Come ho potuto tradire il mio fidanzato con un pensionato? Parte 5

di
genere
etero

Per raccontare questa parte della storia dobbiamo fare un balzo di quasi un anno dai fatti accaduti in quella grigliata in cui io e Pino diventammo amanti.
Purtroppo non posso continuare a raccontare la mia storia senza dover fare riferimento a quello che accadde un anno dopo. Tutto ebbe inizio una mattina, quando Pino si ammalò. Sembrava solo una semplice influenza, ma si rivelò un male molto più grave. Non voglio rendere questo racconti triste, ma era doveroso dirlo anche perché fu un periodo che segnò la mia vita.
Per mesi io ed il mio fidanzato andammo a trovarlo in ospedale, e lui era felicissimo anche perché non aveva nessuno se non noi e qualche amico.
Con senno di poi, sono felice di quello che è accaduto fra noi due, perché come disse Pino, sono stato l'ultimo regalo che la vita gli ha dato... anzi la ciliegina sulla torta.
Questo ad oggi ancora mi riempe il cuore, avergli dato emozioni così intense mi fa sentire che la nostra storia a parte il sesso aveva un senso.
Vome potete immaginare pochi mesi dopo dal uomo ricovero se ne andò.
Il giorno del suo funerale, fu un giorno molto triste per me. In fondo avevo da poco compiuto 26 anni e non ero pronta per affrontare un lutto.
Ma ora basta la parte triste. Ora voglio raccontarvi come questa serie di eventi, seppur tristi mi cambiò per sempre.
Nel giorno del suo funerale, conobbi un suo caro amico, Franco. Anche lui oltre i settant'anni, ma a differenza di Pino era timido e meno chiacchierone.
La cosa mi passò di mente e dimenticai lui. Bel giro di poche settimane però arrivò una sorpresa.
Una lettera di un notaio, che ci indicava come eredi di tutto quello che aveva Pino: il suo appartamento e un gruzzolo in banca niente male.
Eravamo la sua unica famiglia, ed io anche la sua donna segreta, ma non pensavamo fosse così forte il suo affetto per noi. Questo gesto ci commosse e facemmo un brindisi in suo onore quella sera.
Appena firmate le carte e fatti i passaggi di proprietà, entrammo nella suo appartamento.
Fu strano per me, ero stata lì tante volte, ovviamente di nascosto, e ogni angolo mi ricordava le scopate con lui. Io ed il mio fidanzato decidemmo di ristrutturare l'appartamento e trasferirci lì perché era più grande ed aveva un terrazzo da paura.
Fu così che per caso, mentre rovistavi fra la sua roba, trovai un'agenda con scritto: traslochi e svuota case chiamare Franco.
Mi venne subito in mente che l'avevo conosciuto al suo funerale, così lo feci leggere a Gulio e dissi, che magari essendo amico ci avrebbe fatto anche un bel prezzo per svuotare tutto.
Così senza esitare lo contattai.
Subito fu felice della chiamata e diede disponibilità anche per il giorno dopo.
Accettammo, in fondo avevamo fretta.
Così il giorno dopo si presento e noi eravamo nel vecchio a appartamento di Pino per mostrare cosa volevamo buttare.
Quando si presentò, era timido ed anche un pò impacciato, non riusciva a guardarmi negli occhi ed ogni tanto buttava uno sguardo furtivo alle mie gambe o al mio seno.
Sinceramente mi faceva tenerezza.
Si mise subito al lavoro, e noi lo aiutammo a caricare.
Quella prima giornata facemmo un bel po di cose ma serviva ancora un altro giorno. Fortunatamente le cose pesanti ormai erano state tutte caricate nel furgone, ma decidemmo che lo avremmo sfruttato anche per il giorno dopo.
Lui accettò senza problemi. Però il giorno dopo Giulio non poteva esserci quindi sarei stato da solo con lui.
La cosa non mi turbò anzi, mi divertiva il pensiero di capire cone mi avrebbe parlato senza guardarmi in faccia.
Il giorno dopo, arrivò puntuale alle 10 del mattino come concordato. Io quel giorno per una semplice coincidenza dovuto ad alcune dimenticanze di lavatrici da fare, indossai gli stessi vestiti che avevo nel giorno della grigliata con Pino. Gonna a pieghe svolazzante e canottiera. Indossavo dei sandali rosse con un po di tacco. La verità è che lo feci senza pensare al fatto che dovevo fare carico scarico, ma dato che dopo dovevo fare un po di giri volevo già essere pronta per i miei impegni.
Quando arrivò, Franco sembrava in forte imbarazzo, forse non si aspettava di vedermi così tirata, io non ci feci molto caso, ma come sempre la sua timidezza mi faceva sorridere. Dopo un'ora di avanti indietro, stavamo quasi per finire, non avevamo parlato tantissimo sinceramente. Era un tipo taciturno e da come si muoveva avevo l'impressione che cercasse di evitarmi e di starmi lontano.
La cosa sinceramente iniziava anche ad infastidirmi. Non vedevo l'ora di finire così potevo andare via.
Quando l'ultima scatola fu portata nel suo furgone, entrò nell'appartamento per esultare visto il bel lavoro fatto in tempi record.
Vederlo finalmente sorridere mi fece piacere, anche perché pesando quasi di dargli fastidio.
Così con grande entusiasmo gli offri da bere. E lui mi sorprese quando mi disse che avrebbe gradito un bel bicchiere di vino per festeggiare. La cosa mi stupì, sembrava essere cambiato improvvisamente. La cosa mi piacque comunque, quindi decisi di accontentarlo. E così versailles la bottiglia di vino rosso più buona che avevo, perciò lo invitavano ad entrare nel nostro attuale appartamento.
Lo feci sedere sul divano ed andai ad aprire un bottiglia. Versailles un calice e lui subito mi fermò:
"Non mi farai kica bere da solo"
Io sorrisi e andai a prendere un altro calice. Riempi i due bicchieri, ma lui senza darmi il tempo di portarli dove stava sul divano, si alzò in piedi e mi venne incontro e prese il suo cali:
"A Pino!"
Il suo brindisi mi commosse. Iniziammo a parlare di lui. Scoprì che erano amici da una vita, e che erano come fratelli. Mi parlò anche della sua vita e che era solo ormai da più di dieci anni.
Si dimostrò una persona di piacevole compagnia, così finiamo per bere tutta la bottiglia. Ero un pochino su di giri.
Stavamo sempre in piedi sul tavolo della cucina a parlare, finché non mi disse una frase che mi fece venire la pelle d'oca.
"Pino mi raccontava tutto, sai cosa intendo vero? Io so tutto di voi. So che avete passato tanti bei momenti insieme... non ti avevo mai visto dal vivo, ma ora capisco perché avesse perso la testa per te, e sei così bella che le sue descrizioni non ti rendevano giustizia"
Io ero terrorizzata, perché avevo paura che raccontasse tutto a qualcuno o peggio ancora al mio fidanzato.
Lui capì che ero letteralmente pietrificata quindi mi rassicuro subito. "Tranquilla so tenere un segreto e lui mi fece promettere di non raccontarlo mai a nessuno... e io manterrò la mia promessa".
Sorrisi, e feci cenno di fare un altro brindisi, e mandammo di colpo giù l'ultimo calice.
Poi Franco mi guardò negli occhi per la prima volta in modo fisso, e disse:
"So che Pino ci teneva tanto a te, quindi se mai hai bisogno di qualcosa, qualunque cosa basta che mi chiami ed io arriverò in un battibaleno". Mi fece sciogliere il cuore, era proprio un brav'uomo ed un bravo amico.
Dopo questo momento toccante iniziammo a parlare delle sue avventure con Pino e mi fece ridere molto, così con la scusa dei racconti mi chiese se c'era altro vino. Io senza esitare tirai fuori una mezza bottiglia aperta qualche giorno prima. E così finiamo per far evaporare anche questa bottiglia.
Eravamo allegri e soprattutto su di giri entrambi. E mi accorsi che iniziava a guardarmi in modo più insistente, il seno e le gambe. La cosa mi piaceva e così mi appoggiai al tavolo per mettermi meglio in mostra e iniziai a giocare con i miei capelli.
Lui sembrava sempre più eccitato.
Decisi che era il momento di chiudere la chiaccerata anche perché dovevo andare.
Allora lui molto triste, mi porse la mano come per fare il gesto della stretta. Io allungai e lui ne la afferrò con decisione.
"Allora cara Laura, mi raccomando ci conto che mi chiamerai per qualsiasi necessità, sei proprio una cara ragazza". Io feci cenno di si. Ma non mollava la mia mano, continuava a stringerla e a scuoterla.
Io ero imbarazzata perché mi sentivo come in trappola. Poi iniziò ad accarezzarmi il dorso della mano. Io divenni subito rossa, e iniziava a sentire un gran caldo.
Lui mi stava mangiando con gli occhi.. non sapevo che fare. So solo che la tensione era molto alta.
Poi mi disse una frase che mi fece gelare il sangue.
"Vorrei poterti avere almeno una volta... ti prego permettimi di entrarti dentro"
Io ero scioccata, nessuno mi aveva mai fatto in vita mia una richiesta così diretta e sfacciata. E lo fece guardandomi dritta negli occhi. Sarà stato il vino o il valore che iniziavo a sentire in ogni parte del corpo, ma mon risposi.
"Facciamo così, io adesso mi avvicinerà piano piano verso di te, e se tu non vuoi basta che ti allontani ed io capirò".
Il mio cuore batteva all'impazzata, non so perché ma la pressione era così alta che sentivo fischiare le mie orecchie.
Era un mese che non facevo sesso con il mio fidanzato e credo che alcol e astinenza mi fecero un brutto scherzo. Sta di fatto che non dissi nulla.
Io ero ancora poggiata sul tavolo e con la mia mano stretta alla sua, e lui fece il primo passo verso di me.
Vi giuro che ero combattuta, volevo scappare ma allo stesso tempo ero eccitata come no mi capitava da tempo.
Poi fece un altro passo, liberò la mia mano per iniziare ad accarezzarmi gli avambracci. Era veramente vicino a me.
"Sei così vicina, ti prego se non vuoi dimmi di no ora perché dopo non riuscirò più a fermarmi"
Non risposi, non sapevo che dire o forse non c'era nulla da dire.
Si avvicinò a me, ed ora i nostri visitatori erano a pochi centimetri di distanza. Puzzava di sudore, di maschio maturo. Ero ormai in balia del mio predatore. Lentamente iniziò ad accarezzarmi le braccia fino ad arrivare alle spalle. Avevo i brividi e credo che lui se ne accorse. Poi passò a toccarmi i capelli e la nuca... cazzo che emozioni assurde. Avevo il basso ventre in fiamme e sentivo la mia testa volare fra le nuvole.
Poi senza mai staccare le mani da me ritornò sulle spalle e fece scivolare le spalline della mia canottiera. E con una lentezza snervante mi massaggiava il collo, avvicinandosi sempre di più ai miei seni. Io ormai avevo gli occhi socchiusi e sospiravo.
"Succhiarti le tette... un sogno che si avvera", e di colpo buttò giù il lato sinistro della canottiera con il reggiseno liberando la mia carne che era finalmente alla portata della sua bocca. Prima però una palpata decisa e profonda mi diede una scossa che quasi mi faceva perdere i sensi. Poi ancora prima di riuscire a riprendermi, senti la sua bocca ingoiare il mio capezzolo... urlare fui la mia unica scelta. Lo abbracciai e vedevo la sua nuca agitarsi sopra il mio seno mentre la sua bocca mi torturava. Fu un piacere indescrivibile. Vi sapeva fare Franco. Era deciso e lento.
Stavo impazzendo volevo scopare subito!
Poi si staccò lasciandomi scombussolata.
Poi mi mise una mano sui fianchi e si inginocchiò.
"Quabto ho sognato di toglierti le mutabde"
Io non potevo fare altro che guardare lo spettacolo in piedi su quel tavolo, mentre vede le sue mani accarezzarmi prima i polpacci poi le ginocchia, le sue mani rudi e callose iniziarono poi la salita, oltrepassando l'orlo della mia gonna. Vedevo il mio indumento posarsi sulle sue mani e sentivo che era sempre più su. Gemevo, e sospiravo. Raggiunto lo slip, con decisione prese l'elastico e lo buttò di colpo giù.
"Mamma mia quanta roba, e come sei liscia" e senza aspettare troppo tempo, buttò la sua testa in mezzo alle mie gambe e la sua lingua mi penetrò come fosse un serpente. Ogni leccata mi trafiggeva il cervello, ed iniziai ad urlare. Spingrvo il bacino disperata contro la sua bocca mentre la mano la tenevo bloccata. In poco tempo mi accorsi che mi stavo facendo scopare dalla sua lingua. Ero impazzita "cazzo dai dai lecca lecca ti preggo lecca lecca".
Lui era un vero dio con la lingua. Sembrava sapere dove toccare e quando toccare, e senza preavviso una orgasmi devastante mi investì. Iniziai a tremare senza controllo e a urlare senza vergogna. Quel bastardo non si fermava continuava a torturarmi. Poi lo dissi:
"Franco ti prego scopami, dammelo!"
Lui si alzò di corsa, si era già slacciato i pantaloni, e vidi un cazzo di tutto rispetto, mi attirò a sé afferrandomi per il culo, mi alzò una gamba, e secondo tutta la forza che aveva mi penetrò. Fu talmente violento e potente la spinta che arrivò un secondo orgasmo che mi fece tremare anche le dita dei piedi.
"Franco Franco Franco" non riuscivo a dire altro che il suo nome. Poi una volta dentro di me mi sollevò anche l'altra gamba e mi portò dandomi senza sosta delle spinte, in camera da letto. Io stavo volando di piacere.
Mi buttò sul mio letto e nella più classica posizione del missionario, iniziò a scoparmi con tutte le forze che aveva. Sentivo il suo membro scorrere dentro, entrava ed usciva, io per la disperazione del piacere gli piabtai le mie unghie sulla schiena.
"Laura Laura" "Franco Franco"
Urlavano i nostri nomi, poi lo senti come irrigidirsi e poi con un urlo animalesco iniziò ad eruttare il suo nettare, il suo piacere dentro di me. Adoro farmi venire dentro, e sentiro il maschio mentre riversa la sua eccitaziobe nel mio stomaco. Sentire il caldo della sua sborra riempirmi... fu inevitabile. Raggiunsi l'ennesimo orgasmo, e fu assurdo perché sentivo come le campane in testa, mentre Franco spingendo tremante continuava a la sue esplosione di piacere.
Furono secondi, minuti, anni... non saprei dirlo. So solo che mentre venivamo insieme, eravamo avvinghiati l'uno all'altro, un corpo solo tremante.
Quando anche l'ultimo spasmo abbandonò il mio corpo, lui era distrutto sopra di me che respirava affannato.
"Laura, dio mio Laura... se sei un sogno non mi svegliare"
Io sorrisi, e sentivo il suo cazzo piano piano ammosciarsi ma ancora dentro di me. "Franco scopi da Dio!"
Fu l'unica cosa che riuscì a dire. Mentre ancora cob gli occhi socchiusi mi rilassato e ki godevo il post orgasmo.
Siamo rimasti così abbracciati per molti minuti. Lui non volevo sapere di lasciarmi ed io non ero certo dispiaciuta.
Poi successo un miracolo. Il suo cazzo moscio era ancora dentro ma iniziava di nuovo a irrigidirsi.
"Laura non mi era mai successo... è colpa tua... sei troppo secy"
La cosa mi piacque. Mi piacque tantissimo. Ki sentivo desiderata e lusingata nel sapere che avevo risvegliato gli ormoni di un pensionato... mi sentivo femmina.decisi di fargli un altro regalo. Lo buttai a pancia in su e sali sopra. Senza mai togliere il suo cazzo da dentro di me. Poi ho iniziato una lenta e profonda cavalcata. Lui era cone scioccato dal piacere. Mi stringeva le tette con forza, ed io persi ogni controllo di nuovo. Fu una cavalcata selvaggia, me lo stavo scopando, e mentre lo facevo lo guardavo negli occhi. Lui era perso, non credeva a quello che stava succedendo. Così ho letteralmente iniziato a saltare. Fu un piacere intenso avere il controllo del mio piacere e del suo. Ora il maschio ero io e lui la mia preda.
"Volevi scoparmi Francosa, ah ah ah, volevi scoparmi? Ah ah ah, invece indovina un po... ti scopo io... ti fotto io ah ah ah ah" dicevo porcherie che mai avevo detto in vita mia. Nemmeno a Pino.
Aveva una resistenza incredibile... non so quanto durò la cavalcata so solo che ho dovuto raggiungere altri due orgasmi per poter abbattere ogni sua barriera. Fu più violento di prima la sua sborrata. E credo che anche come quantità fu notevole. Mi afferrò per i fianchi e mi fece saltare non so quante volte. Ogni salto era uno schizzo, ed ogni schizzo mi faceva tremare. Un caldo assurdo mi riempiva lo stomaco, mentre lui con gli occhi chiusi urlava il mio nome "Lauraaaaaa"
Finalmente eravamo soddisfatti. Caddi al suo fianco e sentivo fuoriuscire in mezzo alle mie gambe un fiume di sperna e umori.
Io ero fra le nuvole. Lo abbracciai e lo baciai.
Ero contenta di averlo fatto. Lui mi ringraziò di aver fatto vivere l'esperienza più bella della sua vita.
Io risposi "nom crederai che sarà mica lutima"
Avevo un nuovo amante, ma capi che in realtà non erano Pino o Franco ad eccitarmi. Ma che avevo una vera passione per gli anziani. E sapevo che volevo approfondire questa mia ossessione.



scritto il
2025-03-23
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