Gelato al cioccolato
di
B.A.84
genere
gay
Non riesco a togliermelo dalla testa. Quell’uomo che ieri mi ha consegnato la pizza. Non era solo una consegna — è stato l’inizio di qualcosa che ancora mi fa tremare.
Era tardi, ero solo a casa, quando il citofono ha suonato. “Consegna per lei.” La sua voce era profonda, con un accento che mi ha fatto venire i brividi. Quando ho aperto la porta, davanti a me c’era un ragazzo di colore alto, muscoloso, occhi che sembravano leggermi dentro. Reggeva la pizza, ma il modo in cui mi guardava… era chiaro che stava consegnando molto più di un pasto.
“Hai fretta?” mi ha chiesto, senza muoversi.
“No,” ho risposto quasi senza fiato.
“Perché vorrei assaggiare qualcos’altro, stasera.”
Ho pagato la pizza senza nemmeno guardarla, gli occhi fissi nei suoi. Non mi ha chiesto se poteva entrare, lo ha fatto e basta. Quando ho aperto la porta ero già suo, mi ha spinto con forza dentro.
Appena chiusa la porta, mi ha schiacciato contro il muro. “Che bella puttana grassa,” ha sussurrato, e la sua bocca ha trovato il mio collo. Le sue mani erano sicure, esperte, mi hanno tolto la maglietta con un movimento deciso.
Mi ha fatto inginocchiare senza dire una parola. La sua erezione premeva già contro i jeans. “Togliti i pantaloni,” ha ordinato con voce ferma. E io ho obbedito, eccitato dal suo tono dominante.
Quando mi ha toccato, è stato con autorità. Mi ha afferrato i capelli, guidando i miei movimenti mentre mi faceva prendere tutto di lui. I suoi gemiti soffocati mi hanno eccitato ancora di più.
“Alzati,” ha detto, e mi ha spinto verso il divano. Mi ha fatto sdraiare, le sue mani ferme sui miei fianchi mentre mi preparava. “Sei mia stasera, puttana” ha mormorato, e poi mi ha preso con una forza che mi ha fatto gridare di piacere.
Ogni spinta era decisa, possente. Mi teneva fermo con forza, i suoi occhi scuri fissi nei miei mentre mi riempiva completamente. “Così bello,” ripeteva, “tutto mio.”
Ora, da solo nel mio letto, sento ancora il suo sapore, il suo peso, il modo in cui mi ha posseduto. E non vedo l’ora che torni a consegnarmi qualcos’altro.
Con il corpo che ancora trema per lui.
B.
Era tardi, ero solo a casa, quando il citofono ha suonato. “Consegna per lei.” La sua voce era profonda, con un accento che mi ha fatto venire i brividi. Quando ho aperto la porta, davanti a me c’era un ragazzo di colore alto, muscoloso, occhi che sembravano leggermi dentro. Reggeva la pizza, ma il modo in cui mi guardava… era chiaro che stava consegnando molto più di un pasto.
“Hai fretta?” mi ha chiesto, senza muoversi.
“No,” ho risposto quasi senza fiato.
“Perché vorrei assaggiare qualcos’altro, stasera.”
Ho pagato la pizza senza nemmeno guardarla, gli occhi fissi nei suoi. Non mi ha chiesto se poteva entrare, lo ha fatto e basta. Quando ho aperto la porta ero già suo, mi ha spinto con forza dentro.
Appena chiusa la porta, mi ha schiacciato contro il muro. “Che bella puttana grassa,” ha sussurrato, e la sua bocca ha trovato il mio collo. Le sue mani erano sicure, esperte, mi hanno tolto la maglietta con un movimento deciso.
Mi ha fatto inginocchiare senza dire una parola. La sua erezione premeva già contro i jeans. “Togliti i pantaloni,” ha ordinato con voce ferma. E io ho obbedito, eccitato dal suo tono dominante.
Quando mi ha toccato, è stato con autorità. Mi ha afferrato i capelli, guidando i miei movimenti mentre mi faceva prendere tutto di lui. I suoi gemiti soffocati mi hanno eccitato ancora di più.
“Alzati,” ha detto, e mi ha spinto verso il divano. Mi ha fatto sdraiare, le sue mani ferme sui miei fianchi mentre mi preparava. “Sei mia stasera, puttana” ha mormorato, e poi mi ha preso con una forza che mi ha fatto gridare di piacere.
Ogni spinta era decisa, possente. Mi teneva fermo con forza, i suoi occhi scuri fissi nei miei mentre mi riempiva completamente. “Così bello,” ripeteva, “tutto mio.”
Ora, da solo nel mio letto, sento ancora il suo sapore, il suo peso, il modo in cui mi ha posseduto. E non vedo l’ora che torni a consegnarmi qualcos’altro.
Con il corpo che ancora trema per lui.
B.
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