La riscoperta dell'Hammam
di
LedZep85
genere
trio
Francesca aveva scelto quel ritiro di tre giorni in una spa esclusiva nel cuore di Marrakech proprio per la solitudine e il silenzio. A 43 anni, sentiva che il suo corpo era finalmente suo: non più solo un involucro, ma una fonte di potenziale eccitazione che aveva scoperto da poco e che ora rispondeva con una sensibilità che non conosceva. L'Hammam era una stanza di marmo lucido e vapore denso. Il profumo di eucalipto e miele orientale saturava l'aria, avvolgendo ogni cosa in un'intimità quasi mistica. Francesca era distesa sul tavolo centrale, coperta solo da un panno sottile che aderiva alla pelle per l'umidità.
La massaggiatrice, Aisha, entrò silenziosamente. Era una donna mulatta, dalla pelle ambrata e vellutata, con una quieta dignità nel portamento. Le sue forme erano interamente celate da una lunga tunica di lino bianco, semplice e pudica. Aisha iniziò il massaggio con oli caldi e movimenti lenti, terapeutici. Ma mentre le sue mani lavoravano la schiena e le gambe di Francesca, il tocco iniziò a cambiare. Quando Aisha sollevò delicatamente il panno per lavorare sui glutei, le sue dita indugiarono per un istante di troppo, un lento accarezzamento della curva tra l'anca e la coscia che fece sussultare Francesca. Il suo corpo si tese, una risposta immediata e incontrollabile.
Aisha non ruppe il silenzio, ma il suo tocco divenne una tortura squisita di incertezza. Quando si spostò sui lati di Francesca per lavorare sui muscoli obliqui, la punta delle sue dita sfiorò ripetutamente il tessuto sensibile del suo fianco e della parte bassa della schiena, appena al di sopra del bordo del panno. Erano tocchi fugaci, ma elettrici, e ogni volta l'elettricità si irradiava, facendo contrarre involontariamente la pelle di Francesca. Francesca si dibatteva internamente: "È solo l'estensione naturale della sua manovra? O c'è un messaggio deliberato in questa precisione?" L'ambiguità era il vero afrodisiaco. Quando tornò a lavorare sulle gambe, le sue dita si addentrarono nell'area dell'interno coscia, spingendosi con una lentezza estenuante fino a raggiungere l'orlo del panno. Aisha mantenne una pressione costante in quel punto, apparentemente mirata a un nervo profondo, che però irradiava calore direttamente al centro del desiderio di Francesca. L'umidità tra le sue cosce aumentava, e il pudore svaniva sotto l'ondata di un'eccitazione puramente fisica.
L'ambiguità era diventata insopportabile. Aisha si posizionò alla sua testa, e le dita sfiorarono la spalla di Francesca in un gesto che non era più un invito, ma un'indicazione chiara. Francesca comprese il comando. Obbedì. Girò lentamente il corpo, ritrovandosi supina sul marmo caldo, il panno sottile che a malapena le copriva l'intimità. Era completamente esposta allo sguardo di Aisha. La mano calda e pesante di Aisha si mosse verso il basso, scivolando sotto il bordo del panno umido, il pollice si posò per un istante sul monte di Venere. L'eccitazione di Francesca esplose in una singola, involontaria ansimazione che si propagò nel silenzio saturo di vapore. Il suo bacino si sollevò di un centimetro dal marmo, una supplica silenziosa.
Aisha scostò il sottile panno umido che copriva il sesso di Francesca. Si inginocchiò, e le sue dita lunghe e forti, ancora calde e scivolose di oli orientali, si posarono con una precisione chirurgica sul centro di desiderio di Francesca. I gemiti si fecero più insistenti. Le mani di Aisha l'avevano portata al limite. Francesca ansimò quando il tocco delle dita fu sostituito dal contatto caldo e umido della lingua di Aisha. Proprio quando sentì l'ondata del culmine travolgerla, Aisha si bloccò, sollevando la testa con un movimento deliberato. Le sue labbra catturarono quelle di Francesca in un bacio profondo e passionale. Francesca avvertì immediatamente la verità del gesto: sentì il sapore del suo stesso piacere in bocca ad Aisha.
Il sapore del suo stesso desiderio sulle labbra di Aisha fu la scintilla definitiva. Ruppe il bacio, i suoi occhi scuri e velati che esprimevano una risoluzione assoluta. Le sue mani si mossero rapidamente, afferrando il lino candido della tunica di Aisha. Francesca non si affrettò. Tirò il tessuto verso l'alto con una lentezza calcolata, lasciando che la tunica si sfilasse solo fino alle spalle. Davanti a lei, la tunica si aprì, rivelando le spalle nude e tornite di Aisha. La sua lingua, ancora umida del suo stesso piacere, assaporò con lentezza un capezzolo di Aisha, succhiandolo con più foga, mentre le sue dita liberavano il resto del busto. Solo quando la tunica scivolò via completamente, lasciando Aisha nuda e sensuale sul marmo caldo, Francesca si scostò leggermente.
Francesca afferrò Aisha e la fece stendere sul piano di marmo caldo. Poi, con un'agilità inattesa, si posizionò sopra di lei, disponendosi per l'intenso '69', le loro intimità perfettamente allineate. Francesca si abbandonò al piacere reciproco con la ferocia della sua riscoperta.
I gemiti di Francesca si moltiplicarono. Proprio in quel momento di massimo abbandono, la porta si aprì leggermente. Sulla soglia comparve Karim, il massaggiatore mulatto.
La scena che gli si parò davanti fu uno squarcio nella professionalità silenziosa. Francesca era supina, a cavalcioni di Aisha, il suo corpo tremante e nudo, unito in un intenso e avido '69'.
Francesca, accecata dall'eccitazione, sollevò solo la testa da Aisha. I suoi occhi catturarono quelli di Karim in un invito senza appello.
"Avanti," ordinò Francesca, la sua voce era un sussurro rauco e imperioso. "Vieni qui."
Karim non esitò. Lasciò cadere il panno. Le sue dimensioni, davvero notevoli, si rivelarono subito, turgide e pronte.
Francesca, con la stessa determinazione con cui aveva ordinato, scostò il viso dal sesso di Aisha e, mantenendosi a cavalcioni del busto di Aisha, si protese in avanti verso Karim. Senza timore, prese il membro massiccio e, con un gesto rapido e possessivo, lo portò alle sue labbra.
Il pene di Karim era grosso e duro, e le riempì l'intera bocca, distendendo le mascelle di Francesca fino al limite. Il glande, spesso e caldo, premette contro il palato. Francesca sentì la sua bocca pulsare, e ogni fibra del suo essere ora sentiva l'esigenza impellente di essere penetrata da quel cazzo.
Dopo pochi, intensi istanti in cui ne assaporò la potenza, Francesca lo allontanò con la bocca. "Ora," sussurrò con urgenza. "Penetrami, e fallo subito."
Senza perdere il ritmo con Aisha, Francesca si sollevò quel tanto che bastava per accogliere la nuova, massiccia intrusione. Karim la penetrò con un'unica spinta lenta ma profonda. La sensazione fu di una pienezza totale, quasi dolorosa nella sua magnificenza, che le strappò un grido strozzato. Il suo membro era largo, caldo e si spingeva fino al limite massimo della sua anatomia.
Francesca sentì l'impatto della potenza di Karim che spingeva in lei, mentre il piacere orale di Aisha continuava la sua opera. Karim iniziò a muoversi con un vigore controllato.
L'azione era adesso tripla e sincronizzata. Il contatto orale di Aisha, amplificato dalla doppia penetrazione, spinse Francesca oltre ogni limite. Il suo corpo fu scosso da una serie di contrazioni violente, seguite immediatamente dall'esplosione di piacere di Aisha nella sua bocca. Nello stesso istante, Karim ansimò, e la sua eiaculazione fu profonda e voluminosa, colmando Francesca fino al limite, una sensazione di pienezza calda che sigillò il momento.
I tre rimasero immobili, esausti, nel vapore caldo dell'Hammam, la prova tangibile e fisica della totale libertà e sensualità riscoperta di Francesca. Non era solo piacere; era la conferma che il suo corpo, a 43 anni, era una fonte inesauribile di desiderio e potere, finalmente liberato e riconosciuto in un modo che superava ogni aspettativa. Quel silenzio post-culmine era saturo della vertiginosa consapevolezza di ciò che aveva osato e ottenuto.
La massaggiatrice, Aisha, entrò silenziosamente. Era una donna mulatta, dalla pelle ambrata e vellutata, con una quieta dignità nel portamento. Le sue forme erano interamente celate da una lunga tunica di lino bianco, semplice e pudica. Aisha iniziò il massaggio con oli caldi e movimenti lenti, terapeutici. Ma mentre le sue mani lavoravano la schiena e le gambe di Francesca, il tocco iniziò a cambiare. Quando Aisha sollevò delicatamente il panno per lavorare sui glutei, le sue dita indugiarono per un istante di troppo, un lento accarezzamento della curva tra l'anca e la coscia che fece sussultare Francesca. Il suo corpo si tese, una risposta immediata e incontrollabile.
Aisha non ruppe il silenzio, ma il suo tocco divenne una tortura squisita di incertezza. Quando si spostò sui lati di Francesca per lavorare sui muscoli obliqui, la punta delle sue dita sfiorò ripetutamente il tessuto sensibile del suo fianco e della parte bassa della schiena, appena al di sopra del bordo del panno. Erano tocchi fugaci, ma elettrici, e ogni volta l'elettricità si irradiava, facendo contrarre involontariamente la pelle di Francesca. Francesca si dibatteva internamente: "È solo l'estensione naturale della sua manovra? O c'è un messaggio deliberato in questa precisione?" L'ambiguità era il vero afrodisiaco. Quando tornò a lavorare sulle gambe, le sue dita si addentrarono nell'area dell'interno coscia, spingendosi con una lentezza estenuante fino a raggiungere l'orlo del panno. Aisha mantenne una pressione costante in quel punto, apparentemente mirata a un nervo profondo, che però irradiava calore direttamente al centro del desiderio di Francesca. L'umidità tra le sue cosce aumentava, e il pudore svaniva sotto l'ondata di un'eccitazione puramente fisica.
L'ambiguità era diventata insopportabile. Aisha si posizionò alla sua testa, e le dita sfiorarono la spalla di Francesca in un gesto che non era più un invito, ma un'indicazione chiara. Francesca comprese il comando. Obbedì. Girò lentamente il corpo, ritrovandosi supina sul marmo caldo, il panno sottile che a malapena le copriva l'intimità. Era completamente esposta allo sguardo di Aisha. La mano calda e pesante di Aisha si mosse verso il basso, scivolando sotto il bordo del panno umido, il pollice si posò per un istante sul monte di Venere. L'eccitazione di Francesca esplose in una singola, involontaria ansimazione che si propagò nel silenzio saturo di vapore. Il suo bacino si sollevò di un centimetro dal marmo, una supplica silenziosa.
Aisha scostò il sottile panno umido che copriva il sesso di Francesca. Si inginocchiò, e le sue dita lunghe e forti, ancora calde e scivolose di oli orientali, si posarono con una precisione chirurgica sul centro di desiderio di Francesca. I gemiti si fecero più insistenti. Le mani di Aisha l'avevano portata al limite. Francesca ansimò quando il tocco delle dita fu sostituito dal contatto caldo e umido della lingua di Aisha. Proprio quando sentì l'ondata del culmine travolgerla, Aisha si bloccò, sollevando la testa con un movimento deliberato. Le sue labbra catturarono quelle di Francesca in un bacio profondo e passionale. Francesca avvertì immediatamente la verità del gesto: sentì il sapore del suo stesso piacere in bocca ad Aisha.
Il sapore del suo stesso desiderio sulle labbra di Aisha fu la scintilla definitiva. Ruppe il bacio, i suoi occhi scuri e velati che esprimevano una risoluzione assoluta. Le sue mani si mossero rapidamente, afferrando il lino candido della tunica di Aisha. Francesca non si affrettò. Tirò il tessuto verso l'alto con una lentezza calcolata, lasciando che la tunica si sfilasse solo fino alle spalle. Davanti a lei, la tunica si aprì, rivelando le spalle nude e tornite di Aisha. La sua lingua, ancora umida del suo stesso piacere, assaporò con lentezza un capezzolo di Aisha, succhiandolo con più foga, mentre le sue dita liberavano il resto del busto. Solo quando la tunica scivolò via completamente, lasciando Aisha nuda e sensuale sul marmo caldo, Francesca si scostò leggermente.
Francesca afferrò Aisha e la fece stendere sul piano di marmo caldo. Poi, con un'agilità inattesa, si posizionò sopra di lei, disponendosi per l'intenso '69', le loro intimità perfettamente allineate. Francesca si abbandonò al piacere reciproco con la ferocia della sua riscoperta.
I gemiti di Francesca si moltiplicarono. Proprio in quel momento di massimo abbandono, la porta si aprì leggermente. Sulla soglia comparve Karim, il massaggiatore mulatto.
La scena che gli si parò davanti fu uno squarcio nella professionalità silenziosa. Francesca era supina, a cavalcioni di Aisha, il suo corpo tremante e nudo, unito in un intenso e avido '69'.
Francesca, accecata dall'eccitazione, sollevò solo la testa da Aisha. I suoi occhi catturarono quelli di Karim in un invito senza appello.
"Avanti," ordinò Francesca, la sua voce era un sussurro rauco e imperioso. "Vieni qui."
Karim non esitò. Lasciò cadere il panno. Le sue dimensioni, davvero notevoli, si rivelarono subito, turgide e pronte.
Francesca, con la stessa determinazione con cui aveva ordinato, scostò il viso dal sesso di Aisha e, mantenendosi a cavalcioni del busto di Aisha, si protese in avanti verso Karim. Senza timore, prese il membro massiccio e, con un gesto rapido e possessivo, lo portò alle sue labbra.
Il pene di Karim era grosso e duro, e le riempì l'intera bocca, distendendo le mascelle di Francesca fino al limite. Il glande, spesso e caldo, premette contro il palato. Francesca sentì la sua bocca pulsare, e ogni fibra del suo essere ora sentiva l'esigenza impellente di essere penetrata da quel cazzo.
Dopo pochi, intensi istanti in cui ne assaporò la potenza, Francesca lo allontanò con la bocca. "Ora," sussurrò con urgenza. "Penetrami, e fallo subito."
Senza perdere il ritmo con Aisha, Francesca si sollevò quel tanto che bastava per accogliere la nuova, massiccia intrusione. Karim la penetrò con un'unica spinta lenta ma profonda. La sensazione fu di una pienezza totale, quasi dolorosa nella sua magnificenza, che le strappò un grido strozzato. Il suo membro era largo, caldo e si spingeva fino al limite massimo della sua anatomia.
Francesca sentì l'impatto della potenza di Karim che spingeva in lei, mentre il piacere orale di Aisha continuava la sua opera. Karim iniziò a muoversi con un vigore controllato.
L'azione era adesso tripla e sincronizzata. Il contatto orale di Aisha, amplificato dalla doppia penetrazione, spinse Francesca oltre ogni limite. Il suo corpo fu scosso da una serie di contrazioni violente, seguite immediatamente dall'esplosione di piacere di Aisha nella sua bocca. Nello stesso istante, Karim ansimò, e la sua eiaculazione fu profonda e voluminosa, colmando Francesca fino al limite, una sensazione di pienezza calda che sigillò il momento.
I tre rimasero immobili, esausti, nel vapore caldo dell'Hammam, la prova tangibile e fisica della totale libertà e sensualità riscoperta di Francesca. Non era solo piacere; era la conferma che il suo corpo, a 43 anni, era una fonte inesauribile di desiderio e potere, finalmente liberato e riconosciuto in un modo che superava ogni aspettativa. Quel silenzio post-culmine era saturo della vertiginosa consapevolezza di ciò che aveva osato e ottenuto.
2
voti
voti
valutazione
8
8
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
La Notte al Velvet Kissracconto sucessivo
La regia del piacere
Commenti dei lettori al racconto erotico