A Misura di Cazzo

Si ha un bel dire che gli uomini siano tutti uguali. Non è mica vero. Quando due di loro si confrontano magari entrando assolutamente nudi in doccia dopo la fatica della palestra c'è chi vi entra in parata e chi con la coda fra le gambe. Diversi per statura e stazza, alcuni robusti e forzuti, altri snelli e magri per non dire smilzi, chi rivestito di sane pelurie che gli abbondano di qua e di là, chi assolutamente glabro, di carnagione scura o chiara, a mascella quadrata o a volto allampanato, minuto e quasi fine nei lineamenti. Non vi è dubbio che appartengano a due diverse categorie distinguibili in “Maior” e “Minor”, “Plenipotenziari” di fatto e di diritto e “Due di Scopa” o “Scartini”. L'elemento che li discrimina di più è la dimensione dei loro genitali che li ripartisce fra “Maxi”, “Medi” e “Slim”. È quasi certo che un “Venti Centimetri” possa dare del filo da torcere a un misero “Quattordici” per mortificarlo e metterlo subito in soggezione e qualora ne sente la voglia possa trattarlo da femminino quale egli è e come forse gli piace essere e diventare, facendolo girare e capovolgere per impadronirsi di quel territorio che è terreno di caccia degli attivi sui passivi, oscuro simulacro della “Fica”, unico varco che fra maschi sia possibile e gradito violare infilandoci dentro tanta di “Minchia” da far loro dimenticare di essere forse ancora un po' “Maschi” ma di un tipo assai scadente, destinati a prenderlo e a farselo aprire e squassare in baldoria. Tanto fa che questi “Giganti” tengano ai loro piedi e sotto i tacchi una femmina vera, quanto un loro consimile il cui sedere non può che gemere e guaire non certo per protestare o sottrarsi alla vergogna di venire posseduto ma solo in gratitudine di tanta grazia che riceve nel culo nella volgere dell'orgasmo invertito che è sua legge senza azzardarsi a fare il ritroso o la smorfiosetta.