La Dea Elisa ed i suoi schiavi devoti

di
genere
dominazione

La Cerimonia della Devozione
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La competizione per il privilegio supremo: gli schiavi si sfidano per leccare i piedi della Dea, mentre la tensione cresce e i desideri si scontrano con la realtà del loro status.
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Il sole del mattino filtrava attraverso le ampie vetrate della lussuosa villa, illuminando il salone principale dove Elisa, l’influencer dalla bellezza mozzafiato, sedeva su un divano di velluto color crema. I suoi lunghi capelli castani cadevano in onde perfette sulle spalle, mentre i suoi occhi verdi brillavano di un’autorità naturale. Indossava un abito leggero e aderente che metteva in risalto le sue curve perfette, e i suoi piedi nudi poggiavano su un cuscino di seta, come se fossero oggetti sacri da adorare.

Ingrid, la sua schiava e governatrice degli schiavi maschi, si trovava in piedi accanto a lei, immobile e composta. La donna svedese di 36 anni aveva un’aria severa, i suoi capelli biondi raccolti in una coda stretta e il suo sguardo azzurro fisso su Elisa con un misto di devozione e desiderio non corrisposto. Ingrid sapeva il suo posto: era una schiava, ma anche una guardiana, responsabile di gestire i sette uomini che avevano dedicato le loro vite al servizio di Elisa.

“Ingrid,” disse Elisa con voce calma ma ferma, “portami gli schiavi. È ora che si mettano al lavoro.”

Ingrid annuì silenziosamente e si diresse verso la porta che conduceva alle stanze degli schiavi. La villa era progettata per mantenere una gerarchia chiara: gli schiavi vivevano in un’ala separata, sempre nudi e in castità, pronti a servire la loro Dea in ogni momento.

Quando Ingrid aprì la porta, i sette uomini si alzarono immediatamente dai loro giacigli di paglia, i loro corpi nudi lucidi di sudore. Erano tutti in forma, i muscoli scolpiti, ma i loro volti erano segnati da un’espressione di sottomissione. Ciascuno di loro portava un dispositivo di castità d’acciaio intorno ai genitali, un promemoria costante del loro status.

“La Dea vi chiama,” disse Ingrid con voce fredda. “Seguitemi.”

Gli schiavi si misero in fila, gli occhi bassi, e seguirono Ingrid fino al salone. Elisa li osservò con un sorriso leggero, come se stesse ammirando delle opere d’arte viventi.

“Oggi avete due compiti,” annunciò Elisa, la sua voce che risuonava nella stanza. “Il primo è pulire ogni angolo di questa villa fino a farla brillare. Il secondo è competere per l’onore di leccare i miei piedi questa sera.”

Gli schiavi si scambiarono sguardi carichi di tensione. Sapevano che la competizione sarebbe stata feroce, e che chiunque avesse fallito sarebbe stato punito severamente da Ingrid.

“Iniziamo,” ordinò Elisa, alzandosi dal divano. Si diresse verso il balcone, lasciando gli schiavi e Ingrid nel salone.

Ingrid si avvicinò agli uomini, il suo sguardo penetrante. “Sapete cosa fare. Chiunque commetta un errore, anche minimo, sarà punito. La Dea non tollera l’imperfezione.”

Gli schiavi si misero subito al lavoro, muovendosi con precisione e rapidità. Uno di loro, un uomo di nome Luca, si avvicinò a Ingrid con un’espressione di timore.

“Padrona Ingrid,” mormorò, “posso chiedere un favore?”

Ingrid lo guardò con disprezzo. “Parla.”

“Se dovessi vincere la competizione stasera, potrei chiedere alla Dea di permettermi di leccare anche i suoi talloni? È un sogno che ho da mesi.”

Ingrid sorrise freddamente. “La Dea decide chi e cosa leccare. Tu fai il tuo lavoro e basta.”

Luca abbassò lo sguardo e tornò al suo compito, il cuore pesante.

Nel frattempo, Elisa si era ritirata nella sua camera da letto, un’oasi di lusso e comfort. Si sdraiò sul letto, chiudendo gli occhi per un momento. Sapeva che Ingrid la desiderava, ma per lei la schiava svedese era solo uno strumento, una guardiana fedele. Ogni tanto, però, Elisa le concedeva un piccolo privilegio: l’onore di leccarle la figa. Era un gesto di potere, un promemoria di chi comandava.

Ingrid, intanto, supervisionava gli schiavi con occhio attento. Quando uno di loro, Marco, rovesciò accidentalmente un secchio d’acqua, la sua espressione si indurì.

“Marco,” disse con voce tagliente, “vieni qui.”

L’uomo si avvicinò, tremando. Ingrid estrasse una frusta dalla sua cintura e la sollevò lentamente.

“La Dea non tollera l’imperfezione,” ripeté, colpendo Marco con forza sulla schiena. L’uomo represse un gemito, sapendo che ogni lamento sarebbe stato punito ulteriormente.

Mentre la giornata procedeva, la tensione tra gli schiavi cresceva. Ciascuno di loro lavorava con disperazione, cercando di superare gli altri nella speranza di ottenere il privilegio supremo: leccare i piedi di Elisa.

Verso sera, la villa brillava di pulizia. Elisa rientrò nel salone, i suoi piedi nudi che facevano un leggero rumore sul pavimento di marmo.

“Chi ha lavorato meglio oggi?” chiese, guardando Ingrid.

Ingrid esitò per un momento, poi indicò Luca. “Lui, Dea. Ha fatto tutto alla perfezione.”

Elisa sorrise, rivolgendosi a Luca. “Allora, stasera, avrai l’onore di leccare i miei piedi. Ma prima, Ingrid, hai qualcosa da dirmi?”

Ingrid abbassò lo sguardo, il cuore che batteva forte. “Dea, se lo desiderate, potrei... potrei leccarvi la figa stasera.”

Elisa rise piano, un suono melodioso e seducente. “Forse. Ma prima, occupati di questi schiavi. Devono essere pronti per la cerimonia.”

Ingrid annuì e si avvicinò a Luca, il suo sguardo ora più morbido. “Preparati, schiavo. Stasera servirai la Dea.”

Mentre gli schiavi si disponevano in fila, in attesa del loro destino, Elisa si sedette sul divano, i suoi piedi pronti per essere adorati. La stanza era carica di attesa, ogni uomo che tratteneva il respiro, sperando di essere scelto.

Ma Elisa non aveva fretta. Si alzò lentamente, avvicinandosi a Ingrid. “Prima di iniziare,” sussurrò, “forse dovresti dimostrare la tua devozione.”

Ingrid si inginocchiò senza esitare, il suo sguardo fisso su Elisa. La Dea si posizionò davanti a lei, la gonna che si sollevava leggermente, rivelando la sua intimità.

“Leccami,” ordinò Elisa con voce bassa.

Ingrid chiuse gli occhi, portando le labbra alla figa di Elisa. La stanza cadde nel silenzio, gli schiavi immobili, mentre Ingrid iniziava a leccare con devozione, il suo desiderio represso che si mescolava alla sottomissione.

Elisa sorrise, godendosi il momento. Ma la cerimonia non era ancora iniziata, e gli schiavi aspettavano, il loro destino ancora incerto.

La scena rimase sospesa, il silenzio rotto solo dal suono di Ingrid che serviva la sua Dea, mentre gli schiavi trattenevano il respiro, chiedendosi cosa sarebbe successo dopo.
scritto il
2025-07-02
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