Il terzo che non parla

di
genere
etero

Siamo nella nostra stanza, ma stasera l’atmosfera è diversa. Le luci sono basse, l’aria è densa. Lo guardo e lui mi sorride con quell’intesa che non ha bisogno di parole. Sa cosa sto pensando. Sa cosa stiamo per evocare.

Mi siedo sul letto e sento il cuore accelerare. Le mani di lui sono già su di me, calde, sicure, affamate. Ma non è solo lui, non stasera. Lo sento: è arrivato.

Dal nulla, comincio a percepire quei tentacoli che si muovono tra noi — come un'estensione dei nostri pensieri più sporchi. Non è un mostro. Non è qualcosa che fa paura. È un nostro giocattolo sensuale, nato dalla voglia, dalle fantasie che ci siamo raccontati a letto mille volte.

Uno si avvolge intorno alla mia caviglia e la spalanca piano. Un altro mi sfiora la schiena, lento, viscido ma caldo, come una lingua lunghissima. Lui mi guarda con gli occhi accesi e non dice nulla. Sta godendo nel vedermi travolta. In mano tiene il controllo, quasi come se li comandasse con la mente.

Un tentacolo mi apre le cosce, un altro mi sfiora lì — e il tocco è assurdo: non è umano, ma conosce esattamente ogni curva, ogni reazione. Mi fa impazzire. Non riesco neanche a chiedere, solo gemere.

Lui si avvicina, mi prende il volto tra le mani e mi bacia con fame. Intanto sento quella cosa dentro di me, profonda, che mi stringe e pulsa. Non uno, ma due, tre, che mi invadono insieme, mi stringono, mi fanno vibrare. Eppure… è tutto nostro. Nessun altro. Solo il nostro gioco. Solo noi due che ci guardiamo mentre una terza entità ci divora insieme.

Sto perdendo il controllo, ma mi sento al sicuro. Lui è lì. I suoi occhi sono il mio punto fermo, mentre il mio corpo si contorce, si tende, si apre. E quando vengo, lo faccio con tutta l’anima — mentre i tentacoli si ritirano, lenti, soddisfatti, come se avessero preso ciò che volevano.

Resto lì, ansimante, col corpo caldo, le gambe tremanti e il cuore pieno. Lui si stende accanto a me e sorride.
«Ce n’è ancora, se lo vuoi,» mi sussurra.
E io… lo voglio.

Le gambe mi tremano ancora quando sento che i tentacoli non sono affatto finiti. Hanno solo cambiato ritmo. Ora mi sollevano di poco, mi tengono aperta, completamente esposta, come un’offerta al piacere. Uno mi penetra lentamente, poi un altro. Caldi, spessi, diversi. Il mio corpo vibra senza sosta.

Lui si avvicina, stavolta in piedi davanti a me, il suo sguardo è pieno di voglia trattenuta. È duro, pronto, completamente eccitato nel vedermi così — in balia di quel piacere che abbiamo costruito insieme.

«Guarda quanto sei bella mentre ti lasciano senza fiato,» sussurra con voce bassa.

Poi prende il suo pene e lo appoggia alle mie labbra, con dolce prepotenza. Io lo accolgo subito, senza pensarci. È caldo, pulsante. Lo sento contro la lingua mentre lo succhio lenta, e intanto… continuano a muoversi dentro di me. Un ritmo sincronizzato, tutto insieme. La mia bocca lo avvolge, il mio corpo esplode.

Lui geme, prende il mio viso con una mano e guida i miei movimenti. È travolgente. Io godo sotto, sopra, dentro, ovunque. Il suo respiro si fa più forte mentre affondo, mentre lo sento scivolare ancora più in profondità. Ogni mia parte è occupata, stimolata, usata — ma solo da lui, e da ciò che abbiamo creato insieme.

Il mio corpo è scosso da brividi infiniti, mentre lui mi guarda e accelera appena.
«Sei mia,» dice, e io annuisco con gli occhi. Muta, presa, felice.

E quando sento l’ondata montare ancora — profonda, animalesca, piena — mi lascio andare completamente. E in quell’istante siamo solo desiderio, carne, fantasia… e appartenenza.
di
scritto il
2025-07-27
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