Donna, amante e schiava
          
            
              di
Mariflower
            
            
              genere
dominazione
            
          
        
        
          Il suo uomo stava per arrivare doveva prepararsi per la punizione, si era masturbata senza il suo permesso, si spogliò e si piegò sulla sponda del divano.
Catia aveva 35 anni, era sposata con Nando da quando ne aveva 18 e lui 40, matrimonio di puro interesse.
Ma quello che attendeva non era Nando ma Ruggero, il suo amante di 5 anni più giovane di lei che l'aveva trasformata in una schiava, da sempre sogno della vita di Catia.
Lui arrivò:”lo sai perché?” “ si Padrone “ 25 colpi le furono affibbiati, lui depose la canna e se ne andò senza parlare.
Catia sentì l'umiliazione come non mai pianse a lungo rimanendo in posizione, questo incontro era stato, finora, il peggiore di tutti, aveva mancato in modo gravissimo, in modo gravissimo veniva punita, non tanto per le frustate quanto per non essere stata minimamente considerata dal suo padrone, trattata come un oggetto, indegna di ogni gesto di umanità.
Lei aveva la necessità fisica e psicologica di sentirsi inferiore e in questo Ruggero aveva azzeccato in pieno, soprattutto oggi.
Da una vita di agio e abituata ad essere servita, Ruggero le aveva insegnato ad obbedire senza discutere, ad eseguire i lavori di casa con precisione maniacale, cosa per lei inconcepibile, a parlare sempre sommessamente, a tenere lo sguardo basso, ol sesso era un premio raramente concesso, Ruggero non amava scoparla ma, principalmente incularla, cosa che a Catia procurava solo dolore, ma questo le toccava in sorte: soffrire, soffrire, soffrire.
Mai le aveva fatto mancare la frusta, strumento principe per l'educazione di Catia, e la pretesa di essere chiamato Signore o Padrone in più era necessario rivolgersi a lui con la terza persona singolare.
La sua femminilità doveva essere sempre ben curata, capelli e trucco perfetti, abiti, scelti da lui, eleganti e sexy ai massimi.
Una domenica durante una gita al mare le fece indossare un bikini talmente succinto che se l'avesse vista il marito l'avrebbe rinchiusa in casa, con l'obbligo di farsi notare da tutti e di non negarsi a nessuno sguardo.
Questo modo di essere la portava ad essere sempre in stato d'eccitazione e ad avere la figa perennemente bagnata, oltre ad una schiava era diventata una troia, grande dispensatrice di pompini su ordine del suo padrone.
Catia amava il cazzo è,appena ne vedeva uno, subito saliva la voglia ma tutto era subordinato ad autorizzazione del suo padrone, l'autocontrollo era particolarmente difficile quando Ruggero la portava a certe feste di suoi amici dove doveva fare “la statua” ovvero, vestita con stivali alla coscia coi tacchi, cintura alta, guanti sopra il gomito, doveva rimanere assolutamente immobile con le mani lungo i fianchi per tutta la durata della festa, vedendo il suo padrone sbattersi le altre impazzendo di gelosia, ma questi erano gli ordini.
Continua…
        
        
        Catia aveva 35 anni, era sposata con Nando da quando ne aveva 18 e lui 40, matrimonio di puro interesse.
Ma quello che attendeva non era Nando ma Ruggero, il suo amante di 5 anni più giovane di lei che l'aveva trasformata in una schiava, da sempre sogno della vita di Catia.
Lui arrivò:”lo sai perché?” “ si Padrone “ 25 colpi le furono affibbiati, lui depose la canna e se ne andò senza parlare.
Catia sentì l'umiliazione come non mai pianse a lungo rimanendo in posizione, questo incontro era stato, finora, il peggiore di tutti, aveva mancato in modo gravissimo, in modo gravissimo veniva punita, non tanto per le frustate quanto per non essere stata minimamente considerata dal suo padrone, trattata come un oggetto, indegna di ogni gesto di umanità.
Lei aveva la necessità fisica e psicologica di sentirsi inferiore e in questo Ruggero aveva azzeccato in pieno, soprattutto oggi.
Da una vita di agio e abituata ad essere servita, Ruggero le aveva insegnato ad obbedire senza discutere, ad eseguire i lavori di casa con precisione maniacale, cosa per lei inconcepibile, a parlare sempre sommessamente, a tenere lo sguardo basso, ol sesso era un premio raramente concesso, Ruggero non amava scoparla ma, principalmente incularla, cosa che a Catia procurava solo dolore, ma questo le toccava in sorte: soffrire, soffrire, soffrire.
Mai le aveva fatto mancare la frusta, strumento principe per l'educazione di Catia, e la pretesa di essere chiamato Signore o Padrone in più era necessario rivolgersi a lui con la terza persona singolare.
La sua femminilità doveva essere sempre ben curata, capelli e trucco perfetti, abiti, scelti da lui, eleganti e sexy ai massimi.
Una domenica durante una gita al mare le fece indossare un bikini talmente succinto che se l'avesse vista il marito l'avrebbe rinchiusa in casa, con l'obbligo di farsi notare da tutti e di non negarsi a nessuno sguardo.
Questo modo di essere la portava ad essere sempre in stato d'eccitazione e ad avere la figa perennemente bagnata, oltre ad una schiava era diventata una troia, grande dispensatrice di pompini su ordine del suo padrone.
Catia amava il cazzo è,appena ne vedeva uno, subito saliva la voglia ma tutto era subordinato ad autorizzazione del suo padrone, l'autocontrollo era particolarmente difficile quando Ruggero la portava a certe feste di suoi amici dove doveva fare “la statua” ovvero, vestita con stivali alla coscia coi tacchi, cintura alta, guanti sopra il gomito, doveva rimanere assolutamente immobile con le mani lungo i fianchi per tutta la durata della festa, vedendo il suo padrone sbattersi le altre impazzendo di gelosia, ma questi erano gli ordini.
Continua…
            
            
                                    9
                                  
voti
          voti
            
            valutazione
5.1
                      
        5.1
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Viviana diventa Nayla
Commenti dei lettori al racconto erotico