Sesso in famiglia

Scritto da , il 2010-03-13, genere incesti

La mia era una famiglia normale: una mamma, un papà, un figlio, una figlia e una immigrata ukraina tutto fare. La vita si svolgeva proprio bene. Papà andava tutte le mattine in ufficio e tornava la sera per la cena. La mamma aiutava un pol’ukraina in casa e poi usciva a fare la spesa. Io e mia sorella (18 anni io e 19 lei) andavamo a scuola , facevamo i compiti in casa e poi uscivamo con i nostri amici.

Una mattina che ero rimasto a letto, invece di andare a scuola, attesi che la mia mamma e la ragazza ukraina si mettessero a fare insieme le faccende di casa e, quindi, ad ascoltare cosa si sarebbero dette stando da sole. Ancora in pigiama mi misi a origliare dietro la porta della camera dei miei genitori dove le due donne dovevano rifare il lettone e spolverare..
Sapete che cosa sentii ? Sicuramente no !! Infatti sentivo, dietro la porta degli strani rumori:: il lettone che cigolava e voci soffocate. Evidentemente quei rumori non mi chiarivano che cosa stava succedendo la dentro. Così aprii silenziosamente un poco la porta e, indovinate, che cosa vidi !
Sul lettone mia madre, tutta nuda, sdraiata con le cosce ben aperte in mezzo alle quali si era inserita la testa della ragazza ukraina. Dall’altra parte la ragazza si era inginocchiata a gambe larghe sopra la faccia di mia madre per offrirle la sua fica, per farsela leccare e, già che c’era, ciucciargli bene il clitoride per farla godere fino ad impazzire.
A quella vista mi calai i calzoni del pigiama per vedere e smanacciare il mio uccellino che a quella vista era già diventato un uccellone ben duro.
Nello spogliarmi e tirandomi una sega feci un po’ di rumore che fu subito udito nonostante che stessero facendo un bel 69 lesbico. Evidentemente capirono subito che ero io dietro la porta e così mi strillarono: “Vieni avanti e fatti vedere. Anzi, vieni avanti fino al lettone e ti faremo noi un bel servizietto”.
Mi feci avanti tutto nudo con in mano il mio uccello che era già diventato tanto duro e stava per venire. Mi fecero sdraiare sul lettone e una, non so quale, si prese in bocca il mio il mio cazzo e l’altra, non so quale, s’era accovacciata sulla mia faccia per offrirmi la sua fica, ben bagnata, sulla mia bocca per farsela leccare profondamente. La cosa mi piacque molto perché quella che mi stava facendo un pompino mi aveva infilato il suo dito più lungo, muovendolo in su e giù, nel mio buco del culo che non aspettava altro. Lo feci anch’io nel buco del culo che stava sopra la mia faccia e che io avevo già bagnato leccandolo ogni tanto passando dalla fica ben bagnata a quel povero buchino che nessuno lo aveva ancora leccato.
Mia sorella era andata, dopo la scuola, a trovare nostro padre nel suo grande ufficio formato di più stanze.. Nella prima stanza in cui entrò non trovò nostro padre. Si guardò un po’ intorno e sentì un po’ di rumore dietro una delle porte che si aprivano nel suo studio. Si accostò a quella porta e sentì nostro padre che si lamentava come se stesse male. Mia sorella aprì subito la porta per vedere se nostro padre stava veramente molto male. Quello che vide non ve lo immaginerete mai ! Nostro padre, con i calzoni calati, stava di fronte al WC come se stesse facendo pipì. Ma non era così ! Infatti non stava pisciando ma, non mi crederete, si stava facendo una sega !
“Ma papà cosa stai facendo” disse mia sorella “ non mi dirai mica che ti stai facendo una sega ?”
Lui la guardò sbigottito sempre tenendo in mano il suo uccello pronto per venire. “Figlia mia” disse “vedi in che stato mi ha ridotto tua madre che, invece di scopare con me, se la fa con una ragazza ukraina Ecco perché sono costretto a farmi delle seghe se non voglio impazzire dalla voglia che ho di scopare”.
“Ma papà potevi dirmelo prima. Però papà, come puoi capire, io ti posso aiutare soltanto in altre maniere perché non mi posso far scopare da te essendo tua figlia, Per esempio, se vuoi, posso aiutarti a finire la sega che avevi incominciato da solo”.
“Sei un tesoro, bambina, ma non voglio costringerti a fare quello che non ti piace”.
“Ma papà chi ti dice che non mi piace ! Anzi, non avendo mai fatto sesso, mi piacerebbe tanto sapere che gusto ha lo sperma se ti sprizza in bocca. Visto che ti stavi masturbando lascia che lo finisca io pigliando in bocca il tuo bel cazzo”.
“Va bene, bambina, ma se non ti sbrighi a farlo può darsi che il mio sperma invece di venirti in bocca andrà a finire nel WC perché, proprio, non ce la faccio più a tenerlo dentro di me”.
Mia sorella mi confermò che quando prese in bocca il cazzo di nostro padre le sprizzò subito in bocca appena lo aveva spompinato. Anzi mi aggiunse che lo sperma che aveva ricevuto in bocca e ingollato non sapeva proprio di niente !
Quella stessa sera, appena ritornati, io e mia sorella ci isolammo nella sua camera da letto per ricordarci reciprocamente cosa era successo in quella strana giornata. Bastarono quei ricordi per farci venire la voglia di fare anche noi due la prima scopata della nostra vita. Senza dirci una parola ci spogliammo tutti e due e ci sdraiammo sul letto uno accanto all’altro. Iniziammo facendoci qualche carezza ma, presto, le nostre mani non contente delle carezze si diressero le mie sulla sua figa e le sue sul mio uccellino. Passammo poi a un bel 69 più adatto per due fratelli che, secondo le norme, non si potevano scopare. Rimanemmo soddisfatti tutti e due e rimanemmo sdraiati mano nella mano. Ma essendo giovani, con tanta forza da utilizzare, dopo un po’ di tempo il mio uccellino era ritornato duro e la mia mano andò a posarsi sulla sua fighetta per sentire se era di nuovo bagnata.


Ma mia sorella tolse la mia mano dalla sua fighetta, prese in mano il mio dito medio, se lo mise in bocca per bagnarlo bene e se lo infilò fino in fondo nel suo buchino del culetto ancora vergine. Questo era senz’altro un’indicazione di quello che io dovevo fare cioè non una chiavata, essendo lei mia sorella, ma una profonda e gustosa inculata. Provvidi immediatamente, alzai e allargai le sue gambe, abbassai la testa, le detti una bella leccata sulla sua figa e poi mi misi a leccare il suo buchino in maniera che fosse ben bagnato quando dovevo entrarci dentro con il mio uccello che non è certo un uccellino. La cosa non fu poi tanto facile perché quando tentavo di entrare nel suo buchino mia sorella mi diceva che le faceva molto male. Nel tentare di entrare di nuovo nel suo buchino il mio cazzo bello duro mi scappo di mano e, pensate, andò a infilarsi nella sua passerina facendo gridare la mia sorellina che era stata, involontariamente, sverginata. Ormai essendo già dentro dovevo stantuffarla il più velocemente possibile per farla godere tantissimo prima di ritirare il mio cazzo che stava per venirle dentro impregnandola.
Così finì quella lunga e faticosa giornata. La mattina dopo ognuno riprese a fare quello che faceva sempre e, soltanto la sera, ci ritrovammo tutti insieme attorno al tavolo della cena. Tutti a testa china per non guardarci negli occhi dopo quello che era successo il giorno prima. Verso la fine il nostro papà si alzò, batté un forte pugno sul tavolo e disse: “Basta signori,questa non è più una casa ma è un grande casino. E’ l’ora di mettere in chiaro cosa sta succedendo. Lo sappiamo tutti che qui si va avanti a forza di chiavate, inculate, pompini, masturbazioni reciproche e tutto il resto che segue. Quindi basta, guardiamoci negli occhi e decidiamo, finalmente, cosa faremo da ora in avanti”.
Tutti rimanemmo basiti sentendo quello che ci aveva detto. Ma la cosa non era finita lì ! Infatti papà, sempre in piedi, cominciò a spogliarsi. “Forza, signori” disse papà “spogliatevi anche voi e così vedremo dai vostri corpi quali sono i vostri desideri sessuali”. Il modo in cui lo disse non lasciava alternative e, così, incominciammo subito a spogliarci. Solo io e il mio papà potemmo mostrare il nostro uccello, ancora moscio, mentre le femmine non potevano mostrare altro che le loro tette perché le loro fighette rimanevano nascoste fra le loro cosce. Se ne rese conto anche papà che aveva capito subito l’errore che aveva fatto. “Voi signore non penserete di cavarvela così. Adesso sdraiatevi sul tappeto, alzate bene le gambe per mostrarci la parte sessuale che usate più volentieri. Cioè la fighetta ben aperta con le dita oppure il vostro buco del culo che, non potendo essere aperto, ce lo indicherete infilandoci dentro il vostro dito più lungo”.
Mia sorella, nostra madre e l’ukraina impaurite dal tono di voce di mio padre, non se lo fecero ripetere e, tutte e tre, si sdraiarono sul tappeto con le gambe alzate e ben allargate mostrandoci, come richiesto, le loro fiche ben aperte e il loro buco del culo con un dito dentro.
“Brave signore” disse mio padre “adesso però manderò mio figlio, di cui mi fido, a controllare a chi piace ricevere un cazzo ben duro nella fica oppure nel buco del culo. Naturalmente sarete voi tre a rendere ben duro l’uccellino di mio figlio ciucciandolo un po’ in bocca oppure masturbarlo con le mani. Poi gli indicherete in quale buco entrare. Capito !!”.
“Però papà” dissi “io lo so già perché l’ho già infilato nella fica di mia sorella quando non ha voluto prenderlo nel buco del culo perché diceva che le faceva troppo male. Anche per la mamma e ll’ukraina so bene che a tutte e due piace molto slinguazzarsi reciprocamente facendo un bel 69 lesbico. Lo so bene perché le ho trovate che lo facevano e mi costrinsero a leccare la fica a tutte e due infilandole anche un dito nel loro buco del culo. Adesso tocca a te, papà, di provarlo col tuo cazzone !”.
Mio padre non si fece pregare, visto che io avevo sverginato mia sorella, ma non la avevo potuta inculare fu lui a porsi dietro e dopo averle inumidito il buchino con la saliva ,le appoggiò la cappella e la penetrò con un colpo solo, facendola urlare.
Mia madre e l’ukraina come al solito si dedicarono al loro 69 e io mi posi dietro e le scopai a turno , facendole voltare prima una e poi l’altra e il gran finale fu con mia madre inculata da me e scopata da mio padre contemporaneamente mentre mia sorella e l’ukraina si leccavano furiosamente le fighette e si infilavano le dita nelle fighe e nei culi. Che bella giornata di sesso.
Se qualche lettrice vuole raccontarmi le sue fantasie o le sue avventure sarò lieto di trasformarle in racconti. Scrivete a gladius44@libero.it

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