Locanda apocalisse cap.1
di
BiFootLover
genere
masturbazione
Premessa, primo capitolo introduttivo, lungo e con poco sesso. Dovevo dare un contesto, dai prossimi ogni genere di nefandezza promesso ;)
Erano passati due anni ormai da quando il mondo era andato a rotoli, prima il virus aveva decimato la popolazione di tutto il mondo, inarrestabile e implacabile aveva fatto miliardi di vittime. L'arroganza e la stupidità umana avevano completato il lavoro. Quando gli stati non avevano più le forze e le risorse per combattersi i soldati superstiti si erano organizzati per conto loro in banda e falsi eserciti iniziando a depredare e uccidere le loro stesse popolazioni. Chi poteva prese il largo in mare, si nascose nei più reconditi anfratti che riusciva a trovare, sopravvivendo alla meglio.
Io e la mia famiglia ci eravamo limitati ad andarcene e vagare, cercando riparo e cibo dove capitava. Il fatto che mia madre fosse stata un medico veterinario ci aveva aiutato non poco. Purtroppo non poté niente contro il foro di proiettile che mi padre si fece in testa. Non l'abbiamo mai biasimato, era malato e sapeva di essere un peso per noi.
Quella casa in mezzo al nulla la trovammo per caso. Erano due giorni che camminavamo con mia madre, esausti, ammaccati e sporchi. Ci si parò davanti a metà di una collina immersa nel bosco che ai nostri occhi pareva sconfinato, un verde oceano silenzioso. Era mezza coperta di rovi ma sembrava per il resto in ottime condizioni. Imbracciai il fucile e messa mamma al riparo entrai.
“ E' sicuro, entra” urlai affacciato da una finestra del primo piano.
La casa era in eccellente stato all'interno, era chiaro che fosse una residenza estiva, pochi vecchi abiti, qualche prodotto per la casa, alcune scatolette di cibo. In compenso abbondavano attrezzi da giardinaggio e da lavoro in genere.
I giorni successivi li passammo a riposare, mangiando le poche scorte che avevamo e le scatolette che erano in casa, controllando che nessuno fosse nei paraggi.
Quando ci sentimmo sicuri iniziammo a sistemare casa, decisi a rimanere più a lungo possibile.
Non avevamo idea dove ci trovassimo di preciso, quello che sapevamo era che la primavera era già iniziata e mia madre fu risoluta nel voler piantare un po' dei semi che era riuscita a portare con noi.
Pulimmo tutto intorno, dissodammo in pezzo di terra che era evidente fosse servito per lo stesso scopo anche in passato. Fortunatamente l'acqua era abbondante. Mentre mamma si dedicava all'orto io iniziai a fare legna.
Passarono i giorni, inizia anche a cacciare con una balestra che avevo scovato in una delle stanze.
Carne e verdure non mancavano. Verso metà estate ne avevamo cosi tante che ne mettemmo alcune in barattolo per l'inverno.
Avevamo reso il nostro piccolo mondo decisamente gradevole, per i tempi che vivevamo un vero e proprio paradiso, ci eravamo rimessi in salute e non ci mancava nulla...oddio nulla. La ritrovata sicurezza e benessere aveva fatto spuntare in me appetiti sopiti da tempo, avevo pur sempre venti anni ed anche alla mamma era evidente che iniziasse a mancare qualcosa. Quindi alla sera nessuno dei due faceva caso ai gemiti che provenivano dalla camera dell'altro. Non avendo altro le mie solitarie masturbazioni si basavano solo sui ricordi delle mie poche esperienze giovanili, i porno in compagnia dei miei amici con relative seghe soprattutto, visto che avevo avuto solo una ragazza prima che tutto crollasse e non aveva voluto saperne di arrivare fino in fondo. Dei giorni bastava che ripensassi al suo odore o alla sua candida pelle, ai suoi baci ma soprattutto all'unico pompino della mia vita, durato vergognosamente poco prima che le riempissi la bocca con la mia cremina. Lei non si scompose, non ingoiò ma mi sorrise e mi baciò. Una settimana dopo cadde la prima bomba a meno di una decina di metri da casa sua, non rimase niente di lei ne della sua famiglia. Sempre più spesso mentre mi segavo furiosamente ricordavo con nostalgia le masturbazioni in compagnia dei miei compagni di squadra, in quattro o cinque davanti ad uno schermo nella stanza di uno di noi a guardare porno sempre più spinti, eccitati come animali finivamo a segarci uno il cazzo dell'altro. Adoravo sentire la sborra di uno dei miei compagni schizzarmi sulle mani. Una volta il mio miglior amico volle provare a segare i nostri due cazzi tenendoli insieme, sborrammo uno sul cazzo dell'altro godendo come porci. Non mi è mai importato più di tanto se a farmi godere fosse un uomo o una donna, i miei l'hanno sempre saputo ed essendo di mentalità aperta per loro non è mai stato un problema.
Le cose cambiarono un pomeriggio di fine estate, eravamo seduti all'ombra a goderci un po' di riposo quando sentimmo dei chiari rumori di passi arrivare dal bosco. Silenziosi ci mettemmo al riparo, presi la balestra pronto a difenderci. Un ragazzo (uomo?) sbucò poco dopo alla fine del nostro orto. Era troppo sfinito per rendersi subito conto di dove era. Un campo coltivato era decisamente una anomalia per quei tempi. Si accasciò svenuto accanto alla piccola fontanella che avevo costruito. Alcuni secondi e si riprese, bevve avidamente. Vomitò immediatamente tutto quello che aveva ingerito, il suo stomaco dopo probabilmente giorni che non riceveva acqua non riusciva a resistere. Lo capì anche lui e con molta piu calma riprovò, a questo giro ce la fece a trattenere i conati. Prese un pomodoro dalla pianta, si sedette e mangiò. Facendo rimanere mia madre a coperto usciì tenendolo sotto tiro.
“ Se ti muovi sei morto “ dissi. Ci mancò poco che morisse di infarto.
“ Lentamente, molto lentamente togliti i vestiti e fammi vedere se porti armi”
Si spogliò terrorizzato, mettendo in mostra un corpo terribilmente emaciato, segnato da decine di ferite. Era troppo debole per rappresentare una minaccia a mani nude. Abbassai l'arma.
“ Ora parla, chi sei e cosa ci fai qui?”
“ Mi..mi..mi chiamo Thomas. Sono settimane che cammino. Sono scappato da un campo di prigionia a decine di chilometri da qui...questa casa era dei miei nonni...” scoppiò a singhiozzare “ non sapevo dove altro andare, ero sicuro che sarei morto prima di arrivare. Ti prego, aiutami, non voglio farti del male. Ti chiedo solo un po' di cibo e di riparo, quando mi sarò rimesso in sesto me ne vado te lo giuro” era in ginocchio e piangeva disperato. Mia madre usci.
“ Ciao Thomas sono Anna, lui è mio figlio Marco. Vieni in casa e fatti visitare..:”
Mamma accompagnò Thomas in casa e lo fece lavare con acqua calda e sapone, gli controllò le ferite e lo fece mangiare. Subito dopo crollò in un sonno profondo e terribilmente agitato, solo Dio sa quante ne aveva passate.
“ Marco” mi disse mia madre una volta che Thomas si era addormentato “ non possiamo mandarlo via in questo stato, oltretutto sarebbe casa sua. Se si comporta bene per me può restare, oltretutto due braccia in più fanno comodo”.
In poco tempo Thomas si rimise alla grande, aiutava me e mamma a mantenere calda e sicura la casa, dividevamo la camera e diventammo presto amici.
Una sera ci eravamo appena messi a letto mi fa
“ Marco devo dirti una cosa ma mi vergogno da morire”
“ Cazzo dici Thomas, ahahaha. In questa situazione? Vai tranquillo”
“ Ok ahahaha, allora, prima di cena tua mamma si è abbassata per prendere della roba da sotto il lavello e...ecco...io ero li davanti seduto a tavola e...niente...praticamente le ho visto le tette dalla scollatura della maglietta”
“ ahahahahaha bravo maiale ahahahahaha”
“ ahaha decisamente si, comunque, il fatto è che sono eccitato come una bestia e...beh ecco mi volevo fare un segone, ma in bagno è freddissimo. Ti da fastidio se lo faccio qui?”
“ Ma scherzi? Quale fastidio. Anzi quasi quasi ti faccio compagnia che è da quando sei arrivato che non mi faccio una bella sborrata come si deve. Una bella sega in compagnia come ai vecchi tempi ci sta alla grande. Ti va di venire qui nel mio letto e ci seghiamo insieme?”
“ Alla grande”
Venne accanto a me nel mio letto matrimoniale e una volta sotto le coperte si tolse le mutande iniziando ad accarezzarsi il cazzo. La vicinanza con un altro corpo caldo ed eccitato mandò immediatamente su di giri anche me. Spalla a spalla iniziammo a segarci.
“ Cazzo che tette meravigliose che ha tua mamma, quanto mi piacerebbe leccarle e succhiargli quei capezzoli stupendi” era completamente partito
“ Belle vero, ti confesso che a volte l'ho spiata mentre si lavava e mi è venuto durissimo. Solo l'idea di sfiorarla mi fa stare male, ma sapessi quante seghe le ho dedicato”
“ Cazzo la voglio vedere anche io tutta nuda, magari lavarmi insieme a lei...ahhhh cazzo quanto ce l'ho duro, tra poco sborro anche l'anima”
Io ormai ero eccitato come un animale, mi buttai e gli dissi
“ Senti Thomas ti va se facciamo una cosa?”
“ Dai dimmi” rallentò la sega
“ Da ragazzi con i miei amici ci segavamo sempre l'un l'altro, ti va se lo facciamo anche noi?”
“ Sono così eccitato che mi andrebbe bene anche succhiarcelo, ahahahah”
Le nostre mani mollarono all'istante i nostri cazzi ed andarono a cercare quello dell'altro. Fu bellissimo provare di nuovo la sensazione di toccare un cazzo diverso dal mio. Il suo era più lungo del mio ma più sottile del mio. Da come ci sapeva fare era evidente che non era la prima volta che ne teneva uno in mano anche lui. Senza dirlo rallentammo il movimento, per far durare un po' di più quel momento magico. Mi portai la mano alla bocca per bagnarla di saliva, apprezzò tantissimo e fece lo stesso. Stavo per venire quando gli tolsi la mano e mi alzai e mi piazzai tra le sue gambe.
“ Fermo, lascia fare a me che voglio fare una cosa”
Presi i nostri cazzi insieme, ci sputai sopra un paio di volte per bagnarli per bene ed iniziai a segarli.
“ Cazzo Marco è fantastico, non avevo mai provato. Dio come godo, dai continua che....aaaaaahhhh”
Sentii una quantità enorme di sborra schizzare dal suo cazzo, i primi e più potenti getti gli finirono sul petto e sulla pancia, gli ultimi ci riempirono i cazzi e la mia mano. Non resistetti più e anche io scaricai una generosa quantità di crema. Rimanemmo così per qualche minuto, mentre ci stavamo smosciando io continuavo a massaggiare le nostre verghe aiutato dall'incredibile quantità di sperma che avevamo fatto. Era fantastico massaggiare i nostri sessi tutti impiastricciati di sborra. Thomas non disse niente, era al settimo cielo.
“ Cazzo se avevo voglia. Troppo bello segarci insieme Thomas”
“ a chi lo dici...speriamo di non aver fatto troppo rumore ahahah”
Ci ripulimmo con un asciugamano e lui tornato nel suo letto si addormentò all'istante, cosi come me.
Quello che non sapevo era che in realtà avevamo svegliato mia mamma, come mi confidò in seguito, allarmata dai rumori si era avvicinata alla nostra camera e aveva sentito e visto tutto fino alla fine. Si era eccitata tantissimo e tornata alla sua camera si era masturbata furiosamente fino a crollare.
Erano passati due anni ormai da quando il mondo era andato a rotoli, prima il virus aveva decimato la popolazione di tutto il mondo, inarrestabile e implacabile aveva fatto miliardi di vittime. L'arroganza e la stupidità umana avevano completato il lavoro. Quando gli stati non avevano più le forze e le risorse per combattersi i soldati superstiti si erano organizzati per conto loro in banda e falsi eserciti iniziando a depredare e uccidere le loro stesse popolazioni. Chi poteva prese il largo in mare, si nascose nei più reconditi anfratti che riusciva a trovare, sopravvivendo alla meglio.
Io e la mia famiglia ci eravamo limitati ad andarcene e vagare, cercando riparo e cibo dove capitava. Il fatto che mia madre fosse stata un medico veterinario ci aveva aiutato non poco. Purtroppo non poté niente contro il foro di proiettile che mi padre si fece in testa. Non l'abbiamo mai biasimato, era malato e sapeva di essere un peso per noi.
Quella casa in mezzo al nulla la trovammo per caso. Erano due giorni che camminavamo con mia madre, esausti, ammaccati e sporchi. Ci si parò davanti a metà di una collina immersa nel bosco che ai nostri occhi pareva sconfinato, un verde oceano silenzioso. Era mezza coperta di rovi ma sembrava per il resto in ottime condizioni. Imbracciai il fucile e messa mamma al riparo entrai.
“ E' sicuro, entra” urlai affacciato da una finestra del primo piano.
La casa era in eccellente stato all'interno, era chiaro che fosse una residenza estiva, pochi vecchi abiti, qualche prodotto per la casa, alcune scatolette di cibo. In compenso abbondavano attrezzi da giardinaggio e da lavoro in genere.
I giorni successivi li passammo a riposare, mangiando le poche scorte che avevamo e le scatolette che erano in casa, controllando che nessuno fosse nei paraggi.
Quando ci sentimmo sicuri iniziammo a sistemare casa, decisi a rimanere più a lungo possibile.
Non avevamo idea dove ci trovassimo di preciso, quello che sapevamo era che la primavera era già iniziata e mia madre fu risoluta nel voler piantare un po' dei semi che era riuscita a portare con noi.
Pulimmo tutto intorno, dissodammo in pezzo di terra che era evidente fosse servito per lo stesso scopo anche in passato. Fortunatamente l'acqua era abbondante. Mentre mamma si dedicava all'orto io iniziai a fare legna.
Passarono i giorni, inizia anche a cacciare con una balestra che avevo scovato in una delle stanze.
Carne e verdure non mancavano. Verso metà estate ne avevamo cosi tante che ne mettemmo alcune in barattolo per l'inverno.
Avevamo reso il nostro piccolo mondo decisamente gradevole, per i tempi che vivevamo un vero e proprio paradiso, ci eravamo rimessi in salute e non ci mancava nulla...oddio nulla. La ritrovata sicurezza e benessere aveva fatto spuntare in me appetiti sopiti da tempo, avevo pur sempre venti anni ed anche alla mamma era evidente che iniziasse a mancare qualcosa. Quindi alla sera nessuno dei due faceva caso ai gemiti che provenivano dalla camera dell'altro. Non avendo altro le mie solitarie masturbazioni si basavano solo sui ricordi delle mie poche esperienze giovanili, i porno in compagnia dei miei amici con relative seghe soprattutto, visto che avevo avuto solo una ragazza prima che tutto crollasse e non aveva voluto saperne di arrivare fino in fondo. Dei giorni bastava che ripensassi al suo odore o alla sua candida pelle, ai suoi baci ma soprattutto all'unico pompino della mia vita, durato vergognosamente poco prima che le riempissi la bocca con la mia cremina. Lei non si scompose, non ingoiò ma mi sorrise e mi baciò. Una settimana dopo cadde la prima bomba a meno di una decina di metri da casa sua, non rimase niente di lei ne della sua famiglia. Sempre più spesso mentre mi segavo furiosamente ricordavo con nostalgia le masturbazioni in compagnia dei miei compagni di squadra, in quattro o cinque davanti ad uno schermo nella stanza di uno di noi a guardare porno sempre più spinti, eccitati come animali finivamo a segarci uno il cazzo dell'altro. Adoravo sentire la sborra di uno dei miei compagni schizzarmi sulle mani. Una volta il mio miglior amico volle provare a segare i nostri due cazzi tenendoli insieme, sborrammo uno sul cazzo dell'altro godendo come porci. Non mi è mai importato più di tanto se a farmi godere fosse un uomo o una donna, i miei l'hanno sempre saputo ed essendo di mentalità aperta per loro non è mai stato un problema.
Le cose cambiarono un pomeriggio di fine estate, eravamo seduti all'ombra a goderci un po' di riposo quando sentimmo dei chiari rumori di passi arrivare dal bosco. Silenziosi ci mettemmo al riparo, presi la balestra pronto a difenderci. Un ragazzo (uomo?) sbucò poco dopo alla fine del nostro orto. Era troppo sfinito per rendersi subito conto di dove era. Un campo coltivato era decisamente una anomalia per quei tempi. Si accasciò svenuto accanto alla piccola fontanella che avevo costruito. Alcuni secondi e si riprese, bevve avidamente. Vomitò immediatamente tutto quello che aveva ingerito, il suo stomaco dopo probabilmente giorni che non riceveva acqua non riusciva a resistere. Lo capì anche lui e con molta piu calma riprovò, a questo giro ce la fece a trattenere i conati. Prese un pomodoro dalla pianta, si sedette e mangiò. Facendo rimanere mia madre a coperto usciì tenendolo sotto tiro.
“ Se ti muovi sei morto “ dissi. Ci mancò poco che morisse di infarto.
“ Lentamente, molto lentamente togliti i vestiti e fammi vedere se porti armi”
Si spogliò terrorizzato, mettendo in mostra un corpo terribilmente emaciato, segnato da decine di ferite. Era troppo debole per rappresentare una minaccia a mani nude. Abbassai l'arma.
“ Ora parla, chi sei e cosa ci fai qui?”
“ Mi..mi..mi chiamo Thomas. Sono settimane che cammino. Sono scappato da un campo di prigionia a decine di chilometri da qui...questa casa era dei miei nonni...” scoppiò a singhiozzare “ non sapevo dove altro andare, ero sicuro che sarei morto prima di arrivare. Ti prego, aiutami, non voglio farti del male. Ti chiedo solo un po' di cibo e di riparo, quando mi sarò rimesso in sesto me ne vado te lo giuro” era in ginocchio e piangeva disperato. Mia madre usci.
“ Ciao Thomas sono Anna, lui è mio figlio Marco. Vieni in casa e fatti visitare..:”
Mamma accompagnò Thomas in casa e lo fece lavare con acqua calda e sapone, gli controllò le ferite e lo fece mangiare. Subito dopo crollò in un sonno profondo e terribilmente agitato, solo Dio sa quante ne aveva passate.
“ Marco” mi disse mia madre una volta che Thomas si era addormentato “ non possiamo mandarlo via in questo stato, oltretutto sarebbe casa sua. Se si comporta bene per me può restare, oltretutto due braccia in più fanno comodo”.
In poco tempo Thomas si rimise alla grande, aiutava me e mamma a mantenere calda e sicura la casa, dividevamo la camera e diventammo presto amici.
Una sera ci eravamo appena messi a letto mi fa
“ Marco devo dirti una cosa ma mi vergogno da morire”
“ Cazzo dici Thomas, ahahaha. In questa situazione? Vai tranquillo”
“ Ok ahahaha, allora, prima di cena tua mamma si è abbassata per prendere della roba da sotto il lavello e...ecco...io ero li davanti seduto a tavola e...niente...praticamente le ho visto le tette dalla scollatura della maglietta”
“ ahahahahaha bravo maiale ahahahahaha”
“ ahaha decisamente si, comunque, il fatto è che sono eccitato come una bestia e...beh ecco mi volevo fare un segone, ma in bagno è freddissimo. Ti da fastidio se lo faccio qui?”
“ Ma scherzi? Quale fastidio. Anzi quasi quasi ti faccio compagnia che è da quando sei arrivato che non mi faccio una bella sborrata come si deve. Una bella sega in compagnia come ai vecchi tempi ci sta alla grande. Ti va di venire qui nel mio letto e ci seghiamo insieme?”
“ Alla grande”
Venne accanto a me nel mio letto matrimoniale e una volta sotto le coperte si tolse le mutande iniziando ad accarezzarsi il cazzo. La vicinanza con un altro corpo caldo ed eccitato mandò immediatamente su di giri anche me. Spalla a spalla iniziammo a segarci.
“ Cazzo che tette meravigliose che ha tua mamma, quanto mi piacerebbe leccarle e succhiargli quei capezzoli stupendi” era completamente partito
“ Belle vero, ti confesso che a volte l'ho spiata mentre si lavava e mi è venuto durissimo. Solo l'idea di sfiorarla mi fa stare male, ma sapessi quante seghe le ho dedicato”
“ Cazzo la voglio vedere anche io tutta nuda, magari lavarmi insieme a lei...ahhhh cazzo quanto ce l'ho duro, tra poco sborro anche l'anima”
Io ormai ero eccitato come un animale, mi buttai e gli dissi
“ Senti Thomas ti va se facciamo una cosa?”
“ Dai dimmi” rallentò la sega
“ Da ragazzi con i miei amici ci segavamo sempre l'un l'altro, ti va se lo facciamo anche noi?”
“ Sono così eccitato che mi andrebbe bene anche succhiarcelo, ahahahah”
Le nostre mani mollarono all'istante i nostri cazzi ed andarono a cercare quello dell'altro. Fu bellissimo provare di nuovo la sensazione di toccare un cazzo diverso dal mio. Il suo era più lungo del mio ma più sottile del mio. Da come ci sapeva fare era evidente che non era la prima volta che ne teneva uno in mano anche lui. Senza dirlo rallentammo il movimento, per far durare un po' di più quel momento magico. Mi portai la mano alla bocca per bagnarla di saliva, apprezzò tantissimo e fece lo stesso. Stavo per venire quando gli tolsi la mano e mi alzai e mi piazzai tra le sue gambe.
“ Fermo, lascia fare a me che voglio fare una cosa”
Presi i nostri cazzi insieme, ci sputai sopra un paio di volte per bagnarli per bene ed iniziai a segarli.
“ Cazzo Marco è fantastico, non avevo mai provato. Dio come godo, dai continua che....aaaaaahhhh”
Sentii una quantità enorme di sborra schizzare dal suo cazzo, i primi e più potenti getti gli finirono sul petto e sulla pancia, gli ultimi ci riempirono i cazzi e la mia mano. Non resistetti più e anche io scaricai una generosa quantità di crema. Rimanemmo così per qualche minuto, mentre ci stavamo smosciando io continuavo a massaggiare le nostre verghe aiutato dall'incredibile quantità di sperma che avevamo fatto. Era fantastico massaggiare i nostri sessi tutti impiastricciati di sborra. Thomas non disse niente, era al settimo cielo.
“ Cazzo se avevo voglia. Troppo bello segarci insieme Thomas”
“ a chi lo dici...speriamo di non aver fatto troppo rumore ahahah”
Ci ripulimmo con un asciugamano e lui tornato nel suo letto si addormentò all'istante, cosi come me.
Quello che non sapevo era che in realtà avevamo svegliato mia mamma, come mi confidò in seguito, allarmata dai rumori si era avvicinata alla nostra camera e aveva sentito e visto tutto fino alla fine. Si era eccitata tantissimo e tornata alla sua camera si era masturbata furiosamente fino a crollare.
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