In vacanza con il capo
di
Ghost Man
genere
etero
L’estate trascorreva lenta e calda, e con essa si avvicinavano le tanto attese ferie. Giorgio sedeva alla sua scrivania, immerso nel solito tran tran di un ufficio che conosceva a memoria: dieci anni trascorsi tra scartoffie, scadenze e orari rigidi. Monica, dall’altra parte della stanza, sorvegliava con occhio attento i progressi del lavoro, determinata a evitare qualsiasi ritardo prima della chiusura estiva. La sua figura elegante e composta tradiva però una tensione sottile, un velo di malinconia.
Durante la pausa caffè, i colleghi si scambiavano con entusiasmo i programmi per le vacanze imminenti. Monica raccontò di un giro in barca a vela, un piccolo viaggio che avrebbe dovuto regalarle libertà e respiro. Ma negli occhi verdi di Monica, dietro il sorriso, Giorgio colse un’ombra di tristezza. Lui rimase in silenzio, finché Monica, incuriosita, lo incalzò sul suo destino estivo. Giorgio ammise con un filo di vergogna di essere rimasto indietro con alcune rate da pagare e di dover trascorrere le ferie chiuso in casa, senza possibilità di evasione.
Quella sera, mentre l’ufficio si svuotava e gli ultimi raggi di sole filtravano dalle finestre, Giorgio restò a lavorare oltre l’orario. Monica, approfittando della solitudine, gli si avvicinò con un sorriso gentile e una proposta inaspettata: “Perché non vieni con me in barca? Non è consigliabile andare da soli, e non ho trovato nessuno disposto a venire.” Colto alla sprovvista, Giorgio esitò, ma la sicurezza di Monica era contagiosa e alla fine accettò.
Il giorno della partenza, Giorgio si presentò al molo con la valigia in mano, il cuore che batteva tra emozione e timore. La barca, un catamarano bianco e azzurro, scintillava sotto il sole, con eleganza. Monica apparve dalla cabina con un sorriso luminoso, un’accoglienza calda e spontanea che nulla aveva a che vedere con la freddezza dell’ufficio. Dopo una breve spiegazione delle funzionalità della barca, salparono verso il mare aperto.
Il vento fischiava tra le vele, il catamarano scivolava leggero sulle onde, mentre Monica, sicura al timone, governava con maestria. Giorgio osservava affascinato. Dopo un po’, Monica ammainò le vele e si avvicinò a Giorgio, proponendo di rilassarsi qualche ora prendendo il sole. Scesero sotto coperta per cambiarsi, e poi salirono sul trampolino nella parte anteriore del catamarano.
Monica apparve con un perizoma quasi invisibile che lasciava poco all'immaginazione e nessun reggiseno a coprirle le tette. Il sole accarezzava la sua pelle dorata, e Giorgio rimase a bocca aperta, indugiando con lo sguardo sul modo in cui la luce del sole illuminava la curva del suo collo. Cercò di mantenere uno sguardo impassibile, ma era impossibile non notare come i suoi capezzoli si indurissero sotto il calore del sole o come il tessuto sottile del perizoma le aderisse alle curve. Lei, con un sorriso malizioso, spiegò che erano lontani da occhi indiscreti e potevano concedersi qualche libertà in più, considerato che ormai erano compagni di viaggio.
Si stesero vicini, con gli asciugamani sotto di loro, il sole che scaldava la pelle, le parole che si facevano intime, mentre Giorgio non riusciva a distogliere lo sguardo dal petto morbido di Monica.
Giorgio chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi sul calore del sole piuttosto che sul calore che gli cresceva dentro. Ma era impossibile ignorare il modo in cui il suo corpo reagiva alla presenza di Monica.
Il costume da bagno gli si stringeva sempre di più, e sperò che lei non se ne accorgesse.
Ma Monica notò tutto. Si stiracchiò pigramente, il suo piede gli sfiorò la gamba in quello che avrebbe potuto essere un incidente, se non si fosse soffermato lì solo un attimo di troppo. Giorgio trattenne il respiro, ma tenne gli occhi chiusi, fingendo di dormire. Poteva sentire il suo sguardo su di sé, però, e gli ci volle ogni grammo di forza di volontà per non aprire gli occhi e incrociarlo.
Lentamente, quasi impercettibilmente, il piede si mosse di nuovo. Questa volta sfiorò l'interno coscia, un tocco leggero ma deciso. Il cuore di Giorgio batteva forte nel petto, ma rimase immobile, curioso di vedere fino a che punto si sarebbe spinta.
La punta del suo piede sfiorò il tessuto del costume da bagno, tracciando i contorni della sua crescente eccitazione. Poteva sentire il suo tocco attraverso il tessuto sottile, ogni movimento gli inviava scosse di elettricità in tutto il corpo.
Monica si morse il labbro, il suo respiro si fece più rapido mentre continuava la sua esplorazione. Premette il piede più forte contro di lui, sentendo la durezza sotto le dita. Un piccolo sussulto le sfuggì dalle labbra e lanciò un'occhiata al viso di Giorgio, cercando un segno che fosse sveglio.
Ma lui rimase immobile, il petto che si alzava e si abbassava con respiri lenti e regolari.
Incoraggiata dalla sua mancata reazione, Monica si fece più audace. Infilò l'alluce sotto la cintura del costume da bagno, tirandolo giù quel tanto che bastava per esporre la punta del cazzo.
I suoi occhi si spalancarono leggermente a quella vista e non poté resistere alla tentazione di toccarlo di nuovo, questa volta con più determinazione.
Usando l'alluce, spinse delicatamente la morbida pelle sull'asta, rivelando la punta gonfia del suo cazzo. Una goccia di liquido preseminale luccicò alla luce del sole e Monica trattenne il respiro. Ci passò sopra con il dito, spalmandola sulla pelle sensibile.
Giorgio non poté più trattenersi. Un gemito sommesso gli sfuggì dalle labbra e i suoi fianchi si mossero involontariamente. Monica si ritrasse, con il cuore che le batteva forte quando si rese conto che non stava dormendo, dopotutto. Giorgio aprì gli occhi di scatto, mentre lei rideva divertita, prendendolo bonariamente in giro.
Il pomeriggio scivolò via pigro, tra chiacchiere e sguardi che si facevano sempre più carichi di desiderio. Quando il sole iniziò a calare, dipingendo il cielo di arancio e rosa, Monica propose di fare una doccia e poi cenare insieme, sotto il cielo stellato, cullati dal dolce dondolio del mare.
Monica scese per prima sottocoperta, lasciando Giorgio a rimuginare tra i pensieri confusi di quella giornata che stava prendendo una piega inaspettata. Il rumore del vento si mescolava al lieve dondolio del catamarano, mentre lui si perdeva nei ricordi del pomeriggio: il topless di Monica, il sole caldo, il contatto del suo piede. Poi, un grido improvviso lo riportò alla realtà: «Ho finito, puoi andare tu, io preparo qualcosa di fresco per cena».
Giorgio si alzò e scese lentamente le scale che conducevano agli interni. Il legno levigato sotto i piedi, gli spazi ben studiati, l’aria fresca e profumata lo avvolgevano. Entrò nel bagno e iniziò a farsi la doccia, lasciando che l’acqua calda scivolasse sulla pelle, sciogliendo le tensioni accumulate. A un tratto si accorse che lo shampoo era finito. «Monica, lo shampoo è finito», chiamò, la voce un po’ incerta. «Non è un problema», rispose lei dalla porta, «nel cassetto dello stipetto c’è un flacone nuovo».
Giorgio aprì lo sportello, ma invece del flacone trovò qualcosa di completamente diverso: un sex toy. Rimase pietrificato, il cuore che accelerava, un misto di sorpresa ed eccitazione che gli serrava la gola. Il silenzio durò qualche istante, poi Monica, con voce dolce, chiese da dietro la porta se avesse trovato tutto o se ci fossero problemi.
Spinto da un desiderio improvviso, Giorgio si avvolse l’asciugamano attorno alla vita, prese in mano il sex toy e aprì lentamente la porta del bagno. Monica lo guardò, il viso divenne rosso porpora, un’imbarazzata meraviglia che tradiva la sua natura riservata. Indossava ancora solo un pareo, le tette che si muovevano ritmicamente con lei, mentre ansimava lievemente.
Per rompere l'imbarazzo, Giorgio la prese bonariamente in giro: «Suppongo di aver incontrato il tuo fidanzato».
Monica rise nervosamente.
Si sedettero sul letto, e lei si aprì con una sincerità inattesa. Raccontò di come il suo lavoro la costringesse a mantenere le distanze, a proteggersi dalle persone, lasciandola spesso sola. «Ma come tutti, anche io ho le mie esigenze», confessò, «e quel giocattolo è un aiuto, quando manca quello vero».
Fece promettere a Giorgio che quel segreto sarebbe rimasto solo tra loro.
Quelle parole, accesero qualcosa dentro Giorgio, un calore che si fece sempre più intenso. La sua erezione era evidente attraverso l'asciugamano, e Monica non poté fare a meno di notarlo. Si morse il labbro, cercando di reprimere un sorriso: «Forse anche il tuo giocattolo si è acceso», fissando il suo rigonfiamento.
"Credo che dovremmo spegnerlo", disse Monica, con un tono malizioso nella voce. Allungò la mano e tirò via l'asciugamano, rivelando il cazzo duro e pulsante di Giorgio.
Gli occhi di Monica si spalancarono alla vista di quel cazzo, e si leccò le labbra. Lo prese tra le mani, sentendone il peso e la durezza. Iniziò ad accarezzarlo lentamente, le dita che gli si avvolgevano intorno. Giorgio gemette, i testicoli si contrassero leggermente. Monica si chinò e gli prese il cazzo in bocca, la lingua che roteava intorno alla punta sensibile. Massaggiò i testicoli con l'altra mano, con movimenti lenti e decisi.
Le mani di Giorgio si avvicinarono alla testa di Monica, le dita che gli si intrecciavano tra i capelli. Lui guidò i suoi movimenti, i fianchi che spingevano delicatamente. Monica gemette, le vibrazioni gli mandarono brividi lungo la schiena.
Lui la tirò via dolcemente, con il respiro affannoso. "Tocca a me", disse, gli occhi colmi di desiderio. Si alzò e le tolse lentamente il pareo e il tanga, scrutando il suo corpo nudo. Si sdraiò sul letto, con il cazzo eretto e fiero. Monica gli salì sopra, con le gambe a cavalcioni sulla testa. Si chinò e prese di nuovo il cazzo in bocca, muovendo la lingua intorno alla punta sensibile. Le mani di Giorgio si fecero strada verso la sua figa, le dita esplorarono le sue pieghe umide.
Giorgio prese il sex toy e disse: "Voglio che il tuo ragazzo partecipi". E glielo infilò nella figa, muovendolo avanti e indietro mentre le leccava di nuovo il clitoride. Monica si tolse il cazzo dalla bocca, estrasse il sex toy dalla figa e si girò per impalarsi su Giorgio. Lui era sdraiato e lei lo guardava in faccia mentre lo cavalcava. Giorgio ammirava le tette di Monica che danzavano a ogni colpo.
La figa di Monica era stretta e bagnata, e Giorgio sentiva i suoi muscoli contrarsi intorno al suo cazzo. Le massaggiò il clitoride con il pollice, strappandole gemiti di piacere. Monica si fermò e si voltò, mostrando a Giorgio la schiena e il culo mentre ricominciava a scopargli il cazzo. Giorgio riprese il giocattolo e lo infilò nel culo di Monica, che ora veniva scopata nella figa dal cazzo e nel culo dal giocattolo.
L'orgasmo di Monica giunse intenso, tremò e squirtò copiosamente su Giorgio e sulle lenzuola. Tirò fuori il cazzo dalla figa, si voltò di nuovo e se lo rimise in bocca, spingendolo fino in gola mentre lo masturbava con la mano. Giorgio non resistette ed esplose, caldi schizzi caddero sul viso e sulle tette di Monica.
Si sdraiarono a letto, esausti e soddisfatti. Monica guardò Giorgio e disse: "Credo che tu sappia mantenere un segreto". Giorgio ridacchiò e rispose: "Lo prenderò come un complimento". Risero entrambi e Monica si accoccolò contro Giorgio, provando un senso di pace che non provava da molto tempo.
Mentre erano sdraiati lì, Monica si rese conto di non essersi mai sentita così vicina a nessuno prima. Era sempre stata sulla difensiva, tenendo le persone a distanza. Ma con Giorgio, sentiva di poter abbassare la guardia. Sentiva di poter essere se stessa. Anche Giorgio sentiva un senso di connessione con Monica.
Quel viaggio, iniziato come una semplice vacanza, li aveva trasformati entrambi.
Niente sarebbe più stato come prima.
Dovettero rifare la doccia, per togliere le tracce della loro passione.
Monica, con la grazia di una fata, terminò di preparare la cena per quella sera. Si sedettero sul ponte, avvolti dalla brezza gentile che portava con sé il profumo salmastro del mare. Una sottile falce di luna si alzava dall’orizzonte, tremolante e argentea, riflettendosi sulle onde calme come un segreto sussurrato.
Quel silenzio li avvolgeva come un abbraccio delicato. Qualcosa di nuovo era nato tra loro, invisibile ma palpabile.
Ora, mentre il mondo si faceva quieto intorno, non restava che lasciarsi andare a una notte di sonno ristoratore. All’alba li attendeva un orizzonte tutto da scoprire, un mondo completamente nuovo.
Per commenti o consigli, scrivetemi a ghost.man@gmx.com Sarà un piacere leggervi!
Durante la pausa caffè, i colleghi si scambiavano con entusiasmo i programmi per le vacanze imminenti. Monica raccontò di un giro in barca a vela, un piccolo viaggio che avrebbe dovuto regalarle libertà e respiro. Ma negli occhi verdi di Monica, dietro il sorriso, Giorgio colse un’ombra di tristezza. Lui rimase in silenzio, finché Monica, incuriosita, lo incalzò sul suo destino estivo. Giorgio ammise con un filo di vergogna di essere rimasto indietro con alcune rate da pagare e di dover trascorrere le ferie chiuso in casa, senza possibilità di evasione.
Quella sera, mentre l’ufficio si svuotava e gli ultimi raggi di sole filtravano dalle finestre, Giorgio restò a lavorare oltre l’orario. Monica, approfittando della solitudine, gli si avvicinò con un sorriso gentile e una proposta inaspettata: “Perché non vieni con me in barca? Non è consigliabile andare da soli, e non ho trovato nessuno disposto a venire.” Colto alla sprovvista, Giorgio esitò, ma la sicurezza di Monica era contagiosa e alla fine accettò.
Il giorno della partenza, Giorgio si presentò al molo con la valigia in mano, il cuore che batteva tra emozione e timore. La barca, un catamarano bianco e azzurro, scintillava sotto il sole, con eleganza. Monica apparve dalla cabina con un sorriso luminoso, un’accoglienza calda e spontanea che nulla aveva a che vedere con la freddezza dell’ufficio. Dopo una breve spiegazione delle funzionalità della barca, salparono verso il mare aperto.
Il vento fischiava tra le vele, il catamarano scivolava leggero sulle onde, mentre Monica, sicura al timone, governava con maestria. Giorgio osservava affascinato. Dopo un po’, Monica ammainò le vele e si avvicinò a Giorgio, proponendo di rilassarsi qualche ora prendendo il sole. Scesero sotto coperta per cambiarsi, e poi salirono sul trampolino nella parte anteriore del catamarano.
Monica apparve con un perizoma quasi invisibile che lasciava poco all'immaginazione e nessun reggiseno a coprirle le tette. Il sole accarezzava la sua pelle dorata, e Giorgio rimase a bocca aperta, indugiando con lo sguardo sul modo in cui la luce del sole illuminava la curva del suo collo. Cercò di mantenere uno sguardo impassibile, ma era impossibile non notare come i suoi capezzoli si indurissero sotto il calore del sole o come il tessuto sottile del perizoma le aderisse alle curve. Lei, con un sorriso malizioso, spiegò che erano lontani da occhi indiscreti e potevano concedersi qualche libertà in più, considerato che ormai erano compagni di viaggio.
Si stesero vicini, con gli asciugamani sotto di loro, il sole che scaldava la pelle, le parole che si facevano intime, mentre Giorgio non riusciva a distogliere lo sguardo dal petto morbido di Monica.
Giorgio chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi sul calore del sole piuttosto che sul calore che gli cresceva dentro. Ma era impossibile ignorare il modo in cui il suo corpo reagiva alla presenza di Monica.
Il costume da bagno gli si stringeva sempre di più, e sperò che lei non se ne accorgesse.
Ma Monica notò tutto. Si stiracchiò pigramente, il suo piede gli sfiorò la gamba in quello che avrebbe potuto essere un incidente, se non si fosse soffermato lì solo un attimo di troppo. Giorgio trattenne il respiro, ma tenne gli occhi chiusi, fingendo di dormire. Poteva sentire il suo sguardo su di sé, però, e gli ci volle ogni grammo di forza di volontà per non aprire gli occhi e incrociarlo.
Lentamente, quasi impercettibilmente, il piede si mosse di nuovo. Questa volta sfiorò l'interno coscia, un tocco leggero ma deciso. Il cuore di Giorgio batteva forte nel petto, ma rimase immobile, curioso di vedere fino a che punto si sarebbe spinta.
La punta del suo piede sfiorò il tessuto del costume da bagno, tracciando i contorni della sua crescente eccitazione. Poteva sentire il suo tocco attraverso il tessuto sottile, ogni movimento gli inviava scosse di elettricità in tutto il corpo.
Monica si morse il labbro, il suo respiro si fece più rapido mentre continuava la sua esplorazione. Premette il piede più forte contro di lui, sentendo la durezza sotto le dita. Un piccolo sussulto le sfuggì dalle labbra e lanciò un'occhiata al viso di Giorgio, cercando un segno che fosse sveglio.
Ma lui rimase immobile, il petto che si alzava e si abbassava con respiri lenti e regolari.
Incoraggiata dalla sua mancata reazione, Monica si fece più audace. Infilò l'alluce sotto la cintura del costume da bagno, tirandolo giù quel tanto che bastava per esporre la punta del cazzo.
I suoi occhi si spalancarono leggermente a quella vista e non poté resistere alla tentazione di toccarlo di nuovo, questa volta con più determinazione.
Usando l'alluce, spinse delicatamente la morbida pelle sull'asta, rivelando la punta gonfia del suo cazzo. Una goccia di liquido preseminale luccicò alla luce del sole e Monica trattenne il respiro. Ci passò sopra con il dito, spalmandola sulla pelle sensibile.
Giorgio non poté più trattenersi. Un gemito sommesso gli sfuggì dalle labbra e i suoi fianchi si mossero involontariamente. Monica si ritrasse, con il cuore che le batteva forte quando si rese conto che non stava dormendo, dopotutto. Giorgio aprì gli occhi di scatto, mentre lei rideva divertita, prendendolo bonariamente in giro.
Il pomeriggio scivolò via pigro, tra chiacchiere e sguardi che si facevano sempre più carichi di desiderio. Quando il sole iniziò a calare, dipingendo il cielo di arancio e rosa, Monica propose di fare una doccia e poi cenare insieme, sotto il cielo stellato, cullati dal dolce dondolio del mare.
Monica scese per prima sottocoperta, lasciando Giorgio a rimuginare tra i pensieri confusi di quella giornata che stava prendendo una piega inaspettata. Il rumore del vento si mescolava al lieve dondolio del catamarano, mentre lui si perdeva nei ricordi del pomeriggio: il topless di Monica, il sole caldo, il contatto del suo piede. Poi, un grido improvviso lo riportò alla realtà: «Ho finito, puoi andare tu, io preparo qualcosa di fresco per cena».
Giorgio si alzò e scese lentamente le scale che conducevano agli interni. Il legno levigato sotto i piedi, gli spazi ben studiati, l’aria fresca e profumata lo avvolgevano. Entrò nel bagno e iniziò a farsi la doccia, lasciando che l’acqua calda scivolasse sulla pelle, sciogliendo le tensioni accumulate. A un tratto si accorse che lo shampoo era finito. «Monica, lo shampoo è finito», chiamò, la voce un po’ incerta. «Non è un problema», rispose lei dalla porta, «nel cassetto dello stipetto c’è un flacone nuovo».
Giorgio aprì lo sportello, ma invece del flacone trovò qualcosa di completamente diverso: un sex toy. Rimase pietrificato, il cuore che accelerava, un misto di sorpresa ed eccitazione che gli serrava la gola. Il silenzio durò qualche istante, poi Monica, con voce dolce, chiese da dietro la porta se avesse trovato tutto o se ci fossero problemi.
Spinto da un desiderio improvviso, Giorgio si avvolse l’asciugamano attorno alla vita, prese in mano il sex toy e aprì lentamente la porta del bagno. Monica lo guardò, il viso divenne rosso porpora, un’imbarazzata meraviglia che tradiva la sua natura riservata. Indossava ancora solo un pareo, le tette che si muovevano ritmicamente con lei, mentre ansimava lievemente.
Per rompere l'imbarazzo, Giorgio la prese bonariamente in giro: «Suppongo di aver incontrato il tuo fidanzato».
Monica rise nervosamente.
Si sedettero sul letto, e lei si aprì con una sincerità inattesa. Raccontò di come il suo lavoro la costringesse a mantenere le distanze, a proteggersi dalle persone, lasciandola spesso sola. «Ma come tutti, anche io ho le mie esigenze», confessò, «e quel giocattolo è un aiuto, quando manca quello vero».
Fece promettere a Giorgio che quel segreto sarebbe rimasto solo tra loro.
Quelle parole, accesero qualcosa dentro Giorgio, un calore che si fece sempre più intenso. La sua erezione era evidente attraverso l'asciugamano, e Monica non poté fare a meno di notarlo. Si morse il labbro, cercando di reprimere un sorriso: «Forse anche il tuo giocattolo si è acceso», fissando il suo rigonfiamento.
"Credo che dovremmo spegnerlo", disse Monica, con un tono malizioso nella voce. Allungò la mano e tirò via l'asciugamano, rivelando il cazzo duro e pulsante di Giorgio.
Gli occhi di Monica si spalancarono alla vista di quel cazzo, e si leccò le labbra. Lo prese tra le mani, sentendone il peso e la durezza. Iniziò ad accarezzarlo lentamente, le dita che gli si avvolgevano intorno. Giorgio gemette, i testicoli si contrassero leggermente. Monica si chinò e gli prese il cazzo in bocca, la lingua che roteava intorno alla punta sensibile. Massaggiò i testicoli con l'altra mano, con movimenti lenti e decisi.
Le mani di Giorgio si avvicinarono alla testa di Monica, le dita che gli si intrecciavano tra i capelli. Lui guidò i suoi movimenti, i fianchi che spingevano delicatamente. Monica gemette, le vibrazioni gli mandarono brividi lungo la schiena.
Lui la tirò via dolcemente, con il respiro affannoso. "Tocca a me", disse, gli occhi colmi di desiderio. Si alzò e le tolse lentamente il pareo e il tanga, scrutando il suo corpo nudo. Si sdraiò sul letto, con il cazzo eretto e fiero. Monica gli salì sopra, con le gambe a cavalcioni sulla testa. Si chinò e prese di nuovo il cazzo in bocca, muovendo la lingua intorno alla punta sensibile. Le mani di Giorgio si fecero strada verso la sua figa, le dita esplorarono le sue pieghe umide.
Giorgio prese il sex toy e disse: "Voglio che il tuo ragazzo partecipi". E glielo infilò nella figa, muovendolo avanti e indietro mentre le leccava di nuovo il clitoride. Monica si tolse il cazzo dalla bocca, estrasse il sex toy dalla figa e si girò per impalarsi su Giorgio. Lui era sdraiato e lei lo guardava in faccia mentre lo cavalcava. Giorgio ammirava le tette di Monica che danzavano a ogni colpo.
La figa di Monica era stretta e bagnata, e Giorgio sentiva i suoi muscoli contrarsi intorno al suo cazzo. Le massaggiò il clitoride con il pollice, strappandole gemiti di piacere. Monica si fermò e si voltò, mostrando a Giorgio la schiena e il culo mentre ricominciava a scopargli il cazzo. Giorgio riprese il giocattolo e lo infilò nel culo di Monica, che ora veniva scopata nella figa dal cazzo e nel culo dal giocattolo.
L'orgasmo di Monica giunse intenso, tremò e squirtò copiosamente su Giorgio e sulle lenzuola. Tirò fuori il cazzo dalla figa, si voltò di nuovo e se lo rimise in bocca, spingendolo fino in gola mentre lo masturbava con la mano. Giorgio non resistette ed esplose, caldi schizzi caddero sul viso e sulle tette di Monica.
Si sdraiarono a letto, esausti e soddisfatti. Monica guardò Giorgio e disse: "Credo che tu sappia mantenere un segreto". Giorgio ridacchiò e rispose: "Lo prenderò come un complimento". Risero entrambi e Monica si accoccolò contro Giorgio, provando un senso di pace che non provava da molto tempo.
Mentre erano sdraiati lì, Monica si rese conto di non essersi mai sentita così vicina a nessuno prima. Era sempre stata sulla difensiva, tenendo le persone a distanza. Ma con Giorgio, sentiva di poter abbassare la guardia. Sentiva di poter essere se stessa. Anche Giorgio sentiva un senso di connessione con Monica.
Quel viaggio, iniziato come una semplice vacanza, li aveva trasformati entrambi.
Niente sarebbe più stato come prima.
Dovettero rifare la doccia, per togliere le tracce della loro passione.
Monica, con la grazia di una fata, terminò di preparare la cena per quella sera. Si sedettero sul ponte, avvolti dalla brezza gentile che portava con sé il profumo salmastro del mare. Una sottile falce di luna si alzava dall’orizzonte, tremolante e argentea, riflettendosi sulle onde calme come un segreto sussurrato.
Quel silenzio li avvolgeva come un abbraccio delicato. Qualcosa di nuovo era nato tra loro, invisibile ma palpabile.
Ora, mentre il mondo si faceva quieto intorno, non restava che lasciarsi andare a una notte di sonno ristoratore. All’alba li attendeva un orizzonte tutto da scoprire, un mondo completamente nuovo.
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