Una richiesta inaspettata 2

di
genere
prime esperienze

Come descrivere ciò che era successo? Che senso dare alle emozioni vissute poco prima? Se lo chiedeva specchiandosi con sguardo severo e divertito al tempo stesso. Era andata in scena per lui e si era divertita, almeno con se stessa poteva ammetterlo. Alla fine aveva optato per qualcosa di maliziosamente audace e diretto: baby doll nero il più corto e sfacciato possibile, un trucco pesante da accendere subito le fantasie dei giovani amici del figlio e un po’ di bigiotteria dal tocco volgare per portarli subito all’ebollizione. Aveva considerato che tutti avrebbero saputo da subito perché erano lì e che lei aveva accettato per cui tanto valeva dar subito loro ciò per cui avrebbero pagato. Sarebbe stata tra loro portando da bere e qualche stuzzichino mascherando il suo show come una sorta di catering tra il salotto e il giardino, si sarebbe lasciata guardare e basta. Poi la cosa era sfuggita di mano… tutti quegli occhi appiccicati al suo corpo, quell’odore inconfondibile di tempesta ormonale, quelle mani che scivolavano sulle patte dei pantaloni in modo sempre meno discreto, le loro parole spezzate dai fiati corti… era andata in crash mentale. Aveva deciso in un paio di secondi che l’esibizione darebbe stata la sua esibizione, che non avrebbe subito come una bambola di pezza, che avrebbe dato a tutti una lezione di autorevolezza a modo suo.
Così aveva scostato il tavolino e spostato la poltrona di fronte al divano e si era seduta di fronte ai quattro invitati allo spettacolo, aveva scelto una play list di musica blues e in un attimo si era completamente denudata di fronte ai loro occhi schizzati fuori dalle orbite. Aveva oscenamente allargato le gambe toccandosi il seno e iniziato a masturbarsi davanti a loro. Appena si era sentita abbastanza bagnata aveva affondato due dita in profondità nella figa spalancata ai loro sguardi fottendosi con forza offrendosi ai loro sguardi famelici. Si era girata allargandosi bene le chiappe con le mani e aveva giocato con un dito insalivato sul buco del culo prima di affondarlo dentro. A quel punto loro quasi non esistevano più, avrebbe potuto essere davanti a chiunque in qualunque posto e non sarebbe cambiato nulla. A quel punto lo stava facendo per sé stessa. Aveva goduto più volte davanti a loro sporcando la poltrona, li aveva osservati mentre estraevano i cazzi duri e si era fermata un secondo solo dicendo “ buon divertimento ragazzi! Due semplici regole: uno, se provate a toccarmi smetto immediatamente e vi butto fuori di casa… due, la sborrata fatela nel cesso” e aveva ripreso da capo.
Quando gli ospiti se ne erano andati, si era spogliata rimettendo il baby doll nel cassetto degli articoli osé, aveva indossato una canotta lunga ed era uscita in giardino a fumare. Suo figlio, seduta su una sedia in midollino, fissava la siepe con sguardo assente. “ Tu niente eh? Alla fine sei l’unico che non si è divertito” Lui la guardò senza rispondere. “ e ti sta bene! Così impari a trattare tua madre come una puttana “… poi aggiunse “ comunque se non l’hai fatto perché non ti sono piaciuta è un conto, lo accetto.. se hai lasciato perdere per vergogna invece mi dispiace… in quel caso ti saresti condannato ad una sofferenza inutile”
Ora davanti allo specchio, dopo una doccia rigenerante, capiva di aver detto una bugia. Se non gli fosse piaciuta sarebbe stata dispiaciuta per orgoglio ferito.
“Però!!!- si disse da sola a voce alta- erano anni che non godevo così!”
scritto il
2025-08-05
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