Romanian Nights – Il viaggio di Angel
di
Angelo B
genere
orge
Prefazione
Quando Ani mi scrisse “Vieni tu da me, ti vogliamo tutte”, capii che non si trattava solo di sesso. Era un invito al peccato. Un richiamo selvaggio da un’altra dimensione.
Presi un volo per Bucarest, cuore pulsante di donne magnetiche e voglie nascoste.
Lei mi promise una cosa sola:
“Prepara il corpo… e dimentica le regole.”
Non avevo idea di cosa mi aspettasse. Ma sapevo che sarei tornato… cambiato.
⸻
Il racconto
Atterrai di sera. Ani mi venne a prendere con un’auto nera, occhiali da sole e minigonna di pelle. Mi baciò senza parlare. La sua lingua era calda, assetata.
«Siamo pronte. Ti aspettavamo.»
Guidammo fino a una villa isolata fuori città. Lì dentro, quattro ragazze bellissime stavano bevendo vino e fumando sul divano. Sguardi lenti, corpi rilassati, gambe scoperte. L’atmosfera era già elettrica.
Ani mi presentò:
«Lui è Angel. È mio. Ma stanotte… lo condivido.»
Le ragazze sorrisero.
Irina, già conosciuta. Poi Mira, mora con occhi verdi e seno enorme. Alina, bionda platino col piercing al capezzolo. E Daria, silenziosa, con un tatuaggio sul fianco e lo sguardo da cagna in calore.
Mi spogliarono senza fretta. Quattro mani sul petto, due sulle gambe, una già dentro i boxer. Le labbra si alternavano sul mio corpo, mentre Ani dirigeva il gioco:
«Spogliatelo. Leccatelo. Godetevelo.»
Mi portarono in una stanza con un letto rotondo, lenzuola nere e specchi ovunque.
Irina si inginocchiò e prese il mio cazzo in bocca, mentre Mira mi cavalcava la faccia, umida, calda, ansimante.
Ani leccava Alina tra le gambe, e poi veniva a baciarmi con la bocca sporca di piacere.
Era un’orgia orchestrata, un rituale senza pudore.
Mi montarono a turno. Ogni posizione. Ogni buco. Ogni grido di piacere sembrava accendere la stanza. Mi usarono. Mi dominarono. Mi adorarono.
Daria si sedette sopra di me e mi baciò forte. «Non ti lasceremo dormire.»
E così fu. Le scopai tutte, più volte. A coppie, in tre, a catena. Giochi, toys, plug, fruste leggere. Mi volevano sfinito. E io… non mi tirai mai indietro.
⸻
Epilogo
All’alba, ero sdraiato al centro del letto. Nudo. Sporco. Soddisfatto. Le ragazze dormivano intorno a me come gatte sazie.
Ani si alzò, nuda, e mi accarezzò il petto.
«Sei stato all’altezza. Ma questo è solo l’inizio.»
Mi baciò piano. Poi sussurrò:
«Tra due settimane… c’è un raduno. 10 ragazze. Una sola regola: tu appartieni a tutte.»
Mi misi a ridere.
Ma dentro, ero già pronto a tornare.
Quando Ani mi scrisse “Vieni tu da me, ti vogliamo tutte”, capii che non si trattava solo di sesso. Era un invito al peccato. Un richiamo selvaggio da un’altra dimensione.
Presi un volo per Bucarest, cuore pulsante di donne magnetiche e voglie nascoste.
Lei mi promise una cosa sola:
“Prepara il corpo… e dimentica le regole.”
Non avevo idea di cosa mi aspettasse. Ma sapevo che sarei tornato… cambiato.
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Il racconto
Atterrai di sera. Ani mi venne a prendere con un’auto nera, occhiali da sole e minigonna di pelle. Mi baciò senza parlare. La sua lingua era calda, assetata.
«Siamo pronte. Ti aspettavamo.»
Guidammo fino a una villa isolata fuori città. Lì dentro, quattro ragazze bellissime stavano bevendo vino e fumando sul divano. Sguardi lenti, corpi rilassati, gambe scoperte. L’atmosfera era già elettrica.
Ani mi presentò:
«Lui è Angel. È mio. Ma stanotte… lo condivido.»
Le ragazze sorrisero.
Irina, già conosciuta. Poi Mira, mora con occhi verdi e seno enorme. Alina, bionda platino col piercing al capezzolo. E Daria, silenziosa, con un tatuaggio sul fianco e lo sguardo da cagna in calore.
Mi spogliarono senza fretta. Quattro mani sul petto, due sulle gambe, una già dentro i boxer. Le labbra si alternavano sul mio corpo, mentre Ani dirigeva il gioco:
«Spogliatelo. Leccatelo. Godetevelo.»
Mi portarono in una stanza con un letto rotondo, lenzuola nere e specchi ovunque.
Irina si inginocchiò e prese il mio cazzo in bocca, mentre Mira mi cavalcava la faccia, umida, calda, ansimante.
Ani leccava Alina tra le gambe, e poi veniva a baciarmi con la bocca sporca di piacere.
Era un’orgia orchestrata, un rituale senza pudore.
Mi montarono a turno. Ogni posizione. Ogni buco. Ogni grido di piacere sembrava accendere la stanza. Mi usarono. Mi dominarono. Mi adorarono.
Daria si sedette sopra di me e mi baciò forte. «Non ti lasceremo dormire.»
E così fu. Le scopai tutte, più volte. A coppie, in tre, a catena. Giochi, toys, plug, fruste leggere. Mi volevano sfinito. E io… non mi tirai mai indietro.
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Epilogo
All’alba, ero sdraiato al centro del letto. Nudo. Sporco. Soddisfatto. Le ragazze dormivano intorno a me come gatte sazie.
Ani si alzò, nuda, e mi accarezzò il petto.
«Sei stato all’altezza. Ma questo è solo l’inizio.»
Mi baciò piano. Poi sussurrò:
«Tra due settimane… c’è un raduno. 10 ragazze. Una sola regola: tu appartieni a tutte.»
Mi misi a ridere.
Ma dentro, ero già pronto a tornare.
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