Nascita di una famiglia incestuosa Cap 4

di
genere
incesti

Capitolo 4

La mattina dopo mi svegliai, andai a fare colazione al bar a 200 metri da dove lavoro e poi mi recai in ufficio. Appena svoltato l’angolo lo squillo del telefono mi avvertì che era arrivato un messaggio. Era Laura, mi aveva mandato un messaggio di buongiorno pieno di emoticon con i baci e i cuoricini. Le risposi, contraccambiando il suo stile di messaggi, forse un po’ infantile ma molto carino. Lei mi mandò subito una sua foto…decisamente poco infantile. Era completamente nuda, distesa sul letto, e con la mano che non teneva il telefono si massaggiava tra le gambe. E poi un altro messaggio: “Sto andando a scuola ora, la foto l’ho scattata prima di uscire solo per te, porcellino mio” seguito da un occhiolino e una faccina da maialino.
La baciai via messaggio dicendole che l’avrei chiamata dopo il lavoro. Quella foto mi aveva messo in agitazione…non riuscivo a smettere di pensare a lei, ma dovevo riuscirci, altrimenti avrei avuto un’erezione poco prima di entrare in ufficio, e non sarebbe stato bello.
“Ciao Casanova.” - mi salutò Marco
“Ciao…cosa?”
“Non dirmi che non conosci Giacomo Casanova di fama?”
“Certo che lo conosco…ma perché mi hai chiamato così?”
“So che Laura ieri sera è tornata tutta sorridente, e stamattina nemmeno la sua colazione preferita è riuscita a toglierle quel sorriso dalla bocca, quindi mi sa che l’hai conquistata definitivamente”
“Beh ci spero. Perché lei ha conquistato me! Però è strano parlarne con te che sei il padre”
“Lo so, ma prima di essere suo padre ero prima tuo amico. E lo sai che non te l’avrei mai presentata se non fossi stato sicuro su di te. Quindi mi fa piacere che l’hai portata a divertirsi”
“Ti ha detto dove siamo stati?”
“Oh sì, dice che ha mangiato da Dio. A proposito…dopo devi dirmi dov’è quel locale perché vorrei provarlo qualche volta”
“Con piacere. Ti ha detto altro?”
“Beh, ha detto che siete stati a passeggiare su una spiaggia e che lì è…successo qualcosa tra di voi”
“Dannazione, perché te ne ha parlato? Ora mi sto vergognando da morire…”
“Tra me e lei non ci sono segreti. Come con sua madre del resto. Non preoccuparti, siamo di mentalità aperta e mi fido sia di te che di lei, e so che non farete cazzate. E lei ha tutto il diritto di divertirsi.”
“Mi fa piacere sentirlo, ma, Dio Santo, lo capisci che non è una cosa usuale? Adesso come faccio a parlare con te senza provare imbarazzo?”
“Semplicemente non devi! Carlo, ascolta, va tutto bene! Tranquillo, non devi imbarazzarti. Se vuoi le dirò di non riferirmi più certe cose, ma credimi, non c’è davvero nessun problema”
“Non voglio cominciare a cambiare le cose dopo appena due giorni che la conosco. Oltretutto io tengo anche alla tua amicizia e non voglio che qualcosa si intrometta tra di noi”
“Beh allora semplicemente devi trattarla bene e non farla soffrire. Per il resto qualsiasi cosa facciate io sarò con voi. Qualsiasi!”
Aveva posto una strana enfasi in quest’ultima esclamazione che al momento non sapevo decifrare. Era come se avesse voluto alludere a qualcosa, ma per me non aveva senso.
Al termine dell’orario Marco mi disse che Lui e Teresa avevano pensato di trascorrere i due giorni di riposo che avevano nella loro casa al mare e che se volevo potevo aggiungermi anche io con Laura. Gli dissi che ne avrei parlato con lei prima. Appena uscito andai al parcheggio dove avevo lasciato il mio scooter e nel tragitto la chiamai.
“Laura? Ciao, diavoletta. Come stai?”
“Ohi, stallone, tutto ok grazie! Appena uscito dall’ufficio?”
“Già…e tuo padre mi ha appena chiesto se volevo venire con voi alla casa al mare questo weekend. Gli ho detto che ne avrei parlato con te prima”
“Ah, vuole andare al mare? Boh io credo che non ci andrò comunque. Lunedì ho un’interrogazione importante…devo assolutamente prendere almeno la sufficienza se no potrei giocarmi l’ammissione all’esame!”
“Ah ok, quindi non se ne fa nulla. Ma allora non possiamo nemmeno vederci?”
“Beh non è che studierò tutta la giornata, e poi credo che tu potresti anche aiutarmi. E’ una cosa di matematica, e so che tu sei bravissimo, così magari mi spieghi meglio come si fa e potrei finire prima del previsto…”
“Ah per me va bene, in effetti ero molto bravo in matematica, così magari se impari in fretta potremmo avere più tempo per noi…”
“Magnifico! Allora più tardi ti faccio sapere quando intendono partire, così passi da me”
“Ok, magari vengo per pranzo così mangiamo insieme. Sono un ottimo cuoco sai?”
“Allora non vedo l’ora di assaggiare qualcosa di tuo…in tutti i sensi!”
“Ma hai un pensiero fisso eh? Eh eh comunque sia anche io non vedo l’ora di farti assaggiare qualcosa di me”
“A domani allora, baci baci”
“Baci anche a te”
Chiamai Marco per dirgli che non saremmo venuti con loro, che sarebbe stata per un’altra volta, e lui sembrò sostanzialmente compiaciuto, come se gli facesse davvero piacere che io trascorressi due giorni con sua figlia da soli. Va bene fidarsi di me, ma ormai sapeva anche lui che con Laura certe cose sarebbero accadute…possibile che non gliene importasse e che, anzi, sembrava non aspettare altro? Misi da parte lo scetticismo. In fondo nella nostra chiacchierata di quella mattina mi era sembrato convincente, perché avrei dovuto dubitare ancora della sua aperta mentalità?
Tornai a casa, e appena entrai il nonno esclamò “Stasera scommetto che non ceni con noi”
“No, nonno, stasera resterò qui. Mi vedrò domani con Laura”
“Ah bene, spero tu la tratti bene, era da tempo che non ti vedevo così felice”
“Già…sono stati tempi duri, ma lei è stato come un raggio di sole al termine di questa buia galleria che stavo attraversando”
“Mi fa piacere figliolo. E…non per essere indiscreto…hai già consumato?”
“Caspita nonno, e se volevi essere indiscreto cosa mi chiedevi? Le posizioni del kamasutra che abbiamo usato? Comunque sì, ieri sera è capitato, ed è stato uno dei giorni più belli della mia vita”
“Addirittura? Dev’essere proprio speciale questa Laura…prima o poi ce la farai conoscere?”
“Ovviamente nonno! Spero presto”
“Anche io, prima che io e tua nonna tiriamo le cuoia possibilmente”
“Sempre ottimista eh nonno?”
“Dico solo che iniziamo a diventare anziani, non sappiamo la vita cosa ci riserverà ancora”
“Ma dai, oggi a 63 anni non si è anziani. E comunque non passerà molto tempo, promesso”
“E’ pronto a tavola!” - irruppe la nonna dalla cucina
“Forse hai ragione, ma a questa età bisogna essere preparati”
“Uff, sei senza speranza. Dai andiamo a mangiare, se no la nonna si arrabbia”
Ci lavammo le mani e ci sedemmo a tavola. La nonna aveva preparato una bella spaghettata alla carbonara come primo e pollo al forno per secondo. Dalla cucina arrivava un profumino molto invitante.
“Allora Carletto, com’è andata ieri sera? Non abbiamo ancora avuto modo di parlarne”
“Ma cos’è? Devo far sapere i fatti miei a tutti qui? Comunque visto che ne stavo giusto parlando col nonno prima, sì, è andata molto bene. Ho trascorso proprio una bella serata”
“Cara, ha fatto zing zing alla seconda uscita. E alla prima non poteva perché c’erano i genitori, se no…”
“Nonno! Ma perché vi interessate tanto a questa cosa?”
“Vedi caro, dopo tutto quello che hai passato e il seguente periodo difficile è giusto che noi vogliamo che tu sia felice. E se ci hai fatto sesso allora deve essere molto bella questa ragazza”
“Sì è una dea…ma comunque non credo sia tanto normale parlare di sesso con i propri nonni, non credete?”
“Per molte famiglie non lo è, ma noi vogliamo che tu possa parlarci di tutto senza farti problemi”
“Con mamma e papà non era così però”
“Ahh, loro erano di mentalità più aperta di quanto tu creda. E’ solo che pensavano di proteggerti lasciando che tu affrontassi certi argomenti solo se fosse stata una tua iniziativa”
“Sì, ne discutemmo anche qualche anno fa quando tu iniziasti a vedere quella ragazza…come si chiamava Elisa?”
“Elena, nonno. Si chiamava Elena”
“Ecco appunto, io che avevo detto? Comunque, noi pensavamo fosse giusto parlarti di sesso prima che tu lo facessi. E d’altronde abbiamo fatto lo stesso con tua madre quando ha incontrato tuo padre, unico ragazzo che abbia mai avuto, e non mi sembra fosse cresciuta male, anzi…”
“Ma lei preferì lasciarti fuori da questi discorsi. Disse che non voleva insistere su qualcosa che magari tu conoscevi già, o non avevi dubbi e paure e che se mai ne avessi avute saresti stato tu di tua iniziativa a parlarne con i tuoi” - intervenne la nonna
“Già. E che potevamo fare se non rispettare la loro decisione, pur non condividendola? Adesso però sei grande e loro, ahimè, non ci sono più, perciò possiamo parlarne se pensi non sia un problema”
“Diciamo che devo abituarmi all’idea. Di per sé non credo sia un grosso problema, basta che non mi senta in imbarazzo”
“Ecco, bravo. Se vuoi parlarne sai che con noi puoi farlo, se vorrai. Dai ora mangia, che si fredda”
“Ok. Ah, a proposito…domani vado da lei. Non aspettatemi per pranzo”
“Ma bravo! Casa libera eh? Dacci dentro figliolo!”
Che strana giornata. Mi ero ritrovato a parlare del fatto di aver fatto sesso con Laura prima con suo padre e poi con i miei nonni. Quando fino a 24 ore prima non avevo mai parlato di sesso nemmeno con i miei amici…
Finii di cenare, guardai un po’ di tv sul divano tra la nonna e il nonno come non facevo da tempo e potei fare a meno di notare che la nonna, forse involontariamente, appoggiandosi sulla mia spalla, aveva poggiato una mano sulla mia coscia, molto vicino all’inguine.
“Ehm, nonna, credo che la tua mano sia un po’ troppo vicina a…sai…i gioielli di famiglia…”
“Oh, caro, scusami. Mi stavo assopendo e non me ne ero accorta. Ma tanto lo sai che non devi imbarazzarti, ne abbiamo parlato prima. Non l’ho fatto di proposito, ma se vuoi la tolgo.”
“Ecco, sì. Preferirei la togliessi grazie. Comunque non ero in imbarazzo per me, ma per te. Sapevo che non l’avevi fatto apposta, non volevo che te ne accorgessi dopo un po’ e pensassi che io me la fossi tenuta senza dirti niente”
“Va bene. Anzi, sai ce c’è? Mi è venuto sonno. Tu cosa fai Ettore, resti ancora qui?”
“No no, vengo anch’io a letto. Buonanotte Carletto!”
“Buonanotte, caro. Sogni d’oro”
“Notte nonni!”
Restai ancora un po’ a finire di guardare il varietà in tv ma non potei fare a meno di notare che la mano della nonna sulla mia coscia mi aveva provocato, diciamo, un certo prurito. E meno male che l’avevo avvisata subito altrimenti chissà se mi fosse venuto duro cosa avrebbe pensato la nonna. In ogni caso continuavo a chiedermi cosa succedesse…sapevo che era sbagliato pensare a queste cose, ma evidentemente il mio corpo non era d’accordo. Probabilmente era stato solo un riflesso incondizionato, non doveva significare necessariamente che provassi qualche attrazione sessuale per mia nonna. E d’altronde come avrei potuto? Era una cosa sbagliata, ed ero sicuro che non era quello che provavo. O per lo meno era quello che mi dicevo per autoconvincermi che fosse così.
L’indomani mi svegliai di buon mattino, evidentemente la voglia di rivedere Laura era più forte di quella di dormire. Feci colazione e la preparai anche per i nonni che ancora dormivano e poi mi sedetti un po’ sul divano, attendendo che si svegliassero e che arrivasse l’ora di andare da Laura. Non potei fare a meno di ripensare anche alla sera prima, quando la nonna forse involontariamente si era avvicinata molto al mio pene, e alla strana sensazione che avevo provato. Presi il mio smartphone e iniziai a cercare argomentazioni a riguardo. La maggior parte dei risultati erano siti pornografici con foto e video su argomenti incestuosi, e nello specifico della mia ricerca, su nonni e nipoti. Erano palesemente degli attori ma evidentemente, anche a giudicare dalle migliaia di visualizzazioni che avevano quei video e dai commenti, era un argomento che interessava molto. Prima di allora non mi ero mai messo a pensare a questo tipo di fantasie sessuali, ma ora stavo scoprendo un mondo nuovo, che forse iniziava a piacermi. Nonostante tutto cercavo di mantenere in testa che doveva restare una fantasia e mi ripetevo continuamente che non era possibile che io potessi avere attrazioni sessuali per mia nonna. Né che lei ne avesse per me. Poco dopo sentii alzarsi qualcuno, spensi lo schermo dello smartphone e mi alzai dal divano, dirigendomi verso la cucina. La nonna e il nonno si erano alzati insieme e vedendo la tavola già apparecchiata anche per loro mi ringraziarono e poco dopo mi congedai e uscii di casa. Sapevo che era ancora presto ma volevo farmi due passi per schiarirmi le idee. Presi lo scooter e andai al giardino pubblico. Stetti circa un’ora con la testa tra le nuvole, poi decisi che era l’ora di andare da Laura, che Marco e Teresa erano già andati via. Quando arrivai loro erano appena entrati in macchina, quindi feci a tempo a salutarli e promettere di farla studiare, quindi corsi di sopra. Laura non mi aspettava, non sapeva che ero arrivato così presto. Pensai che sarebbe stata una sorpresa gradita. Bussai alla porta e sentii Laura avvicinarsi e gridare “Cosa avete dimenticato stavolta?”, presumibilmente pensando che fossero i suoi genitori che si erano dimenticati qualcosa in casa. Aprì la porta e con mio grande stupore Laura era completamente nuda!
“Oh sei tu Carlo…già…già qui?”
Dentro di me ero molto teso…se si aspettava che fossero i suoi genitori alla porta perché era andata ad aprirli tutta nuda? Come dovevo comportarmi, dovevo chiedere spiegazioni o no?
“Io…wow…ecco…volevo farti una sorpresa. E invece credo che l’abbia fatta tu a me”
“Eh eh, beh…sai…I miei se ne sono andati una mezzoretta fa e ho pensato di aspettarti così. Solo non mi aspettavo che tu arrivassi già così presto.”
Mentiva…avevo visto Marco e Teresa giù al palazzo, e inoltre avevo sentito Laura riferirsi a loro mentre veniva ad aprire alla porta. Evidentemente pensava non avessi sentito e cercava di depistarmi. Ma perché? Cosa voleva dire tutto ciò? Decisi di reggere il gioco.
“Beh, è che non vedevo l’ora di vederti. Però sai che dobbiamo studiare, se ti presenti così sarà difficile per me concentrarmi.”
“Hai ragione, mi metto qualcosa e quando torno iniziamo a studiare”
Andò in camera, e nel frattempo io stetti seduto sul divano in soggiorno, cercando di capire il significato di quella strana situazione. Magari avevo capito male, in fondo non aveva menzionato i suoi genitori andando ad aprire la porta. Ma così la situazione si ingarbugliava di più…se non si riferiva a loro, a chi si riferiva? E perché era nuda? Possibile che aspettasse qualcun altro prima di me, sentendosi sicura che io sarei venuto più tardi? E magari adesso in camera lo sta anche avvertendo di non venire più! No, non era plausibile. Potevo aver frainteso il significato della sua frase ma sul fatto che avesse detto “Cosa avete dimenticato” al plurale ero sicuro di aver sentito bene. Forse sono “solo” una famiglia nudista. Certo non era una situazione usuale, ma so che molte persone praticano nudismo anche in casa, ovviamente nascondendolo ai più, per cui poteva anche essere quella la spiegazione. Certo, non doveva avere per forza connotati a sfondo sessuale, e probabilmente non me ne aveva ancora parlato perché ci conosciamo da poco. Per quanto fosse per me un’assoluta novità e non sapessi se l’avrei accettato del tutto quella era l’unica spiegazione che volevo darmi, l’unica che in quel momento sentivo di poter comprendere, anche se a fatica. Decisi però di non affrontare ancora l’argomento con lei. Una cosa così prima o poi sarebbe uscita allo scoperto da sola, dovevo solo attendere.
Laura tornò dopo pochi minuti vestita, si fa per dire, con una canotta, sotto la quale indossava il pezzo di sopra di un bikini, e degli shorts non troppo attillati, ma che evidenziavano comunque il suo bel sedere tondo e mettendo in mostra quelle gambe da modella.
“Spero che così tu sia più a tuo agio…sai in casa mi piace stare comoda e oggi poi inizia a far caldo…”
“Ok, diciamo che una certa distrazione c’è sempre, ma ammetto che con te sarei distratto anche se fossi vestita da suora”
“Ecco, questo per me è un bel complimento. Mi eccita molto che ti piaccia tanto il mio corpo.”
“No non mi riferivo solo a quello…credo di essere interessato a te oltre che per il tuo aspetto fisico anche per come sei tu. Io starei con te anche solo a parlare tutta la giornata. Altro che studiare”
“Carlo! Che cosa dolce che hai detto, grazie! Anche se però devi ammettere che il sesso dell’altra sera è stato qualcosa di magico…e comunque purtroppo devo davvero studiare, o rischio la non ammissione”
Passammo tutta la mattinata a studiare, mi misi d’impegno a farle capire certe nozioni di matematica che per me che ero portato erano facili. E alla fine riuscii nell’intento, dopo varie esercitazioni Laura padroneggiava l’argomento.
“Eee…questo dovrebbe essere il risultato” - esclamò fiera dopo l’ultima esercitazione
“Vediamo. Dunque…sì, questo va bene…perfetto! Sei bravissima, ora sei pronta a prendere anche 10 all’interrogazione!”
“Eh eh, grazie. E’ tutto merito tuo! Devo ripagare in qualche modo il tuo aiuto…e io avrei un’idea…”
Spostò la sedia più verso di me, e in un attimo eravamo avvinghiati l’uno con l’altra. Lei si produsse in un bacio appassionato, intrecciando la sua calda lingua con la mia. Mi ero perso nella pace dei sensi tra un colpo di lingua ed un altro, e fu facile conseguenza prendere iniziative. Le infilai una mano sotto la canotta accarezzandole un seno da sopra il bikini, lei per tutta risposta, sempre continuando a frustarmi a colpi di lingua in bocca, spostò la sua mano destra sul mio cazzo già eretto, accarezzandolo sui pantaloni. Le tolsi la canotta staccandomi per un attimo da quel bacio umido che mi stava eccitando alla follia, e poi con le mani dietro la sua schiena le slacciai il pezzo di sopra del bikini. Pian piano scesi a baciarla e leccarla sul collo, poi le spalle e infine insistetti sui capezzoli. A mano a mano che li leccavo diventavano sempre più turgidi, e il suo respiro si faceva sempre più affannato. Lievi mugolii uscivano dalla sua voce, segno che le piaceva quanto stavo facendo. Mi alzai e mi tolsi i pantaloni e le mutande.
“Oh sì Carlo. Mmmm finalmente lo hai tirato fuori!” - disse con uno sguardo che definire provocante era riduttivo.
“Dammelo in bocca! Voglio ingoiarlo fino in fondo!”
E così dicendo iniziò dapprima a leccarlo per tutta la sua lunghezza e poi se lo infilò vogliosa in bocca riuscendo a nasconderlo praticamente tutto. Era una sensazione indescrivibile, il calore della sua bocca, il solletico della sua lingua umida sul mio glande, mi provocava un piacere immenso, avrei potuto anche venire in quel momento.
“Ora scopami! Prima che sborri adesso” - esclamò provocante, togliendosi le mutande in fretta e stendendosi sul letto vicino allargando le gambe e mostrandomi la sua figa rasata e succosa. Era già tutta bagnata, iniziai ad infilarci il mio cazzo e dopo due o tre colpi ce l’aveva tutto dentro.
“Oh sì! Uhhh! Carlo, continua così! Mmmm scopami! Ahhh” - gemeva lei
“Uh, sì…che bella che sei! Sto godendo come un maiale….mmm”
Dopo pochi minuti di spinte e mugolii vari le venni dentro, consapevole che aveva preso la pillola.
“Ohhh sì…mmm…che bello!”
“Ahhhh, Laura sei fantastica!”
“Uff…niente male, davvero niente male!”
A mente lucida mi ritrovai a pensare ancora a quanto successo quella mattina, volevo capire qualcosa di più, ma senza dare nell’occhio.
“Ascolta Laura, c’è una cosa di cui volevo parlarti”
“Dimmi pure, ti ascolto”
“Ecco, diciamo che ho parlato con tuo padre prima della nostra uscita di ieri sera e mi ha detto che avevate parlato di me e del fatto che noi due potessimo fare sesso. Mi sembrava una cosa strana, ma lui ha detto che voi non avete problemi a parlare di queste cose in famiglia…volevo capirne solo qualcosa in più”
“Sì…diciamo che sono stata cresciuta a non avere paura di…parlare di certe cose con i miei genitori. E in fondo è stata una cosa bella perché mi potevo confidare con loro ogni volta che ne avevo bisogno ed evitare così di commettere errori di cui poi mi sarei pentita”
“Errori? Di che tipo?”
“Beh, quando avevo 14 anni mi innamorai di un ragazzo più grande di me che era nella mia scuola. Lui ne aveva 17 e frequentava il quarto anno del liceo. Inizialmente la mia era una cotta a senso unico, lui nemmeno mi vedeva. Ne parlai con mia madre, lei disse che non c’era nulla di male se lui era più grande e mi diede dei consigli per approcciare con lui. Per farla breve in pochi giorni riuscii a conoscerlo e dopo non molto tempo ci baciammo per la prima volta. Venne poi il momento in cui mi chiese di fare sesso con lui. Io volevo, ma avevo paura. Così tornai a casa e ne parlai sia con mamma sia con papà, per avere anche un punto di vista maschile. Mamma mi chiese se ne ero innamorata, io non sapevo cosa dire…mi sembrava che lo fossi ma per me era tutto nuovo. E me lo chiedeva perché non voleva che poi, se una volta che ci fossi andata a letto lui non si sarebbe più fatto sentire, che io ci rimanessi male. E papà confermò, dicendo che molti uomini pensano solo ad andare a letto con le donne e basta. Io ci ragionai qualche giorno, e decisi che era un’esperienza che volevo fare. Non so se ne fossi innamorata né se lui lo fosse di me, fatto sta che anche il pensiero che dopo il sesso avremmo potuto non vederci più non mi dava così fastidio. Meglio saperle subito certe cose che magari frequentare quel ragazzo, innamorarmi davvero e poi scoprire che lui voleva solo portarmi a letto. E lo dissi ai miei, loro mi consigliarono di fargli usare il preservativo. Meglio non rischiare di rimanere incinta a nemmeno 15 anni, no? Così una sera uscii con lui, e mi portò a casa sua approfittando del fatto che i suoi genitori erano partiti per lavoro, e iniziammo a baciarci. Quando arrivò il momento lui tentò di penetrarmi senza preservativo, e io rischiai di farmi prendere dall’eccitazione e di lasciarlo fare, ma fortunatamente mi ricordai dei consigli dei miei genitori e lo costrinsi a rivestirsi e ad andare giù al distributore a comprarne una scatola. Lui fu riluttante all’idea, ma io fui irremovibile. E così andò a prenderli e poi lo facemmo. Fu bellissimo. Se non fosse stato per i miei genitori l’avrei lasciato fare senza preservativo e forse oggi mi sarei ritrovata con un marmocchio da accudire, per questo sono grata a loro che mi hanno sempre dato la possibilità di parlare apertamente di queste cose”
“Capisco…anche se non è una cosa usuale, ma va bene. E…scusa se te lo chiedo…capirai che vorrei capire meglio di questo tuo rapporto così libero che hai con i tuoi genitori…non c’è altro che vorresti dirmi su di loro?”
“Su…di loro? In che senso scusa? Cosa dovrei dirti…?”
Apparve un po’ turbata. Decisamente c’era qualcosa sotto ma la mia mente riusciva solo a pensare a cose brutte. Però non volevo dirglielo apertamente, non ne ero sicuro e rischiavo solo di fare una brutta figura con lei. Ma volevo provare a capirne di più. Lei aveva sempre parlato dei suoi genitori in modo entusiasta, mi sembrava strano potesse esserci qualche brutta storia sotto. Decisi di chiederle di parlarmi di loro come genitori, per capire la sua reazione.
“Nel senso che se sono così aperti da parlare di sesso con te devono essere stati dei bravi genitori anche in altri campi, no?”
“Oh quello…beh sì, in effetti è così. Tu conosci bene mio padre, lui è un uomo per bene, conosci la sua storia per cui non mi ha mai fatto mancare niente. E mia madre lo stesso. Penso di essere molto fortunata ad avere loro come genitori”
Da come ne parlava mi sembrava impossibile che ci fosse qualche brutta storia…eppure tra il suo racconto sul rapporto molto aperto con i suoi genitori, il fatto di averla trovata nuda in casa che molto probabilmente si aspettava fossero i suoi genitori alla porta, e quel leggero turbamento alla mia richiesta di conoscere eventualmente cose più intime che li riguardavano continuava ad apparirmi sospetto. Decisi di non pensarci più. Andammo a pranzare, ripetemmo ancora un po’ la matematica per essere sicuri che lei avesse assimilato la lezione e facemmo sesso ancora una volta. Nel bel mezzo dell’amplesso sentii bussare la porta.
“Cacchio! Sono i tuoi? Possibile siano già tornati?”
“Non agitarti, può darsi non siano loro. E comunque potrebbe essere, sai a volte si avviano abbastanza prima perché su quella strada spesso c’è molto traffico. E forse stavolta invece era scorrevole…e sono arrivati prima”
“Dannazione, dannazione! Devo rivestirmi subito!”
“Calmati…lo sai che anche loro ormai sapranno che io e te facciamo sesso”
“Sì ma non mi va di farmi trovare nudo nel tuo letto, se permetti”
“Beh certo…dai, rivestiti e aspettami qui. Io vado ad aprire”
Stranamente era calmissima, mentre io avevo il cuore che mi usciva dal petto…lei nemmeno si rimise le mutande, prese una vestaglina di seta ed andò ad aprire alla porta. Io cercai di rivestirmi il più velocemente possibile per poi sgattaiolare fuori dalla stanza di Laura e infilarmi in cucina, non mi andava di farmi trovare nella sua stanza. La cucina era a pochi passi dalla sua stanza, il cui ingresso era dietro un muro ad L, per cui dal corridoio era impossibile che mi vedessero. Appena rivestito, uscii silenziosamente dalla stanza e sbirciai dietro l’angolo della parete prima di entrare in cucina. Quello che vidi però mi fece rabbrividire. Laura aprì la porta e dopo averla richiusa sua madre per prima le diede un bacio sulla bocca. Ma non era un bacetto stampo normale, era un bacio appassionato, oserei dire con la lingua. E subito dopo anche Marco fece lo stesso, per di più infilando una mano nella vestaglina sul seno nudo di Laura! Lei però non si scompose, come se fosse abituata e anzi le piacesse quella situazione. La sentii dire loro che io ero in casa nella sua stanza, quindi decisi di correre in cucina. Poco dopo i tre svoltarono l’angolo, e Laura si rivolse subito verso la sua stanza e non trovandomi la chiamai dalla cucina.
“Ehi sono qui.” chiamai
“Oh eccoti…pensavo fossi nella mia stanza…”
“Ero venuto a bere un bicchiere d’acqua. Oggi fa abbastanza caldo. Marco, Teresa, buonasera…già di ritorno?”
Cercai di restare calmo ma dentro di me era tutto susseguirsi di domande e iniziavo a vedere Marco e Teresa come due mostri…ma non potevo farmi scoprire.
“Sì…non ci crederai ma ad un certo punto è arrivato un temporale e abbiamo deciso di tornare a casa prima, tanto era inutile restare visto che le previsioni sono cambiate in peggio per tutto il weekend. Voi tutto ok? Avete studiato?” rispose Marco.
“Sì, papà, Carlo è davvero bravo ed è riuscito a farmi capire subito l’argomento. Domani sono sicura che prenderò un bel voto all’interrogazione”
“Benissimo, grazie Carlo. Spero vi sia rimasto tempo anche per…fare altro”
“Oh beh quello di sicuro papà…”
Avevo capito benissimo che alludevano al sesso tra me e Laura. E ormai conoscevo il loro modo di affrontare l’argomento con Laura…ma non riuscivo ad abituarmici. Soprattutto dopo quello che avevo visto.
“Beh, direi che posso anche andare ora…comincia a scurirsi anche qui ed io sono con lo scooter e non vorrei prendere la pioggia”
“Oh che peccato. Allora magari la prossima volta resterai anche a cena?” chiese Teresa
“Con piacere…sarà per la prossima volta”
E così salutai tutti e baciai Laura sulla soglia prima di prendere l’ascensore e tornare a casa pieno di dubbi e domande a cui non sapevo dare una risposta.
scritto il
2025-07-11
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