La barista
di
DiabolikEva
genere
tradimenti
La donna aveva tradito se stessa, non riusciva più a stare nella pelle voleva a tutti costi succhiarmi il cazzo.
Voleva e aveva bisogno di vedere il mio cazzo, mi fece delle proposte e alla fine.
Quando rimanemmo da soli riuscimmo a baciarci, succhiai quelle tette stupende e lei voleva tutti i costi leccarmi il cazzo.
Il mio odore era afrodisiaco per le donne, sopratutto per quelle della mia stessa “razza” caucasica.
Le travolgeva le ammaliava, la cosa più bella era vedermi nudo da solo.
Lei tradiva le sue colleghe donne voleva avermi tutto per me, era cosi dalla notte dei tempi.
Lei: “Ho bisogno te, che tu mi ami e che ti ami”
Io: “Sarà fatto”
Nessuno sapeva del nostro piccolo peccato, lei voleva sentire, annusare e assaporare il mio pene.
Io andavo pazzo per le sue tette e la sua figa.
Dopo tutto le donne erano tutte le mie schiave che riuscivano a tenere a bada gli uomini.
Per quello le donne erano traditrici verso se stesse.
Volevano succhiare la linfa vitale dei maschi bevendo il loro sperma.
Lei: “Quanto mi piace il cazzo”
Io: “Si, dimmi quanto ti piace”
Lei: “Tantissimo”
Io: “Prendilo in bocca”
Lei: “Si amore mio”
Una semplice pompinara, io volevo leccarle la figa essendo mezzo astemio e mezzo bevitore, potevo sentire se avesse delle malattie particolari e curarla.
Ero un ginecologo auto didatta, espertissimo del mondo femminile.
Farle venire era il mio mestiere preferito, molte donne non resistevano e gemevano, altre facevano battutine, altre ancora mi toccavano, baciavano o cucinavano per me.
La loro vulva era come se fosse roba mia e non loro, quando volevo potevo farle venire con uno schiocchio delle dita, oppure con un occhiolino, o pronunciando la parola “vieni”.
Le donne volevano scopare e venire tanto quanto i maschi!
Voleva e aveva bisogno di vedere il mio cazzo, mi fece delle proposte e alla fine.
Quando rimanemmo da soli riuscimmo a baciarci, succhiai quelle tette stupende e lei voleva tutti i costi leccarmi il cazzo.
Il mio odore era afrodisiaco per le donne, sopratutto per quelle della mia stessa “razza” caucasica.
Le travolgeva le ammaliava, la cosa più bella era vedermi nudo da solo.
Lei tradiva le sue colleghe donne voleva avermi tutto per me, era cosi dalla notte dei tempi.
Lei: “Ho bisogno te, che tu mi ami e che ti ami”
Io: “Sarà fatto”
Nessuno sapeva del nostro piccolo peccato, lei voleva sentire, annusare e assaporare il mio pene.
Io andavo pazzo per le sue tette e la sua figa.
Dopo tutto le donne erano tutte le mie schiave che riuscivano a tenere a bada gli uomini.
Per quello le donne erano traditrici verso se stesse.
Volevano succhiare la linfa vitale dei maschi bevendo il loro sperma.
Lei: “Quanto mi piace il cazzo”
Io: “Si, dimmi quanto ti piace”
Lei: “Tantissimo”
Io: “Prendilo in bocca”
Lei: “Si amore mio”
Una semplice pompinara, io volevo leccarle la figa essendo mezzo astemio e mezzo bevitore, potevo sentire se avesse delle malattie particolari e curarla.
Ero un ginecologo auto didatta, espertissimo del mondo femminile.
Farle venire era il mio mestiere preferito, molte donne non resistevano e gemevano, altre facevano battutine, altre ancora mi toccavano, baciavano o cucinavano per me.
La loro vulva era come se fosse roba mia e non loro, quando volevo potevo farle venire con uno schiocchio delle dita, oppure con un occhiolino, o pronunciando la parola “vieni”.
Le donne volevano scopare e venire tanto quanto i maschi!
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