La Notte al Velvet Kiss
di
LedZep85
genere
scambio di coppia
L'aria del Velvet Kiss era densa di profumo di incenso, musica lounge e l'eccitazione palpabile di desideri inespressi. Le luci soffuse, di un rosso e viola intenso, danzavano sulle pareti rivestite di velluto scuro, riflettendosi nei bicchieri di cocktail scintillanti.
Io e Francesca eravamo seduti in un angolo discreto, ma con una visuale perfetta sulla sala principale. La nostra mano era intrecciata sotto il tavolo, una stretta rassicurante che celava un'inquietudine vibrante.
Francesca era la perfetta manifestazione della trasgressione. Indossava un abito da sera in raso nero che sembrava liquido, fasciandole le curve fino a metà coscia. Era un modello essenziale ma audacissimo: uno scollo a "V" profondo che si spingeva quasi all'ombelico e, sul fianco sinistro, uno spacco vertiginoso che si apriva a ogni suo movimento, rivelando uno scorcio mozzafiato della sua coscia.
Sotto quel raso provocante, sapevo esattamente cosa nascondeva, e il pensiero mi faceva fremere. Aveva scelto un set di pizzo nero trasparente, quasi inesistente, pensato per essere tolto con un semplice gesto. Un perizoma minimale e un bralette con ferretto che disegnava il seno senza coprirlo davvero. A rendere il tutto ancora più elettrizzante, calzava un paio di sandali neri con tacco a spillo altissimo, i cinturini sottili che le fasciavano le caviglie e le regalavano un’andatura sinuosa e imperiosa. Ogni dettaglio urlava la sua disponibilità.
Francesca si strinse a me, il suo profumo inebriante, e mi sussurrò all'orecchio: "Sono pronta. E tu?"
Le risposi con un bacio leggero sul collo, un gesto che valeva più di mille parole. Il mio sguardo si posò su di lei, assaporando ogni dettaglio della sua bellezza, e poi si allargò sulla sala, cercando, scrutando. Il gioco era appena cominciato.
Stavamo sorseggiando il nostro drink, osservando distrattamente il flusso di persone, quando i nostri occhi si posarono su di loro. Erano esattamente quello che speravamo di trovare.
Si chiamavano Andrea e Sofia, e la loro presenza emanava un’aura di sicurezza e fascino maturo che si scontrava elegantemente con l'ambiente più selvaggio del club. Entrambi sulla cinquantina, portavano la loro età con una grazia impressionante. Sofia era slanciata, con un caschetto biondo platino e labbra piene dipinte di rosso scuro; indossava un tailleur pantalone di seta grigia, apparentemente sobrio, ma aperto a rivelare un corpetto di chantilly nero, un dettaglio che le conferiva un'irresistibile malizia. Andrea era alto, i capelli scuri leggermente brizzolati alle tempie, e vestito con una giacca scura e una camicia di seta sbottonata, che lasciava intravedere un fisico atletico. Si muovevano con una disinvoltura che denotava la loro familiarità con il luogo e con il gioco.
I loro sguardi si incrociarono con i nostri. Quello di Andrea si soffermò prima su di me, in un rapido cenno di intesa, e poi indugiò, con evidente ammirazione, su Francesca. Sofia, invece, fu più diretta: i suoi occhi cremisi esaminarono Francesca da cima a fondo – l’abito, le gambe, l'espressione sul suo viso – con un interesse palese e professionale.
Francesca sentì immediatamente la loro attenzione. Strinse la mia mano e si raddrizzò leggermente sulla sedia, rispondendo a quello sguardo con un sorriso lento e consapevole. L'aria si fece più calda.
"Sono loro," sussurrò Francesca, la voce appena un filo di eccitazione. "Mi guardano in un modo..."
"Ti desiderano," completai io.
Eravamo stati scelti, o forse, eravamo noi ad aver scelto. La loro presenza rendeva l'aria ancora più densa di promesse.
Il gioco di sguardi durò un istante di troppo, un silenzio carico in cui le intenzioni furono lette e accettate. Poi, coerentemente con l'elegante tacito accordo di quel luogo, fu Sofia a muoversi per prima.
Si sollevò con una lentezza studiata dal divanetto di pelle, lisciandosi la seta dei pantaloni. La sua camminata era ferma e sinuosa, e la sua maturità le conferiva un'autorità che Francesca recepì immediatamente. Il suo approccio non fu diretto a me, ma esclusivamente a mia moglie.
Si fermò accanto al nostro tavolo. Andrea ci fece un cenno col capo da lontano, un sorriso caldo e rassicurante. Io strinsi la gamba di Francesca sotto il tavolo, in un gesto di incoraggiamento e possesso.
Sofia si chinò leggermente verso Francesca, il suo profumo sofisticato, un misto di gelsomino e qualcosa di più speziato, invadendo il nostro spazio. Le sue labbra rosse si aprirono in un sorriso accogliente, ma con un fondo di impazienza.
"Scusate l'intrusione," disse Sofia, la voce bassa, roca e incredibilmente affascinante. I suoi occhi erano fissi su quelli di Francesca. "Non ho potuto fare a meno di notarti. Sei splendida in quell'abito."
Francesca arrossì leggermente, ma non distolse lo sguardo. Quella conversazione tra donne, sotto i nostri occhi attenti, era già un elemento di eccitazione.
"Grazie," rispose Francesca, la sua voce leggermente incerta, ma piena di curiosità. "Anche tu sei... molto elegante."
Sofia rise piano. "L'eleganza qui dentro è solo un pretesto. Si chiama 'Velvet Kiss' per un motivo, tesoro. Il tuo sguardo dice che non sei qui solo per bere cocktail. Ho ragione?"
Francesca mi lanciò una rapida occhiata, come a chiedere conferma, ma la sua risposta fu tutta sua. "Hai ragione. Siamo qui per... goderci la serata. E per goderci la compagnia."
Sofia si prese il tempo di lasciare che la risposta di Francesca facesse effetto. Poi, il suo tono si fece più diretto. "Io e Andrea stavamo pensando di spostarci in una zona più comoda. Vi andrebbe di venire a scambiare due chiacchiere con noi? O, magari, qualcosa di più."
L'offerta era sul tavolo. Gli occhi di Francesca si illuminarono di un bagliore audace. Sapeva che in quel momento stava prendendo la decisione che avrebbe dato il via a tutto.
Francesca si prese un momento per riflettere, la sua espressione un mix affascinante di desiderio e autocontrollo. La risposta di Sofia l'aveva eccitata, ma era fondamentale per lei stabilire il tono e la compatibilità. Non si trattava solo di sesso, ma anche di feeling.
"Ci andrebbe molto volentieri," rispose Francesca, la sua voce ora ferma e sicura. Fece un cenno verso di me. "Ma prima di 'qualcosa di più', ci piacerebbe conoscervi un po'. Capire se siamo in sintonia. Sai, per rendere tutto... perfetto."
Sofia sorrise, un gesto che esprimeva approvazione e rispetto per la sua cautela. "Assolutamente. È fondamentale. La fretta guasta i piaceri migliori. Seguitemi, c'è un salottino in fondo alla sala, più tranquillo, dove possiamo chiacchierare in pace."
Sofia si raddrizzò e, con uno sguardo rapido e magnetico, fece cenno ad Andrea di aspettarla. Mentre si allontanava per raggiungerlo, la sua figura si stagliava contro le luci soffuse del club. Il tailleur di seta, così apparentemente castigato, seguiva in realtà ogni ondulazione delle sue anche con una sensualità pacata ma inequivocabile. La sua camminata, lenta e perfettamente padrona, era un invito silenzioso, una promessa di esperienza e disinvoltura. Eravamo entrambi affascinati da quella grazia matura.
Andrea annuì con un sorriso sereno, sollevandosi e aspettando in piedi che ci unissimo a loro.
Francesca si rivolse a me, i suoi occhi brillavano. "Andiamo?"
Mi alzai, il mio corpo in uno stato di crescente tensione. Ammiravo il modo in cui Francesca aveva gestito la situazione, stabilendo i limiti ma lasciando chiaramente aperta la porta al desiderio. Prenderla per mano, la condussi fuori dal nostro angolo discreto. Insieme, ci avvicinammo ad Andrea, scambiando i primi cenni di saluto, mentre Sofia ci precedeva, guidandoci verso il salottino.
Il gioco di seduzione era ufficialmente passato dalla fase degli sguardi a quella della conversazione. Sapevamo che in pochi minuti avremmo scoperto se Andrea e Sofia erano la coppia giusta per rendere la nostra prima esperienza in foursome indimenticabile.
Il salottino era un luogo di velluto e penombra, un rifugio che invitava alla confidenza. Ci accomodammo, e l'atmosfera si fece immediatamente più intensa, il silenzio rotto solo da un jazz sussurrato che filtrava dalla sala principale.
Andrea ruppe il ghiaccio con una semplicità disarmante, rivolgendo la sua attenzione a Francesca. "Siete alla prima esperienza in un club, vero? Ma i vostri occhi dicono che non siete affatto principianti in materia di desiderio."
Francesca sorrise, apprezzando la sua perspicacia. "Diciamo che i muri della nostra camera da letto hanno visto molto, ma volevamo vedere cosa c'era fuori," rispose con una sfacciataggine che mi riempì di orgoglio e eccitazione.
Mentre i due parlavano di regole e aspettative, la mia attenzione fu catturata interamente da Sofia. Lei si era avvicinata impercettibilmente sul divanetto, inclinando la testa per fissarmi. I suoi occhi, pieni di saggezza e malizia, sembravano trapassarmi.
"E tu?" mi chiese Sofia, la sua voce era un sussurro caldo, reso ancora più intimo dalla vicinanza. "Sei qui come osservatore o come... partecipante attivo al piacere di tua moglie?"
"Sono qui per assistere al suo piacere," risposi onestamente, sentendo il mio corpo tendersi. "E per partecipare a tutto ciò che la renderà felice."
Sofia sorrise, e il suo ginocchio, con una precisione calcolata, sfiorò il mio. Il contatto era minimo, ma bastò a farmi trattenere il respiro. "L'onestà è l'afrodisiaco più potente, sai? Rende l'intesa immediata."
Il feeling era palpabile. Tra me e Sofia c'era una chimica rapida, carnale. Nel frattempo, Andrea aveva preso la mano di Francesca, accarezzandole il dorso con il pollice mentre continuava a parlarle della bellezza della sperimentazione. Francesca rispondeva a quel tocco con un'evidente eccitazione, il suo sguardo che si faceva sempre più brillante e sognante.
In pochi minuti di conversazione, avevamo stabilito un patto: eravamo affascinati, disinibiti e totalmente compatibili. L'aria nel salottino non era più solo calda; era incandescente, carica della consapevolezza che il momento delle parole era quasi finito.
Le parole si stavano esaurendo, e l'aria nel salottino era diventata troppo densa per essere solo respirata. Sofia interruppe il discorso e si alzò con eleganza, un’autorità silente. Si rivolse a Francesca con uno sguardo d’intesa e si spostò dietro di lei.
Fu Andrea a fare il primo gesto esplicito. Con un movimento fluido e sicuro, le si avvicinò alle spalle. Le sue mani esperte si posarono sulle spalle nude di Francesca, accarezzandole lentamente il collo e la linea della clavicola, trasmettendo un brivido evidente a mia moglie. Quel contatto, così intimo e permesso, mi fece trattenere il respiro. Poi, con delicatezza, ma senza esitazione, le dita di Andrea trovarono il meccanismo di chiusura dell’abito e lo slacciarono con un piccolo clic. Il raso nero scivolò lentamente, cedendo e accumulandosi in vita, lasciando le spalle, la schiena e il seno coperti solo dal pizzo quasi invisibile.
Mentre l'abito cadeva, Sofia si fece avanti. Si posizionò davanti a Francesca, e i suoi occhi scuri incontrarono quelli di mia moglie in un lampo di accettazione. Senza perdere un attimo, catturò le labbra di Francesca in un bacio profondo e possessivo. Era il sigillo che univa le due donne, un gesto di iniziazione pieno di lingua e desiderio.
Io ero in piedi, completamente eccitato, il mio ruolo di complice e osservatore pienamente accettato. L'immagine di mia moglie baciata con tale foga, seminuda davanti a noi, era la prova che il limite era stato superato.
"Ora andiamo," disse Andrea, la cui voce era tornata roca per l'eccitazione, prendendo Francesca per mano.
"È ora di mettere in pratica l'intesa," aggiunse Sofia, staccandosi dal bacio con un sorriso ardente, e mi fece cenno di seguirli.
Senza bisogno di altre parole, ci guidarono fuori dal salottino, verso un corridoio secondario illuminato da lampade a olio. La destinazione era chiara: una delle stanze private, dove il gioco si sarebbe finalmente consumato.
Andrea aprì una porta pesante e ci guidò all'interno. La stanza era piccola e intima, dominata da un letto rotondo e molto grande, rivestito di lenzuola di seta scura, illuminato solo da luci a LED soffuse. L'aria era satura di un profumo intenso, una promessa di abbandono.
Appena varcammo la soglia, Andrea agì con una sicurezza travolgente. Si voltò, afferrò il collo di Francesca con una mano – un gesto che era un misto di autorità e desiderio – e catturò le sue labbra in un bacio vorace, passionale, che non ammetteva repliche. Era un bacio che la reclamava completamente.
Con l'altra mano, non le lasciò scampo. Sfilò il raso accartocciato che le era rimasto in vita, facendolo cadere sul pavimento. Francesca era ora completamente in lingerie – quel pizzo nero e trasparente che non lasciava nulla all'immaginazione. I suoi occhi erano chiusi, la sua testa inclinata all'indietro sotto la pressione della mano di Andrea, godendosi palesemente l'assertività di quel momento.
Mentre Andrea prendeva il controllo assoluto di mia moglie, Sofia osservò la scena per un istante, un sorriso compiaciuto e maturo sulle labbra. Poi, si voltò e si avvicinò a me. La sua figura elegante si fece vicina, i suoi occhi scuri che mi leggevano con intensità, riconoscendo il mio ruolo di osservatore e complice.
"Il piacere è servito," sussurrò Sofia, la sua voce calda e bassa, mentre la mia attenzione si divideva tra l'ardore della scena davanti a me e la presenza seducente di lei.
Mentre Francesca era ancora scossa dall'assalto passionale di Andrea, Sofia mi prese delicatamente per un braccio e mi guidò verso l'angolo della stanza dove si trovava una poltrona di velluto scuro.
"Tu goditi lo spettacolo," mi sussurrò, spingendomi a sedere. "E goditi anche me."
I miei occhi erano incollati alla scena davanti a me, ma la presenza di Sofia era impossibile da ignorare. Andrea non perse tempo: con una presa salda sulla vita di Francesca, la spinse lentamente in ginocchio davanti a sé. "Brava," le mormorò con autorità, il suo tono che non lasciava spazio a esitazioni. I pantaloni scuri vennero aperti con un gesto rapido, e il suo membro duro e pronto balzò fuori, una visione imponente. Francesca non attese un altro comando; la sua testa si abbassò immediatamente, avvolgendo l'organo di Andrea in un atto di pura obbedienza eccitata.
Nel frattempo, Sofia era diventata il mio centro di attenzione. Si era allontanata quel tanto che bastava per creare una distanza visiva perfetta, e cominciò a spogliarsi per me con una lentezza e una sensualità studiate. Si sfilò la giacca di seta, rivelando il corpetto di pizzo, e poi, con la punta delle dita, iniziò a sbottonarsi i pantaloni. Ogni suo movimento era una celebrazione della sua femminilità matura e sicura. I suoi occhi non lasciavano i miei, e il suo sorriso mi assicurava che era lì solo per me, mentre io, seduto, ero il suo pubblico privato. Sentivo il mio desiderio montare, diviso tra l'immagine seducente di Sofia e il gemito soffocato di Francesca che risuonava dolcemente nella stanza.
Seduto sulla poltrona di velluto, la mia attenzione era totalmente rapita da Sofia. Con un gesto finale, elegante e deliberato, lasciò cadere i pantaloni di seta sul pavimento e tolse il corpetto, restando con addosso solo un pizzo nero e minimalista che esaltava la bellezza del suo corpo maturo e tonico. Si avvicinò a me, il suo sguardo era ora intenso e senza filtri.
"Non puoi stare solo a guardare," mi sussurrò, e il suo tono non ammetteva discussioni. Le sue mani si mossero rapidissime per aprire i miei pantaloni, liberando il mio desiderio impaziente. Poi, si chinò e le sue labbra umide e piene incontrarono le mie, un bacio lungo e sicuro che mi fece dimenticare tutto, tranne lei. Le sue dita iniziarono a esplorare la mia eccitazione, il suo tocco esperto che mi conduceva subito verso un piacere vertiginoso.
Nel frattempo, l'azione tra Francesca e Andrea si faceva più intensa e autoritaria. Andrea aveva afferrato i capelli di Francesca con una mano, tirandoli leggermente per costringerla a guardare il suo desiderio mentre intensificava il ritmo. I gemiti soffocati di Francesca si facevano più frequenti, un suono che rivelava quanto stesse godendo di quell'atto di sottomissione totale.
"Bravissima," le ordinò Andrea, la sua voce profonda e piena di autorità, mentre il suo piacere si avvicinava al culmine. "Succhiami, ora." Il suo tono non era una richiesta, ma un comando perentorio che Francesca onorava con una foga inebriante.
Proprio quando il piacere sembrava destinato a esplodere per entrambi, un comando inaspettato fermò l'azione.
Andrea si staccò bruscamente da Francesca. Le afferrò il mento, costringendola a guardarlo con occhi velati dal desiderio. "Fermo. Non è ancora finita, piccola. C'è altro in serbo per te."
Contemporaneamente, Sofia si sollevò da me, il mio corpo lasciato in uno stato di bruciante frustrazione. Mi prese il viso tra le mani, i suoi occhi scuri e magnetici mi leggevano il desiderio. "Non così in fretta," sussurrò con un sorriso malizioso. "La vera arte è farla durare. E farla vedere."
Con un gesto deciso, Andrea sollevò Francesca da terra, spingendola verso il grande letto rotondo. Le posizionò a pecorina, il suo sedere esposto in modo invitante e provocatorio contro la seta scura del lenzuolo. Il suo corpo, fasciato solo dal pizzo bagnato, era una visione di pura offerta, la cui vulnerabilità amplificava il desiderio.
Sofia mi afferrò la mano e mi fece alzare dalla poltrona. Non mi permise di toccarla ancora.
"Ora guardiamo," mi ordinò, guidandomi a fianco a lei. "Guarda tua moglie. Guarda come gode. Questo è l'ultimo afrodisiaco."
Eravamo in piedi, in silenzio, osservando la nostra donna in attesa, nuda e sottomessa, mentre Andrea si posizionava dietro di lei, un sorriso predatorio sul volto. L'eccitazione che mi travolgeva in quel momento non era solo fisica, ma la perversione del voyeurismo consentito, un livello di intimità che superava qualsiasi esperienza passata.
Eravamo lì, io e Sofia, osservatori silenziosi e trepidanti, mentre Francesca era inginocchiata sul letto.
Andrea si inginocchiò dietro di lei. Le sue mani esperte scostarono con facilità l'esile pizzo nero che le copriva appena il sesso. Il contrasto tra l'oscurità del raso e la pelle esposta era una visione che mi mozzò il respiro. Poi, la sua testa si abbassò.
Andrea iniziò a leccarle il sesso con una maestria incredibile. I suoni umidi e ritmici riempirono la stanza, e i gemiti di Francesca, inizialmente sommessi, si fecero subito più acuti. La sua schiena si inarcò, e le sue mani si aggrapparono con forza al lenzuolo di seta, il suo corpo che tradiva il piacere intenso e mirato che stava ricevendo.
Sofia si strinse al mio braccio. "Guarda come gode," mi sussurrò all'orecchio, le sue parole erano benzina sulla mia eccitazione. E io guardavo, sentendo la mia stessa pelle formicolare per l'intimità assoluta a cui stavo assistendo.
Quando Francesca tremò per un culmine ravvicinato, Andrea si sollevò. Non le diede tregua. Afferrò i suoi fianchi e, senza esitazione, la penetrò. Iniziò lentamente, con spinte profonde e studiate, permettendo a Francesca di abituarsi alla nuova sensazione, ma le sue unghie affondavano nella seta per la forza del desiderio. Poi, Andrea aumentò il vigore, le spinte si fecero più rapide, più violente, trasformando i gemiti di piacere di Francesca in gridolini strozzati. E in un attimo, passò di nuovo a un ritmo lento e profondo, alternando l'intensità in modo da massimizzare il piacere e prolungare il supplizio.
Il letto gemeva sotto il peso e il ritmo, e io potevo vedere ogni singola espressione sul volto di mia moglie riflessa nel suo piacere. L'osservazione non faceva che aumentare il mio desiderio, che pulsava, intenso, in attesa del mio turno.
L'immagine di Francesca che gemeva sotto il dominio di Andrea era quasi troppo da sopportare. Proprio in quel momento, Sofia si voltò bruscamente verso di me, i suoi occhi scuri che ardevano di un desiderio insaziabile.
"Ora tocca a noi," sussurrò, e il suo comando non era meno potente di quelli di Andrea.
Senza perdere un attimo, Sofia si spostò e, con grazia felina, si distese sul letto, affianco a Francesca e alla scena di passione che si stava consumando. Il letto era enorme, e i nostri corpi lo riempivano. Si voltò verso di me, ignorando l'abito strappato di Francesca che giaceva come un trofeo in fondo al letto.
Sofia spalancò le gambe in un gesto di totale offerta. La sua nudità era bellissima, la pelle liscia e invitante.
"Vieni," mi ordinò, la voce piena di eccitazione. "Voglio che tu mi succhi fino a farmi impazzire. Voglio che guardiamo insieme come lei gode. E poi voglio che mi possiedi."
Il mio corpo, già al limite, non aveva bisogno di ulteriori inviti. Mi avvicinai al letto, e l'ultima barriera del mio controllo crollò. Mi inginocchiai tra le sue gambe e mi chinai, portando la mia bocca al suo sesso umido e caldo, pronto a soddisfare il suo desiderio. La mia lingua incontrò subito il suo centro, e il sapore inebriante del suo piacere mi travolse.
Il suono degli ansimi di Francesca, i colpi ritmici di Andrea e ora i gemiti trattenuti di Sofia si unirono in una sinfonia erotica perfetta. Eravamo uniti, due coppie sull'orlo della follia, consumate dal piacere incrociato.
L'eccitazione era troppo alta per limitarsi all'oralità. Sofia interruppe bruscamente il nostro bacio intimo e si mosse rapidamente. Con una forza inaspettata, si posizionò sotto Francesca, che era ancora a pecorina, le loro teste affiancate sul grande letto.
Non appena fu sistemata, le due donne si baciarono. Un bacio lungo e profondo, che univa il piacere che stavano ricevendo in quel momento. I gemiti soffocati di Francesca si mescolarono al sospiro di Sofia, mentre le loro bocche si univano in un atto di pura complicità e lussuria.
Mentre le due donne si baciavano, Andrea non si fermò. Continuò a possedere Francesca con un ritmo implacabile e autoritario, usando il bacio come ulteriore fonte di eccitazione. I suoi colpi erano secchi e potenti, e il letto rispondeva al loro furore.
Io non attesi un altro invito. Il mio corpo non poteva più resistere. Con un’unica spinta decisa, penetrati Sofia. Il calore e l'accoglienza del suo corpo erano totali. Mi aggrappai ai suoi fianchi, la mia spinta che si univa a quella di Andrea, creando un ritmo incrociato e vertiginoso. Ero nel mezzo, possedendo Sofia e guardando la mia donna che veniva posseduta, mentre le loro bocche erano unite in un bacio che sigillava la nostra trasgressione.
Il piacere era una tempesta inarrestabile nella stanza. Eravamo tutti e quattro legati in un groviglio di corpi e desideri, nel culmine inebriante della nostra avventura.
Proprio quando il piacere sembrava destinato a esplodere per tutti, Andrea, con una consapevolezza del gioco impeccabile, rallentò improvvisamente le spinte. Il cambio di ritmo fu un tormento delizioso, un prolungamento voluto dell'agonia del piacere.
"Adesso cambiamo," ordinò Andrea, la sua voce profonda ma calma, stabilendo ancora una volta il suo controllo sulla scena.
Con una sincronia sorprendente, l'intero groviglio di corpi si mosse.
Sofia si sollevò da sotto di me, mantenendo la nostra unione. Si sedette, appoggiandosi allo schienale imbottito del letto, e mi tirò sopra di sé, così che io potessi penetrarla mentre eravamo seduti, l'uno di fronte all'altra. L'azione era più lenta, più profonda, e i nostri sguardi si incontravano.
Allo stesso tempo, Andrea si scostò da Francesca. Sollevò mia moglie, la girò, e la fece sdraiare sul fianco con grazia sensuale, in modo che potesse penetrarla lateralmente. La pelle nuda di Francesca brillava contro la seta scura, il suo corpo sinuosamente esposto ad entrambi gli sguardi.
Ora eravamo un doppio intreccio sul letto: Sofia mi baciò subito, il suo sguardo che mi invitava a guardare Francesca e Andrea che continuavano il loro rapporto accanto a noi.
"Meglio così," mi sussurrò Sofia, la sua voce rauca. "Adesso possiamo vederci tutti e quattro. E possiamo durare a lungo."
Mentre le nostre spinte lente e profonde si facevano strada, mantenendo l'unione tra le due coppie, Sofia interruppe il nostro bacio. I suoi occhi scuri si fissarono su Francesca, che gemeva sotto le spinte laterali di Andrea. Le due donne non avevano perso la loro connessione.
Con un gesto naturale e spontaneo, Sofia allungò la mano e accarezzò la coscia esposta di Francesca, risalendo lentamente lungo il fianco, fino ad arrivare al punto in cui Andrea la stava possedendo. Francesca, colpita dal tocco inaspettato, emise un gemito di sorpresa e piacere, la sua schiena che si inarcava leggermente verso il tocco di Sofia.
Vedendo l'effetto del suo tocco, Francesca rispose al richiamo. Con una leggera contrazione, allungò la mano dietro la schiena di Andrea e raggiunse il corpo di Sofia. Le sue dita trovarono il sesso di Sofia, ancora umido e caldo per la nostra precedente intimità.
Eravamo in una perfetta sinestesia di sensazioni: i due uomini che penetravano con un ritmo costante, e le due donne che si accarezzavano e si stimolavano a vicenda con le loro mani esperte, chiudendo il cerchio del piacere. L'eccitazione si moltiplicò, e i gemiti si fecero più complessi, il piacere che stavamo dando si mescolava al piacere che stavamo ricevendo attraverso il tocco, la vista e l'attesa.
L'interazione delle mani fu la scintilla finale. Appena Francesca e Sofia intensificarono le loro carezze, il controllo che avevamo mantenuto si spezzò, e il desiderio represso esplose in un’unica richiesta: la velocità.
Andrea interruppe il ritmo lento e ricominciò a possedere Francesca con una furia improvvisa. I suoi colpi divennero veloci, potenti, trasformando i gemiti di mia moglie in grida strozzate di piacere. La spinta era così violenta che il grande letto tremò sotto di loro.
La vista di Francesca in preda a quella furia mi fece impazzire. Anch'io aumentai il ritmo su Sofia, le mie spinte che divennero più profonde e incessanti, unendo il mio furore a quello di Andrea. Sofia rispose afferrandomi la schiena con le unghie, i nostri corpi che si muovevano come un'unica entità impazzita. I suoni si mescolarono: il battito dei corpi, i gemiti alti delle donne, i respiri pesanti degli uomini.
Francesca fu la prima a raggiungere il culmine, la sua schiena si inarcò in un arco disperato, e il suo orgasmo fu una scossa violenta e prolungata. Subito dopo, Sofia si strinse a me. Le sue gambe si avvolsero attorno alla mia vita, e i suoi gemiti si trasformarono in un grido rauco e liberatorio. Sentii il suo corpo pulsare contro il mio, e l'immagine di Francesca che tremava di piacere a pochi centimetri da noi fece crollare l'ultima barriera del mio controllo.
Con un ruggito, mi abbandonai, e il mio piacere esplose in un'ondata calda dentro Sofia. Nello stesso istante, sentii Andrea ansimare accanto a noi, la sua spinta finale che lo portò al rilascio, la sua voce che sussurrò il nome di Francesca nell'attimo del suo abbandono.
Eravamo un groviglio immobile sul grande letto di seta, esausti, bagnati e ansimanti, i quattro corpi testimoni di un orgasmo collettivo e totale.
Il silenzio che seguì fu profondo e saturo, rotto solo dai nostri respiri affannosi. I quattro corpi rimasero immobili, uniti dall'eco di quel piacere totale e simultaneo. Poi, ci furono sorrisi lenti, sguardi d'intesa e carezze silenziosamente grate.
Francesca, luminosa e trasformata, mi guardò, e nei suoi occhi lessi la conferma: il nostro mondo era cambiato per sempre. Eravamo stati bravi. L'intesa tra noi, Andrea e Sofia era stata perfetta.
Quella notte al Velvet Kiss non fu, infatti, che il primo passo. Il gioco era andato oltre le nostre fantasie e quello fu il primo nostro incontro a cui ne seguirono altri sempre carichi di piacere per tutti.
Io e Francesca eravamo seduti in un angolo discreto, ma con una visuale perfetta sulla sala principale. La nostra mano era intrecciata sotto il tavolo, una stretta rassicurante che celava un'inquietudine vibrante.
Francesca era la perfetta manifestazione della trasgressione. Indossava un abito da sera in raso nero che sembrava liquido, fasciandole le curve fino a metà coscia. Era un modello essenziale ma audacissimo: uno scollo a "V" profondo che si spingeva quasi all'ombelico e, sul fianco sinistro, uno spacco vertiginoso che si apriva a ogni suo movimento, rivelando uno scorcio mozzafiato della sua coscia.
Sotto quel raso provocante, sapevo esattamente cosa nascondeva, e il pensiero mi faceva fremere. Aveva scelto un set di pizzo nero trasparente, quasi inesistente, pensato per essere tolto con un semplice gesto. Un perizoma minimale e un bralette con ferretto che disegnava il seno senza coprirlo davvero. A rendere il tutto ancora più elettrizzante, calzava un paio di sandali neri con tacco a spillo altissimo, i cinturini sottili che le fasciavano le caviglie e le regalavano un’andatura sinuosa e imperiosa. Ogni dettaglio urlava la sua disponibilità.
Francesca si strinse a me, il suo profumo inebriante, e mi sussurrò all'orecchio: "Sono pronta. E tu?"
Le risposi con un bacio leggero sul collo, un gesto che valeva più di mille parole. Il mio sguardo si posò su di lei, assaporando ogni dettaglio della sua bellezza, e poi si allargò sulla sala, cercando, scrutando. Il gioco era appena cominciato.
Stavamo sorseggiando il nostro drink, osservando distrattamente il flusso di persone, quando i nostri occhi si posarono su di loro. Erano esattamente quello che speravamo di trovare.
Si chiamavano Andrea e Sofia, e la loro presenza emanava un’aura di sicurezza e fascino maturo che si scontrava elegantemente con l'ambiente più selvaggio del club. Entrambi sulla cinquantina, portavano la loro età con una grazia impressionante. Sofia era slanciata, con un caschetto biondo platino e labbra piene dipinte di rosso scuro; indossava un tailleur pantalone di seta grigia, apparentemente sobrio, ma aperto a rivelare un corpetto di chantilly nero, un dettaglio che le conferiva un'irresistibile malizia. Andrea era alto, i capelli scuri leggermente brizzolati alle tempie, e vestito con una giacca scura e una camicia di seta sbottonata, che lasciava intravedere un fisico atletico. Si muovevano con una disinvoltura che denotava la loro familiarità con il luogo e con il gioco.
I loro sguardi si incrociarono con i nostri. Quello di Andrea si soffermò prima su di me, in un rapido cenno di intesa, e poi indugiò, con evidente ammirazione, su Francesca. Sofia, invece, fu più diretta: i suoi occhi cremisi esaminarono Francesca da cima a fondo – l’abito, le gambe, l'espressione sul suo viso – con un interesse palese e professionale.
Francesca sentì immediatamente la loro attenzione. Strinse la mia mano e si raddrizzò leggermente sulla sedia, rispondendo a quello sguardo con un sorriso lento e consapevole. L'aria si fece più calda.
"Sono loro," sussurrò Francesca, la voce appena un filo di eccitazione. "Mi guardano in un modo..."
"Ti desiderano," completai io.
Eravamo stati scelti, o forse, eravamo noi ad aver scelto. La loro presenza rendeva l'aria ancora più densa di promesse.
Il gioco di sguardi durò un istante di troppo, un silenzio carico in cui le intenzioni furono lette e accettate. Poi, coerentemente con l'elegante tacito accordo di quel luogo, fu Sofia a muoversi per prima.
Si sollevò con una lentezza studiata dal divanetto di pelle, lisciandosi la seta dei pantaloni. La sua camminata era ferma e sinuosa, e la sua maturità le conferiva un'autorità che Francesca recepì immediatamente. Il suo approccio non fu diretto a me, ma esclusivamente a mia moglie.
Si fermò accanto al nostro tavolo. Andrea ci fece un cenno col capo da lontano, un sorriso caldo e rassicurante. Io strinsi la gamba di Francesca sotto il tavolo, in un gesto di incoraggiamento e possesso.
Sofia si chinò leggermente verso Francesca, il suo profumo sofisticato, un misto di gelsomino e qualcosa di più speziato, invadendo il nostro spazio. Le sue labbra rosse si aprirono in un sorriso accogliente, ma con un fondo di impazienza.
"Scusate l'intrusione," disse Sofia, la voce bassa, roca e incredibilmente affascinante. I suoi occhi erano fissi su quelli di Francesca. "Non ho potuto fare a meno di notarti. Sei splendida in quell'abito."
Francesca arrossì leggermente, ma non distolse lo sguardo. Quella conversazione tra donne, sotto i nostri occhi attenti, era già un elemento di eccitazione.
"Grazie," rispose Francesca, la sua voce leggermente incerta, ma piena di curiosità. "Anche tu sei... molto elegante."
Sofia rise piano. "L'eleganza qui dentro è solo un pretesto. Si chiama 'Velvet Kiss' per un motivo, tesoro. Il tuo sguardo dice che non sei qui solo per bere cocktail. Ho ragione?"
Francesca mi lanciò una rapida occhiata, come a chiedere conferma, ma la sua risposta fu tutta sua. "Hai ragione. Siamo qui per... goderci la serata. E per goderci la compagnia."
Sofia si prese il tempo di lasciare che la risposta di Francesca facesse effetto. Poi, il suo tono si fece più diretto. "Io e Andrea stavamo pensando di spostarci in una zona più comoda. Vi andrebbe di venire a scambiare due chiacchiere con noi? O, magari, qualcosa di più."
L'offerta era sul tavolo. Gli occhi di Francesca si illuminarono di un bagliore audace. Sapeva che in quel momento stava prendendo la decisione che avrebbe dato il via a tutto.
Francesca si prese un momento per riflettere, la sua espressione un mix affascinante di desiderio e autocontrollo. La risposta di Sofia l'aveva eccitata, ma era fondamentale per lei stabilire il tono e la compatibilità. Non si trattava solo di sesso, ma anche di feeling.
"Ci andrebbe molto volentieri," rispose Francesca, la sua voce ora ferma e sicura. Fece un cenno verso di me. "Ma prima di 'qualcosa di più', ci piacerebbe conoscervi un po'. Capire se siamo in sintonia. Sai, per rendere tutto... perfetto."
Sofia sorrise, un gesto che esprimeva approvazione e rispetto per la sua cautela. "Assolutamente. È fondamentale. La fretta guasta i piaceri migliori. Seguitemi, c'è un salottino in fondo alla sala, più tranquillo, dove possiamo chiacchierare in pace."
Sofia si raddrizzò e, con uno sguardo rapido e magnetico, fece cenno ad Andrea di aspettarla. Mentre si allontanava per raggiungerlo, la sua figura si stagliava contro le luci soffuse del club. Il tailleur di seta, così apparentemente castigato, seguiva in realtà ogni ondulazione delle sue anche con una sensualità pacata ma inequivocabile. La sua camminata, lenta e perfettamente padrona, era un invito silenzioso, una promessa di esperienza e disinvoltura. Eravamo entrambi affascinati da quella grazia matura.
Andrea annuì con un sorriso sereno, sollevandosi e aspettando in piedi che ci unissimo a loro.
Francesca si rivolse a me, i suoi occhi brillavano. "Andiamo?"
Mi alzai, il mio corpo in uno stato di crescente tensione. Ammiravo il modo in cui Francesca aveva gestito la situazione, stabilendo i limiti ma lasciando chiaramente aperta la porta al desiderio. Prenderla per mano, la condussi fuori dal nostro angolo discreto. Insieme, ci avvicinammo ad Andrea, scambiando i primi cenni di saluto, mentre Sofia ci precedeva, guidandoci verso il salottino.
Il gioco di seduzione era ufficialmente passato dalla fase degli sguardi a quella della conversazione. Sapevamo che in pochi minuti avremmo scoperto se Andrea e Sofia erano la coppia giusta per rendere la nostra prima esperienza in foursome indimenticabile.
Il salottino era un luogo di velluto e penombra, un rifugio che invitava alla confidenza. Ci accomodammo, e l'atmosfera si fece immediatamente più intensa, il silenzio rotto solo da un jazz sussurrato che filtrava dalla sala principale.
Andrea ruppe il ghiaccio con una semplicità disarmante, rivolgendo la sua attenzione a Francesca. "Siete alla prima esperienza in un club, vero? Ma i vostri occhi dicono che non siete affatto principianti in materia di desiderio."
Francesca sorrise, apprezzando la sua perspicacia. "Diciamo che i muri della nostra camera da letto hanno visto molto, ma volevamo vedere cosa c'era fuori," rispose con una sfacciataggine che mi riempì di orgoglio e eccitazione.
Mentre i due parlavano di regole e aspettative, la mia attenzione fu catturata interamente da Sofia. Lei si era avvicinata impercettibilmente sul divanetto, inclinando la testa per fissarmi. I suoi occhi, pieni di saggezza e malizia, sembravano trapassarmi.
"E tu?" mi chiese Sofia, la sua voce era un sussurro caldo, reso ancora più intimo dalla vicinanza. "Sei qui come osservatore o come... partecipante attivo al piacere di tua moglie?"
"Sono qui per assistere al suo piacere," risposi onestamente, sentendo il mio corpo tendersi. "E per partecipare a tutto ciò che la renderà felice."
Sofia sorrise, e il suo ginocchio, con una precisione calcolata, sfiorò il mio. Il contatto era minimo, ma bastò a farmi trattenere il respiro. "L'onestà è l'afrodisiaco più potente, sai? Rende l'intesa immediata."
Il feeling era palpabile. Tra me e Sofia c'era una chimica rapida, carnale. Nel frattempo, Andrea aveva preso la mano di Francesca, accarezzandole il dorso con il pollice mentre continuava a parlarle della bellezza della sperimentazione. Francesca rispondeva a quel tocco con un'evidente eccitazione, il suo sguardo che si faceva sempre più brillante e sognante.
In pochi minuti di conversazione, avevamo stabilito un patto: eravamo affascinati, disinibiti e totalmente compatibili. L'aria nel salottino non era più solo calda; era incandescente, carica della consapevolezza che il momento delle parole era quasi finito.
Le parole si stavano esaurendo, e l'aria nel salottino era diventata troppo densa per essere solo respirata. Sofia interruppe il discorso e si alzò con eleganza, un’autorità silente. Si rivolse a Francesca con uno sguardo d’intesa e si spostò dietro di lei.
Fu Andrea a fare il primo gesto esplicito. Con un movimento fluido e sicuro, le si avvicinò alle spalle. Le sue mani esperte si posarono sulle spalle nude di Francesca, accarezzandole lentamente il collo e la linea della clavicola, trasmettendo un brivido evidente a mia moglie. Quel contatto, così intimo e permesso, mi fece trattenere il respiro. Poi, con delicatezza, ma senza esitazione, le dita di Andrea trovarono il meccanismo di chiusura dell’abito e lo slacciarono con un piccolo clic. Il raso nero scivolò lentamente, cedendo e accumulandosi in vita, lasciando le spalle, la schiena e il seno coperti solo dal pizzo quasi invisibile.
Mentre l'abito cadeva, Sofia si fece avanti. Si posizionò davanti a Francesca, e i suoi occhi scuri incontrarono quelli di mia moglie in un lampo di accettazione. Senza perdere un attimo, catturò le labbra di Francesca in un bacio profondo e possessivo. Era il sigillo che univa le due donne, un gesto di iniziazione pieno di lingua e desiderio.
Io ero in piedi, completamente eccitato, il mio ruolo di complice e osservatore pienamente accettato. L'immagine di mia moglie baciata con tale foga, seminuda davanti a noi, era la prova che il limite era stato superato.
"Ora andiamo," disse Andrea, la cui voce era tornata roca per l'eccitazione, prendendo Francesca per mano.
"È ora di mettere in pratica l'intesa," aggiunse Sofia, staccandosi dal bacio con un sorriso ardente, e mi fece cenno di seguirli.
Senza bisogno di altre parole, ci guidarono fuori dal salottino, verso un corridoio secondario illuminato da lampade a olio. La destinazione era chiara: una delle stanze private, dove il gioco si sarebbe finalmente consumato.
Andrea aprì una porta pesante e ci guidò all'interno. La stanza era piccola e intima, dominata da un letto rotondo e molto grande, rivestito di lenzuola di seta scura, illuminato solo da luci a LED soffuse. L'aria era satura di un profumo intenso, una promessa di abbandono.
Appena varcammo la soglia, Andrea agì con una sicurezza travolgente. Si voltò, afferrò il collo di Francesca con una mano – un gesto che era un misto di autorità e desiderio – e catturò le sue labbra in un bacio vorace, passionale, che non ammetteva repliche. Era un bacio che la reclamava completamente.
Con l'altra mano, non le lasciò scampo. Sfilò il raso accartocciato che le era rimasto in vita, facendolo cadere sul pavimento. Francesca era ora completamente in lingerie – quel pizzo nero e trasparente che non lasciava nulla all'immaginazione. I suoi occhi erano chiusi, la sua testa inclinata all'indietro sotto la pressione della mano di Andrea, godendosi palesemente l'assertività di quel momento.
Mentre Andrea prendeva il controllo assoluto di mia moglie, Sofia osservò la scena per un istante, un sorriso compiaciuto e maturo sulle labbra. Poi, si voltò e si avvicinò a me. La sua figura elegante si fece vicina, i suoi occhi scuri che mi leggevano con intensità, riconoscendo il mio ruolo di osservatore e complice.
"Il piacere è servito," sussurrò Sofia, la sua voce calda e bassa, mentre la mia attenzione si divideva tra l'ardore della scena davanti a me e la presenza seducente di lei.
Mentre Francesca era ancora scossa dall'assalto passionale di Andrea, Sofia mi prese delicatamente per un braccio e mi guidò verso l'angolo della stanza dove si trovava una poltrona di velluto scuro.
"Tu goditi lo spettacolo," mi sussurrò, spingendomi a sedere. "E goditi anche me."
I miei occhi erano incollati alla scena davanti a me, ma la presenza di Sofia era impossibile da ignorare. Andrea non perse tempo: con una presa salda sulla vita di Francesca, la spinse lentamente in ginocchio davanti a sé. "Brava," le mormorò con autorità, il suo tono che non lasciava spazio a esitazioni. I pantaloni scuri vennero aperti con un gesto rapido, e il suo membro duro e pronto balzò fuori, una visione imponente. Francesca non attese un altro comando; la sua testa si abbassò immediatamente, avvolgendo l'organo di Andrea in un atto di pura obbedienza eccitata.
Nel frattempo, Sofia era diventata il mio centro di attenzione. Si era allontanata quel tanto che bastava per creare una distanza visiva perfetta, e cominciò a spogliarsi per me con una lentezza e una sensualità studiate. Si sfilò la giacca di seta, rivelando il corpetto di pizzo, e poi, con la punta delle dita, iniziò a sbottonarsi i pantaloni. Ogni suo movimento era una celebrazione della sua femminilità matura e sicura. I suoi occhi non lasciavano i miei, e il suo sorriso mi assicurava che era lì solo per me, mentre io, seduto, ero il suo pubblico privato. Sentivo il mio desiderio montare, diviso tra l'immagine seducente di Sofia e il gemito soffocato di Francesca che risuonava dolcemente nella stanza.
Seduto sulla poltrona di velluto, la mia attenzione era totalmente rapita da Sofia. Con un gesto finale, elegante e deliberato, lasciò cadere i pantaloni di seta sul pavimento e tolse il corpetto, restando con addosso solo un pizzo nero e minimalista che esaltava la bellezza del suo corpo maturo e tonico. Si avvicinò a me, il suo sguardo era ora intenso e senza filtri.
"Non puoi stare solo a guardare," mi sussurrò, e il suo tono non ammetteva discussioni. Le sue mani si mossero rapidissime per aprire i miei pantaloni, liberando il mio desiderio impaziente. Poi, si chinò e le sue labbra umide e piene incontrarono le mie, un bacio lungo e sicuro che mi fece dimenticare tutto, tranne lei. Le sue dita iniziarono a esplorare la mia eccitazione, il suo tocco esperto che mi conduceva subito verso un piacere vertiginoso.
Nel frattempo, l'azione tra Francesca e Andrea si faceva più intensa e autoritaria. Andrea aveva afferrato i capelli di Francesca con una mano, tirandoli leggermente per costringerla a guardare il suo desiderio mentre intensificava il ritmo. I gemiti soffocati di Francesca si facevano più frequenti, un suono che rivelava quanto stesse godendo di quell'atto di sottomissione totale.
"Bravissima," le ordinò Andrea, la sua voce profonda e piena di autorità, mentre il suo piacere si avvicinava al culmine. "Succhiami, ora." Il suo tono non era una richiesta, ma un comando perentorio che Francesca onorava con una foga inebriante.
Proprio quando il piacere sembrava destinato a esplodere per entrambi, un comando inaspettato fermò l'azione.
Andrea si staccò bruscamente da Francesca. Le afferrò il mento, costringendola a guardarlo con occhi velati dal desiderio. "Fermo. Non è ancora finita, piccola. C'è altro in serbo per te."
Contemporaneamente, Sofia si sollevò da me, il mio corpo lasciato in uno stato di bruciante frustrazione. Mi prese il viso tra le mani, i suoi occhi scuri e magnetici mi leggevano il desiderio. "Non così in fretta," sussurrò con un sorriso malizioso. "La vera arte è farla durare. E farla vedere."
Con un gesto deciso, Andrea sollevò Francesca da terra, spingendola verso il grande letto rotondo. Le posizionò a pecorina, il suo sedere esposto in modo invitante e provocatorio contro la seta scura del lenzuolo. Il suo corpo, fasciato solo dal pizzo bagnato, era una visione di pura offerta, la cui vulnerabilità amplificava il desiderio.
Sofia mi afferrò la mano e mi fece alzare dalla poltrona. Non mi permise di toccarla ancora.
"Ora guardiamo," mi ordinò, guidandomi a fianco a lei. "Guarda tua moglie. Guarda come gode. Questo è l'ultimo afrodisiaco."
Eravamo in piedi, in silenzio, osservando la nostra donna in attesa, nuda e sottomessa, mentre Andrea si posizionava dietro di lei, un sorriso predatorio sul volto. L'eccitazione che mi travolgeva in quel momento non era solo fisica, ma la perversione del voyeurismo consentito, un livello di intimità che superava qualsiasi esperienza passata.
Eravamo lì, io e Sofia, osservatori silenziosi e trepidanti, mentre Francesca era inginocchiata sul letto.
Andrea si inginocchiò dietro di lei. Le sue mani esperte scostarono con facilità l'esile pizzo nero che le copriva appena il sesso. Il contrasto tra l'oscurità del raso e la pelle esposta era una visione che mi mozzò il respiro. Poi, la sua testa si abbassò.
Andrea iniziò a leccarle il sesso con una maestria incredibile. I suoni umidi e ritmici riempirono la stanza, e i gemiti di Francesca, inizialmente sommessi, si fecero subito più acuti. La sua schiena si inarcò, e le sue mani si aggrapparono con forza al lenzuolo di seta, il suo corpo che tradiva il piacere intenso e mirato che stava ricevendo.
Sofia si strinse al mio braccio. "Guarda come gode," mi sussurrò all'orecchio, le sue parole erano benzina sulla mia eccitazione. E io guardavo, sentendo la mia stessa pelle formicolare per l'intimità assoluta a cui stavo assistendo.
Quando Francesca tremò per un culmine ravvicinato, Andrea si sollevò. Non le diede tregua. Afferrò i suoi fianchi e, senza esitazione, la penetrò. Iniziò lentamente, con spinte profonde e studiate, permettendo a Francesca di abituarsi alla nuova sensazione, ma le sue unghie affondavano nella seta per la forza del desiderio. Poi, Andrea aumentò il vigore, le spinte si fecero più rapide, più violente, trasformando i gemiti di piacere di Francesca in gridolini strozzati. E in un attimo, passò di nuovo a un ritmo lento e profondo, alternando l'intensità in modo da massimizzare il piacere e prolungare il supplizio.
Il letto gemeva sotto il peso e il ritmo, e io potevo vedere ogni singola espressione sul volto di mia moglie riflessa nel suo piacere. L'osservazione non faceva che aumentare il mio desiderio, che pulsava, intenso, in attesa del mio turno.
L'immagine di Francesca che gemeva sotto il dominio di Andrea era quasi troppo da sopportare. Proprio in quel momento, Sofia si voltò bruscamente verso di me, i suoi occhi scuri che ardevano di un desiderio insaziabile.
"Ora tocca a noi," sussurrò, e il suo comando non era meno potente di quelli di Andrea.
Senza perdere un attimo, Sofia si spostò e, con grazia felina, si distese sul letto, affianco a Francesca e alla scena di passione che si stava consumando. Il letto era enorme, e i nostri corpi lo riempivano. Si voltò verso di me, ignorando l'abito strappato di Francesca che giaceva come un trofeo in fondo al letto.
Sofia spalancò le gambe in un gesto di totale offerta. La sua nudità era bellissima, la pelle liscia e invitante.
"Vieni," mi ordinò, la voce piena di eccitazione. "Voglio che tu mi succhi fino a farmi impazzire. Voglio che guardiamo insieme come lei gode. E poi voglio che mi possiedi."
Il mio corpo, già al limite, non aveva bisogno di ulteriori inviti. Mi avvicinai al letto, e l'ultima barriera del mio controllo crollò. Mi inginocchiai tra le sue gambe e mi chinai, portando la mia bocca al suo sesso umido e caldo, pronto a soddisfare il suo desiderio. La mia lingua incontrò subito il suo centro, e il sapore inebriante del suo piacere mi travolse.
Il suono degli ansimi di Francesca, i colpi ritmici di Andrea e ora i gemiti trattenuti di Sofia si unirono in una sinfonia erotica perfetta. Eravamo uniti, due coppie sull'orlo della follia, consumate dal piacere incrociato.
L'eccitazione era troppo alta per limitarsi all'oralità. Sofia interruppe bruscamente il nostro bacio intimo e si mosse rapidamente. Con una forza inaspettata, si posizionò sotto Francesca, che era ancora a pecorina, le loro teste affiancate sul grande letto.
Non appena fu sistemata, le due donne si baciarono. Un bacio lungo e profondo, che univa il piacere che stavano ricevendo in quel momento. I gemiti soffocati di Francesca si mescolarono al sospiro di Sofia, mentre le loro bocche si univano in un atto di pura complicità e lussuria.
Mentre le due donne si baciavano, Andrea non si fermò. Continuò a possedere Francesca con un ritmo implacabile e autoritario, usando il bacio come ulteriore fonte di eccitazione. I suoi colpi erano secchi e potenti, e il letto rispondeva al loro furore.
Io non attesi un altro invito. Il mio corpo non poteva più resistere. Con un’unica spinta decisa, penetrati Sofia. Il calore e l'accoglienza del suo corpo erano totali. Mi aggrappai ai suoi fianchi, la mia spinta che si univa a quella di Andrea, creando un ritmo incrociato e vertiginoso. Ero nel mezzo, possedendo Sofia e guardando la mia donna che veniva posseduta, mentre le loro bocche erano unite in un bacio che sigillava la nostra trasgressione.
Il piacere era una tempesta inarrestabile nella stanza. Eravamo tutti e quattro legati in un groviglio di corpi e desideri, nel culmine inebriante della nostra avventura.
Proprio quando il piacere sembrava destinato a esplodere per tutti, Andrea, con una consapevolezza del gioco impeccabile, rallentò improvvisamente le spinte. Il cambio di ritmo fu un tormento delizioso, un prolungamento voluto dell'agonia del piacere.
"Adesso cambiamo," ordinò Andrea, la sua voce profonda ma calma, stabilendo ancora una volta il suo controllo sulla scena.
Con una sincronia sorprendente, l'intero groviglio di corpi si mosse.
Sofia si sollevò da sotto di me, mantenendo la nostra unione. Si sedette, appoggiandosi allo schienale imbottito del letto, e mi tirò sopra di sé, così che io potessi penetrarla mentre eravamo seduti, l'uno di fronte all'altra. L'azione era più lenta, più profonda, e i nostri sguardi si incontravano.
Allo stesso tempo, Andrea si scostò da Francesca. Sollevò mia moglie, la girò, e la fece sdraiare sul fianco con grazia sensuale, in modo che potesse penetrarla lateralmente. La pelle nuda di Francesca brillava contro la seta scura, il suo corpo sinuosamente esposto ad entrambi gli sguardi.
Ora eravamo un doppio intreccio sul letto: Sofia mi baciò subito, il suo sguardo che mi invitava a guardare Francesca e Andrea che continuavano il loro rapporto accanto a noi.
"Meglio così," mi sussurrò Sofia, la sua voce rauca. "Adesso possiamo vederci tutti e quattro. E possiamo durare a lungo."
Mentre le nostre spinte lente e profonde si facevano strada, mantenendo l'unione tra le due coppie, Sofia interruppe il nostro bacio. I suoi occhi scuri si fissarono su Francesca, che gemeva sotto le spinte laterali di Andrea. Le due donne non avevano perso la loro connessione.
Con un gesto naturale e spontaneo, Sofia allungò la mano e accarezzò la coscia esposta di Francesca, risalendo lentamente lungo il fianco, fino ad arrivare al punto in cui Andrea la stava possedendo. Francesca, colpita dal tocco inaspettato, emise un gemito di sorpresa e piacere, la sua schiena che si inarcava leggermente verso il tocco di Sofia.
Vedendo l'effetto del suo tocco, Francesca rispose al richiamo. Con una leggera contrazione, allungò la mano dietro la schiena di Andrea e raggiunse il corpo di Sofia. Le sue dita trovarono il sesso di Sofia, ancora umido e caldo per la nostra precedente intimità.
Eravamo in una perfetta sinestesia di sensazioni: i due uomini che penetravano con un ritmo costante, e le due donne che si accarezzavano e si stimolavano a vicenda con le loro mani esperte, chiudendo il cerchio del piacere. L'eccitazione si moltiplicò, e i gemiti si fecero più complessi, il piacere che stavamo dando si mescolava al piacere che stavamo ricevendo attraverso il tocco, la vista e l'attesa.
L'interazione delle mani fu la scintilla finale. Appena Francesca e Sofia intensificarono le loro carezze, il controllo che avevamo mantenuto si spezzò, e il desiderio represso esplose in un’unica richiesta: la velocità.
Andrea interruppe il ritmo lento e ricominciò a possedere Francesca con una furia improvvisa. I suoi colpi divennero veloci, potenti, trasformando i gemiti di mia moglie in grida strozzate di piacere. La spinta era così violenta che il grande letto tremò sotto di loro.
La vista di Francesca in preda a quella furia mi fece impazzire. Anch'io aumentai il ritmo su Sofia, le mie spinte che divennero più profonde e incessanti, unendo il mio furore a quello di Andrea. Sofia rispose afferrandomi la schiena con le unghie, i nostri corpi che si muovevano come un'unica entità impazzita. I suoni si mescolarono: il battito dei corpi, i gemiti alti delle donne, i respiri pesanti degli uomini.
Francesca fu la prima a raggiungere il culmine, la sua schiena si inarcò in un arco disperato, e il suo orgasmo fu una scossa violenta e prolungata. Subito dopo, Sofia si strinse a me. Le sue gambe si avvolsero attorno alla mia vita, e i suoi gemiti si trasformarono in un grido rauco e liberatorio. Sentii il suo corpo pulsare contro il mio, e l'immagine di Francesca che tremava di piacere a pochi centimetri da noi fece crollare l'ultima barriera del mio controllo.
Con un ruggito, mi abbandonai, e il mio piacere esplose in un'ondata calda dentro Sofia. Nello stesso istante, sentii Andrea ansimare accanto a noi, la sua spinta finale che lo portò al rilascio, la sua voce che sussurrò il nome di Francesca nell'attimo del suo abbandono.
Eravamo un groviglio immobile sul grande letto di seta, esausti, bagnati e ansimanti, i quattro corpi testimoni di un orgasmo collettivo e totale.
Il silenzio che seguì fu profondo e saturo, rotto solo dai nostri respiri affannosi. I quattro corpi rimasero immobili, uniti dall'eco di quel piacere totale e simultaneo. Poi, ci furono sorrisi lenti, sguardi d'intesa e carezze silenziosamente grate.
Francesca, luminosa e trasformata, mi guardò, e nei suoi occhi lessi la conferma: il nostro mondo era cambiato per sempre. Eravamo stati bravi. L'intesa tra noi, Andrea e Sofia era stata perfetta.
Quella notte al Velvet Kiss non fu, infatti, che il primo passo. Il gioco era andato oltre le nostre fantasie e quello fu il primo nostro incontro a cui ne seguirono altri sempre carichi di piacere per tutti.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Il vicino di casaracconto sucessivo
La riscoperta dell'Hammam
Commenti dei lettori al racconto erotico