Elena e Marco - 3

di
genere
voyeur

Elena si lasciò andare sul divano, le sue gambe eleganti distese, la pelle luminosa sotto la luce soffusa. Il vino nel suo bicchiere ondeggiava leggermente mentre sorseggiava, i suoi occhi brillavano di una luce nuova, mista a eccitazione e curiosità.
Marco, accanto a lei, osservava compiaciuto la scena. La sua voce si fece più bassa, quasi confidenziale. “Sapete,” iniziò, guardando i colleghi, “una delle cose più incredibili di Elena è come sappia trasformare anche i momenti più ordinari in qualcosa di… straordinario.”
Elena alzò un sopracciglio, un sorriso complice sulle labbra. “E cosa intendi, caro?”
Marco si voltò verso di lei, accarezzandole delicatamente il ginocchio scoperto. “Quella volta in spiaggia, l’estate scorsa… Quel posto isolato, solo noi due, e… quell’uomo che si masturbava guardandoti.”
Elena arrossì leggermente, ma il suo sorriso non vacillò. “Oh, certo che ricordo,” rispose, la sua voce dolce e piena di malizia. “Era così lontano, pensavo che non potesse vederci.”
Uno dei colleghi si sporse in avanti, incuriosito. “Aspettate, state parlando di quella volta che raccontavi prima? Racconta…”
Marco rise sommessamente, guardando Elena con aria complice. “Beh, stavamo prendendo il sole su una spiaggia un po’ fuori mano. Elena, come sempre, era splendida in topless. A un certo punto abbiamo notato questo uomo, più lontano, che non riusciva a staccarle gli occhi di dosso intanto che si masturbava.”
Elena intervenne, accavallando lentamente le gambe, il movimento attirando inevitabilmente gli sguardi. “E Marco, ovviamente, ha cominciato a stuzzicarmi. Mi diceva che dovevo lasciarmi andare, che tanto era innocuo. E così… beh, ho ceduto.”
“Ha fatto molto di più che cedere,” aggiunse Marco, ridendo. “Si è lasciata andare completamente. Le sue mani sono scivolate sotto il costume, e…”
Uno dei colleghi si schiarì la gola, visibilmente colpito dal racconto. “Sembra una scena che avrei pagato per vedere.”
Elena, ormai completamente immersa nel gioco, inclinò la testa da un lato, il suo sguardo sfidante. “E se vi facessi vedere come è andata? Dopotutto, siamo tra amici, no?”
Marco la guardò con occhi pieni di desiderio. “Sai che non avrei nulla in contrario. Anzi, sarebbe un peccato non condividere con loro la tua bellezza.”
Elena posò il bicchiere sul tavolino, poi si sistemò sul divano, il suo corpo disteso in una posa che era al contempo naturale e incredibilmente sensuale. Le sue mani iniziarono a muoversi lentamente, sfiorando il proprio corpo come per ricordare quei momenti estivi.
“Era più o meno così,” disse, con un tono leggero, mentre le sue dita scivolavano lungo il ventre piatto, accennando al movimento che aveva fatto quel giorno in spiaggia.
I colleghi, ormai completamente coinvolti, osservavano in silenzio, i loro volti un misto di eccitazione e incredulità. Marco, nel frattempo, si avvicinò a lei, posandole una mano sulla coscia. “E io ero lì, proprio accanto a lei, a godermi ogni istante.”
Elena si voltò verso di lui, il loro sguardo pieno di complicità. “Forse dovresti mostrare loro quanto ti eccita vedere queste cose, Marco.”
Marco annuì, la sua mano stringendo leggermente la coscia di Elena. “E voi?” chiese rivolgendosi ai colleghi. “Non vi piacerebbe partecipare? Dopotutto, un’esperienza come questa è ancora più intensa se condivisa.”
I due uomini si scambiarono un’occhiata, poi annuirono lentamente, pronti a seguire il gioco.
Marco si sistemò nella poltrona di fronte al divano, con lo sguardo fisso su Elena, che sembrava godere dell’attenzione che la situazione le regalava. Nuda, con le gambe elegantemente accavallate e le mani che si muovevano con languida grazia, dominava la stanza con la sua presenza.
"È incredibile, vero?" disse Marco, rompendo il silenzio carico di tensione. "Elena ha questo potere... Quando si sente libera, diventa semplicemente irresistibile."
I due colleghi, seduti accanto a lei, si scambiarono un’occhiata, imbarazzati ma incuriositi. Elena, colta da un’ondata di audacia, sorrise, lasciando che il suo sguardo sfiorasse ognuno di loro. "Sapete," disse con un tono giocoso, "Marco adora raccontare delle nostre avventure... ma forse non gli dispiacerebbe se ne vivessimo una qui e ora."
La stanza si riempì di una tensione palpabile mentre Marco rideva, visibilmente divertito dalla piega che la serata stava prendendo. "Non mi dispiace affatto," rispose, incrociando le braccia e appoggiandosi alla poltrona con fare rilassato. "Anzi, sono curioso di vedere fin dove possiamo arrivare."
Elena inclinò la testa, guardandolo con complicità. "Allora, cosa mi suggerisci, amore? Siamo tutti in buona compagnia, dopotutto."
Lentamente, l'atmosfera si fece più rilassata, e i confini di ciò che era accettabile iniziarono a sfumare. La serata si trasformò in un gioco di sguardi, parole audaci e gesti che, pur restando ambigui, lasciavano intuire una crescente intimità tra i presenti. Elena era il centro della scena, e Marco, con il suo carisma e la sua sicurezza, guidava ogni momento, trovando un perfetto equilibrio tra provocazione e rispetto.
Marco si appoggiò allo schienale della poltrona, osservando Elena con uno sguardo misto di ammirazione e malizia. La luce soffusa della stanza esaltava la sua pelle, e il suo atteggiamento rilassato ma giocoso dominava l'atmosfera. "Sapete," iniziò Marco, con un tono intrigante, "una delle cose che amo di Elena è che non ha paura di essere sé stessa, di mostrarsi per quella che è davvero."
Elena sorrise, lasciandosi andare ancora di più sul divano, le gambe leggermente aperte in un gesto di naturalezza e sfida. "E tu," rispose, guardandolo con occhi scintillanti, "non perdi mai occasione di spingermi oltre i miei limiti. Mi piace."
Uno dei colleghi, cercando di allentare la tensione, fece un commento leggero. "Beh, direi che è una serata piena di sorprese... siete una coppia davvero speciale."
Elena lo fissò con un sorriso audace. "Le sorprese sono la parte migliore, non credi?" Disse questo spostando lentamente una mano sulla coscia, il gesto deliberato ma naturale, come se fosse completamente a suo agio sotto gli sguardi attenti.
Marco osservava la scena con un sorriso soddisfatto. "Sai," disse rivolto ai colleghi, "Elena è sempre stata capace di trasformare le situazioni più ordinarie in qualcosa di unico. Come quella volta in spiaggia..." Si interruppe, aspettando che fosse lei a prendere il controllo della narrazione.
Elena capì il suggerimento e continuò con un tono giocoso. "Oh sì, quella volta... c'era un uomo che sembrava non riuscire a distogliere lo sguardo da me. Era così... diretto. Mi ha fatto sentire al centro dell'attenzione." Mentre parlava, le sue mani scivolavano delicatamente sulla sua pelle, enfatizzando il racconto con movimenti appena accennati.
Marco ridacchiò. "E tu non ti sei tirata indietro, anzi... ti sei lasciata andare completamente. Era impossibile non guardarti."
I due colleghi sembravano rapiti, incerti se partecipare attivamente o semplicemente osservare. Fu Elena a rompere ogni esitazione. "Sapete, non è così diverso da adesso... il modo in cui mi state guardando, come se aspettaste che sia io a fare la prima mossa."
La tensione si trasformò in un gioco più aperto, con Marco che incoraggiava Elena con parole cariche di desiderio. La serata prese una piega sempre più audace, i confini dell'intimità si allargavano mentre i commensali si lasciavano trasportare dalla disinibizione di Elena, che sembrava divertirsi a essere il fulcro di quella situazione così particolare.
Elena lasciò che la risata le sfuggisse dalle labbra, un suono lieve e sensuale che sembrava sciogliere l’aria nella stanza. Il vino che avevano bevuto aveva allentato ogni inibizione, rendendo i gesti più fluidi e le parole più audaci. Si lasciò scivolare indietro sul divano, le gambe distese con naturalezza, mentre il suo corpo risplendeva di una consapevolezza nuova, quella di essere osservata con desiderio.
“Marco,” disse con voce bassa, il sorriso malizioso che giocava sulle sue labbra, “non pensi che stiamo esagerando un po’?”
Lui scosse la testa, seduto comodamente nella poltrona di fronte, le mani appoggiate ai braccioli in un atteggiamento rilassato ma vigile. “Esagerare? No, amore. Stiamo solo vivendo quello che desideriamo. E guarda,” indicò i loro ospiti, “mi sembra che stiano apprezzando molto.”
I due colleghi, seduti ai lati di Elena, sembravano incantati, gli occhi che seguivano ogni suo movimento. Uno di loro, cercando di rompere il silenzio carico, mormorò: “Non credo che nessuno qui voglia fermarti…”
Elena ridacchiò, il rossore che le colorava le guance ora non più di imbarazzo ma di eccitazione. “Allora… che senso avrebbe tirarsi indietro?”
Marco si sporse leggermente in avanti, i gomiti appoggiati sulle ginocchia. “Esattamente, amore. Lascia che questo momento sia tuo. Nessun giudizio, nessuna paura.”
Incitata dalle sue parole, Elena lasciò che la sua mano scivolasse lungo la coscia, i movimenti sempre più audaci e intenzionali. I suoi occhi rimanevano fissi in quelli di Marco, cercando la sua approvazione e trovandola in ogni accenno del suo sorriso.
“Quella volta in spiaggia…” riprese con voce roca, mentre la sua mano si spingeva oltre, “mi sentivo così libera, così… osservata. E mi piaceva. Mi piaceva essere desiderata.” Fece una pausa, il respiro accelerato. “E ora mi sento esattamente così.”
Marco sorrise compiaciuto. “E non sei sola, amore. Sei bellissima. E voglio che loro lo sappiano, proprio come lo so io.”
Elena guardò i due colleghi, che ora sembravano sul punto di esplodere per la tensione. “Allora?” chiese con una voce carica di seduzione, “Volete vedermi davvero, o preferite immaginare?”
Le sue mani iniziarono a esplorare il suo corpo con una disinvoltura che sembrava incredibile, come se ogni traccia di esitazione fosse evaporata. I colleghi si scambiarono uno sguardo e poi tornarono a fissarla, mentre Marco si rilassava sulla poltrona, soddisfatto di aver spinto la situazione oltre ogni limite immaginabile.
Elena sorrise, lasciando che il ricordo di quella giornata in spiaggia riemergesse vivido nella sua mente. Si sollevò leggermente dal divano, il corpo sinuoso e libero, mentre gli occhi di tutti seguivano ogni suo movimento.
“Allora,” iniziò con un tono leggero ma carico di malizia, “volete davvero sapere com’è andata quella volta? Vi faccio vedere…”
Marco si sporse in avanti sulla sua poltrona, con un sorriso che mescolava complicità ed eccitazione. “Vai, amore. Mostraglielo. Rendilo reale per loro.”
Elena si sdraiò sul divano, le gambe piegate e leggermente aperte, come se fosse sulla sabbia. Le mani si muovevano lentamente lungo i suoi fianchi, sfiorando con intenzione il suo ventre e il suo seno, per poi scivolare più in basso, verso l’interno delle cosce. “Era così,” mormorò, “c’era un uomo poco distante… mi guardava, e io… beh, io mi sentivo incredibilmente eccitata. E Marco, tu mi dicevi di lasciarmi andare.”
I colleghi la guardavano, senza riuscire a distogliere gli occhi da lei. Uno di loro mormorò: “Dev’essere stato incredibile…”
“Lo è stato,” intervenne Marco, rilassandosi ancora di più sulla sua poltrona. “E sai una cosa? Possiamo ricrearlo qui. Dopo tutto, siamo fra amici.”
Si girò verso i colleghi, indicando con un gesto casual i loro abiti. “Perché non vi mettete comodi? Facciamo finta di essere in spiaggia. Nessuno qui si scandalizzerà, vero Elena?”
Elena, senza interrompere i suoi movimenti sensuali, annuì con un sorriso complice. “Assolutamente no. Voglio che vi rilassiate… proprio come quella volta.”
I colleghi si scambiarono uno sguardo, poi iniziarono a togliersi i vestiti, lasciando che le camicie e i pantaloni scivolassero a terra. Ora, in boxer, si sedettero di nuovo accanto a lei, visibilmente eccitati.
“Molto meglio, vero?” commentò Marco con un sorriso soddisfatto. “Adesso, amore… perché non mostri loro quanto ti sei rilassata quella volta?”
Elena rise sommessamente. “Potrei farlo… ma forse avrei bisogno di un po’ di aiuto.” Si girò verso i due uomini, il suo sguardo luminoso e provocante. “Che ne dite di aiutarmi a rilassarmi davvero?”
Marco annuì, il sorriso che non lasciava il suo viso. “Sei splendida, amore. Voglio che ti goda ogni momento.”
Uno dei colleghi si avvicinò leggermente, esitante ma visibilmente tentato. “Se tu vuoi… noi siamo qui.”
“Lo voglio,” sussurrò Elena, il tono della sua voce carico di desiderio. “Voglio tutto.”
Mentre i colleghi cominciavano a lasciarsi andare e a rispondere alla sua provocazione, Marco si sistemò meglio sulla poltrona, lo sguardo fisso su sua moglie, che ora emanava un’aura di pura sensualità. Per lui, non c’era nulla di più eccitante che vedere Elena così: libera, audace e desiderata.
Elena, ormai completamente immersa nel gioco e complice degli sguardi affamati dei presenti, si alzò dal divano con un sorriso intrigante, avvicinandosi a Marco. Si fermò di fronte a lui, la sua figura elegante e seducente incorniciata dalla luce soffusa della stanza.
"Amore, vuoi che mostri loro cosa intendi quando dici che quella volta in spiaggia ero davvero rilassata?" chiese Elena con un tono malizioso. Marco annuì, i suoi occhi brillavano di complicità e desiderio.
Elena tornò lentamente al divano, ma prima di sedersi si rivolse ai due colleghi: "Sapete, Marco mi ha sempre detto che uno dei momenti più belli per lui è stato vedermi lasciarmi andare in quel modo naturale. Forse potremmo ricreare un po' di quello 'atmosfera qui."
I colleghi si scambiarono uno sguardo complice, mentre Marco interveniva: "Ragazzi, rilassatevi. Immaginate di essere in spiaggia, senza pensieri o costrizioni."
Seguendo l'invito, i due uomini si liberarono delle camicie, rimanendo in pantaloni e sguardi sempre più affascinati da Elena. Lei si sedette con grazia, incrociando le gambe, e iniziò a sfiorarsi lentamente, lasciando che i suoi movimenti rispecchiassero ciò che aveva descritto.
"Era così," disse Elena con un sussurro. "Il sole caldo sulla pelle, il rumore delle onde... e Marco che mi guardava, incoraggiandomi."
Marco, nel frattempo, osservava la scena da spettatore privilegiato. "Amore, sei ancora più bella di allora. E voi, non siate timidi. Se Elena si sente a suo agio, godetevi il momento."
Uno dei colleghi si avvicinò leggermente, accennando un gesto come per chiedere il permesso. Elena, sorridendo, gli prese la mano e la posò delicatamente sulla sua spalla. "Va bene così," disse con dolcezza.
La serata presene una piega sempre più intima, con Marco che incoraggiava ogni passo, amplificando la connessione tra loro e spingendo la situazione verso nuove emozioni condivise.
Elena, incoraggiata dalla presenza di Marco e dal suo evidente entusiasmo, iniziò a muoversi con più sicurezza. Si alzò dal divano, facendo scivolare le mani lungo il proprio corpo, accentuando la sua figura sinuosa. Si voltò verso Marco con un sorriso provocatorio.
"Sei sicuro che vuoi che mi lasci andare completamente, amore?" chiese, la sua voce bassa e carica di eccitazione.
Marco si sporse leggermente in avanti, il suo sguardo fisso su di lei. "Assolutamente sì, amore mio. Questa serata è tutta per te, per far vedere quanto sei splendida e libera."
Elena si voltò verso i due colleghi, ormai completamente a proprio agio, e disse con un tono deciso ma giocoso: "Bene, allora mi affido a voi per rendere la serata indimenticabile."
Uno dei colleghi, sorridendo, si avvicinò leggermente, mentre l'altro la seguiva con lo sguardo, ancora esitante. Marco interviene, come a dissipare qualsiasi dubbio. "Elena è qui per godersi ogni momento. Non abbiate paura di partecipare, ma rispettate sempre i suoi tempi."
Le mani di Elena, ora sempre più sicure, iniziarono a sfiorare i colleghi, rompendo ogni barriera residua. "Sapete," disse con un sorriso malizioso, "Marco dice sempre che sono la donna più libera che abbia mai conosciuto. Forse ha ragione."
Marco, visibilmente eccitato, continuava ad osservarla, quasi a voler imprimere ogni istante nella memoria. "Amore, mostrami quanto puoi essere libera. Non c'è niente che mi renda più felice."
Elena si avvicinò a Marco, appoggiandosi su di lui per un momento, poi tornò al divano, invitando i colleghi a sedersi più vicini. "Ecco, ora sì che sembra davvero una serata speciale," disse, mentre la tensione nella stanza si trasformava in pura eccitazione condivisa.
Marco, con un sorriso complice e uno sguardo pieno di ammirazione, si sporse in avanti, sostenendo Elena con le sue parole. "Amore, questa è la tua serata. Sei splendida, sicura di te e libera. Non c'è nulla che non puoi fare. E io sono qui, accanto a te, per godermi ogni tuo gesto, ogni tuo desiderio."
Elena lo guardare, gli occhi scintillanti di emozione e di voglia di superare i propri limiti. "Sei sicuro che non sto esagerando?" chiese, accarezzandosi una cioccola di capelli con un gesto quasi timido ma carico di sensualità.
Marco scosse la testa lentamente, il suo tono deciso ma dolce. "Esagerando? No, stai solo mostrando quanto sei straordinaria. Non trattenerti, amore. Lasciati andare e fai ciò che ti rende felice. Mi fido di te."
Le parole di Marco sembravano sciogliere ogni residua esitazione. Elena sorrise, un sorriso pieno di consapevolezza e voglia di esplorare. Si voltò verso i commensali, il suo corpo rilassato, ogni gesto studiato per attirare l'attenzione. "Beh," disse con voce bassa e morbida, "se Marco mi incoraggia così tanto, penso che non mi tirerò indietro. Che ne pensi?"
I due colleghi, ormai completamente rapiti dalla sua presenza, annuirono, sorridendo. "Non c'è nulla di più bello di vedere una donna sicura di sé," disse uno di loro.
Marco, sempre più eccitato dalla complicità che si stava creando, aggiunse: "Esatto, amore. Lasciati andare. Non c'è niente di sbagliato nel vivere il momento."
Elena annuì, prendendo un sorso di vino per rilassarsi ulteriormente. Si alzò in piedi, lasciando che i suoi movimenti parlassero da soli, il corpo che emanava sicurezza e sensualità. "Va bene, allora vi mostrerò cosa significa davvero lasciarsi andare."
Marco si appoggiò comodamente alla poltrona, osservando Elena con uno sguardo complice e ammirato. La sua voce era calma, ma intrisa di eccitazione. "Amore, perché non ci fai vedere com'era quella volta in spiaggia? Mostraci quanto sei stata incredibile mentre tutti ti guardavano."
Elena lo fissò per un momento, cercando conferma nei suoi occhi, e quando trovò solo incoraggiamento, sorrise maliziosamente. "Vuoi davvero che lo faccia?" chiese, il tono già carico di sfida e provocazione.
Marco annuì, facendo cenno con la mano ai commensali. "Certo, penso che tutti qui sarebbero d'accordo, no? Non c'è bisogno di trattenerti."
I due colleghi, ormai completamente rapiti dalla situazione, si scambiarono uno sguardo e annuirono rapidamente. "Sarebbe un onore," disse uno di loro con un sorriso nervoso ma eccitato.
Elena si alzò dal divano con grazia, muovendosi lentamente per attirare ogni sguardo su di sé. Le sue mani scivolarono lungo i fianchi, accarezzando il proprio corpo con gesti lenti e deliberati, come se stesse rivivendo esattamente quel momento sulla spiaggia. "Quella volta," iniziò a raccontare, "ero sdraiata sul telo, e sentivo gli sguardi su di me... Sapevo che mi stavano guardando, e questo mi eccitava così tanto."
Mentre parlava, le sue mani scesero più in basso, accarezzandosi languidamente, e il suo respiro iniziò a farsi più profondo. "Marco mi disse di lasciarmi andare, proprio come stai facendo ora... E così feci." Si sedette lentamente sul divano, allargando leggermente le gambe, la testa inclinata all'indietro mentre le sue dita scivolavano su di sé, rivivendo quella scena.
Marco, dal suo posto, non distoglieva lo sguardo. "Sei meravigliosa, amore. Non c'è niente di più bello che vederti così libera. Continua, mostra loro quanto sei incredibile."
I commensali, visibilmente eccitati, si lasciano andare ulteriormente, togliendosi le camicie e rimanendo in intimo, seguendo l'atmosfera che Marco ed Elena avevano creato. "Elena," disse uno di loro con voce roca, "sei davvero straordinaria."
Marco, ridendo piano, aggiunse: "E non avete ancora visto tutto. Amore, penso che possiamo spingerci ancora oltre, se te la senti."
Elena li guarda, il suo sorriso ormai completamente disinibito. "Forse avete ragione," sussurrò. "Se questa è una serata speciale, allora facciamola davvero indimenticabile."
scritto il
2025-01-16
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