Elena e Marco
di
Killingmoon
genere
voyeur
Mentre il clima di complicità e tensione sensuale cresceva, Marco, sorseggiando il suo bicchiere di vino, lasciò cadere un altro commento, apparentemente casuale, ma calcolato con precisione.
"Devo dire, una delle cose che amo di più di Elena è quanto sia naturale," iniziò, lanciando uno sguardo significativo ai colleghi, che pendevano ormai dalle sue parole. "Oggi si vedono così tante donne che ricorrono alla chirurgia estetica, soprattutto per il seno... ma nulla può competere con una bellezza autentica come la sua."
Elena, che aveva ripreso a giocare con il bordo del vestito, sollevò lo sguardo con un sorriso intrigante. "Oh, stai esagerando," disse, fingendo modestia, ma il rossore leggero sulle sue guance tradiva il piacere per quei complimenti.
"Non sto esagerando affatto," replicò Marco, avvicinandosi a lei. "Il tuo seno è perfetto. Non solo esteticamente, ma anche... al tatto."
I colleghi si scambiarono un’occhiata rapida, combattuti tra il fascino della situazione e un leggero imbarazzo. Ma l’atmosfera era ormai talmente carica di complicità che nessuno trovò le parole per interrompere quel momento.
"Marco!" protestò Elena con un tono scherzoso, ma non si spostò mentre lui si sedeva accanto a lei.
"È vero," continuò lui, passando delicatamente il palmo della mano sulla curva del seno di Elena, sopra il tessuto sottile del vestito. "Soffice, naturale, perfetto... niente di artificiale potrebbe mai essere paragonabile."
Elena chiuse gli occhi per un istante, assaporando il tocco del marito e il silenzio carico di tensione che riempiva la stanza. Poi riaprì gli occhi, fissando i colleghi con un sorriso enigmatico. "Sapete, credo che Marco non finirà mai di esagerare con questi complimenti."
"Non è esagerazione," ribatté lui, con un sorriso malizioso. Poi, rivolgendosi ai colleghi, aggiunse: "Sono certo che anche voi potreste confermare, se solo aveste l’opportunità."
Elena lo guardò con una finta aria di rimprovero, ma la luce nei suoi occhi raccontava una storia diversa. "Marco... davvero, ti spingi sempre oltre," disse, ma senza opporre resistenza quando lui scostò leggermente il vestito, rivelando nuovamente il seno in tutta la sua bellezza.
I colleghi rimasero immobili, i loro sguardi inchiodati sulla visione davanti a loro. Marco, con un tono che mescolava serietà e gioco, disse: "Vedete? Perfetto, naturale... direi che non ha rivali."
Elena rise, un suono morbido e complice. "Forse stai solo cercando di mettermi in imbarazzo," disse, ma non fece alcun movimento per coprirsi.
"Affatto," replicò Marco, poi aggiunse con un sorriso: "Se volete, potete confermare di persona. Non vi offendete per questa proposta, vero?"
L'atmosfera si congelò per un attimo, poi uno dei colleghi, con un tono quasi incredulo, disse: "Non saprei... non vorrei mancare di rispetto."
Elena si voltò verso di lui, il sorriso ancora stampato sulle labbra. "Se Marco non ha nulla in contrario..." disse, lasciando la frase sospesa nell'aria.
Marco annuì, guardando Elena negli occhi. "Non ho nulla in contrario, se lei è d'accordo."
Elena e Marco erano una coppia unica, capace di trasformare ogni situazione in un momento di intima connessione. Il loro piacere non era dato solo dall’atto di mostrarsi, ma dal sapersi complici in ogni gesto, parola e sguardo. Marco amava vedere Elena brillare, consapevole della sua bellezza e del potere che esercitava sugli altri. Lei, dal canto suo, traeva forza dall’ammirazione di Marco, sapendo che ogni suo gesto era studiato per compiacerlo e, al tempo stesso, per esprimere la propria libertà.
La tensione crescente in salotto era palpabile, ma Marco non aveva fretta. Era un maestro nel saper dosare i tempi, spingendo Elena un gradino più in là, senza mai farle perdere il controllo della situazione.
“Elena, amore mio,” disse con tono rilassato, sorseggiando il vino, “non c’è niente di più bello di te quando ti senti sicura di te stessa. Quando sai di essere irresistibile.”
Elena lo guardò, gli occhi scintillanti di complicità. “E tu sai sempre come farmi sentire così,” rispose con un sorriso.
“Lo sai bene,” continuò Marco, rivolgendosi anche ai colleghi, “che Elena non ha bisogno di artifici. È tutto naturale, e credo che sia proprio questo a renderla unica.”
Elena, colpita dal complimento, inclinò la testa, lasciando scivolare una ciocca di capelli sulla spalla. “Forse è perché so di avere te al mio fianco,” disse, la voce bassa e morbida.
Marco si avvicinò a lei, posandole una mano sul ginocchio in un gesto affettuoso, ma carico di significato. “E tu sai che per me, ogni tuo sorriso, ogni tuo gesto, è il massimo.”
Gli sguardi dei colleghi si facevano sempre più attenti, e Marco decise di spingere un po’ oltre il gioco. “Penso che dovremmo brindare a Elena,” disse, alzando il calice. “Alla sua bellezza e al suo fascino.”
Elena rise, ma accettò il brindisi, sollevando il suo bicchiere. “Alla bellezza che troviamo negli occhi di chi ci guarda,” aggiunse, guardando Marco con uno sguardo carico di emozione.
Mentre i calici si svuotavano e le risate riempivano il salotto, Marco trovò un modo per spostare l’attenzione su un dettaglio che sapeva avrebbe giocato a favore del loro gioco. “Vi ricordate quella vacanza al mare che vi raccontavo, e tu amore?” chiese, fissando Elena con un sorriso malizioso.
Elena lo guardò con un sopracciglio alzato, già intuendo dove volesse andare a parare. “Oh sì, è stata memorabile,” rispose, mordendosi leggermente il labbro.
“Racconta, racconta!” incalzò uno dei colleghi, divertito e incuriosito.
Marco prese la parola prima che Elena potesse farlo. “Eravamo su una spiaggia isolata, solo noi due e il sole. Elena, come sempre, decise che il costume era superfluo e si mise in topless. Ma poi arrivò un gruppo di turisti, e lei, invece di coprirsi, rimase lì, completamente a suo agio, come se nulla fosse.”
Elena rise, scuotendo la testa. “Non è stato proprio così… diciamo che mi piaceva l’idea di sentirmi libera. E poi, non è colpa mia se mi guardavano.”
“Guardavano eccome,” aggiunse Marco, ridacchiando. “E come dar loro torto?”
I colleghi, ora visibilmente affascinati dalla storia, annuirono. Uno di loro si azzardò a dire: “Beh, se fossimo stati anche noi su quella spiaggia, avremmo fatto lo stesso.”
Elena, ormai pienamente coinvolta nel gioco, si sistemò meglio sul divano, accavallando le gambe in modo da attirare ulteriormente l’attenzione. “Immagino di sì,” disse con un sorriso enigmatico.
Marco, colto dall’entusiasmo della situazione, si sporse verso di lei. “Sai, amore, credo che anche qui dovresti sentirti libera come allora. Se loro fossero stati in spiaggia, avrebbero potuto ammirare quanto sei bella.”
Elena lo fissò per un attimo, come a valutare la sua proposta, ma alla fine sorrise. “Sai, hai ragione. Forse dovremmo rendere questa serata un po’ più... memorabile.”
Con un gesto lento e teatrale, Elena abbassò una spallina del vestito, lasciando intravedere una parte di sé che aveva già mostrato poco prima. La stanza si riempì di un silenzio carico di aspettativa. Marco le sorrise, appoggiandole una mano sulla spalla in segno di incoraggiamento.
“Vedete? Niente può eguagliare una bellezza naturale come questa,” disse Marco, il tono della sua voce perfettamente bilanciato tra orgoglio e complicità.
Elena si lasciò andare al gioco, sapendo di avere il pieno sostegno di Marco, che con il suo sguardo le trasmetteva fiducia e complicità. Abbassò lentamente anche l'altra spallina del vestito, rivelando le spalle nude e la parte superiore del suo décolleté fino a scoprire completamente e di nuovo il seno, giocando con il confine tra sensualità e provocazione.
"Non posso credere che tu lo stia facendo davvero," disse Marco, ma il suo tono tradiva quanto fosse eccitato dalla situazione. Si voltò verso i colleghi con un sorriso. "Elena è sempre stata una donna incredibile. Non ha bisogno di artifici per essere così irresistibile."
Elena, che ormai aveva preso il pieno controllo della situazione, si girò verso uno dei colleghi, mantenendo un atteggiamento apparentemente innocente. "Che ne pensate?" chiese con un tono malizioso. "Marco dice che è tutta una questione di naturalezza. Voi siete d'accordo?"
I colleghi, visibilmente nervosi e affascinati, non seppero cosa rispondere subito. Uno di loro, cercando di rompere la tensione, annuì. "Direi che Marco ha ragione... sei davvero unica e hai un seno stupendo."
Marco rise, sorseggiando il suo vino. "Lo so, e mi piace condividerlo con chi sa apprezzarlo." Poi si avvicinò a Elena, le prese una mano e la baciò dolcemente. "Ma credo che possano apprezzarti ancora di più."
Elena lo guardò negli occhi, cercando un'ulteriore conferma. Marco le accarezzò il viso, lasciandole intendere che poteva continuare se lo desiderava. E così, Elena si alzò in piedi con eleganza, il vestito che scivolava leggermente mentre si sistemava i capelli.
"Beh, non mi piace deludere nessuno," disse con un sorriso che fece arrossire entrambi i colleghi. "Ma forse possiamo rendere questa serata ancora più interessante..."
Elena lasciò cadere il vestito restando vestita solo dei sandali con il tacco e gli orecchini. Risedendosi sul divano finì il vino che aveva nel bicchiere, mentre marco gli riempì il bicchiere nuovamente. "Sentite anche voi" rivolgendosi ai commensali "un seno così morbido e sodo allo stesso tempo.... Non è fantastico?" Invitando i commensali a toccare con mano la verità di quello che asseriva
Elena, seduta sul divano con la schiena eretta e il bicchiere di vino tra le mani, si sentiva al centro di una scena che sembrava orchestrata con cura. La luce soffusa delle lampade dava un tono caldo alla stanza, accarezzando la sua pelle con riflessi dorati. Si sentiva incredibilmente bella, libera e completamente al sicuro sotto lo sguardo vigile e adorante di Marco, mentre i commensali soppesavano il suo seno delicatamente palpandolo con eccitazione di tutti.
“Ti rendi conto di quanto riesci a catturare tutti con la tua presenza?” disse Marco, guardandola con un sorriso che era una miscela di orgoglio e desiderio.
Elena si voltò verso di lui, inclinando leggermente la testa. “Forse perché tu mi fai sentire così,” rispose, la sua voce dolce ma carica di sottintesi, mentre lasciava accarezzarsi dai commensali.
Il momento si caricò di una tensione palpabile, non solo tra loro due, ma nell’intera stanza. Marco, come un regista attento, orchestrava ogni gesto, ogni parola, per mantenere viva quell’alchimia. Si avvicinò a lei e le sfiorò il viso con delicatezza, un gesto intimo che sembrava sussurrare quanto fosse importante per lui.
“Sei perfetta,” le disse piano, il suo sguardo che non lasciava il suo. Poi, voltandosi verso i colleghi, aggiunse: “Non è incredibile quanto una donna possa essere al tempo stesso elegante e disarmante?”
Elena rise, sentendosi esaltata dalle sue parole. “Forse perché mi piace sentirmi osservata… soprattutto quando so che è lui a volerlo,” ammise, con uno sguardo complice verso Marco.
Marco le prese il bicchiere dalle mani, posandolo sul tavolino accanto. “Sai che non c’è niente di più bello di quando sei completamente te stessa,” disse, il tono della sua voce più basso, quasi un sussurro.
Elena sorrise a Marco, sentendo l'intensità del momento crescere. Si rilassò sul divano, lasciandosi andare completamente e scrociando le gambe lasciando vedere il suo sesso completamente rasato. Il suo corpo nudo, avvolto dal calore della stanza e dall'attenzione che la circondava, sembrava un'opera d'arte che esprimeva la loro complicità e la loro libertà.
Marco si inginocchiò accanto a lei, prendendole la mano e baciandola con dolcezza. “Ogni tuo gesto racconta qualcosa di te, qualcosa che mi rende sempre più innamorato,” disse, il tono carico di emozione.
Elena gli accarezzò il viso, il loro sguardo che si incontrava in un'intesa silenziosa. Poi si voltò verso i colleghi, che osservavano con attenzione e rispetto, come se fossero testimoni di qualcosa di unico.
“Sapete,” disse Marco, rompendo il silenzio, “quando siamo insieme, c’è sempre questa incredibile energia tra di noi. Ed è ancora più forte quando altri possono percepirla.”
Elena annuì, il suo sorriso pieno di sicurezza e desiderio. “È vero,” aggiunse. “Non si tratta solo di mostrarsi, ma di condividere qualcosa di speciale.”
Marco, spinto dalla crescente eccitazione del momento, le sfiorò delicatamente le cosce nude con le dita, lasciandole un brivido lungo la schiena. “Penso che questa serata sarà indimenticabile,” disse, rivolgendosi agli ospiti.
Marco versò un altro po' di vino nei bicchieri dei commensali, lasciando che la serata proseguisse con un'atmosfera rilassata e giocosa. Il ricordo di una vecchia vacanza al mare, riportato da un commento casuale, divenne il centro della conversazione.
“Insomma vi dicevo… quella volta in spiaggia…” disse Marco, con un sorrisetto complice rivolto a Elena.
Elena arrossì lievemente, ma il sorriso che affiorò sulle sue labbra lasciava intendere che sapeva benissimo a cosa si riferisse. “Oh, certo.. ricordo eccome...” rispose, appoggiando il bicchiere al tavolo.
“Eravamo in questa spiaggia isolata,” continuò Marco, rivolgendosi ai colleghi. “Un uomo, credendo di non essere visto, si lasciò andare un po’ troppo… Diciamo che ci offrì uno spettacolo inaspettato mentre guardava Elena stesa al sole.”
I colleghi scoppiarono a ridere, ma non persero di vista Elena, che si portò una mano ai capelli in un gesto quasi timido, eppure malizioso. “E voi?” chiese uno di loro. “Come avete reagito?”
Marco rise. “Beh, diciamo che la mia adorata moglie non ha saputo resistere alla tentazione di... partecipare, a modo suo. Non è così, Elena?”
Elena lo guardò con un misto di sorpresa e divertimento, ma poi cedette al gioco, sollevando leggermente le spalle. “Forse è vero,” ammise. “Era… intrigante ed eccitante, ecco tutto.”
“Un’esperienza unica,” aggiunse Marco, prendendole la mano. “A volte certe situazioni stimolano lati di noi che non pensavamo di avere.”
Uno dei colleghi intervenne con un tono scherzoso: “Deve essere stato uno spettacolo vederti Elena… da non perdere.”
Marco rise di nuovo, questa volta con una luce di sfida negli occhi. “Chi lo sa… Magari potreste chiedere direttamente a lei cosa ricorda di quel giorno.”
Elena, sentendo gli sguardi puntati su di lei, sorrise con un pizzico di audacia. “Diciamo solo che quella volta è stata… molto educativa,” disse con tono ambiguo, lasciando intendere che la serata poteva prendere pieghe altrettanto inattese.
Marco si avvicinò a Elena, i suoi occhi brillavano di complicità. “Sai, amore, il tuo modo di lasciarti andare quella volta in spiaggia è stato incredibile,” disse, con un tono che sembrava una sfida gentile.
Elena lo fissò per un attimo, poi sorrise, accettando il gioco. “Davvero pensi che fosse così straordinario?” chiese, fingendo innocenza, mentre la sua postura diventava più rilassata facendo scivolare il sedere più giù ed allargando ancora di più le cosce, quasi ad invitare gli sguardi fra le sue gambe.
“Assolutamente,” rispose Marco, rivolgendosi ai colleghi. “Non trovate che Elena abbia una naturale bellezza e una capacità unica di catturare l’attenzione?”
I colleghi annuirono, visibilmente colpiti dalla sicurezza e dal fascino di Elena. Uno di loro, mentre la guardava con un sorriso, aggiunse: “Non si può negare… È semplicemente magnetica.”
Elena, stimolata da quell’attenzione, inclinò la testa di lato. “E se fosse tutto merito di Marco? Lui sa come tirare fuori il meglio di me,” disse, con una voce carica di dolcezza e malizia.
Marco le prese la mano e, dopo un momento di silenzio, le sussurrò qualcosa all’orecchio. Elena rise, ma il suo sguardo tradiva una crescente eccitazione. “Beh, a quanto pare, la curiosità è contagiosa,” disse, alzandosi in piedi e attirando su di sé tutti gli sguardi.
Con un gesto lento, si avvicinò al tavolo guardandola, il suo corpo irradiava fiducia. “Se davvero volete scoprire qualcosa di me, forse dovrei mostrarvi… il lato migliore,” disse, guardando Marco per un cenno di approvazione.
L’atmosfera si caricò di aspettativa, mentre Marco, con un sorriso enigmatico, si limitò a dire: “Elena, amore mio, fai solo ciò che ti fa sentire bene.”
Elena si era ormai liberata del vestito, rimanendo con solo i sandali e gli orecchini che scintillavano sotto la luce soffusa del salotto. Seduta sul divano, sorseggiava il vino che Marco le aveva appena versato, il calice tremolava leggermente nella sua mano, non per timidezza, ma per l’eccitazione che cresceva in lei.
“Non posso fare a meno di notare quanto siate assorti,” disse Marco con un sorriso, guardando i colleghi, i cui occhi erano fissi su Elena. “Ma non vi biasimo, d’altronde è difficile distogliere lo sguardo da una bellezza così naturale.”
Elena rise sommessamente, una risata dolce e provocante. Si inclinò leggermente all’indietro, poggiandosi con grazia al bracciolo del divano. “A quanto pare, Marco ama vantarsi di me,” disse, giocando con il bordo del calice.
Uno dei colleghi, con un sorriso timido ma pieno di ammirazione, rispose: “Onestamente, se fossi in lui, farei lo stesso. Sei… incredibile.”
Marco annuì, appoggiandosi al divano accanto a sua moglie. “Sapete qual è la cosa più affascinante? Non è solo la sua bellezza, ma la sua sicurezza, il modo in cui sa conquistare senza neanche provarci.”
Elena, visibilmente stimolata da quelle parole, si piegò in avanti, poggiando una mano sulla coscia di Marco. “Forse è perché mi fai sentire così,” sussurrò, guardandolo intensamente, prima di voltarsi verso i colleghi. “O forse è perché mi piace essere ammirata.”
La tensione nella stanza era palpabile, ogni movimento di Elena era calcolato, eppure spontaneo. Con un gesto lento e naturale, portò una mano al proprio corpo, sfiorando il seno con le dita, quasi inconsapevolmente.
Marco, percependo l’atmosfera, si rivolse ai colleghi con un tono più audace. “Sapete, Elena ha sempre avuto un modo unico di esprimere la sua sensualità. Non c’è nulla di artificiale in lei. Tutto ciò che vedete, tutto ciò che toccate…” Si fermò, guardandola con un sorriso. “…è autentico.”
Elena lo fissò per un istante, poi, con un sorriso malizioso, allungò la mano verso uno dei colleghi. “Beh, allora toccate pure. Non c’è niente da nascondere.”
La stanza si riempì di un silenzio elettrizzante, mentre il gioco tra Marco ed Elena raggiungeva una nuova intensità.
"Devo dire, una delle cose che amo di più di Elena è quanto sia naturale," iniziò, lanciando uno sguardo significativo ai colleghi, che pendevano ormai dalle sue parole. "Oggi si vedono così tante donne che ricorrono alla chirurgia estetica, soprattutto per il seno... ma nulla può competere con una bellezza autentica come la sua."
Elena, che aveva ripreso a giocare con il bordo del vestito, sollevò lo sguardo con un sorriso intrigante. "Oh, stai esagerando," disse, fingendo modestia, ma il rossore leggero sulle sue guance tradiva il piacere per quei complimenti.
"Non sto esagerando affatto," replicò Marco, avvicinandosi a lei. "Il tuo seno è perfetto. Non solo esteticamente, ma anche... al tatto."
I colleghi si scambiarono un’occhiata rapida, combattuti tra il fascino della situazione e un leggero imbarazzo. Ma l’atmosfera era ormai talmente carica di complicità che nessuno trovò le parole per interrompere quel momento.
"Marco!" protestò Elena con un tono scherzoso, ma non si spostò mentre lui si sedeva accanto a lei.
"È vero," continuò lui, passando delicatamente il palmo della mano sulla curva del seno di Elena, sopra il tessuto sottile del vestito. "Soffice, naturale, perfetto... niente di artificiale potrebbe mai essere paragonabile."
Elena chiuse gli occhi per un istante, assaporando il tocco del marito e il silenzio carico di tensione che riempiva la stanza. Poi riaprì gli occhi, fissando i colleghi con un sorriso enigmatico. "Sapete, credo che Marco non finirà mai di esagerare con questi complimenti."
"Non è esagerazione," ribatté lui, con un sorriso malizioso. Poi, rivolgendosi ai colleghi, aggiunse: "Sono certo che anche voi potreste confermare, se solo aveste l’opportunità."
Elena lo guardò con una finta aria di rimprovero, ma la luce nei suoi occhi raccontava una storia diversa. "Marco... davvero, ti spingi sempre oltre," disse, ma senza opporre resistenza quando lui scostò leggermente il vestito, rivelando nuovamente il seno in tutta la sua bellezza.
I colleghi rimasero immobili, i loro sguardi inchiodati sulla visione davanti a loro. Marco, con un tono che mescolava serietà e gioco, disse: "Vedete? Perfetto, naturale... direi che non ha rivali."
Elena rise, un suono morbido e complice. "Forse stai solo cercando di mettermi in imbarazzo," disse, ma non fece alcun movimento per coprirsi.
"Affatto," replicò Marco, poi aggiunse con un sorriso: "Se volete, potete confermare di persona. Non vi offendete per questa proposta, vero?"
L'atmosfera si congelò per un attimo, poi uno dei colleghi, con un tono quasi incredulo, disse: "Non saprei... non vorrei mancare di rispetto."
Elena si voltò verso di lui, il sorriso ancora stampato sulle labbra. "Se Marco non ha nulla in contrario..." disse, lasciando la frase sospesa nell'aria.
Marco annuì, guardando Elena negli occhi. "Non ho nulla in contrario, se lei è d'accordo."
Elena e Marco erano una coppia unica, capace di trasformare ogni situazione in un momento di intima connessione. Il loro piacere non era dato solo dall’atto di mostrarsi, ma dal sapersi complici in ogni gesto, parola e sguardo. Marco amava vedere Elena brillare, consapevole della sua bellezza e del potere che esercitava sugli altri. Lei, dal canto suo, traeva forza dall’ammirazione di Marco, sapendo che ogni suo gesto era studiato per compiacerlo e, al tempo stesso, per esprimere la propria libertà.
La tensione crescente in salotto era palpabile, ma Marco non aveva fretta. Era un maestro nel saper dosare i tempi, spingendo Elena un gradino più in là, senza mai farle perdere il controllo della situazione.
“Elena, amore mio,” disse con tono rilassato, sorseggiando il vino, “non c’è niente di più bello di te quando ti senti sicura di te stessa. Quando sai di essere irresistibile.”
Elena lo guardò, gli occhi scintillanti di complicità. “E tu sai sempre come farmi sentire così,” rispose con un sorriso.
“Lo sai bene,” continuò Marco, rivolgendosi anche ai colleghi, “che Elena non ha bisogno di artifici. È tutto naturale, e credo che sia proprio questo a renderla unica.”
Elena, colpita dal complimento, inclinò la testa, lasciando scivolare una ciocca di capelli sulla spalla. “Forse è perché so di avere te al mio fianco,” disse, la voce bassa e morbida.
Marco si avvicinò a lei, posandole una mano sul ginocchio in un gesto affettuoso, ma carico di significato. “E tu sai che per me, ogni tuo sorriso, ogni tuo gesto, è il massimo.”
Gli sguardi dei colleghi si facevano sempre più attenti, e Marco decise di spingere un po’ oltre il gioco. “Penso che dovremmo brindare a Elena,” disse, alzando il calice. “Alla sua bellezza e al suo fascino.”
Elena rise, ma accettò il brindisi, sollevando il suo bicchiere. “Alla bellezza che troviamo negli occhi di chi ci guarda,” aggiunse, guardando Marco con uno sguardo carico di emozione.
Mentre i calici si svuotavano e le risate riempivano il salotto, Marco trovò un modo per spostare l’attenzione su un dettaglio che sapeva avrebbe giocato a favore del loro gioco. “Vi ricordate quella vacanza al mare che vi raccontavo, e tu amore?” chiese, fissando Elena con un sorriso malizioso.
Elena lo guardò con un sopracciglio alzato, già intuendo dove volesse andare a parare. “Oh sì, è stata memorabile,” rispose, mordendosi leggermente il labbro.
“Racconta, racconta!” incalzò uno dei colleghi, divertito e incuriosito.
Marco prese la parola prima che Elena potesse farlo. “Eravamo su una spiaggia isolata, solo noi due e il sole. Elena, come sempre, decise che il costume era superfluo e si mise in topless. Ma poi arrivò un gruppo di turisti, e lei, invece di coprirsi, rimase lì, completamente a suo agio, come se nulla fosse.”
Elena rise, scuotendo la testa. “Non è stato proprio così… diciamo che mi piaceva l’idea di sentirmi libera. E poi, non è colpa mia se mi guardavano.”
“Guardavano eccome,” aggiunse Marco, ridacchiando. “E come dar loro torto?”
I colleghi, ora visibilmente affascinati dalla storia, annuirono. Uno di loro si azzardò a dire: “Beh, se fossimo stati anche noi su quella spiaggia, avremmo fatto lo stesso.”
Elena, ormai pienamente coinvolta nel gioco, si sistemò meglio sul divano, accavallando le gambe in modo da attirare ulteriormente l’attenzione. “Immagino di sì,” disse con un sorriso enigmatico.
Marco, colto dall’entusiasmo della situazione, si sporse verso di lei. “Sai, amore, credo che anche qui dovresti sentirti libera come allora. Se loro fossero stati in spiaggia, avrebbero potuto ammirare quanto sei bella.”
Elena lo fissò per un attimo, come a valutare la sua proposta, ma alla fine sorrise. “Sai, hai ragione. Forse dovremmo rendere questa serata un po’ più... memorabile.”
Con un gesto lento e teatrale, Elena abbassò una spallina del vestito, lasciando intravedere una parte di sé che aveva già mostrato poco prima. La stanza si riempì di un silenzio carico di aspettativa. Marco le sorrise, appoggiandole una mano sulla spalla in segno di incoraggiamento.
“Vedete? Niente può eguagliare una bellezza naturale come questa,” disse Marco, il tono della sua voce perfettamente bilanciato tra orgoglio e complicità.
Elena si lasciò andare al gioco, sapendo di avere il pieno sostegno di Marco, che con il suo sguardo le trasmetteva fiducia e complicità. Abbassò lentamente anche l'altra spallina del vestito, rivelando le spalle nude e la parte superiore del suo décolleté fino a scoprire completamente e di nuovo il seno, giocando con il confine tra sensualità e provocazione.
"Non posso credere che tu lo stia facendo davvero," disse Marco, ma il suo tono tradiva quanto fosse eccitato dalla situazione. Si voltò verso i colleghi con un sorriso. "Elena è sempre stata una donna incredibile. Non ha bisogno di artifici per essere così irresistibile."
Elena, che ormai aveva preso il pieno controllo della situazione, si girò verso uno dei colleghi, mantenendo un atteggiamento apparentemente innocente. "Che ne pensate?" chiese con un tono malizioso. "Marco dice che è tutta una questione di naturalezza. Voi siete d'accordo?"
I colleghi, visibilmente nervosi e affascinati, non seppero cosa rispondere subito. Uno di loro, cercando di rompere la tensione, annuì. "Direi che Marco ha ragione... sei davvero unica e hai un seno stupendo."
Marco rise, sorseggiando il suo vino. "Lo so, e mi piace condividerlo con chi sa apprezzarlo." Poi si avvicinò a Elena, le prese una mano e la baciò dolcemente. "Ma credo che possano apprezzarti ancora di più."
Elena lo guardò negli occhi, cercando un'ulteriore conferma. Marco le accarezzò il viso, lasciandole intendere che poteva continuare se lo desiderava. E così, Elena si alzò in piedi con eleganza, il vestito che scivolava leggermente mentre si sistemava i capelli.
"Beh, non mi piace deludere nessuno," disse con un sorriso che fece arrossire entrambi i colleghi. "Ma forse possiamo rendere questa serata ancora più interessante..."
Elena lasciò cadere il vestito restando vestita solo dei sandali con il tacco e gli orecchini. Risedendosi sul divano finì il vino che aveva nel bicchiere, mentre marco gli riempì il bicchiere nuovamente. "Sentite anche voi" rivolgendosi ai commensali "un seno così morbido e sodo allo stesso tempo.... Non è fantastico?" Invitando i commensali a toccare con mano la verità di quello che asseriva
Elena, seduta sul divano con la schiena eretta e il bicchiere di vino tra le mani, si sentiva al centro di una scena che sembrava orchestrata con cura. La luce soffusa delle lampade dava un tono caldo alla stanza, accarezzando la sua pelle con riflessi dorati. Si sentiva incredibilmente bella, libera e completamente al sicuro sotto lo sguardo vigile e adorante di Marco, mentre i commensali soppesavano il suo seno delicatamente palpandolo con eccitazione di tutti.
“Ti rendi conto di quanto riesci a catturare tutti con la tua presenza?” disse Marco, guardandola con un sorriso che era una miscela di orgoglio e desiderio.
Elena si voltò verso di lui, inclinando leggermente la testa. “Forse perché tu mi fai sentire così,” rispose, la sua voce dolce ma carica di sottintesi, mentre lasciava accarezzarsi dai commensali.
Il momento si caricò di una tensione palpabile, non solo tra loro due, ma nell’intera stanza. Marco, come un regista attento, orchestrava ogni gesto, ogni parola, per mantenere viva quell’alchimia. Si avvicinò a lei e le sfiorò il viso con delicatezza, un gesto intimo che sembrava sussurrare quanto fosse importante per lui.
“Sei perfetta,” le disse piano, il suo sguardo che non lasciava il suo. Poi, voltandosi verso i colleghi, aggiunse: “Non è incredibile quanto una donna possa essere al tempo stesso elegante e disarmante?”
Elena rise, sentendosi esaltata dalle sue parole. “Forse perché mi piace sentirmi osservata… soprattutto quando so che è lui a volerlo,” ammise, con uno sguardo complice verso Marco.
Marco le prese il bicchiere dalle mani, posandolo sul tavolino accanto. “Sai che non c’è niente di più bello di quando sei completamente te stessa,” disse, il tono della sua voce più basso, quasi un sussurro.
Elena sorrise a Marco, sentendo l'intensità del momento crescere. Si rilassò sul divano, lasciandosi andare completamente e scrociando le gambe lasciando vedere il suo sesso completamente rasato. Il suo corpo nudo, avvolto dal calore della stanza e dall'attenzione che la circondava, sembrava un'opera d'arte che esprimeva la loro complicità e la loro libertà.
Marco si inginocchiò accanto a lei, prendendole la mano e baciandola con dolcezza. “Ogni tuo gesto racconta qualcosa di te, qualcosa che mi rende sempre più innamorato,” disse, il tono carico di emozione.
Elena gli accarezzò il viso, il loro sguardo che si incontrava in un'intesa silenziosa. Poi si voltò verso i colleghi, che osservavano con attenzione e rispetto, come se fossero testimoni di qualcosa di unico.
“Sapete,” disse Marco, rompendo il silenzio, “quando siamo insieme, c’è sempre questa incredibile energia tra di noi. Ed è ancora più forte quando altri possono percepirla.”
Elena annuì, il suo sorriso pieno di sicurezza e desiderio. “È vero,” aggiunse. “Non si tratta solo di mostrarsi, ma di condividere qualcosa di speciale.”
Marco, spinto dalla crescente eccitazione del momento, le sfiorò delicatamente le cosce nude con le dita, lasciandole un brivido lungo la schiena. “Penso che questa serata sarà indimenticabile,” disse, rivolgendosi agli ospiti.
Marco versò un altro po' di vino nei bicchieri dei commensali, lasciando che la serata proseguisse con un'atmosfera rilassata e giocosa. Il ricordo di una vecchia vacanza al mare, riportato da un commento casuale, divenne il centro della conversazione.
“Insomma vi dicevo… quella volta in spiaggia…” disse Marco, con un sorrisetto complice rivolto a Elena.
Elena arrossì lievemente, ma il sorriso che affiorò sulle sue labbra lasciava intendere che sapeva benissimo a cosa si riferisse. “Oh, certo.. ricordo eccome...” rispose, appoggiando il bicchiere al tavolo.
“Eravamo in questa spiaggia isolata,” continuò Marco, rivolgendosi ai colleghi. “Un uomo, credendo di non essere visto, si lasciò andare un po’ troppo… Diciamo che ci offrì uno spettacolo inaspettato mentre guardava Elena stesa al sole.”
I colleghi scoppiarono a ridere, ma non persero di vista Elena, che si portò una mano ai capelli in un gesto quasi timido, eppure malizioso. “E voi?” chiese uno di loro. “Come avete reagito?”
Marco rise. “Beh, diciamo che la mia adorata moglie non ha saputo resistere alla tentazione di... partecipare, a modo suo. Non è così, Elena?”
Elena lo guardò con un misto di sorpresa e divertimento, ma poi cedette al gioco, sollevando leggermente le spalle. “Forse è vero,” ammise. “Era… intrigante ed eccitante, ecco tutto.”
“Un’esperienza unica,” aggiunse Marco, prendendole la mano. “A volte certe situazioni stimolano lati di noi che non pensavamo di avere.”
Uno dei colleghi intervenne con un tono scherzoso: “Deve essere stato uno spettacolo vederti Elena… da non perdere.”
Marco rise di nuovo, questa volta con una luce di sfida negli occhi. “Chi lo sa… Magari potreste chiedere direttamente a lei cosa ricorda di quel giorno.”
Elena, sentendo gli sguardi puntati su di lei, sorrise con un pizzico di audacia. “Diciamo solo che quella volta è stata… molto educativa,” disse con tono ambiguo, lasciando intendere che la serata poteva prendere pieghe altrettanto inattese.
Marco si avvicinò a Elena, i suoi occhi brillavano di complicità. “Sai, amore, il tuo modo di lasciarti andare quella volta in spiaggia è stato incredibile,” disse, con un tono che sembrava una sfida gentile.
Elena lo fissò per un attimo, poi sorrise, accettando il gioco. “Davvero pensi che fosse così straordinario?” chiese, fingendo innocenza, mentre la sua postura diventava più rilassata facendo scivolare il sedere più giù ed allargando ancora di più le cosce, quasi ad invitare gli sguardi fra le sue gambe.
“Assolutamente,” rispose Marco, rivolgendosi ai colleghi. “Non trovate che Elena abbia una naturale bellezza e una capacità unica di catturare l’attenzione?”
I colleghi annuirono, visibilmente colpiti dalla sicurezza e dal fascino di Elena. Uno di loro, mentre la guardava con un sorriso, aggiunse: “Non si può negare… È semplicemente magnetica.”
Elena, stimolata da quell’attenzione, inclinò la testa di lato. “E se fosse tutto merito di Marco? Lui sa come tirare fuori il meglio di me,” disse, con una voce carica di dolcezza e malizia.
Marco le prese la mano e, dopo un momento di silenzio, le sussurrò qualcosa all’orecchio. Elena rise, ma il suo sguardo tradiva una crescente eccitazione. “Beh, a quanto pare, la curiosità è contagiosa,” disse, alzandosi in piedi e attirando su di sé tutti gli sguardi.
Con un gesto lento, si avvicinò al tavolo guardandola, il suo corpo irradiava fiducia. “Se davvero volete scoprire qualcosa di me, forse dovrei mostrarvi… il lato migliore,” disse, guardando Marco per un cenno di approvazione.
L’atmosfera si caricò di aspettativa, mentre Marco, con un sorriso enigmatico, si limitò a dire: “Elena, amore mio, fai solo ciò che ti fa sentire bene.”
Elena si era ormai liberata del vestito, rimanendo con solo i sandali e gli orecchini che scintillavano sotto la luce soffusa del salotto. Seduta sul divano, sorseggiava il vino che Marco le aveva appena versato, il calice tremolava leggermente nella sua mano, non per timidezza, ma per l’eccitazione che cresceva in lei.
“Non posso fare a meno di notare quanto siate assorti,” disse Marco con un sorriso, guardando i colleghi, i cui occhi erano fissi su Elena. “Ma non vi biasimo, d’altronde è difficile distogliere lo sguardo da una bellezza così naturale.”
Elena rise sommessamente, una risata dolce e provocante. Si inclinò leggermente all’indietro, poggiandosi con grazia al bracciolo del divano. “A quanto pare, Marco ama vantarsi di me,” disse, giocando con il bordo del calice.
Uno dei colleghi, con un sorriso timido ma pieno di ammirazione, rispose: “Onestamente, se fossi in lui, farei lo stesso. Sei… incredibile.”
Marco annuì, appoggiandosi al divano accanto a sua moglie. “Sapete qual è la cosa più affascinante? Non è solo la sua bellezza, ma la sua sicurezza, il modo in cui sa conquistare senza neanche provarci.”
Elena, visibilmente stimolata da quelle parole, si piegò in avanti, poggiando una mano sulla coscia di Marco. “Forse è perché mi fai sentire così,” sussurrò, guardandolo intensamente, prima di voltarsi verso i colleghi. “O forse è perché mi piace essere ammirata.”
La tensione nella stanza era palpabile, ogni movimento di Elena era calcolato, eppure spontaneo. Con un gesto lento e naturale, portò una mano al proprio corpo, sfiorando il seno con le dita, quasi inconsapevolmente.
Marco, percependo l’atmosfera, si rivolse ai colleghi con un tono più audace. “Sapete, Elena ha sempre avuto un modo unico di esprimere la sua sensualità. Non c’è nulla di artificiale in lei. Tutto ciò che vedete, tutto ciò che toccate…” Si fermò, guardandola con un sorriso. “…è autentico.”
Elena lo fissò per un istante, poi, con un sorriso malizioso, allungò la mano verso uno dei colleghi. “Beh, allora toccate pure. Non c’è niente da nascondere.”
La stanza si riempì di un silenzio elettrizzante, mentre il gioco tra Marco ed Elena raggiungeva una nuova intensità.
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