La baita del peccato, un racconto in tre episodi 1/3 La banda dei tre
di
Ladyam
genere
confessioni
LA BAITA DEL PECCATO, UN RACCONTO IN TRE EPISODI
1/3 LA BANDA DEI TRE
Mi chiamo Annamaria ed esisto davvero, se volete conoscermi
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E insomma, c'era questa possibilità: un grande complesso abitativo in Val d'Aosta, da ristrutturare e poi vendere.
I margini di guadagno erano davvero rilevanti, sebbene il lavoro da svolgere fosse lungo e impegnativo.
Acquistare il complesso a un prezzo ragionevole, trasformarlo in abitazioni appetibili da mettere sul mercato per venderle con un ampio margine di guadagno.
Ero interessata?
Assolutamente si.
"Mi hanno parlato molto bene di lei. Professionista molto dotata e molto disponibile, sotto tutti i punti di vista...", mi disse allusivo.
"In effetti non mi tiro mai indietro", risposi sicura.
"Di fronte a nulla?"
"Se ho buoni motivi per farlo vado avanti, certo, e non mi fermo di fronte a nulla", risposi guardandolo negli occhi.
"Molto bene. Penso che andremo d'accordo", mi disse mentre, seduto di fronte a me, nel mio studio, mi osservava compiaciuto.
Organizzammo un weekend di lavoro, nel corso del quale avremmo avuto l'opportunità di esaminare il complesso immobiliare, studiare approfonditamente la situazione e poi dedicarci anche ad altro.
Il programma prevedeva una tre giorni di full immersion in problematiche tecniche ed economiche che si sarebbe poi conclusa in modo piacevole all'interno delle confortevoli e riservate mura dell'elegante chalet dell'imprenditore, dove sarei stata ospitata insieme ai suoi due soci nonché inseparabili compagni di avventure particolari.
Il primo giorno fu interamente dedicato al lavoro.
Sopralluoghi, analisi tecniche ed economiche, piani finanziari: discussioni approfondite sui termini dell'affare, sulla sua fattibilità tecnica e finanziaria, sui margini operativi e di guadagno, e alla fine, dopo aver buttato giù una bozza di contratto, ci dirigemmo verso la baita.
Il luogo, debbo ammettere, era spettacolare.
Il paesino giaceva placido nella piccola valle attraversata dal fiume, e ai suoi margini, in una zona panoramica con vista sui picchi alpini, la grande baita faceva bella mostra di sè.
L'imprenditore fece gli onori di casa mostrandomi le meraviglie di quella baita che aveva tutte le caratteristiche di una villa di lusso a due piani, con tre grandi camere da letto, due bagni faraonici, un soggiorno ampio e accogliente, sala lettura con scaffali vetrati a tutta parete, una enorme sala da biliardo attrezzata con tavolo da poker, locale bar anni settanta e cucina superattrezzata.
"Meravigliosa", dissi ammirata mentre mi conduceva nella mia stanza posta al piano superiore.
Salimmo su per la elegante gradinata in legno intarsiato e mi condusse al termine di un lungo corridoio, dove mi aprì una porta: "Questa è la tua camera, spero ti piaccia. Qui potrai riposarti Annamaria, il bagno è a tua disposizione, e quando sarai pronta andremo a cena".
La cena si svolse in una di quelle locande di montagna dal sapore antico, con cibi prelibati e atmosfera fuori dal tempo.
Ci ritrovammo nel dopo cena in sala lettura ad ammirare alcuni libri di grande pregio: "Amo i testi antichi. Ne ho alcuni del 1700, guarda Annamaria, che spettacolo", mi diceva mostrandomi volumi di una straordinaria bellezza.
"Sono una rarità, esattamente come te", continuava il mio ospite mentre iniziava ad accarezzarmi le tette e il culo.
Ci trasferimmo nell'ampio soggiorno e in silenzio presi a spogliarmi.
Tolsi lentamente l'abito che, fasciandomi fino a mezza coscia, esaltava le mie forme.
L'imprenditore aveva messo su una musica ritmica, e i tre, osservandomi con attenzione, fischiavano e commentavano a loro modo.
Muovendomi al ritmo della musica tolsi il reggiseno lanciandolo lontano.
Rimasta in slip mi avvicinai all'imprenditore, mi girai e cominciai ad ancheggiare sinuosa.
L'imprenditore mi afferrò gli slip e me li tolse con desiderio, accarezzandomi a lungo il culo.
Rimasta nuda, al centro della stanza, furono tutti e tre addosso a me, e presero a baciarmi, a leccarmi e ad accarezzarmi dappertutto.
Il mio ospite, attratto dal mio culo, si inginocchiò dietro di me e, allargatolo con le mani, prese a leccarlo furiosamente, baciandolo in ogni centimetro.
Un altro si inginocchiò davanti e, allargatami la fica con le mani, prese a leccarla voracemente fino in profondità.
Il terzo, in piedi, affianco a me, mi baciava le tette, mi leccava i capezzoli, mi stringeva i seni con forza.
Quindi l'ospite mi invitò a mettermi a quattro zampe su un grande divano, e mentre io procedevo loro si spogliavano, con i cazzi già pronti e in tiro.
Uno si mise sotto di me e, allargatami le fica, cominciò a penetrarmi col suo cazzo.
Il secondo, da dietro, appoggiò il suo cazzo alla mia fica e, spingendo con forza, lo fece entrare, così mi ritrovai con due cazzi nella fica che spingevano alternati.
L'ospite, salito sul divano, iniziò a penetrarmi nel culo.
Lo sentivo premere con forza crescente, fino a quando avvertii il suo cazzo dentro il mio culo.
A quel punto mi ritrovai nel centro di una tripla penetrazione, e debbo dire che la sensazione di pienezza che provavo era davvero sorprendente.
Spingevano coordinati, e la mia fica, riempita come non mai, la sentivo urlare di piacere, grondante di umori, tanto che venni urlando in modo incontrollato mentre con una mano mi masturbavo il clitoride.
I tre spingevano in modo forsennato fino a quando sentii l'ospite sborrarmi nel culo.
Fu il primo a venire, seguito poco dopo dai due che mi stavano sfondando la fica.
I tre rimasero a spingere a lungo dentro di me, con i cazzi che continuavano a essere duri anche dopo aver sborrato.
Mi sentivo invasa, godevo, mi piaceva, ansimavo e dopo un pò venni di nuovo, agitando la testa per il piacere.
Emisi un profondo sospiro, mentre uno alla volta i tre cazzi uscivano.
Ero ancora a quattro zampe sul divano, che leccavo i cazzi umidi che mi venivano messi in bocca, quando il mio ospite si presentò con una tazza che mi mise sotto la fica: "Ricaccia tutto, troia".
Eseguii, impegnandomi, perchè la sborra era in profondità e ci volle un pò prima che riuscissi a ricacciarla.
L'ospite la raccolse dentro la tazza, vi versò dentro un pò di cognac e me la diede dicendomi: "Bevi, puttana"
Io presi la tazza, mi alzai in piedi, guardai i tre, portai alle labbra la tazza e bevvi la sborra che c'era dentro con il liquore, ripassando la lingua sulle labbra.
"Hai gradito, troia?", mi chiese l'ospite prendendo la tazza.
"Se ne potessi avere un'altra razione, la gradirei davvero: siete in grado di procurarmela?", chiesi provocante.
"La notte è giovane, Annamaria, è appena iniziata...", mi rispose l'ospite mentre mi invitava a salire le scale verso la camera da letto del piano superiore...
1/3 LA BANDA DEI TRE
Mi chiamo Annamaria ed esisto davvero, se volete conoscermi
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E insomma, c'era questa possibilità: un grande complesso abitativo in Val d'Aosta, da ristrutturare e poi vendere.
I margini di guadagno erano davvero rilevanti, sebbene il lavoro da svolgere fosse lungo e impegnativo.
Acquistare il complesso a un prezzo ragionevole, trasformarlo in abitazioni appetibili da mettere sul mercato per venderle con un ampio margine di guadagno.
Ero interessata?
Assolutamente si.
"Mi hanno parlato molto bene di lei. Professionista molto dotata e molto disponibile, sotto tutti i punti di vista...", mi disse allusivo.
"In effetti non mi tiro mai indietro", risposi sicura.
"Di fronte a nulla?"
"Se ho buoni motivi per farlo vado avanti, certo, e non mi fermo di fronte a nulla", risposi guardandolo negli occhi.
"Molto bene. Penso che andremo d'accordo", mi disse mentre, seduto di fronte a me, nel mio studio, mi osservava compiaciuto.
Organizzammo un weekend di lavoro, nel corso del quale avremmo avuto l'opportunità di esaminare il complesso immobiliare, studiare approfonditamente la situazione e poi dedicarci anche ad altro.
Il programma prevedeva una tre giorni di full immersion in problematiche tecniche ed economiche che si sarebbe poi conclusa in modo piacevole all'interno delle confortevoli e riservate mura dell'elegante chalet dell'imprenditore, dove sarei stata ospitata insieme ai suoi due soci nonché inseparabili compagni di avventure particolari.
Il primo giorno fu interamente dedicato al lavoro.
Sopralluoghi, analisi tecniche ed economiche, piani finanziari: discussioni approfondite sui termini dell'affare, sulla sua fattibilità tecnica e finanziaria, sui margini operativi e di guadagno, e alla fine, dopo aver buttato giù una bozza di contratto, ci dirigemmo verso la baita.
Il luogo, debbo ammettere, era spettacolare.
Il paesino giaceva placido nella piccola valle attraversata dal fiume, e ai suoi margini, in una zona panoramica con vista sui picchi alpini, la grande baita faceva bella mostra di sè.
L'imprenditore fece gli onori di casa mostrandomi le meraviglie di quella baita che aveva tutte le caratteristiche di una villa di lusso a due piani, con tre grandi camere da letto, due bagni faraonici, un soggiorno ampio e accogliente, sala lettura con scaffali vetrati a tutta parete, una enorme sala da biliardo attrezzata con tavolo da poker, locale bar anni settanta e cucina superattrezzata.
"Meravigliosa", dissi ammirata mentre mi conduceva nella mia stanza posta al piano superiore.
Salimmo su per la elegante gradinata in legno intarsiato e mi condusse al termine di un lungo corridoio, dove mi aprì una porta: "Questa è la tua camera, spero ti piaccia. Qui potrai riposarti Annamaria, il bagno è a tua disposizione, e quando sarai pronta andremo a cena".
La cena si svolse in una di quelle locande di montagna dal sapore antico, con cibi prelibati e atmosfera fuori dal tempo.
Ci ritrovammo nel dopo cena in sala lettura ad ammirare alcuni libri di grande pregio: "Amo i testi antichi. Ne ho alcuni del 1700, guarda Annamaria, che spettacolo", mi diceva mostrandomi volumi di una straordinaria bellezza.
"Sono una rarità, esattamente come te", continuava il mio ospite mentre iniziava ad accarezzarmi le tette e il culo.
Ci trasferimmo nell'ampio soggiorno e in silenzio presi a spogliarmi.
Tolsi lentamente l'abito che, fasciandomi fino a mezza coscia, esaltava le mie forme.
L'imprenditore aveva messo su una musica ritmica, e i tre, osservandomi con attenzione, fischiavano e commentavano a loro modo.
Muovendomi al ritmo della musica tolsi il reggiseno lanciandolo lontano.
Rimasta in slip mi avvicinai all'imprenditore, mi girai e cominciai ad ancheggiare sinuosa.
L'imprenditore mi afferrò gli slip e me li tolse con desiderio, accarezzandomi a lungo il culo.
Rimasta nuda, al centro della stanza, furono tutti e tre addosso a me, e presero a baciarmi, a leccarmi e ad accarezzarmi dappertutto.
Il mio ospite, attratto dal mio culo, si inginocchiò dietro di me e, allargatolo con le mani, prese a leccarlo furiosamente, baciandolo in ogni centimetro.
Un altro si inginocchiò davanti e, allargatami la fica con le mani, prese a leccarla voracemente fino in profondità.
Il terzo, in piedi, affianco a me, mi baciava le tette, mi leccava i capezzoli, mi stringeva i seni con forza.
Quindi l'ospite mi invitò a mettermi a quattro zampe su un grande divano, e mentre io procedevo loro si spogliavano, con i cazzi già pronti e in tiro.
Uno si mise sotto di me e, allargatami le fica, cominciò a penetrarmi col suo cazzo.
Il secondo, da dietro, appoggiò il suo cazzo alla mia fica e, spingendo con forza, lo fece entrare, così mi ritrovai con due cazzi nella fica che spingevano alternati.
L'ospite, salito sul divano, iniziò a penetrarmi nel culo.
Lo sentivo premere con forza crescente, fino a quando avvertii il suo cazzo dentro il mio culo.
A quel punto mi ritrovai nel centro di una tripla penetrazione, e debbo dire che la sensazione di pienezza che provavo era davvero sorprendente.
Spingevano coordinati, e la mia fica, riempita come non mai, la sentivo urlare di piacere, grondante di umori, tanto che venni urlando in modo incontrollato mentre con una mano mi masturbavo il clitoride.
I tre spingevano in modo forsennato fino a quando sentii l'ospite sborrarmi nel culo.
Fu il primo a venire, seguito poco dopo dai due che mi stavano sfondando la fica.
I tre rimasero a spingere a lungo dentro di me, con i cazzi che continuavano a essere duri anche dopo aver sborrato.
Mi sentivo invasa, godevo, mi piaceva, ansimavo e dopo un pò venni di nuovo, agitando la testa per il piacere.
Emisi un profondo sospiro, mentre uno alla volta i tre cazzi uscivano.
Ero ancora a quattro zampe sul divano, che leccavo i cazzi umidi che mi venivano messi in bocca, quando il mio ospite si presentò con una tazza che mi mise sotto la fica: "Ricaccia tutto, troia".
Eseguii, impegnandomi, perchè la sborra era in profondità e ci volle un pò prima che riuscissi a ricacciarla.
L'ospite la raccolse dentro la tazza, vi versò dentro un pò di cognac e me la diede dicendomi: "Bevi, puttana"
Io presi la tazza, mi alzai in piedi, guardai i tre, portai alle labbra la tazza e bevvi la sborra che c'era dentro con il liquore, ripassando la lingua sulle labbra.
"Hai gradito, troia?", mi chiese l'ospite prendendo la tazza.
"Se ne potessi avere un'altra razione, la gradirei davvero: siete in grado di procurarmela?", chiesi provocante.
"La notte è giovane, Annamaria, è appena iniziata...", mi rispose l'ospite mentre mi invitava a salire le scale verso la camera da letto del piano superiore...
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