Regalo di compleanno: scopata da un 70enne e dai suoi amici
di
Ladyam
genere
confessioni
REGALO DI COMPLEANNO: SCOPATA DA UN 70ENNE E DAI SUOI AMICI
Sono Annamaria, se volete conoscermi:
Su Telegram @seduzioneamaranto per chattare con me
Canale Telegram @ladyamaranto per vedere immagini di me
Su Instagram @ladyam.tales per vedere le mie foto artistiche
Ringrazio sempre i miei molti odiatori, che sono sempre i primi a leggere i miei racconti, i primi ad eccitarsi, i primi a masturbarsi e poi, finalmente, i primi a votarmi soddisfatti.
Li ringrazio davvero tutti per l'aiuto che mi danno.
Fu una delle prime esperienze forti che mi ritrovai a vivere dopo che avevo fatto la conoscenza del fotografo e il primo servizio fotografico.
Ero in studio quando ricevetti la sua telefonata.
La giornata era estiva, calda, e di fronte a me avevo un cliente con cui stavo parlando.
"Potrebbe essere interessante...quanti? Ah!...e allora vedi di salire col prezzo...Ah! dietro, soprattutto, ho capito, e allora ancora di più, molto di più...ok"
Ripresi il colloquio col cliente: "Scusi sa, una faccenda imprevista", dissi mentre mi passavo la mano tra i lunghi capelli spettinati per portarli indietro e liberare il viso.
Nel fare il movimento la mia camicetta si aprì ulteriormente, lasciando intravedere il reggiseno di pizzo nero, che non sfuggì allo sguardo attento del mio importante cliente, che stava ancora riflettendo sull'opportunità di concludere il contratto.
In ballo c'era una provvigione davvero ragguardevole, e il mio cliente gettò l'amo: per la verità dovrei dire che il mio cliente aveva appena abboccato all'amo che io gli avevo gettato, ma è sempre meglio far pensare al cliente il contrario...
Fatto è che mi chiese, a voce bassa: "E se chiudesse la porta adesso?"
Finsi qualche attimo di esitazione, poi mi alzai in silenzio e andai a chiudere la porta...
Ma quel che accadde dopo nel mio studio esula dall'oggetto di questo racconto.
Per cui torniamo al nostro fotografo, che il sabato successivo mi venne a prendere e mi portò sulle colline eporediesi.
Arrivammo nella villa di campagna del festeggiato: un benestante settantenne che, per festeggiare degnamente un compleanno così importante aveva deciso di farsi un regalo speciale da condividere con gli amici di una vita.
Nel giardino era stato attrezzato un barbecue attorno al quale stavano armeggiando i due amici del festeggiato.
Facemmo le presentazioni, parlammo abbastanza a lungo del più e del meno e, siccome era in programma una grigliata, io mi divertii un pò sull'altalena mentre i tre amici cuocevano la carne.
Fu dopo pranzo, dopo aver risvegliato i sensi con caffè, amari e alcolici vari, che ebbe inizio il divertimento.
Vollero come introduzione lo spogliarello.
Misero una musica che diffondeva una melodia dal ritmo abbastanza sostenuto e io iniziai a danzare, lentamente, sinuosa.
Ancheggiavo ora vicino all'uno ora vicino all'altro, sfiorando i loro visi, le barbette bianche, e avvicinando il mio culo, che veniva guardato, toccato, accarezzato.
Mi feci togliere l'abito dal festeggiato e restai in reggiseno e slip rossi.
Avvicinai la mia schiena a uno degli amici, che sganciò il reggiseno e lo lanciò lontano mentre gli altri ululavano ridendo.
Quindi mii piantai con le gambe un pò allargate di fronte all'altro, che reattivamente afferrò gli slip e me li tolse facendomeli volare via.
Restai nuda e a quel punto il festeggiato mi invitò a mettermi a quattro zampe su un ampio divano, mi fece allargare per bene le gambe e tutti e tre, dietro di me, presero a leccarmi il culo, e ad accarezzarmi e a leccarmi la fica.
Sentivo le loro dita e le loro lingue che mi frugavano dentro dappertutto, avide dei miei umori.
Stettero a lungo a baciarmi, leccarmi e accarezzarmi culo e fica, poi il festeggiato si sedette a fianco a me, estrasse il suo cazzo e mi tirò a sè.
Mi fece andare giù.
Mi misi in ginocchio davanti a lui e iniziai a fargli un deciso pompino, fino a quando mi tirò su e mi fece salire su li lui per penetrami nella fica.
Me la allargai con le mani, feci entrare il suo cazzo nella mia fica, e mentre facevo su e giù lui prese a strizzarmi i seni e i capezzoli.
Aumentai il ritmo e venni ansimando in silenzio, mentre dietro di me mani fameliche continuavano ad accarezzarmi il culo vogliose di entrare.
A un certo punto il festeggiato mi spinse via e si alzò in piedi.
Io mi inginocchiai davanti a lui e aprii la bocca mentre lui si segava.
Solo pochi secondi e sentii sulla lingua e in bocca il suo sperma, mentre lui diceva: "Ingoia, troia, tutto", mentre gli altri non smettevano di guardare eccitati e vogliosi di partecipare alla scopata.
Attesi che i fiotti finissero e poi ingoiai tutta la sborra che avevo in bocca in un sol colpo, guardandolo e facendogli l'occhiolino.
L'uomo vide che rivoli di sborra mi scendevano sul mento: la raccolse con le dita e me le portò in bocca.
Leccai tutto avidamente, mentre tutti mi guardavano eccitati.
Poi fu il momento del gioco tanto atteso.
Mi fecero entrare in una vasca da bagno e mi riempirono il culo con l'acqua mediante un tubo opportunamente adattato.
Si divertirono un mondo a vedere l'acqua che fuoriusciva con violenza dal mio culo come una fontana.
Subito dopo fu la volta degli acini di uva: me li ficcarono nel culo, poi me li fecero ricacciare e quindi me li misero in bocca perchè li mangiassi.
Il giochino durò per una decina di minuti poi, adeguatamente eccitati, si misero in piedi davanti a me per farsi fare un pompino.
Anche il festeggiato partecipò e il suo cazzo tornò duro in pochissimo tempo.
Quando tutti e tre furono pronti mi fecero assumere una posizione comoda, seduta su una sedia, e, uno alla volta, presero a incularmi.
Il primo fu proprio il festeggiato che mi penetrò con forza, e, dopo aver spinto in profondità per alcuni minuti, mi sborrò nel culo.
Restò a lungo col suo cazzo nel mio culo, fino a quando divenne moscio.
A quel punto lo ricacciò e me lo mise in bocca: "Lecca tutto, troia", mi disse soddisfatto.
Obbedii prontamente.
Presi a leccare il suo cazzo con avidità, ingoiando tutti i residui di sborra ancora presenti.
Lavorai a lungo con la lingua, fin quando il festeggiato mi allontanò per offrirmi ai suoi amici: "Ora divertitevi voi - disse loro sorridendo sornione - però prima ricaccia la sborra, puttana", mi disse mettendomi una tazzina sotto il culo.
Mi impegnai e, un pò alla volta, ricacciai la sborra che avevo nel culo.
Il festeggiato mi porse la tazzina: "Lecca tutto, zoccola", e io lo feci, andando a raccogliere con la lingua tutta la sborra nella tazzina.
"Tutta vostra!", disse ai suoi amici spingendomi verso di loro.
I due erano già pronti e tesi.
Si erano segati guardandomi e così uno si stese sul divano, mentre l'altro era pronto a incularmi da dietro.
Salii su quello disteso, allargai la fica e feci entrare il suo cazzo, alzai il culo e attesi che l'altro ci ficcasse dentro il suo cazzo.
Appena li ebbi entrambi dentro ripresi a cavalcare, a muovermi ansimando.
Avevo voglia di venire, ero eccitata, mi sentivo porca, andavo veloce, ansimavo sempre più forte fino a quando, finalmente, venni emettendo un urlo liberatorio.
Continuai a cavalcare fino a quando sentii la sborra dei due invadermi la fica e il culo.
Ancheggiai ancora, fino a quando i due non uscirono, e di nuovo il festeggiato riprese col giochino che tanto gli piaceva: mise la tazzina sotto il mio culo e mi fece ricacciare la sborra che avevo dentro.
Avevo il culo che mi bruciava, un vero vulcano in eruzione, pieno di sborra, che ricacciai mentre la sborra nella fica era già defluita nella tazzina, che il festeggiato mi porse dicendo: "Bevi alla mia salute, troia".
Lo feci guardandolo negli occhi e andando a raccogliere con la lingua tutta la sborra rimasta ai bordi della tazzina.
Il pomeriggio volgeva al termine.
Il festeggiato e i suoi amici si lasciarono andare soddisfatti sulle poltrone, mentre io cominciai a rivestirmi.
"Mi avevano parlato bene di te, ma non avrei mai immaginato che tu fossi così brava. E che culo meraviglioso che hai..." mi disse mentre mi allungava una consistente mazzetta.
"Ci troverai di più: te lo sei davvero meritata", mi disse mentre mi guardava ammirato.
Eravamo ai saluti.
Io e il fotografo andammo via e mentre si tornava mi disse: "Tutto molto eccitante...", con un tono di voce che era tutto un programma.
Lo feci fermare in uno slargo della strada, in un luogo tranquillo, e gli feci un doveroso pompino con lingua avvolgente e ingoio finale.
"Spero sia soddisfatto anche tu", gli dissi guardandolo mentre con la lingua mi pulivo le labbra ancora un pò sporche di sborra.
Riprendemmo il viaggio alla volta della città, mentre sulle colline eporediesi il sole cominciava a nascondersi.
2
2
voti
voti
valutazione
7.5
7.5
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Riempita dal bianco e dal nero
Commenti dei lettori al racconto erotico