Fuga estiva
di
Ghost Man
genere
scambio di coppia
Una domenica mattina d’estate, l’aria densa e immobile, il sole già alto bruciava le finestre dell’appartamento di Matteo e Giulia. Si erano da poco sposati e il caldo opprimente li costringeva a restare chiusi in casa. Matteo, giovane uomo atletico, con occhi che tradivano una timidezza mai del tutto superata, osservava Giulia, ragazza dolce e ingenua, dal fisico armonioso, i suoi lunghi capelli biondi che ricadevano sulla schiena come onde dorate. Entrambi sentivano il bisogno di evadere, di trovare un luogo dove il tempo rallentasse e il corpo si rigenerasse.
Decisero così di visitare un nuovo centro benessere appena aperto fuori città, una promessa di frescura e relax. Dopo una telefonata veloce per assicurarsi che ci fosse posto, partirono.
Il tragitto fu breve, l'auto scivolò attraverso il paesaggio baciato dal sole. Era un'oasi moderna, circondata da una vegetazione lussureggiante e da sentieri di pietra levigata che sembravano invitarli a entrare. L'aria era satura del profumo caldo del legno e degli oli essenziali, un rilassante contrasto con il caldo soffocante che si erano lasciati alle spalle.
Alla reception, furono accolti con un sorriso cortese. Dopo le consuete formalità, si trovarono davanti un cartello: Vietato l'ingresso nella struttura con qualsiasi indumento, costume da bagno compreso. Matteo lanciò un'occhiata a Giulia, la sua timidezza che si insinuò di nuovo mentre si schiariva la voce. "Immagino che dovremo farlo", borbottò. Giulia annuì, con le guance rosee ma un'espressione decisa. Si diressero verso gli spogliatoi, dove si avvolsero in morbidi asciugamani bianchi. Uscendo, si mossero per la struttura con un misto di curiosità e imbarazzo, i piedi nudi che camminavano a passi lenti sul caldo pavimento di pietra.
Decisero di iniziare dal lago termale, nascosto tra gli alberi secolari del giardino. L'acqua era calda, una sottile nebbiolina si alzava dalla superficie, creando un'atmosfera quasi magica. Si immersero rapidamente, l'acqua avvolgeva i loro corpi come una dolce carezza. Matteo sospirò, appoggiandosi allo schienale mentre la tensione si scioglieva dai suoi muscoli. Giulia galleggiava lì vicino, con gli occhi chiusi, la sua pelle pallida che brillava nella luce soffusa. Ma il silenzio fu interrotto da un improvviso tonfo. Due figure emersero dall'acqua, sorprendendoli entrambi. Erano un uomo e una donna. Alessandro era alto e muscoloso, i capelli e la barba brizzolati gli conferivano un aspetto robusto e dominante. I suoi occhi verdi erano penetranti. Valeria era altrettanto affascinante, il suo corpo sinuoso emanava sicurezza e sensualità. I capelli scuri le aderivano alle spalle e il piercing al capezzolo catturava la luce mentre si muoveva.
"Scusate se vi abbiamo spaventato", disse Valeria con un sorriso malizioso, la voce calda e invitante. "Non volevamo interrompervi." Si sedettero sul bordo del laghetto.
Giulia arrossì, i suoi occhi saettarono sul cazzo di Alessandro prima che potesse fermarsi: pendeva pesante tra le gambe, già mezzo eretto per il calore dell'acqua. Matteo, nel frattempo, non poté fare a meno di fissare il corpo di Valeria: la sua figa era morbida e invitante, le labbra leggermente dischiuse come per stuzzicarlo.
Alessandro ridacchiò, la sua voce profonda risuonò nel silenzio. "Prima volta qui?"
Matteo annuì, la sua voce era appena più di un sussurro. "Sì. Non pensavamo che sarebbe stato... così."
Il sorriso di Valeria si allargò mentre allungava la mano verso Alessandro, le sue dita avvolsero il suo cazzo con audace sicurezza. Lo accarezzò lentamente, il suo tocco fermo e deliberato. "È solo questione di abituarsi", disse, fissando gli occhi su Matteo. "Vedrai." Giulia respirava a fatica mentre guardava la mano di Valeria muoversi, il suo corpo reagiva in modi inaspettati. Sentì un calore diffondersi nel ventre, un formicolio che la fece muovere a disagio nell'acqua.
Il cazzo di Alessandro si gonfiò sotto il tocco di Valeria, diventando sempre più grosso e duro fino a diventare completamente eretto, con la cappella lucida e tesa.
Emise un gemito sommesso, i suoi occhi verdi si oscurarono di desiderio mentre guardava Giulia.
Alessandro invitò gli sposini a uscire dall’acqua. Giulia rifiutò con decisione, allora Alessandro e Valeria rientrarono lentamente nel laghetto, avvicinandosi con movimenti fluidi e sicuri.
Prima che potessero dire qualcosa, Valeria si avvicinò a Matteo, la sua mano scivolò sott'acqua, mentre gli sussurrava all’orecchio di smettere di mangiarla con gli occhi. Le sue dita avvolsero il cazzo morbido, una presa salda ma provocante, mentre iniziava ad accarezzarlo lentamente.
Matteo sussultò, il suo corpo si irrigidì mentre il piacere lo pervadeva. Il suo cazzo si contrasse nella mano, diventando sempre più duro a ogni colpo. Lei lo accarezzò lentamente, seguendo la curva del suo membro dalla base alla punta. "È più grosso di quanto mi aspettassi", mormorò, le labbra che si curvavano in un sorrisetto.
Il cuore di Giulia le martellava nel petto, gli occhi si spalancarono mentre intuì il gioco.
Sentiva lo sguardo di Alessandro su di sé mentre si avvicinava. Le sue mani le raggiunsero la vita, fece scivolare la mano sott'acqua. Le sue dita accarezzarono le morbide pieghe della figa, esplorando le labbra sensibili con un tocco che la fece sussultare.
Gli occhi azzurri di Giulia si spalancarono per la sorpresa, le sue guance si arrossarono, ma non si ritrasse.
"Rilassati", mormorò Alessandro, con voce bassa e suadente. "Lascia che ti mostri quanto può essere piacevole".
Invece, la sua mano si allungò timidamente, avvolgendo il suo grosso cazzo. Ne sentì lo spessore, il modo in cui pulsava leggermente sotto la sua presa, e un brivido la percorse.
Incoraggiato dalla sua risposta, Alessandro le infilò un dito nella figa, il pollice le circondò il clitoride con una pressione esperta. Giulia trattenne il respiro, il suo corpo si inarcò istintivamente mentre ondate di piacere la pervadevano. "Oddio", sussurrò con voce tremante. Iniziò ad accarezzargli il cazzo, con movimenti inizialmente esitanti, come se stesse tastando il terreno. Ma man mano che lo sentiva indurirsi ulteriormente, la sua mano si muoveva con crescente sicurezza, scivolando su e giù lungo il suo membro, sentendo le vene gonfiarsi sotto il palmo.
Matteo allungò la mano dietro di sè, trovando le labbra morbide della figa di Valeria; poteva sentire il suo calore mentre la accarezzava, le dita che esploravano le pieghe vellutate. Quando infilò un dito dentro, le pareti interne si strinsero intorno a lui come una morsa. Valeria emise un gemito sommesso, avvicinandosi così che il suo respiro gli solleticasse l'orecchio. "Impari in fretta, Matteo", sussurrò, con una voce che grondava approvazione.
Rassicurato dalle sue parole, Matteo aggiunse un secondo dito sentendola spingere contro la sua mano. I suoi seni prosperosi premevano contro la sua schiena, il piercing al capezzolo luccicava nella penombra. Valeria riprese il controllo, guidandogli la testa verso i seni. "Succhiali", ordinò, con un tono che non lasciava spazio a esitazioni. Matteo obbedì, la sua lingua guizzava fuori per stuzzicare il capezzolo, assaporando il metallo e la sua pelle. I gemiti di Valeria si fecero più forti, le sue dita si aggrovigliavano tra i suoi capelli.
"Basta, provocatore", gemette. L'acqua sciabordava intorno a loro mentre Valeria lo spingeva delicatamente verso la riva. Si issò sul bordo liscio di pietra, con le gambe spalancate, rivelando la sua figa, gonfia e scintillante. "Vieni qui", ordinò, attirandolo a sé.
Guidò la testa tra le sue cosce. Matteo si tuffò con entusiasmo, la lingua che le lambiva il clitoride prima di immergersi nella figa. Aveva un sapore muschiato e inebriante, i suoi succhi che si mescolavano all'acqua del lago. Accarezzò con un dito il culo di Valeria, infilandolo dentro lentamente mentre la leccava, sentendo il suo corpo rabbrividire in risposta. "Oh, sì", gemette, i fianchi che spingevano contro il suo viso. I suoi gemiti echeggiavano nel laghetto, una sinfonia di pura lussuria che faceva dolere ancora di più il cazzo di Matteo. Dopo quella che sembrò un'eternità in cui si contorse sotto la sua bocca, Valeria lo spinse via, con gli occhi selvaggi di desiderio. "Ho bisogno di te dentro di me, ora", pretese.
Dall'altra parte, la mano libera di Alessandro afferrò la vita di Giulia, tirandola più vicina. Incapace di trattenersi oltre, si alzò di scatto, con l'acqua che gli scorreva a cascata sul corpo muscoloso mentre era seduto sul bordo dello stagno. Il suo cazzo era eretto, imponente nelle sue dimensioni, e lui lo avvolse tra le mani, accarezzandolo lentamente. "Vieni qui", le ordinò, i suoi occhi verdi fissi nei suoi.
Il cuore di Giulia batteva all'impazzata mentre si avvicinava a lui, con gli occhi fissi sul suo cazzo pulsante. Alessandro le afferrò la testa, le dita intrecciate nei suoi lunghi capelli biondi, e le guidò la bocca sul suo cazzo. Glielo spinse in profondità in gola, costringendola a prenderlo. Giulia ebbe un leggero conato, gli occhi le lacrimavano mentre lottava per adattarsi alla sua circonferenza, ma non oppose resistenza. "Prendilo tutto", grugnì, fottendole la gola, spingendo i fianchi in avanti.
Dopo un attimo Giulia si ritrasse, ansimando, con le labbra gonfie. Fili di saliva univano la bocca alla punta del cazzo, e lei lo guardò con un misto di sottomissione ed eccitazione. Alessandro sorrise compiaciuto, lasciandole i capelli quel tanto che bastava per riprendere fiato.
"Leccami le palle", ordinò. Giulia obbedì, la lingua che guizzava fuori per leccare il grosso sacco sotto il suo cazzo mentre la mano continuava a masturbarlo. Sentì la ruvidezza della sua lingua, il modo in cui il suo corpo si irrigidiva e tremava sotto il suo tocco. "Cazzo, sì", gemette, la sua voce echeggiò nel giardino. L'aria era densa del profumo della loro eccitazione, mescolato al vapore terroso dello stagno. Alessandro non poteva più aspettare. La tirò su bruscamente, girandola e piegandola oltre il bordo del laghetto. Le sue mani afferrarono il bordo di pietra mentre lui si posizionava dietro di lei. Con un movimento rapido, le spinse il cazzo nella figa, allargandole l'ingresso stretto. Giulia si morse il labbro per soffocare un urlo, il dolore iniziale si mescolava a un piacere travolgente. "Fa male", gemette, "mi spaccherai a metà".
Ma mentre lo diceva, il suo corpo la tradì, i fianchi che spingevano contro di lui. Alessandro la pompava con spinte costanti e potenti, le mani che le stringevano la vita. "Sei così fottutamente stretta", ringhiò, con la voce roca per il desiderio. Ogni colpo la riempiva completamente, il suo cazzo scivolava dentro e fuori dalla sua figa bagnata, i suoni dei loro corpi che si urtavano echeggiando intorno a loro. Le sue mani si mossero verso i suoi seni, stringendoli e massaggiandoli mentre la scopava, sfiorandole i capezzoli con i pollici. Giulia sussultò, il corpo tremante sotto il suo tocco, la figa che si stringeva intorno a lui. I gemiti si fecero più forti, il suo corpo tonico ondeggiava sotto la forza dei suoi movimenti.
Il cazzo di Matteo era completamente duro, pulsava di desiderio. Valeria lo prese in bocca senza preamboli, le labbra gli scivolarono lungo il membro fino a farlo penetrare profondamente, con la punta del cazzo che le colpì il fondo della gola. La lingua di Valeria percorse le vene lungo la parte inferiore del suo pene, i suoi movimenti si facevano più aggressivi mentre lo lavorava. Lui ansimò, le mani che si appoggiavano alla roccia mentre lei lo lavorava, la lingua che turbinava intorno alla base mentre le mani gli stringevano violentemente i testicoli. "Hai un sapore così buono", disse con voce bassa e sensuale. Prima che lui potesse rispondere, lo prese di nuovo in bocca, questa volta affondando fino a premere il naso contro il suo bacino. I muscoli della gola si contrassero intorno a lui, e le gambe di Matteo tremavano.
Valeria si sdraiò sul bordo, tirandolo sopra di sé. Matteo si posizionò, il suo cazzo scivolò nella figa viscida e gonfia con facilità. Era così bagnata che toccò il fondo con una sola spinta, le pareti interne si serrarono intorno a lui come un pugno, strette e vellutate, e lui gemette, la sensazione travolgente. Iniziò a scoparla con forza, i fianchi sbattevano contro i suoi a un ritmo costante. I suoi seni sobbalzavano a ogni spinta, il piercing al capezzolo scintillava nella luce soffusa, e Matteo non poté resistere alla tentazione di chinarsi per prenderne uno in bocca.
Le gambe di Valeria si avvolsero intorno alla vita di Matteo, tirandolo più dentro di sé mentre lo cavalcava con abbandono. "Più forte", ringhiò, le unghie che gli si conficcavano nella schiena. Matteo obbedì, penetrandola con forza crescente, il suono dei loro corpi che si urtavano riempiva l'aria. I gemiti di Valeria si trasformarono in grida di piacere, il suo corpo si inarcava mentre la sbatteva fin nei punti più profondi. "Fottimi il culo", ordinò Valeria senza fiato. Matteo esitò per una frazione di secondo – l'anale era un territorio inesplorato per lui – ma il suo sguardo dominante non ammise obiezioni. Si ritrasse dalla figa, posizionando la punta del suo cazzo contro lo stretto accesso. Con una spinta lenta la penetrò, sentendo la resistenza cedere. "Oh, cazzo sì", ansimò Valeria, con la voce rotta. Le afferrò i fianchi e spinse più a fondo, i suoi movimenti frenetici, spinti dai suoi incoraggiamenti.
"Scopami Matteo... sfondami il culo!" urlò, abbassandosi per massaggiare furiosamente il clitoride. La duplice sensazione la fece andare fuori di testa; il suo corpo si irrigidì e urlò mentre un orgasmo la travolgeva, il suo culo si stringeva intorno a lui in spasmi ritmici. Matteo sentiva il proprio orgasmo crescere, la pressione nei testicoli insopportabile. Si ritirò appena in tempo, menandosi selvaggiamente il cazzo mentre veniva, con fiotti di sperma che schizzavano sul viso e sul seno. Valeria si leccò le labbra, assaporandolo con un sorrisetto soddisfatto.
Con un improvviso cambiamento, anche Alessandro uscì dalla figa di Giulia e premette contro il suo culo. "No, ti prego, non lì", implorò Giulia, con la voce intrisa di paura mentre sentiva la pressione all'ingresso stretto. Ma Alessandro ignorò la sua supplica per un attimo, spingendo la punta dentro. Lei si irrigidì, un grido acuto le sfuggì dalle labbra. Lui capì subito che la resistenza era eccessiva. Si ritrasse e si immerse di nuovo nella figa, il calore familiare che lo avvolgeva di nuovo.
Il sollievo di Giulia si trasformò in estasi quando riprese il suo ritmo, il cazzo che la penetrava più a fondo. Il suo corpo ora rispondeva con entusiasmo, inseguendo l'orgasmo crescente. "Oh sì, non fermarti", gridò con la voce rotta. Il piacere cresceva inesorabilmente, un'ondata che la travolgeva. La sua figa si strinse intorno a lui mentre raggiungeva l'apice, l'orgasmo la travolse come una tempesta. Il suo corpo tremava violentemente, ondate di estasi le facevano arricciare le dita dei piedi e il respiro le si faceva affannoso.
Alessandro tirò fuori il cazzo dalla figa pulsante di Giulia, luccicante dei suoi succhi. La fece girare e glielo mise di nuovo in bocca, fottendola. "Ingoia tutto", le ordinò, e con un ultimo gemito gutturale, venne. Rivoli caldi di sperma le inondarono la bocca, traboccando dalle labbra e gocciolando sulle tette. Il fluido appiccicoso le ricoprì la pelle pallida, una vista erotica che la lasciò senza fiato.
Mentre le scosse di piacere si attenuavano, Alessandro fece un passo indietro, il petto che si sollevava, un sorriso soddisfatto sul volto barbuto.
Si ritrovano di nuovo immersi in quel caldo abbraccio d’acqua e passione, i corpi rilassati e tonificati, le menti libere da ogni timore. La natura intorno a loro sembrava sospesa, il canto degli uccelli e il fruscio delle foglie accompagnano quel momento di trasgressione e scoperta.
Gli sguardi si incrociarono con una nuova intesa. Il centro benessere, con le sue regole insolite e l’atmosfera ovattata, si era trasformato in un teatro di emozioni e sensazioni, dove il desiderio aveva trovato spazio e voce.
Decisero di uscire dall’acqua, ormai liberi da ogni inibizione, avvolsero gli asciugamani attorno alla vita e si diressero verso il bar del centro.
Quella giornata, si era trasformata in un’esperienza di scoperta inaspettata, un ricordo indelebile che avrebbe segnato per sempre Matteo e Giulia. La loro relazione, fino a quel momento timida e riservata, si era aperta a nuove possibilità, mentre intorno a loro il centro benessere continuava a pulsare di vita e segreti.
Per commenti o consigli, scrivetemi a ghost.man@gmx.com Sarà un piacere leggervi!
Decisero così di visitare un nuovo centro benessere appena aperto fuori città, una promessa di frescura e relax. Dopo una telefonata veloce per assicurarsi che ci fosse posto, partirono.
Il tragitto fu breve, l'auto scivolò attraverso il paesaggio baciato dal sole. Era un'oasi moderna, circondata da una vegetazione lussureggiante e da sentieri di pietra levigata che sembravano invitarli a entrare. L'aria era satura del profumo caldo del legno e degli oli essenziali, un rilassante contrasto con il caldo soffocante che si erano lasciati alle spalle.
Alla reception, furono accolti con un sorriso cortese. Dopo le consuete formalità, si trovarono davanti un cartello: Vietato l'ingresso nella struttura con qualsiasi indumento, costume da bagno compreso. Matteo lanciò un'occhiata a Giulia, la sua timidezza che si insinuò di nuovo mentre si schiariva la voce. "Immagino che dovremo farlo", borbottò. Giulia annuì, con le guance rosee ma un'espressione decisa. Si diressero verso gli spogliatoi, dove si avvolsero in morbidi asciugamani bianchi. Uscendo, si mossero per la struttura con un misto di curiosità e imbarazzo, i piedi nudi che camminavano a passi lenti sul caldo pavimento di pietra.
Decisero di iniziare dal lago termale, nascosto tra gli alberi secolari del giardino. L'acqua era calda, una sottile nebbiolina si alzava dalla superficie, creando un'atmosfera quasi magica. Si immersero rapidamente, l'acqua avvolgeva i loro corpi come una dolce carezza. Matteo sospirò, appoggiandosi allo schienale mentre la tensione si scioglieva dai suoi muscoli. Giulia galleggiava lì vicino, con gli occhi chiusi, la sua pelle pallida che brillava nella luce soffusa. Ma il silenzio fu interrotto da un improvviso tonfo. Due figure emersero dall'acqua, sorprendendoli entrambi. Erano un uomo e una donna. Alessandro era alto e muscoloso, i capelli e la barba brizzolati gli conferivano un aspetto robusto e dominante. I suoi occhi verdi erano penetranti. Valeria era altrettanto affascinante, il suo corpo sinuoso emanava sicurezza e sensualità. I capelli scuri le aderivano alle spalle e il piercing al capezzolo catturava la luce mentre si muoveva.
"Scusate se vi abbiamo spaventato", disse Valeria con un sorriso malizioso, la voce calda e invitante. "Non volevamo interrompervi." Si sedettero sul bordo del laghetto.
Giulia arrossì, i suoi occhi saettarono sul cazzo di Alessandro prima che potesse fermarsi: pendeva pesante tra le gambe, già mezzo eretto per il calore dell'acqua. Matteo, nel frattempo, non poté fare a meno di fissare il corpo di Valeria: la sua figa era morbida e invitante, le labbra leggermente dischiuse come per stuzzicarlo.
Alessandro ridacchiò, la sua voce profonda risuonò nel silenzio. "Prima volta qui?"
Matteo annuì, la sua voce era appena più di un sussurro. "Sì. Non pensavamo che sarebbe stato... così."
Il sorriso di Valeria si allargò mentre allungava la mano verso Alessandro, le sue dita avvolsero il suo cazzo con audace sicurezza. Lo accarezzò lentamente, il suo tocco fermo e deliberato. "È solo questione di abituarsi", disse, fissando gli occhi su Matteo. "Vedrai." Giulia respirava a fatica mentre guardava la mano di Valeria muoversi, il suo corpo reagiva in modi inaspettati. Sentì un calore diffondersi nel ventre, un formicolio che la fece muovere a disagio nell'acqua.
Il cazzo di Alessandro si gonfiò sotto il tocco di Valeria, diventando sempre più grosso e duro fino a diventare completamente eretto, con la cappella lucida e tesa.
Emise un gemito sommesso, i suoi occhi verdi si oscurarono di desiderio mentre guardava Giulia.
Alessandro invitò gli sposini a uscire dall’acqua. Giulia rifiutò con decisione, allora Alessandro e Valeria rientrarono lentamente nel laghetto, avvicinandosi con movimenti fluidi e sicuri.
Prima che potessero dire qualcosa, Valeria si avvicinò a Matteo, la sua mano scivolò sott'acqua, mentre gli sussurrava all’orecchio di smettere di mangiarla con gli occhi. Le sue dita avvolsero il cazzo morbido, una presa salda ma provocante, mentre iniziava ad accarezzarlo lentamente.
Matteo sussultò, il suo corpo si irrigidì mentre il piacere lo pervadeva. Il suo cazzo si contrasse nella mano, diventando sempre più duro a ogni colpo. Lei lo accarezzò lentamente, seguendo la curva del suo membro dalla base alla punta. "È più grosso di quanto mi aspettassi", mormorò, le labbra che si curvavano in un sorrisetto.
Il cuore di Giulia le martellava nel petto, gli occhi si spalancarono mentre intuì il gioco.
Sentiva lo sguardo di Alessandro su di sé mentre si avvicinava. Le sue mani le raggiunsero la vita, fece scivolare la mano sott'acqua. Le sue dita accarezzarono le morbide pieghe della figa, esplorando le labbra sensibili con un tocco che la fece sussultare.
Gli occhi azzurri di Giulia si spalancarono per la sorpresa, le sue guance si arrossarono, ma non si ritrasse.
"Rilassati", mormorò Alessandro, con voce bassa e suadente. "Lascia che ti mostri quanto può essere piacevole".
Invece, la sua mano si allungò timidamente, avvolgendo il suo grosso cazzo. Ne sentì lo spessore, il modo in cui pulsava leggermente sotto la sua presa, e un brivido la percorse.
Incoraggiato dalla sua risposta, Alessandro le infilò un dito nella figa, il pollice le circondò il clitoride con una pressione esperta. Giulia trattenne il respiro, il suo corpo si inarcò istintivamente mentre ondate di piacere la pervadevano. "Oddio", sussurrò con voce tremante. Iniziò ad accarezzargli il cazzo, con movimenti inizialmente esitanti, come se stesse tastando il terreno. Ma man mano che lo sentiva indurirsi ulteriormente, la sua mano si muoveva con crescente sicurezza, scivolando su e giù lungo il suo membro, sentendo le vene gonfiarsi sotto il palmo.
Matteo allungò la mano dietro di sè, trovando le labbra morbide della figa di Valeria; poteva sentire il suo calore mentre la accarezzava, le dita che esploravano le pieghe vellutate. Quando infilò un dito dentro, le pareti interne si strinsero intorno a lui come una morsa. Valeria emise un gemito sommesso, avvicinandosi così che il suo respiro gli solleticasse l'orecchio. "Impari in fretta, Matteo", sussurrò, con una voce che grondava approvazione.
Rassicurato dalle sue parole, Matteo aggiunse un secondo dito sentendola spingere contro la sua mano. I suoi seni prosperosi premevano contro la sua schiena, il piercing al capezzolo luccicava nella penombra. Valeria riprese il controllo, guidandogli la testa verso i seni. "Succhiali", ordinò, con un tono che non lasciava spazio a esitazioni. Matteo obbedì, la sua lingua guizzava fuori per stuzzicare il capezzolo, assaporando il metallo e la sua pelle. I gemiti di Valeria si fecero più forti, le sue dita si aggrovigliavano tra i suoi capelli.
"Basta, provocatore", gemette. L'acqua sciabordava intorno a loro mentre Valeria lo spingeva delicatamente verso la riva. Si issò sul bordo liscio di pietra, con le gambe spalancate, rivelando la sua figa, gonfia e scintillante. "Vieni qui", ordinò, attirandolo a sé.
Guidò la testa tra le sue cosce. Matteo si tuffò con entusiasmo, la lingua che le lambiva il clitoride prima di immergersi nella figa. Aveva un sapore muschiato e inebriante, i suoi succhi che si mescolavano all'acqua del lago. Accarezzò con un dito il culo di Valeria, infilandolo dentro lentamente mentre la leccava, sentendo il suo corpo rabbrividire in risposta. "Oh, sì", gemette, i fianchi che spingevano contro il suo viso. I suoi gemiti echeggiavano nel laghetto, una sinfonia di pura lussuria che faceva dolere ancora di più il cazzo di Matteo. Dopo quella che sembrò un'eternità in cui si contorse sotto la sua bocca, Valeria lo spinse via, con gli occhi selvaggi di desiderio. "Ho bisogno di te dentro di me, ora", pretese.
Dall'altra parte, la mano libera di Alessandro afferrò la vita di Giulia, tirandola più vicina. Incapace di trattenersi oltre, si alzò di scatto, con l'acqua che gli scorreva a cascata sul corpo muscoloso mentre era seduto sul bordo dello stagno. Il suo cazzo era eretto, imponente nelle sue dimensioni, e lui lo avvolse tra le mani, accarezzandolo lentamente. "Vieni qui", le ordinò, i suoi occhi verdi fissi nei suoi.
Il cuore di Giulia batteva all'impazzata mentre si avvicinava a lui, con gli occhi fissi sul suo cazzo pulsante. Alessandro le afferrò la testa, le dita intrecciate nei suoi lunghi capelli biondi, e le guidò la bocca sul suo cazzo. Glielo spinse in profondità in gola, costringendola a prenderlo. Giulia ebbe un leggero conato, gli occhi le lacrimavano mentre lottava per adattarsi alla sua circonferenza, ma non oppose resistenza. "Prendilo tutto", grugnì, fottendole la gola, spingendo i fianchi in avanti.
Dopo un attimo Giulia si ritrasse, ansimando, con le labbra gonfie. Fili di saliva univano la bocca alla punta del cazzo, e lei lo guardò con un misto di sottomissione ed eccitazione. Alessandro sorrise compiaciuto, lasciandole i capelli quel tanto che bastava per riprendere fiato.
"Leccami le palle", ordinò. Giulia obbedì, la lingua che guizzava fuori per leccare il grosso sacco sotto il suo cazzo mentre la mano continuava a masturbarlo. Sentì la ruvidezza della sua lingua, il modo in cui il suo corpo si irrigidiva e tremava sotto il suo tocco. "Cazzo, sì", gemette, la sua voce echeggiò nel giardino. L'aria era densa del profumo della loro eccitazione, mescolato al vapore terroso dello stagno. Alessandro non poteva più aspettare. La tirò su bruscamente, girandola e piegandola oltre il bordo del laghetto. Le sue mani afferrarono il bordo di pietra mentre lui si posizionava dietro di lei. Con un movimento rapido, le spinse il cazzo nella figa, allargandole l'ingresso stretto. Giulia si morse il labbro per soffocare un urlo, il dolore iniziale si mescolava a un piacere travolgente. "Fa male", gemette, "mi spaccherai a metà".
Ma mentre lo diceva, il suo corpo la tradì, i fianchi che spingevano contro di lui. Alessandro la pompava con spinte costanti e potenti, le mani che le stringevano la vita. "Sei così fottutamente stretta", ringhiò, con la voce roca per il desiderio. Ogni colpo la riempiva completamente, il suo cazzo scivolava dentro e fuori dalla sua figa bagnata, i suoni dei loro corpi che si urtavano echeggiando intorno a loro. Le sue mani si mossero verso i suoi seni, stringendoli e massaggiandoli mentre la scopava, sfiorandole i capezzoli con i pollici. Giulia sussultò, il corpo tremante sotto il suo tocco, la figa che si stringeva intorno a lui. I gemiti si fecero più forti, il suo corpo tonico ondeggiava sotto la forza dei suoi movimenti.
Il cazzo di Matteo era completamente duro, pulsava di desiderio. Valeria lo prese in bocca senza preamboli, le labbra gli scivolarono lungo il membro fino a farlo penetrare profondamente, con la punta del cazzo che le colpì il fondo della gola. La lingua di Valeria percorse le vene lungo la parte inferiore del suo pene, i suoi movimenti si facevano più aggressivi mentre lo lavorava. Lui ansimò, le mani che si appoggiavano alla roccia mentre lei lo lavorava, la lingua che turbinava intorno alla base mentre le mani gli stringevano violentemente i testicoli. "Hai un sapore così buono", disse con voce bassa e sensuale. Prima che lui potesse rispondere, lo prese di nuovo in bocca, questa volta affondando fino a premere il naso contro il suo bacino. I muscoli della gola si contrassero intorno a lui, e le gambe di Matteo tremavano.
Valeria si sdraiò sul bordo, tirandolo sopra di sé. Matteo si posizionò, il suo cazzo scivolò nella figa viscida e gonfia con facilità. Era così bagnata che toccò il fondo con una sola spinta, le pareti interne si serrarono intorno a lui come un pugno, strette e vellutate, e lui gemette, la sensazione travolgente. Iniziò a scoparla con forza, i fianchi sbattevano contro i suoi a un ritmo costante. I suoi seni sobbalzavano a ogni spinta, il piercing al capezzolo scintillava nella luce soffusa, e Matteo non poté resistere alla tentazione di chinarsi per prenderne uno in bocca.
Le gambe di Valeria si avvolsero intorno alla vita di Matteo, tirandolo più dentro di sé mentre lo cavalcava con abbandono. "Più forte", ringhiò, le unghie che gli si conficcavano nella schiena. Matteo obbedì, penetrandola con forza crescente, il suono dei loro corpi che si urtavano riempiva l'aria. I gemiti di Valeria si trasformarono in grida di piacere, il suo corpo si inarcava mentre la sbatteva fin nei punti più profondi. "Fottimi il culo", ordinò Valeria senza fiato. Matteo esitò per una frazione di secondo – l'anale era un territorio inesplorato per lui – ma il suo sguardo dominante non ammise obiezioni. Si ritrasse dalla figa, posizionando la punta del suo cazzo contro lo stretto accesso. Con una spinta lenta la penetrò, sentendo la resistenza cedere. "Oh, cazzo sì", ansimò Valeria, con la voce rotta. Le afferrò i fianchi e spinse più a fondo, i suoi movimenti frenetici, spinti dai suoi incoraggiamenti.
"Scopami Matteo... sfondami il culo!" urlò, abbassandosi per massaggiare furiosamente il clitoride. La duplice sensazione la fece andare fuori di testa; il suo corpo si irrigidì e urlò mentre un orgasmo la travolgeva, il suo culo si stringeva intorno a lui in spasmi ritmici. Matteo sentiva il proprio orgasmo crescere, la pressione nei testicoli insopportabile. Si ritirò appena in tempo, menandosi selvaggiamente il cazzo mentre veniva, con fiotti di sperma che schizzavano sul viso e sul seno. Valeria si leccò le labbra, assaporandolo con un sorrisetto soddisfatto.
Con un improvviso cambiamento, anche Alessandro uscì dalla figa di Giulia e premette contro il suo culo. "No, ti prego, non lì", implorò Giulia, con la voce intrisa di paura mentre sentiva la pressione all'ingresso stretto. Ma Alessandro ignorò la sua supplica per un attimo, spingendo la punta dentro. Lei si irrigidì, un grido acuto le sfuggì dalle labbra. Lui capì subito che la resistenza era eccessiva. Si ritrasse e si immerse di nuovo nella figa, il calore familiare che lo avvolgeva di nuovo.
Il sollievo di Giulia si trasformò in estasi quando riprese il suo ritmo, il cazzo che la penetrava più a fondo. Il suo corpo ora rispondeva con entusiasmo, inseguendo l'orgasmo crescente. "Oh sì, non fermarti", gridò con la voce rotta. Il piacere cresceva inesorabilmente, un'ondata che la travolgeva. La sua figa si strinse intorno a lui mentre raggiungeva l'apice, l'orgasmo la travolse come una tempesta. Il suo corpo tremava violentemente, ondate di estasi le facevano arricciare le dita dei piedi e il respiro le si faceva affannoso.
Alessandro tirò fuori il cazzo dalla figa pulsante di Giulia, luccicante dei suoi succhi. La fece girare e glielo mise di nuovo in bocca, fottendola. "Ingoia tutto", le ordinò, e con un ultimo gemito gutturale, venne. Rivoli caldi di sperma le inondarono la bocca, traboccando dalle labbra e gocciolando sulle tette. Il fluido appiccicoso le ricoprì la pelle pallida, una vista erotica che la lasciò senza fiato.
Mentre le scosse di piacere si attenuavano, Alessandro fece un passo indietro, il petto che si sollevava, un sorriso soddisfatto sul volto barbuto.
Si ritrovano di nuovo immersi in quel caldo abbraccio d’acqua e passione, i corpi rilassati e tonificati, le menti libere da ogni timore. La natura intorno a loro sembrava sospesa, il canto degli uccelli e il fruscio delle foglie accompagnano quel momento di trasgressione e scoperta.
Gli sguardi si incrociarono con una nuova intesa. Il centro benessere, con le sue regole insolite e l’atmosfera ovattata, si era trasformato in un teatro di emozioni e sensazioni, dove il desiderio aveva trovato spazio e voce.
Decisero di uscire dall’acqua, ormai liberi da ogni inibizione, avvolsero gli asciugamani attorno alla vita e si diressero verso il bar del centro.
Quella giornata, si era trasformata in un’esperienza di scoperta inaspettata, un ricordo indelebile che avrebbe segnato per sempre Matteo e Giulia. La loro relazione, fino a quel momento timida e riservata, si era aperta a nuove possibilità, mentre intorno a loro il centro benessere continuava a pulsare di vita e segreti.
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