Un pieno di benzina con ricompensa finale
di
Bomber13
genere
etero
Un mercoledì di qualche anno fa.
Avevo appena finito di studiare in vista degli esami della sessione invernale all’università che frequentavo e decisi di uscire per distrarmi un po’.
Presi la macchina e, dopo aver passato qualche semaforo, notai una FIAT UNO nera che aveva acceso le quattro frecce e da cui era scesa una donna abbastanza in carne.
Mi fermai per sincerarmi che non fosse accaduto niente di grave. La donna mi disse: “Sono rimasta senza benzina: non è che puoi accompagnarmi al distributore qui vicino che riempio la tanica”.
“Volentieri”, risposi. E la feci salire.
“Ciao”, mi disse “mi chiamo Maria sono originaria di Napoli. Ti ringrazio per esserti fermato. Sono qui sulla statale da circa un quarto d’ora e nessuno si è degnato di darmi una mano. Che gente fredda e scortese”.
“Hai trovato me”, le risposi.
“Grazie di cuore. Adesso andiamo al distributore qui vicino e mettiamo un po’ di benzina nella tanica”.
Andammo al distributore. Maria mise un po’ di benzina e poi ritornammo verso la sua UNO.
Naturalmente la aiutai a mettere la benzina nella macchina. La macchina ripartì e lei mi disse: “Sei stato gentilissimo. Voglio ringraziarti. Vieni dietro di me che andiamo a casa mia. Ti offro qualcosa da bere”.
Arrivammo nei pressi della palazzina dove abitava. Scendemmo dalle nostre rispettive auto e entrammo nel portone del condominio dove lei abitava.
Dopo tre piani in ascensore entrammo. Un appartamento particolarmente accogliente con una bella sala nella quale non soltanto troneggiavano le foto degli angoli più conosciuti di Napoli ma anche un bellissimo divano in pelle nera.
“Siediti”, mi disse, “vado a prendere qualcosa da bere”.
Qualche minuto più tardi Maria tornò nella sala. Indossava soltanto una vestaglia nera e un perizoma leopardato particolarmente sexy.
Si avvicinò a me e mi diede un bacio sulle labbra con la lingua. Un bacio davvero sensuale che era il preludio a un momento di sesso particolarmente appassionato.
“Sei stato cordialissimo. Voglio sdebitarmi in questo modo”. E si tolse la vestaglia. Si svelò il corpo di una donna in carne con un seno enorme. Iniziai a leccarle i seni esplorandole i capezzoli con la lingua e mordendoglieli leggermente. La sentivo ansimare. Continuavo a scendere con la lingua fino ad arrivare al suo perizoma. Iniziai a leccarla prima sul perizoma che poi tolsi.
“Ahhhh”, gridò “mi hai fatto bagnare tutta. Che bravo che sei. Ci sai fare davvero con le donne. Adesso spogliati nudo. Ho voglia di farti un massaggio con il mio seno”.
E iniziò a strofinare il suo seno contro il mio corpo. Prima sulla schiena poi a scendere ancora più giù fino al sedere. Con le mani mi prese le natiche per poi allargarmele. Mi leccò il buco in profondità. Ci stavamo eccitando sempre di più. Poi mi fece girare e con il seno percorse il mio corpo fino ad arrivare al mio cazzo.
Quei massaggi, quella leccata mi avevano fatto davvero eccitare. Mi stesi sopra di lei e iniziai a cavalcarla. Lei gradiva sempre di più e continuava a godere. Mentre la penetravo iniziai a succhiarle i piedi. Aveva i piedi grandi laccati con un provocantissimo smalto rosso. Le succhiai le dita dei piedi in maniera voluttuosa poi con la lingua le esplorai prima il collo e poi la pianta delle sue estremità. L’odore che emanavano mi fece eccitare ancora di più tanto più che spinsi dentro di lei con maggiore forza.
Lei continuava a godere. Questo stato di eccitazione aveva trasportato anche me. Era il momento di venire e le venni sui seni. Lei si spalmò il mio orgasmo sul seno e con la lingua lo assaggiò.
Non avevamo ancora finito. L’avevo fatta mettere a pecora. Con la lingua le leccai il culetto e con le dita le sgrillettavo la fica. Anche lei raggiunse l’orgasmo.
Un bel rifornimento non c’è che dire: prima di carburante e poi di sesso.
Avevo appena finito di studiare in vista degli esami della sessione invernale all’università che frequentavo e decisi di uscire per distrarmi un po’.
Presi la macchina e, dopo aver passato qualche semaforo, notai una FIAT UNO nera che aveva acceso le quattro frecce e da cui era scesa una donna abbastanza in carne.
Mi fermai per sincerarmi che non fosse accaduto niente di grave. La donna mi disse: “Sono rimasta senza benzina: non è che puoi accompagnarmi al distributore qui vicino che riempio la tanica”.
“Volentieri”, risposi. E la feci salire.
“Ciao”, mi disse “mi chiamo Maria sono originaria di Napoli. Ti ringrazio per esserti fermato. Sono qui sulla statale da circa un quarto d’ora e nessuno si è degnato di darmi una mano. Che gente fredda e scortese”.
“Hai trovato me”, le risposi.
“Grazie di cuore. Adesso andiamo al distributore qui vicino e mettiamo un po’ di benzina nella tanica”.
Andammo al distributore. Maria mise un po’ di benzina e poi ritornammo verso la sua UNO.
Naturalmente la aiutai a mettere la benzina nella macchina. La macchina ripartì e lei mi disse: “Sei stato gentilissimo. Voglio ringraziarti. Vieni dietro di me che andiamo a casa mia. Ti offro qualcosa da bere”.
Arrivammo nei pressi della palazzina dove abitava. Scendemmo dalle nostre rispettive auto e entrammo nel portone del condominio dove lei abitava.
Dopo tre piani in ascensore entrammo. Un appartamento particolarmente accogliente con una bella sala nella quale non soltanto troneggiavano le foto degli angoli più conosciuti di Napoli ma anche un bellissimo divano in pelle nera.
“Siediti”, mi disse, “vado a prendere qualcosa da bere”.
Qualche minuto più tardi Maria tornò nella sala. Indossava soltanto una vestaglia nera e un perizoma leopardato particolarmente sexy.
Si avvicinò a me e mi diede un bacio sulle labbra con la lingua. Un bacio davvero sensuale che era il preludio a un momento di sesso particolarmente appassionato.
“Sei stato cordialissimo. Voglio sdebitarmi in questo modo”. E si tolse la vestaglia. Si svelò il corpo di una donna in carne con un seno enorme. Iniziai a leccarle i seni esplorandole i capezzoli con la lingua e mordendoglieli leggermente. La sentivo ansimare. Continuavo a scendere con la lingua fino ad arrivare al suo perizoma. Iniziai a leccarla prima sul perizoma che poi tolsi.
“Ahhhh”, gridò “mi hai fatto bagnare tutta. Che bravo che sei. Ci sai fare davvero con le donne. Adesso spogliati nudo. Ho voglia di farti un massaggio con il mio seno”.
E iniziò a strofinare il suo seno contro il mio corpo. Prima sulla schiena poi a scendere ancora più giù fino al sedere. Con le mani mi prese le natiche per poi allargarmele. Mi leccò il buco in profondità. Ci stavamo eccitando sempre di più. Poi mi fece girare e con il seno percorse il mio corpo fino ad arrivare al mio cazzo.
Quei massaggi, quella leccata mi avevano fatto davvero eccitare. Mi stesi sopra di lei e iniziai a cavalcarla. Lei gradiva sempre di più e continuava a godere. Mentre la penetravo iniziai a succhiarle i piedi. Aveva i piedi grandi laccati con un provocantissimo smalto rosso. Le succhiai le dita dei piedi in maniera voluttuosa poi con la lingua le esplorai prima il collo e poi la pianta delle sue estremità. L’odore che emanavano mi fece eccitare ancora di più tanto più che spinsi dentro di lei con maggiore forza.
Lei continuava a godere. Questo stato di eccitazione aveva trasportato anche me. Era il momento di venire e le venni sui seni. Lei si spalmò il mio orgasmo sul seno e con la lingua lo assaggiò.
Non avevamo ancora finito. L’avevo fatta mettere a pecora. Con la lingua le leccai il culetto e con le dita le sgrillettavo la fica. Anche lei raggiunse l’orgasmo.
Un bel rifornimento non c’è che dire: prima di carburante e poi di sesso.
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