Lo zio e le nipotine - PARTE II

di
genere
incesti

LO ZIO E LE NIPOTINE - PARTE II
Gianna in particolare aveva intrecciato una particolare amicizia con il bello del posto, un certo Marco. Gli stava sempre dietro e Marco sembrava gradire molto.
Una mattina, Gianna mi disse che era stata invitata da lui a raggiungerlo nella sua roulotte, dopo pranzo. Era chiaro capire il motivo, non ci voleva molta immaginazione, così mi ritrovai da solo nel caravan con Paola. Lei, che all’apparenza sembrava la più riservata e timida, nascondeva in realtà una vitalità e un fascino che mi colpiva ogni volta di più.
Mi voltai verso di lei, notando il suo sguardo un po’ sfuggente ma allo stesso tempo curioso. “Tutto bene, Paola?” le chiesi, con un tono tranquillo per non metterla in imbarazzo.
“Sì, zio, sto bene,” rispose con un sorriso appena accennato, girandosi verso di me. “È solo che… da sola senza Gianna mi sento un pò in imbarazzo". " Stai tranquilla e rilassata, ti tratterò con dolcezza". " Lo so zio sei un uomo affascinante e seducente e so come regalarmi forti emozioni.”
Le posai una mano sulla spalla, un gesto semplice ma carico di affetto. Restammo così, sdraiati a chiacchierare e a rilassarci, lasciando che il tempo scorresse lento, senza fretta, godendoci quella tranquillità che ci univa.
Ci guardammo negli occhi per un istante, un sorrisetto malizioso che le increspava le labbra. L’aria era carica di tensione, di quel desiderio che avevamo represso per tutta la mattina. Mi avvicinai a lei, il cuore che mi batteva forte, e le sfiorai la guancia con la punta delle dita. La sua pelle era morbida, calda, e i suoi occhi si socchiusero appena, come un invito.
“Zio…” mormorò a bassa voce, quasi un sussurro, mentre mi avvicinavo ancora di più. Non le diedi il tempo di dire altro. Le mie labbra si posarono sulle sue in un bacio lento e delicato, che presto si trasformò in qualcosa di più famelico. La sua bocca si aprì sotto la mia, la lingua che cercava la mia con una voglia che mi fece rabbrividire. Le mani iniziarono a vagare: le mie sui suoi fianchi, stringendola a me, mentre le sue si infilavano sotto la mia maglietta, accarezzandomi la schiena con un tocco che mi mandava fuori di testa. La spinsi delicatamente sul letto, facendola sdraiare sotto di me. Le sollevai la maglietta, scoprendo la sua pelle liscia e il reggiseno di pizzo che indossava. Glielo slacciai con una mossa rapida, e i suoi seni pieni, sodi, si offrirono al mio sguardo. Non resistetti: mi chinai su di lei, prendendo un capezzolo tra le labbra, succhiandolo con forza mentre con la mano stuzzicavo l’altro. Lei gemette piano, inarcando la schiena, le mani che si aggrappavano alle lenzuola.
“Non fermarti, zio,” ansimò, e quelle parole mi accesero ancora di più. Le baciai il collo, scendendo lungo il suo corpo, sfiorando con la lingua ogni centimetro di pelle che incontravo. Le sfilai i pantaloncini e le mutandine in un unico gesto, lasciandola completamente nuda davanti a me. Il suo respiro si fece più veloce; il suo corpo era un’opera d’arte, con curve perfette e una pelle che sembrava implorare di essere toccata. Mi tolsi la maglietta e i jeans, restando solo con i boxer, che ormai non riuscivano più a contenere la mia eccitazione.
Mi sdraiai sopra di lei, la mia erezione che premeva contro la sua coscia. Lei mi guardò, mordendosi il labbro inferiore, e con una mano audace scese a toccarmi, afferrando i bordi dei boxer. “Toglili,” mi ordinò con un tono che non ammetteva repliche. Obbedii subito, liberandomi, e la sensazione della sua mano intorno al mio membro mi fece quasi perdere la testa.
“Sei così duro…” sussurrò, accarezzandomi con movimenti lenti e provocanti. Non potevo più aspettare. Le divaricai le gambe con delicatezza, posizionandomi tra di loro. Entrai in lei lentamente, sentendola stringersi attorno a me, calda e bagnata in un modo che mi fece gemere forte. “Oh, Paola…” mormorai, iniziando a muovermi con un ritmo lento ma profondo, assaporando ogni istante. Lei ansimava sotto di me, le unghie che mi graffiavano la schiena, le gambe che si avvolgevano attorno ai miei fianchi per tirarmi ancora più dentro.
“Più forte, zio… ti prego…” mi implorò, la voce spezzata dal piacere. Aumentai il ritmo, spingendo con più forza. Sentivo il suo respiro accelerare, i suoi gemiti diventare più acuti, e capii che era vicina al culmine. Dopo un po’, le proposi di cambiare posizione. “Girati, voglio prenderti a pecorina,” dissi, aiutandola a mettersi a quattro zampe sul letto. Lei si posizionò, il suo sedere tondo e invitante davanti a me. Le accarezzai le natiche, dandole un leggero schiaffo che la fece sussultare. “Ti piace, eh?” mi chiese, voltandosi a guardarmi con un sorrisetto provocante. Non risposi, ma entrai in lei con una spinta decisa, tenendola per i fianchi. Questa angolazione era ancora più intensa, e i suoi gemiti si fecero più acuti. “Sì, zio, così… mi piace da morire!” urlò, e io aumentai il ritmo, sentendola tremare sotto di me.
A un certo punto, volle prendere il controllo. “Voglio stare sopra,” disse, e io mi sdraiai sulla schiena. Con le gambe divaricate, scese lentamente sul mio membro, prendendolo tutto dentro. “Oh, cazzo, non mi sono mai sentita così piena…” mormorò, iniziando a muoversi su e giù, le mani appoggiate sul mio petto per bilanciarsi. Io la guardavo, ipnotizzato dal modo in cui i suoi seni rimbalzavano a ogni movimento, e le afferrai i fianchi per guidarla, spingendo verso l’alto per incontrare le sue discese. “Sei bellissima, Paola, continua così,” le dissi, e lei accelerò, il respiro affannoso, gli occhi socchiusi.
“Zio, sto… sto per venire!” gridò, il corpo che si irrigidiva sopra di me. Pochi secondi dopo, si lasciò andare, una serie di contrazioni incontrollabili la scossero profondamente, con una forza che mi portò al limite. Non riuscii a trattenermi oltre: esplosi dentro di lei, il piacere che mi attraversava come un’onda, lasciandomi senza fiato.
Restammo lì, ansimanti, i corpi ancora intrecciati, sudati e appagati. Gli accarezzai i capelli, baciandole la fronte, mentre lei mi stringeva forte, come se non volesse lasciarmi andare. “È stato… bellissimo zio,” sussurrò, un sorriso stanco ma soddisfatto sulle labbra.
Nel tardo pomeriggio, Gianna ci raggiunse con un’energia che si poteva quasi toccare. Il suo viso era illuminato da un sorriso che non lasciava spazio a dubbi: qualcosa di speciale era successo. “Tutto bene, Gianna?”
“Tutto magnificamente bene,” rispose lei, con una voce che trasudava soddisfazione. Ma non poteva dire di più. Eravamo circondati da altre persone, famiglie e amici del campeggio che gironzolavano nelle vicinanze. Non era il momento di approfondire il discorso, anche se morivamo dalla voglia di sapere. “Ne parliamo stasera, nel caravan,” sussurrò lei, strizzandomi l’occhio prima di allontanarsi per salutare qualcun altro.
La serata arrivò lenta, il sole calò dietro le colline e l’aria si fece più fresca. Dopo cena, ci ritirammo finalmente nel caravan, lontani da occhi indiscreti. La porta si chiuse con un clic, e l’intimità dello spazio ristretto ci avvolse. Paola si sedette sul letto, incrociando le gambe, mentre io mi appoggiai seduto al tavolo. Gianna, al centro della piccola stanza, ci guardò con un sorriso giocoso.
Dai raccontaci tutto......(nella parte 3)


scritto il
2025-10-02
5 4 6
visite
6
voti
valutazione
8.5
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Lo zio e le nipotine
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.