Sottomessa per sempre

Quindicesimo episodio. Con la mia guarigione veniva meno il bisogno di un padrone che mi costrinesse a curarmi. Eravamo ai saluti. Non ci crederete ma avevo il magone. Venne a salutarmi. Non mi lasciare padrone io ti amo, non posso vivere senza di te. Non ci crederai, ma ti amo anche io. Gli ho firmato un contratto di schiavitù a tempo indeterminato, che naturalmente non ha un valore legale, ma per me ha un grande valore affettivo. È così cominciato una convivenza fatta di lavoro massacrante, certo non arrivavo più a 20, 22 ore, a meno che non era una punizione, ma mi fermavo al massimo a 17-18.Alla fine ero distrutta e contenta, quello che facevo lo facevo per il mio signore e padrone. Non mi ha più dato punizioni se non quelle per sorteggio e ogni giorno subisco la mia leggera punizione. Per una che ha passato quello che ho passato io cosa volete che siano una notte in bianco, un'alzataccia alle 3 di notte, una notte in piedi e nuda contro il muro o un giorno bendata? Tutto bene fino a quando la sorte non mi ha riservato la punizione che più temevo, un mese senza sesso. Vuoi o non vuoi il mese è passato, al trentunesimo giorno quando già pregustavo la scopata, la sorte mi riserva un altro mese senza sesso. Ho implorato il padrone di cambiare la punizione. Mi ha fatto una proposta. Io non ti lascio un mese senza sesso e m'impegno a non applicare questa punizione per 6 mesi, e in cambio sarai frustrata a sangue. Se non accetti i mesi senza sesso diventano 2, quindi 3 in totale. Se non mi dai una risposta entro 5 minuti ti applico entrambe le punizioni. Ho scelto le frustate. Il mio corpo è uscito distrutto dalle 150 frustate che mi sono beccata pochi minuti dopo. Era tutto una piaga. Lui mi ha trombato ogni giorno ma è passata almeno una settimana prima che sono riuscita ad apprezzare l'atto sessuale. Poi, prima ho goduto come un pulcino, poi come una pecora, poi come una vacca, poi come una puttana.