Fredda sera di febbraio
di
Marco1973
genere
etero
Il riscaldamento è spento. Sono stanca ed ho freddo. Sotto al piumone, sebbene lo spesso pigiama di flanella, tento inutilmente di riscaldarmi rimanendo in posizione fetale, con le ginocchia sollevate sul petto ed il cuscino stretto tra le braccia.
Lui arriva dopo qualche minuto e subito si avvicina abbracciandomi nella classica posizione a cucchiaio. Si avvinghia con forza, quasi a voler conquistare la mia parte di letto così faticosamente riscaldata.
I suoi movimenti non si placano: una mano si intrufola tra le mie braccia per cercare una tetta su cui posarsi. Non vorrà fare sesso adesso! Ho imparato ad accettare di buon grado le sue attenzioni ma stasera fa davvero troppo freddo per spogliarsi!
Mi irrigidisco e faccio finta di dormire. Lui però non sembra prendersela troppo. Mi solleva il bacino quel tanto che basta per abbassarmi i pantaloni appena sopra la coscia. Sento il sedere gelare! Poco dopo il suo pene mi si infila tra le gambe: inutile continuare a far finta di dormire. Per un attimo sembra dirigersi verso il buco sbagliato così lo intercetto e lo guido con la mano verso l’ingresso più appropriato.
Ho freddo, i bambini dormono nella stanza accanto e domani devo alzarmi presto. La posizione, le gambe strette e la mancanza di lubrificazione rendono bene l’idea e non lo aiutano nella penetrazione. Lui non si demoralizza. Gioca con la cappella tra le mie labbra fino a quando sono pronte ad accoglierlo. Dentro di me si muove con cautela. Mentre lui si trastulla, io già penso all’acqua gelata quando dovrò andare in bagno a darmi una ripulita.
Pensavo cercasse una sveltina invece sembra essere partito per durare. Il movimento ritmico è anche piacevole e forse non fa poi così freddo. Allungando la mano scopro che ce n’è ancora un pezzetto da accogliere. Tanto vale accontentarlo. Raddrizzo leggermente la schiena per assecondare i suoi movimenti. Adesso, sempre aggrappato alla mia tetta, affonda completamente dentro di me, fino a schiacciare i fianchi sul mio sedere.
Il sonno è ormai passato e la voglia comincia a montare anche in me. Sa che sebbene non sia una donna clitoridea, non mi dispiace sentire le sue dita giocare con il mio bottoncino. Così allargo leggermente le gambe ed aspetto che la sua mano si stacchi finalmente dalla tetta per intrufolarsi fin dove dovrebbe.
Non voglio dargli la soddisfazione di chiederglielo e lui è troppo egoista per pensarci. Vorrei fare da me ma non voglio che creda che sia così semplice farmi cambiare idea. Dev’essere chiaro che io stasera non volevo fare sesso. Così rimango in attesa.
Probabilmente lui tutti questi pensieri non se li fa. Ad un certo punto, la mano che avrei voluto tra le gambe mi prende il fianco con fermezza. Si muove sempre più rapidamente fino a venire copiosamente dentro in me.
Il bagno sarà gelido!
Mannaggia che freddo.
Quando mi corico, la mia signora è già a letto rannicchiata. Mi appoggio alla sua schiena e la abbraccio alla ricerca di un po’ di calore.
A furia di palparla mi viene duro; ed è normale che sia così. È da parecchie settimane che non lo facciamo. Quando viene freddo, lei entra in una sorta di letargo sessuale. Capisco che la bella stagione aiuti ma non può pensare di lasciarmi in astinenza per sei mesi.
Il pigiama di flanella poi, annienterebbe l’eccitazione a chiunque ma stasera ce l’ho duro e mi è venuta voglia di scopare. Lei sembra ignorare le mie attenzioni e stranamente la cosa mi eccita. Immagino di trattarla come fosse una bambola gonfiabile.
Le sollevo il bacino ed abbasso leggermente i pantaloni del pigiama. Nessuna reazione: la sua remissività mi eccita. Scopro il minimo indispensabile del mio basso ventre perché il freddo è davvero tanto. Mi intrufolo tra le sue gambe ed entro in lei con qualche difficoltà.
Quasi interamente vestiti, senza alcun preliminare, comincio a scoparla da dietro mentre lei continua a far finta di dormire. Una bambola perfetta: calda, accogliente e silenziosa. Le gambe strette attorno alla fica, rendono ancor più piacevole la penetrazione.
Non scambiamo una parola ne un sospiro. Il silenzio nella stanza è rotto solo dalla leggera frizione del mio pene che si muove in lei. Andiamo avanti a lungo seguendo il tempo del mio piacere fino a quando le sue gambe sembrano rilassarsi e si divaricano leggermente. Adesso posso prenderla più a fondo ma la sensazione di un atto di piacere puramente egoistico scompare. Ho voglia di venire: abbraccio il suo bacino ed aumento il ritmo fino all’orgasmo.
Appena terminata l’eiaculazione, lei si alza per andare in bagno. La bambola è addirittura auto-pulente. Io mi rinfilo mutande e pantaloni, mi giro sul lato opposto e mi addormento.
Lui arriva dopo qualche minuto e subito si avvicina abbracciandomi nella classica posizione a cucchiaio. Si avvinghia con forza, quasi a voler conquistare la mia parte di letto così faticosamente riscaldata.
I suoi movimenti non si placano: una mano si intrufola tra le mie braccia per cercare una tetta su cui posarsi. Non vorrà fare sesso adesso! Ho imparato ad accettare di buon grado le sue attenzioni ma stasera fa davvero troppo freddo per spogliarsi!
Mi irrigidisco e faccio finta di dormire. Lui però non sembra prendersela troppo. Mi solleva il bacino quel tanto che basta per abbassarmi i pantaloni appena sopra la coscia. Sento il sedere gelare! Poco dopo il suo pene mi si infila tra le gambe: inutile continuare a far finta di dormire. Per un attimo sembra dirigersi verso il buco sbagliato così lo intercetto e lo guido con la mano verso l’ingresso più appropriato.
Ho freddo, i bambini dormono nella stanza accanto e domani devo alzarmi presto. La posizione, le gambe strette e la mancanza di lubrificazione rendono bene l’idea e non lo aiutano nella penetrazione. Lui non si demoralizza. Gioca con la cappella tra le mie labbra fino a quando sono pronte ad accoglierlo. Dentro di me si muove con cautela. Mentre lui si trastulla, io già penso all’acqua gelata quando dovrò andare in bagno a darmi una ripulita.
Pensavo cercasse una sveltina invece sembra essere partito per durare. Il movimento ritmico è anche piacevole e forse non fa poi così freddo. Allungando la mano scopro che ce n’è ancora un pezzetto da accogliere. Tanto vale accontentarlo. Raddrizzo leggermente la schiena per assecondare i suoi movimenti. Adesso, sempre aggrappato alla mia tetta, affonda completamente dentro di me, fino a schiacciare i fianchi sul mio sedere.
Il sonno è ormai passato e la voglia comincia a montare anche in me. Sa che sebbene non sia una donna clitoridea, non mi dispiace sentire le sue dita giocare con il mio bottoncino. Così allargo leggermente le gambe ed aspetto che la sua mano si stacchi finalmente dalla tetta per intrufolarsi fin dove dovrebbe.
Non voglio dargli la soddisfazione di chiederglielo e lui è troppo egoista per pensarci. Vorrei fare da me ma non voglio che creda che sia così semplice farmi cambiare idea. Dev’essere chiaro che io stasera non volevo fare sesso. Così rimango in attesa.
Probabilmente lui tutti questi pensieri non se li fa. Ad un certo punto, la mano che avrei voluto tra le gambe mi prende il fianco con fermezza. Si muove sempre più rapidamente fino a venire copiosamente dentro in me.
Il bagno sarà gelido!
Mannaggia che freddo.
Quando mi corico, la mia signora è già a letto rannicchiata. Mi appoggio alla sua schiena e la abbraccio alla ricerca di un po’ di calore.
A furia di palparla mi viene duro; ed è normale che sia così. È da parecchie settimane che non lo facciamo. Quando viene freddo, lei entra in una sorta di letargo sessuale. Capisco che la bella stagione aiuti ma non può pensare di lasciarmi in astinenza per sei mesi.
Il pigiama di flanella poi, annienterebbe l’eccitazione a chiunque ma stasera ce l’ho duro e mi è venuta voglia di scopare. Lei sembra ignorare le mie attenzioni e stranamente la cosa mi eccita. Immagino di trattarla come fosse una bambola gonfiabile.
Le sollevo il bacino ed abbasso leggermente i pantaloni del pigiama. Nessuna reazione: la sua remissività mi eccita. Scopro il minimo indispensabile del mio basso ventre perché il freddo è davvero tanto. Mi intrufolo tra le sue gambe ed entro in lei con qualche difficoltà.
Quasi interamente vestiti, senza alcun preliminare, comincio a scoparla da dietro mentre lei continua a far finta di dormire. Una bambola perfetta: calda, accogliente e silenziosa. Le gambe strette attorno alla fica, rendono ancor più piacevole la penetrazione.
Non scambiamo una parola ne un sospiro. Il silenzio nella stanza è rotto solo dalla leggera frizione del mio pene che si muove in lei. Andiamo avanti a lungo seguendo il tempo del mio piacere fino a quando le sue gambe sembrano rilassarsi e si divaricano leggermente. Adesso posso prenderla più a fondo ma la sensazione di un atto di piacere puramente egoistico scompare. Ho voglia di venire: abbraccio il suo bacino ed aumento il ritmo fino all’orgasmo.
Appena terminata l’eiaculazione, lei si alza per andare in bagno. La bambola è addirittura auto-pulente. Io mi rinfilo mutande e pantaloni, mi giro sul lato opposto e mi addormento.
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