La vera Cristina
di
Gianni lo storico
genere
dominazione
Nuda
Alla mercé di chiunque varcherà la porta, attendeva paziente ed eccitata che il suo prossimo amante occasionale la possedesse. Era già bagnata al gioco mentale che da qualche tempo la intrigava: tentare di indovinare che tipo di uomo sarebbe stato, se alto o basso, impetuoso o delicato… sarebbe stato in silenzio o l’avrebbe insultata pesantemente sfogandosi? Avrebbe scopato solo la figa o avrebbe voluto incularla com’è il ragazzo poco più che ventenne di martedì pomeriggio che l’aveva lasciata dolorante ma soddisfatta pienamente?
Il suo uomo aveva infine capito che tipo di donna era. Aveva finalmente compreso che tipo di dominazione desiderava subire, non la violenza nè il dolore fine a se stesso, non esser guardata da uno sconosciuto o camminare carponi con un collare stretto alla gola… tutte cose che una una volta provate la lasciavano vuota di emozioni, insensibile e anestetizzata.
Da sempre il suo sogno proibito era uno ed uno soltanto: essere venduta! O meglio, affittata a tempo… in sintesi Cristina desiderava solo una semplice condizione: essere una puttana!
Hai voglia a cucinare biscotti la domenica mattina! Hai voglia a prendere aumenti di stipendio per il lavoro nellla società di consulenze aziendali per la quale lavorava! Hai voglia a fare la madre modello finché quello stronzo del marito avevo deciso di lasciarla!
Quella era la segreta dimensione che la faceva fremere appena il suo compagno le scriveva per messaggio “ domani sera ne hai uno”
La consapevolezza che sarebbe stata usata la faceva istantaneamente fremere, un brivido lungo la schiena che con una scossa elettrica finiva per toccarle immediatamente le corde dei sensi così che finiva subito per chiudersi in bagno e toccarsi ovunque fosse.
Ed ora.. si godeva gli ultimi istanti di spasmodica attesa, respirando a pieni polmoni l’aria fresca che entrava dalle finestre accostate. Stava per essere posseduta ancora, fottuta come amava lei…
Il suo sogno malato tornava ad inebriarla.
Chiuse gli occhi sentendo la serratura girare, un lungo respiro muovendosi lenta sulle lenzuola…
Eccomi pensò, sono tua… chiunque tu sia
Alla mercé di chiunque varcherà la porta, attendeva paziente ed eccitata che il suo prossimo amante occasionale la possedesse. Era già bagnata al gioco mentale che da qualche tempo la intrigava: tentare di indovinare che tipo di uomo sarebbe stato, se alto o basso, impetuoso o delicato… sarebbe stato in silenzio o l’avrebbe insultata pesantemente sfogandosi? Avrebbe scopato solo la figa o avrebbe voluto incularla com’è il ragazzo poco più che ventenne di martedì pomeriggio che l’aveva lasciata dolorante ma soddisfatta pienamente?
Il suo uomo aveva infine capito che tipo di donna era. Aveva finalmente compreso che tipo di dominazione desiderava subire, non la violenza nè il dolore fine a se stesso, non esser guardata da uno sconosciuto o camminare carponi con un collare stretto alla gola… tutte cose che una una volta provate la lasciavano vuota di emozioni, insensibile e anestetizzata.
Da sempre il suo sogno proibito era uno ed uno soltanto: essere venduta! O meglio, affittata a tempo… in sintesi Cristina desiderava solo una semplice condizione: essere una puttana!
Hai voglia a cucinare biscotti la domenica mattina! Hai voglia a prendere aumenti di stipendio per il lavoro nellla società di consulenze aziendali per la quale lavorava! Hai voglia a fare la madre modello finché quello stronzo del marito avevo deciso di lasciarla!
Quella era la segreta dimensione che la faceva fremere appena il suo compagno le scriveva per messaggio “ domani sera ne hai uno”
La consapevolezza che sarebbe stata usata la faceva istantaneamente fremere, un brivido lungo la schiena che con una scossa elettrica finiva per toccarle immediatamente le corde dei sensi così che finiva subito per chiudersi in bagno e toccarsi ovunque fosse.
Ed ora.. si godeva gli ultimi istanti di spasmodica attesa, respirando a pieni polmoni l’aria fresca che entrava dalle finestre accostate. Stava per essere posseduta ancora, fottuta come amava lei…
Il suo sogno malato tornava ad inebriarla.
Chiuse gli occhi sentendo la serratura girare, un lungo respiro muovendosi lenta sulle lenzuola…
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