La prima volta non si scorda mai!!!!
di
Bomber13
genere
prime esperienze
Quando ci si ritrova con gli amici per una partita di calcetto, a fine partita si va tutti a mangiare un boccone in pizzeria o al pub.
E proprio nel bel mezzo di quei momenti conviviali tipicamente maschili che, complice qualche birra in più, si tirano fuori gli argomenti più piccanti come per esempio “Quando è stata la tua prima volta?”.
C’è chi dice al campeggio con qualche ragazza straniera, c’è chi dice con la ragazza che poi avrebbe portato all’altare, c’è chi invece racconta che la sua prima volta è stata sul posto di lavoro.
La mia prima volta è stata una prima volta particolare: nel mio primo viaggio all’estero in solitario.
Era l’estate del 1990, un’estate calda sia dal punto di vista meteorologico che dal punto di vista del movimento turistico. L’Italia aveva ospitato i campionati mondiali di calcio e c’era una massiccia affluenza di turisti non solo da tutta Europa ma anche dal resto del mondo.
Quindi la probabilità di rimorchiare e di fare sesso era davvero alta.
Chi scrive fa parte di quella che viene chiamata la Generazione Inter-Rail. Quei giovani che, grazie a questo biglietto ferroviario che ti permetteva di girare liberamente in tutta Europa per un determinato periodo di tempo.
Questi viaggi erano una sorta di iniziazione alla vita (e non soltanto alla vita): in poche parole si salutava sentendosi liberi l’adolescenza per andare incontro alle prime esperienze come persona adulta.
Il mio viaggio prevedeva come destinazione finale Londra da raggiungere in traghetto passando per la Francia.
L’arrivo a Calais portò con se una brutta sorpresa: una settimana di sciopero dei traghetti da e per le isole britanniche.
Naturalmente non la presi bene. Trovai alloggio in un ostello della cittadina portuale.
Dopo aver preso la camera tirai fuori l’agendina che di solito portavo con me. Al suo interno tra i tanti fogli c’era anche il nome e il numero di Giovanni, un amico di mio padre che, viveva a Bielefeld, una cittadina del nord della Germania.
Mentre consultavo un atlante pensai di chiamarlo il giorno dopo: sarei andato a trovarlo. Sarei rimasto qualche giorno e poi avrei continuato il mio viaggio con destinazione la bellissima Monaco.
La mattina dopo telefonai a Giovanni. Fu molto contento di sentirmi e fu contento sul fatto che io lo andavo a trovare. Mi offrii di aiutarlo nel suo ristorante che gestiva insieme a sua moglie Christina.
Dopo un viaggio di circa un giorno attraverso la Francia e l’Olanda, arrivai a Bielefeld (dove abitava Giovanni) e, con un autobus urbano raggiunsi la sua casa.
Entrai nel ristorante: fui accolto calorosamente da Giovanni e da sua moglie.
Insieme a loro c’era anche Barbara, una donna polacca alta, con capelli castani ricci e con un enorme seno. Barbara mi salutò con un sorriso.
“Vuoi mangiare qualcosa G. ? Sicuramente sarai stanco”, mi disse Giovanni.
“Perché no – risposi – una bella bistecca ci starebbe bene dopo aver mangiato scatolette e panini”.
Notavo che Barbara mi guardava sempre di più con attenzione: evidentemente le ero simpatico.
Ma le attenzioni di Barbara erano particolarmente maliziose e indirizzate verso il sesso.
Mi rivolse una domanda: “Come mai non hai portato la tua fidanzata con te?”.
Io le risposi: “Al momento non sono fidanzato”.
E lei: “Strano…un bel ragazzo come te, per giunta italiano che non ha la fidanzata…”.
Intervenne Giovanni: “Vedrai che qui in Germania troverà una bella ragazza, si fidanzerà con lei e se la porterà in Italia. E’ giovane, è bello ed è anche simpatico”.
Nei giorni successivi notai che le attenzioni di Barbara erano sempre più crescenti.
Si capiva che lei era particolarmente attratta da me e, se ce ne fosse stata la possibilità, saremmo finiti a letto.
Qualche giorno più tardi, Giovanni andò a fare una gita di un giorno con sua moglie per festeggiare l’anniversario del loro matrimonio. Sarebbe tornato l’indomani. Rimasi nell’appartamento sopra il ristorante con Barbara che dormiva in una camera attigua alla mia.
Mentre ero in bagno per radermi, arrivò Barbara che prese la bottiglietta di un olio che usava per la pelle.
“Non posso fare proprio a meno di quest’olio – mi disse – è un po’ costoso ma è fantastico”.
Tornai in camera e poco dopo essere entrato sentii la voce di Barbara che mi chiamava dalla sua stanza. Voleva che andassi un attimo da lei.
La trovai con la bottiglietta in mano: “Voglio chiederti una cosa – mi disse – mettimelo tu l’olio” e si tolse la maglia di lana che di solito indossava.
Era rimasta soltanto con il reggiseno che poi si tolse.
“E’ da qualche giorno che sei qui. Volevo dirti che mi piaci e che voglio essere io la donna con la quale farai l’amore per la prima volta. Massaggiami il seno con quest’olio”.
Era bellissimo vedere quell’enorme seno completamente nudo. Era bianco, sodo e con enormi capezzoli. Le spalmai l’olio sul seno e lei in cambio mi diede un bacio alla francese.
“Spogliati nudo. Fammi vedere che voi italiani siete dei grandi amatori” e mi tolse prima i pantaloni e poi i boxer. Il mio cazzo si era indurito e ingrossato. Lei prima se lo mise in mezzo al seno e poi lo prese in bocca succhiandolo in maniera voluttuosa e scendendo fino alle palle.
Si era tolta anche la gonna e le mutandine: la sua fica era pelosissima. Gliela accarezzai: era tutta bagnata e non aspettava altro di essere leccata e penetrata.
Eravamo io e lei completamente nudi e nella stanza si sentiva il profumo intenso dei nostri corpi.
Prima di farsi penetrare mi chiese di leccargliela. Le leccai anche i piedi dall’alto in basso. Le piaceva molto farsi leccare i piedi.
Poi la penetrai. La sentivo ansimare sempre di più.
“Dai scopami. Voglio sentirti tutto dentro di me. Si...dai...ancora – urlava – hai un cazzo fantastico. Dammelo tutto!!!”.
Mentre la penetravo le toccavo i seni e la baciavo appassionatamente.
Tirai fuori il mio arnese perché stavo per venire e le venni sui seni. Lei si leccò le tette perché voleva assaggiare la mia sborra.
Ci baciammo ancora. Rimanemmo nudi sul letto ma qualche ora dopo vista la nostra meravigliosa intesa sessuale lo facemmo ancora così come nella stessa sera e anche durante la notte.
La mattina dopo appena svegli ci vestimmo e ci baciammo ma prima di vestirci la penetrai di nuovo.
Avevamo deciso che quanto avevamo fatto sarebbe rimasto un segreto tra di noi anche se Giovanni senza chiedermi niente aveva capito che tra me e Barbara c’era stato qualcosa.
“Ti vedo abbastanza felice e rilassato”, mi disse.
“Io e Barbara abbiamo scopato ed è stata la mia prima volta. Quasi mi vergognavo a dirtelo”, gli dissi.
“Immaginavo – rispose – lei ti guardava in maniera maliziosa e sapevo che prima o poi sarebbe successo qualcosa tra di voi. Tranquillo. Non le dirò niente. E perché dovresti vergognarti di aver fatto l’amore? Siamo uomini e la Germania è un paese libero da ogni tabù sessuale, Cosa pensi? Che io e Christina non abbiamo fatto l’amore quando siamo andati via? Certo che si”.
Qualche giorno dopo presi il treno e continuai il mio viaggio.
Purtroppo da quella volta non ho più visto Barbara e non so più niente di lei ma è proprio grazie a lei se ho scoperto il sesso.
E proprio nel bel mezzo di quei momenti conviviali tipicamente maschili che, complice qualche birra in più, si tirano fuori gli argomenti più piccanti come per esempio “Quando è stata la tua prima volta?”.
C’è chi dice al campeggio con qualche ragazza straniera, c’è chi dice con la ragazza che poi avrebbe portato all’altare, c’è chi invece racconta che la sua prima volta è stata sul posto di lavoro.
La mia prima volta è stata una prima volta particolare: nel mio primo viaggio all’estero in solitario.
Era l’estate del 1990, un’estate calda sia dal punto di vista meteorologico che dal punto di vista del movimento turistico. L’Italia aveva ospitato i campionati mondiali di calcio e c’era una massiccia affluenza di turisti non solo da tutta Europa ma anche dal resto del mondo.
Quindi la probabilità di rimorchiare e di fare sesso era davvero alta.
Chi scrive fa parte di quella che viene chiamata la Generazione Inter-Rail. Quei giovani che, grazie a questo biglietto ferroviario che ti permetteva di girare liberamente in tutta Europa per un determinato periodo di tempo.
Questi viaggi erano una sorta di iniziazione alla vita (e non soltanto alla vita): in poche parole si salutava sentendosi liberi l’adolescenza per andare incontro alle prime esperienze come persona adulta.
Il mio viaggio prevedeva come destinazione finale Londra da raggiungere in traghetto passando per la Francia.
L’arrivo a Calais portò con se una brutta sorpresa: una settimana di sciopero dei traghetti da e per le isole britanniche.
Naturalmente non la presi bene. Trovai alloggio in un ostello della cittadina portuale.
Dopo aver preso la camera tirai fuori l’agendina che di solito portavo con me. Al suo interno tra i tanti fogli c’era anche il nome e il numero di Giovanni, un amico di mio padre che, viveva a Bielefeld, una cittadina del nord della Germania.
Mentre consultavo un atlante pensai di chiamarlo il giorno dopo: sarei andato a trovarlo. Sarei rimasto qualche giorno e poi avrei continuato il mio viaggio con destinazione la bellissima Monaco.
La mattina dopo telefonai a Giovanni. Fu molto contento di sentirmi e fu contento sul fatto che io lo andavo a trovare. Mi offrii di aiutarlo nel suo ristorante che gestiva insieme a sua moglie Christina.
Dopo un viaggio di circa un giorno attraverso la Francia e l’Olanda, arrivai a Bielefeld (dove abitava Giovanni) e, con un autobus urbano raggiunsi la sua casa.
Entrai nel ristorante: fui accolto calorosamente da Giovanni e da sua moglie.
Insieme a loro c’era anche Barbara, una donna polacca alta, con capelli castani ricci e con un enorme seno. Barbara mi salutò con un sorriso.
“Vuoi mangiare qualcosa G. ? Sicuramente sarai stanco”, mi disse Giovanni.
“Perché no – risposi – una bella bistecca ci starebbe bene dopo aver mangiato scatolette e panini”.
Notavo che Barbara mi guardava sempre di più con attenzione: evidentemente le ero simpatico.
Ma le attenzioni di Barbara erano particolarmente maliziose e indirizzate verso il sesso.
Mi rivolse una domanda: “Come mai non hai portato la tua fidanzata con te?”.
Io le risposi: “Al momento non sono fidanzato”.
E lei: “Strano…un bel ragazzo come te, per giunta italiano che non ha la fidanzata…”.
Intervenne Giovanni: “Vedrai che qui in Germania troverà una bella ragazza, si fidanzerà con lei e se la porterà in Italia. E’ giovane, è bello ed è anche simpatico”.
Nei giorni successivi notai che le attenzioni di Barbara erano sempre più crescenti.
Si capiva che lei era particolarmente attratta da me e, se ce ne fosse stata la possibilità, saremmo finiti a letto.
Qualche giorno più tardi, Giovanni andò a fare una gita di un giorno con sua moglie per festeggiare l’anniversario del loro matrimonio. Sarebbe tornato l’indomani. Rimasi nell’appartamento sopra il ristorante con Barbara che dormiva in una camera attigua alla mia.
Mentre ero in bagno per radermi, arrivò Barbara che prese la bottiglietta di un olio che usava per la pelle.
“Non posso fare proprio a meno di quest’olio – mi disse – è un po’ costoso ma è fantastico”.
Tornai in camera e poco dopo essere entrato sentii la voce di Barbara che mi chiamava dalla sua stanza. Voleva che andassi un attimo da lei.
La trovai con la bottiglietta in mano: “Voglio chiederti una cosa – mi disse – mettimelo tu l’olio” e si tolse la maglia di lana che di solito indossava.
Era rimasta soltanto con il reggiseno che poi si tolse.
“E’ da qualche giorno che sei qui. Volevo dirti che mi piaci e che voglio essere io la donna con la quale farai l’amore per la prima volta. Massaggiami il seno con quest’olio”.
Era bellissimo vedere quell’enorme seno completamente nudo. Era bianco, sodo e con enormi capezzoli. Le spalmai l’olio sul seno e lei in cambio mi diede un bacio alla francese.
“Spogliati nudo. Fammi vedere che voi italiani siete dei grandi amatori” e mi tolse prima i pantaloni e poi i boxer. Il mio cazzo si era indurito e ingrossato. Lei prima se lo mise in mezzo al seno e poi lo prese in bocca succhiandolo in maniera voluttuosa e scendendo fino alle palle.
Si era tolta anche la gonna e le mutandine: la sua fica era pelosissima. Gliela accarezzai: era tutta bagnata e non aspettava altro di essere leccata e penetrata.
Eravamo io e lei completamente nudi e nella stanza si sentiva il profumo intenso dei nostri corpi.
Prima di farsi penetrare mi chiese di leccargliela. Le leccai anche i piedi dall’alto in basso. Le piaceva molto farsi leccare i piedi.
Poi la penetrai. La sentivo ansimare sempre di più.
“Dai scopami. Voglio sentirti tutto dentro di me. Si...dai...ancora – urlava – hai un cazzo fantastico. Dammelo tutto!!!”.
Mentre la penetravo le toccavo i seni e la baciavo appassionatamente.
Tirai fuori il mio arnese perché stavo per venire e le venni sui seni. Lei si leccò le tette perché voleva assaggiare la mia sborra.
Ci baciammo ancora. Rimanemmo nudi sul letto ma qualche ora dopo vista la nostra meravigliosa intesa sessuale lo facemmo ancora così come nella stessa sera e anche durante la notte.
La mattina dopo appena svegli ci vestimmo e ci baciammo ma prima di vestirci la penetrai di nuovo.
Avevamo deciso che quanto avevamo fatto sarebbe rimasto un segreto tra di noi anche se Giovanni senza chiedermi niente aveva capito che tra me e Barbara c’era stato qualcosa.
“Ti vedo abbastanza felice e rilassato”, mi disse.
“Io e Barbara abbiamo scopato ed è stata la mia prima volta. Quasi mi vergognavo a dirtelo”, gli dissi.
“Immaginavo – rispose – lei ti guardava in maniera maliziosa e sapevo che prima o poi sarebbe successo qualcosa tra di voi. Tranquillo. Non le dirò niente. E perché dovresti vergognarti di aver fatto l’amore? Siamo uomini e la Germania è un paese libero da ogni tabù sessuale, Cosa pensi? Che io e Christina non abbiamo fatto l’amore quando siamo andati via? Certo che si”.
Qualche giorno dopo presi il treno e continuai il mio viaggio.
Purtroppo da quella volta non ho più visto Barbara e non so più niente di lei ma è proprio grazie a lei se ho scoperto il sesso.
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