La segretaria
di
Serena Rossi
genere
confessioni
A cosa può indurti il desiderio? Quali percorsi onirici può fare una mente soggiogata e schiacciata da questo bisogno?
Avevo immaginato tutto, era stato solo un sogno partorito dal mio io interiore mentre continuavo a godere in perfetta solitudine in quella stanzetta di rappresentanza fredda e aliena.
Girovagavo senza direzione in auto accompagnata dal susseguirsi elucubrante dei miei pensieri asfittici.
Il suono basso della radio viene interrotto dallo squillo del vivavoce, sul display un numero non memorizzato che immagino sicuramente essere una chiamata commerciale spam.
Una voce femminile, lei, la centralinista.
Una comunicazione scarna di pochi secondi, di nuovo una convocazione, fra trenta minuti al bar smeraldo. La telefonata che si interrompe prima che io possa dare una risposta.
Certamente potrei fregarmene e invece arrivo sul posto con dieci minuti di anticipo.
Lei è puntuale, scendo dall' auto andandole incontro. Mi saluta con una stretta di mano affettata ma tutto sommato cordiale rispetto a come l'ho conosciuta qualche ora prima.
Ci accomodiamo in fondo alla sala in uno spazio più riservato, sedute vicino su un divanetto a muro e con il controllo visivo sul resto del locale.
Sono costretta a tenere indossato lo spolverino per non espormi pubblicamente nuda.
Una volta che il cameriere si allontana dopo averci servito il nostro spritz inizia la sua "confessione".
" Mi chiamo Luisa e sono la prescelta, l'Eletta del Master Andrea, è così da quattro anni.
Ho lasciato tutto per lui, i miei legami familiari, il mio lavoro per fare la centralinista nella sua azienda.
All'inizio risiedendo in un monolocale vicino a casa sua e dall'anno scorso conviviamo.
Quanto successo oggi non deve farti credere una cosa sbagliata, quella che tu puoi pensare come una umiliazione costituisce qualcosa di importante nel suo modus operandi. Il sesto senso femminile che ci accompagna e che mi aveva messa sul chi va la dal momento della tua comparsa oggi si è concretizzato"
Da questo momento il suo racconto prosegue con la sua mano che tiene saldamente la mia coscia sinistra nuda.
"In questi anni ho visto passare tante donne, la maggior parte che duravano lo spazio di un respiro, in alcuni casi ho dovuto assistere ai suoi incontri. Rimaneva saldo però il mio ruolo di prescelta dell' harem."
Sto tremando e incomincio a bagnarmi anche perché è risalita e staziona fissa con le sue dita sulla mia figa, le facilito il compito allargando un po' le gambe.
"Poi sei comparsa tu Camilla e ho capito da subito che lo status quo era variato, l'ho capito dal suo cambiamento, da quante volte ti cita, dall'enorme appagamento successivo ai vostri incontri."
Adesso ha due dita piantate nella mia figa fradicia e con una regolarità costante mi scopa provocando un calore impossibile da dissimulare.
"Mi sento minacciata, in pericolo, ho il terrore di perdere tutto, ti odio per questo.
So altrettanto che il rischio non posso evitarlo facendo finta di non vedere, per questo ti ho cercata, lui non sa nulla e niente dovrà sapere di questo nostro incontro.
Le paure, le ansie vanno cavalcate e non subite e vedremo cosa ci riserverà il futuro.
A breve ti convocherà per una cena stavolta a casa sua, tu dovrai fingere di esserne stupita.
Gli ho chiesto di essere presente e lui ha acconsentito, credo che questa serata a tre dira' molto del prossimo futuro, mio e tuo."
Le sussurro con un filo di voce che sto per venire, continua con maggior decisione a scoparmi con indice e medio e utilizza il pollice per accarezzarmi il clitoride. Le vengo in mano soffocando un urlo. Porta le dita alla bocca succhiandole.
"Sai di buono Camilla. Adesso devo andare, tieniti pronta".
Guardo Luisa allontanarsi fino a scomparire dietro l'angolo. Tornando verso casa provo a immedesimarmi in questa donna, a ciò che vive e che ha vissuto. Io non la odio come certamente lei non odia me.
È chiarissimo invece che siamo enormemente più complicate, alcune di noi prese da demoni che vi accompagnano, ma siamo soprattutto diverse dagli uomini.
Avevo immaginato tutto, era stato solo un sogno partorito dal mio io interiore mentre continuavo a godere in perfetta solitudine in quella stanzetta di rappresentanza fredda e aliena.
Girovagavo senza direzione in auto accompagnata dal susseguirsi elucubrante dei miei pensieri asfittici.
Il suono basso della radio viene interrotto dallo squillo del vivavoce, sul display un numero non memorizzato che immagino sicuramente essere una chiamata commerciale spam.
Una voce femminile, lei, la centralinista.
Una comunicazione scarna di pochi secondi, di nuovo una convocazione, fra trenta minuti al bar smeraldo. La telefonata che si interrompe prima che io possa dare una risposta.
Certamente potrei fregarmene e invece arrivo sul posto con dieci minuti di anticipo.
Lei è puntuale, scendo dall' auto andandole incontro. Mi saluta con una stretta di mano affettata ma tutto sommato cordiale rispetto a come l'ho conosciuta qualche ora prima.
Ci accomodiamo in fondo alla sala in uno spazio più riservato, sedute vicino su un divanetto a muro e con il controllo visivo sul resto del locale.
Sono costretta a tenere indossato lo spolverino per non espormi pubblicamente nuda.
Una volta che il cameriere si allontana dopo averci servito il nostro spritz inizia la sua "confessione".
" Mi chiamo Luisa e sono la prescelta, l'Eletta del Master Andrea, è così da quattro anni.
Ho lasciato tutto per lui, i miei legami familiari, il mio lavoro per fare la centralinista nella sua azienda.
All'inizio risiedendo in un monolocale vicino a casa sua e dall'anno scorso conviviamo.
Quanto successo oggi non deve farti credere una cosa sbagliata, quella che tu puoi pensare come una umiliazione costituisce qualcosa di importante nel suo modus operandi. Il sesto senso femminile che ci accompagna e che mi aveva messa sul chi va la dal momento della tua comparsa oggi si è concretizzato"
Da questo momento il suo racconto prosegue con la sua mano che tiene saldamente la mia coscia sinistra nuda.
"In questi anni ho visto passare tante donne, la maggior parte che duravano lo spazio di un respiro, in alcuni casi ho dovuto assistere ai suoi incontri. Rimaneva saldo però il mio ruolo di prescelta dell' harem."
Sto tremando e incomincio a bagnarmi anche perché è risalita e staziona fissa con le sue dita sulla mia figa, le facilito il compito allargando un po' le gambe.
"Poi sei comparsa tu Camilla e ho capito da subito che lo status quo era variato, l'ho capito dal suo cambiamento, da quante volte ti cita, dall'enorme appagamento successivo ai vostri incontri."
Adesso ha due dita piantate nella mia figa fradicia e con una regolarità costante mi scopa provocando un calore impossibile da dissimulare.
"Mi sento minacciata, in pericolo, ho il terrore di perdere tutto, ti odio per questo.
So altrettanto che il rischio non posso evitarlo facendo finta di non vedere, per questo ti ho cercata, lui non sa nulla e niente dovrà sapere di questo nostro incontro.
Le paure, le ansie vanno cavalcate e non subite e vedremo cosa ci riserverà il futuro.
A breve ti convocherà per una cena stavolta a casa sua, tu dovrai fingere di esserne stupita.
Gli ho chiesto di essere presente e lui ha acconsentito, credo che questa serata a tre dira' molto del prossimo futuro, mio e tuo."
Le sussurro con un filo di voce che sto per venire, continua con maggior decisione a scoparmi con indice e medio e utilizza il pollice per accarezzarmi il clitoride. Le vengo in mano soffocando un urlo. Porta le dita alla bocca succhiandole.
"Sai di buono Camilla. Adesso devo andare, tieniti pronta".
Guardo Luisa allontanarsi fino a scomparire dietro l'angolo. Tornando verso casa provo a immedesimarmi in questa donna, a ciò che vive e che ha vissuto. Io non la odio come certamente lei non odia me.
È chiarissimo invece che siamo enormemente più complicate, alcune di noi prese da demoni che vi accompagnano, ma siamo soprattutto diverse dagli uomini.
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