La prima volta con “Lui” - ultima parte

di
genere
etero

Una settimana era volata, tra posti da visitare e luoghi dove consumare la nostra passione. Avvertivo che il suo sentimento era cresciuto ogni momento di più, io non sapevo definire i miei sentimenti, però sapevo di essere stata felice, serena, spensierata e forse era per questo che c’erano stati momenti in cui avevo creduto di poterlo scegliere….per la spensieratezza…..ma era normale essere spensierati quando hai solo una settimana in cui devi solo divertirti, quando cominciano le responsabilità quella spensieratezza svanisce. Avevo, quindi, già confermato a me stessa la mia scelta, restava da comprendere come avrebbe effettivamente reagito lui alla resa dei conti. Era il nostro ultimo giorno insieme, stranamente non ci eravamo quasi toccati per tutto il giorno, lui evitava ogni contatto fisico pur rimanendo premuroso e attento, io non avevo forzato nulla, mi sentivo a disagio. Prima di cena gli chiesi se voleva fare una passeggiata con me, ma rifiutò incitandomi ad andare comunque, quasi insistette e io uscii, avevo bisogno di camminare e schiarire la mente. Non so quanto mancai, quando rientrai non lo vidi nella zona giorno, mi diressi verso la camera da letto chiamandolo, non ricevetti risposta, aprii la porta e vidi la cosa più romantica che qualcuno avesse fatto per me. La stanza era al buio, a terra c’erano sparse candele accese, sul letto petali di rose rosse formavano la scritta “Ti amo”….mi salirono le lacrime agli occhi. Mi abbracciò da dietro. Mi annusò il collo e poi cominciò a baciarmi mentre mi spogliava, mi baciava le spalle, la schiena, mi leccava anche, tremai, le sue mani si misero a coppa sul seno e cominciò a toccarlo, sospirai. Una mano rimase a giocare con un capezzolo, l’altra scese giù, accarezzò le pieghe della mia femminilità e poi mi penetrò con due dita, inarcai il busto e la testa, mi sussurrò in modo sensuale: “Ti desidero da stamattina….è stata una tortura guardarti e non toccarti….ti voglio da impazzire”. A quelle parole mi uscì un gridolino, perché le aveva accompagnate a un movimento delle dita dentro di me che mi aveva provocato una scossa di piacere. “Adesso basta usare le dita…. Infilami la tua asta e dammi pace!” Lo esortai cercando di girarmi. “Sei sempre così impaziente….aspetta….” Mi spinse sul letto e cominciò a baciarmi dal collo in giù, schiena, culo, cosce, gambe, caviglie, mi riempiva di baci e io sospiravo persa in una dimensione tra il crescente piacere e il bisogno di venire. Mi girò, fissò gli occhi nei miei, poi si avventò sui capezzoli, sembrava affamato, li mordeva e tirava e succhiava fino a farmi male, ma quando sentiva il mio lamento li leccava e io venni…..fu un’altra prima volta, raggiunsi un orgasmo solo con la stimolazione dei capezzoli. “Come è brava la mia bambina” disse sorridendo. Mi sentivo ubriaca e vuota, lo volevo dentro di me, più di ogni altra cosa e sapevo che mi sarebbe mancato e volevo che mi facesse sua perché dal giorno dopo non avrei potuto più averlo. Lo tirai verso di me e lo baciai, lui assecondò la mia lingua e fu il bacio più dolce che ci scambiammo, si mise sopra di me, il suo petto contro il mio, il suo ventre schiacciato al mio, entrò così, lentamente, con dolcezza, mentre ci baciavamo e ci regalavamo carezze. Il suo movimento era ritmico, ma tranquillo, senza fretta e senza la forza che lo aveva caratterizzato le altre volte. Mi sembrò di assaporarlo di più, sentivo il suo cazzo avvolto dalle mie pareti, lo stringevo e lo sentivo pulsare, era una sensazione meravigliosa, accompagnata da quel bacio da cui non volevamo staccarci. Andò avanti a lungo, così, per molto tempo, poi entrambi sentimmo che avevamo bisogno di esplodere, cominciò ad aumentare il ritmo e facendolo smise di baciarmi, si aggrappò al letto per fare leva, lo sentii scivolare più a fondo e urlai, le mie urla cominciarono a risuonare per tutta la casa. “Si amore mio….godi…godi per me….” Urlò mentre mi guardava con gli occhi colmi di lacrime. Gli poggiai le mani sul viso e venni, venni per un lungo interminabile momento, un lungo orgasmo che sembrava non volersi interrompere. Lui pompò ancora e anche il suo orgasmo fu lungo mentre ripeteva: “Ti amo….ti amo….ti amo….”. Mi strinse forte, pianse e sapevo che oramai si era rassegnato alla mia scelta. Lo tenni fra le braccia, lo baciai sugli occhi e lo confortai. “Stanotte sarò ancora solo tua….tutta la notte…” Mi guardò con gli occhi fiammeggianti. “Ti prenderò tutta la notte…..ti farò godere senza freno….lo ricorderai per sempre….” Sorrisi, sapevo avrebbe mantenuto la promessa.
Il giorno dopo partii, non gli avevo permesso di accompagnarmi all’aeroporto, non volevo dirgli addio così, lo salutai a casa, mentre un taxi mi aspettava fuori. Ci eravamo stretti in un abbraccio e baciati più volte, poi mi aveva poggiato la fronte sulla mia. “Non avrò altre donne dopo di te….lo sai vero?” “No….tu non devi…” “Shhhh….non potrei mai provare il piacere che provo con te…. Io ti amerò in eterno…e so che non mi dimenticherai!” Lo strinsi forte e corsi via per non fargli vedere le mie lacrime. Sull’aereo guardai giù, pensai e ripensai a quella settimana e lo stomaco provò il vuoto e un brivido di piacere. Decisi che forse, fra qualche mese, avrei potuto di nuovo avere bisogno di una settimana di vacanza da sola….e sapevo già dove tornare.
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scritto il
2023-11-06
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