginare cosa mi dovessi ancora aspettare da quel pazzo vizioso.
Non osavo davvero, ma intanto mi scappava da ridere.
Ah, non ricordo: vi avevo detto che l'assistente era un gigante nero?
Sono Annamaria, se volete conoscermi
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Attendo sempre con ansia l'arrivo dei miei tanti odiatori perchè grazie a loro, poveri frustrati che vivono nell'attesa dei miei racconti, per eccitarsi e masturbarsi, ho tantissimi ammiratori, molti dei quali hanno già ricevuto il mio libro illustrato "Le avventure di Ladyam".
Un successo che non sarebbe stato possibile senza i miei cari, ridicoli e penosi odiatori.
E infatti non vi siete fatti attendere: in 5 minuti un centinaio di voi hanno già divorato il mio racconto. Bravi, sono orgogliosa di voi.
Ma veniamo a me, e a quello che mi accadde qualche tempo fa.
Haziz mi chiamò mentre ero a colloquio con un cliente, e quando chiama lui rispondo senza indugi perchè so che si profilano all'orizzonte proposte irrinunciabili.
Disponibile per il weekend? Certamente.
Visita il giovedì presso un ginecologo suo amico di Nizza, problemi? Assolutamente no.
E così due giorni dopo mi misi in macchina e raggiunsi Nizza dove ero attesa per la visita ginecologica.
Accadeva quasi sempre, prima di incontri importanti, che chiedessero garanzie sulla mia totale "idoneità", richiesta che, per inciso, era reciproca.
Ma torniamo ai fatti.
Giunsi davanti a questa elegante palazzina nei pressi del campus universitario, una clinica circondata da un piccolo parco molto curato.
Attesi un quarto d'ora, poi venni introdotta nello studio medico.
Le presentazioni, le domande di rito con la usuale gentilezza, sorrisi, modi garbati, con il dottore e il suo assistente che si dissero a mia completa disposizione.
"Sa, signora Annamaria, dovremo togliere la spirale che lei porta", mi disse il medico con grande affabilità.
"E perchè? - chiesi stupita e anche un pò preoccupata - C'è forse qualche problema?"
"No, no, nessun problema, cara signora, ma sa, dal momento che lei dovrà avere rapporti con uomini, diciamo...molto dotati, la spirale nella sua vagina rappresenta un ostacolo, che potrebbe creare anche qualche problema a lei, per cui sarebbe opportuno, se non necessario, rimuoverla".
Rimasi perplessa: quel vizioso arabo non mi aveva detto nulla.
Quel grandissimo porco di Haziz aveva architettato tutto un piano senza rendermi partecipe di alcunché.
Mi adirai non poco, ma mi resi conto che non potevo farci assolutamente nulla, motivo per cui mi spogliai, presi posto sull'apposito sedile, allargai le gambe, le appoggiai sui ritti e rimasi in attesa.
L'assistente intanto aveva estratto il suo cellulare pronto a riprendere le scene: "Sa, signora, il nostro cliente ci tiene molto a ricevere le immagini, se lei non ha nulla in contrario, naturalmente...", mi disse tutto cerimonioso.
"No, no, faccia pure", risposi tranquilla.
Dopo una mezz'ora era tutto finito, ma appena il medico si fu allontanato per andare a scrivere il referto, l'assistente si avvicinò a me e prese ad accarezzarmi le tette.
Fui sorpresa e feci uno scatto indietro.
L'assistente parve sorpreso a sua volta: "Ma non le ha detto nulla il signor Emahili?", mi chiese quasi per scusarsi.
"Di cosa?", chiesi a mia volta
"Del fatto che ha richiesto espressamente un video di un rapporto tra me e lei, e che lei era del tutto d'accordo..."
Inutile che mi incazzi, pensai sconsolata.
Conoscevo Haziz, le sue perversioni, i suoi giochetti, i suoi divertimenti...non mi restò che fare la parte di quella svampita che aveva dimenticato...
"Ah, si certo, scusi...", dissi, e mi ristesi sulla poltroncina con le gambe spalancate.
Il medico affondò subito la sua testa sulla mia fica e prese a leccarla con grande energia, e mentre leccava il clitoride che si gonfiava, con la mani mi strizzava i capezzoli.
Cominciai a inumidirmi dal piacere, mentre sentivo la sua lingua entrare nelle labbra della fica e leccare le pareti bagnate.
L'assistente si rialzò, si spogliò e con il cazzo in mano me lo appoggiò alla fica.
E ragazzi: quasi mi spaventai.
Era di certo un calibro 25, ma ciò che mi attirava era il suo diametro: prossimo ai 5 centimetri, praticamente un tronco d'albero
Eccitata e incuriosita allungai le mani per prenderlo: enorme, e iniziai a segarlo vigorosamente.
Allora scesi dalla poltroncina, mi inginocchiai davanti a lui e cercare di fargli un pompino.
Dico cercai perchè a mala pena riuscii a mettere in bocca la punta di quel cazzo enorme, mentre con entrambe le mani continuavo a segarlo.
L'assistente a quel punto andò a stendersi su una poltrona posta nell'angolo dell'ampio studio e mi fece segno di salirgli sopra.
Lo feci subito e, tenendo la fica allargata con le mani, la posi sulla punta del suo cazzo e iniziai a scendere, lentamente.
Cazzo e cazzo, ragazzi: non ce la facevo a ficcarmelo tutto dentro, era troppo grosso, troppo largo.
Mi fermai a un terzo, credo, oltre non riuscivo.
Lo sentii spingere, voleva entrare ancora più a fondo.
Ansimavo, mi sentivo piena, sull'orlo di essere letteralmente sfondata da quel cazzo gigantesco.
In quel momento, mentre cercavo di forzare la mia fica per riempirla con metà di quel cazzo enorme, mi venne in mente tutta la perfidia di Haziz che di certo, conoscendo le doti dell'assistente, si sarebbe divertito molto a guardare le immagini che il medico stava girando.
Cavalcavo quel cazzo gigante a un ritmo sempre più veloce, fino a quando, grondante di liquidi, venni ansimando e non riuscii a trattenere un urlo liberatorio, che fu di piacere e di dolore insieme.
L'assistente mi dava sberle sul culo per non farmi smettere, mentre il suo cazzo restava duro e fisso.
Accelerai ancora, continuando ad ansimare per il piacere.
Avevo la fica in fiamme, che urlava di piacere, e dopo poco venni di nuovo gemendo e contorcendomi.
Fu a quel punto, io sfiancata, che l'assistente mi fece uscire e mi fece stendere sul divano, col culo all'insù.
Restai interdetta: quel cazzo enorme nel mio culo non ci sarebbe mai entrato.
Mi voltai e lo guardai negli occhi in silenzio.
Lo vidi sorridere, mentre con le mani mi allargava le natiche e con la lingua mi leccava avidamente il buco.
Sentii la sua lingua entrarmi dentro il culo, rovistare nel mio buco, e mi eccitai di nuovo.
Poi sentii le sue dita penetrare, allargarmi, fino a quando avvertii la presenza della punta dura e minacciosa del suo cazzo, che cominciò a spingere e a farsi strada nel mio culo.
Dio mio che dolore!
Mai avvertita una sensazione del genere.
In pochi secondi mi sentii all'inferno e all'improvviso in paradiso.
Urlavo incontrollata, mentre venivo sbattuta come una foglia al vento.
Mi masturbavo vorticosamente e venni per la terza volta contorcendomi come un'ossessa.
Lo sentii accelerare, ansimare, quando all'improvvisò uscì, mi afferrò per i capelli e mi fece girare.
Lo vidi segarsi mentre mi intimava di aprire la bocca.
Mi inginocchiai davanti a lui, obbedii e attesi.
Attendevo impaziente, mentre l'assistente continuava a segarsi con veemenza senza dare cenni di resa.
Con la bocca spalancata, mi passavo la lingua sulle labbra in attesa della sborra che, finalmente, all'improvviso, mi investì sulla faccia come un fiume in piena.
La mia bocca si riempì, mentre tutto il viso veniva inondato dai ripetuti fiotti che ritmicamente venivano emessi da quel cazzo enorme.
Quando finalmente le emissioni cessarono riuscii a ingoiare lo sperma che avevo ancora in bocca e a leccare tutta la sborra che riuscivo a raccogliere con le dita sulla mia faccia.
Afferrai quel cazzo gigante ancora duro con entrambe le mani e me lo passai sulla faccia per baciarlo e per raccogliere la sborra che avevo ancora dappertutto.
La leccavo avidamente, non ancora sazia.
Fu solo quando l'assistente si allontanò che tornai in me, disfatta ma felice.
Il ginecologo, che aveva smesso di riprendermi, si avvicinò a me e cominciò a spiegarmi: "Vede signora - mi disse il medico mentre poggiava il telefono sulla scrivania, - se avesse avuto la spirale non sarebbe stata in grado di ricevere in sicurezza un pene di queste dimensioni nella sua vagina, e avrebbe corso anche il rischio di spiacevoli complicazioni. Possiamo ritenerci soddisfatti. Prego, vada pure in bagno", mi disse indicandomi la strada.
Andai in bagno a pulirmi, a lavarmi.
Quando uscii raccolsi i miei abiti e mi rivestii.
Presi il certificato che l'assistente mi diede, li salutai e andai via, soddisfatta.
Haziz mi attendeva nella sua villa, e non osavo immaginare cosa mi dovessi ancora aspettare da quel pazzo vizioso.
Non osavo davvero, ma intanto mi scappava da ridere.
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