Family man - Capitolo 5 - Nuove scoperte

di
genere
etero

L’indomani, al risveglio, Luisa mi dice di non sentirsi ancora bene. Mi chiede, quindi, la cortesia di chiamare il suo ufficio e comunicare che si prenderà un giorno di malattia. Provvedo e lasciandola a letto a riposare.
Svolgo tutte le incombenze del caso (svegliare i figli, dargli fretta, attendere la loro uscita per andare a scuola, lavarmi, vestirmi ed andare al lavoro).
Sono in ritardo, quindi guido velocemente verso l’azienda dove lavoro ed una volta arrivato vedo delinearsi una scena insolita.
Buona parte dei miei colleghi sono all’ingresso, formando un capannello, in cui tutti discutono animatamente. Mi avvicino ed individuo il mio collega ed amico Francesco, chiedendogli spiegazioni.
Lui mi riferisce che nella notte c’è stato un principio di incendio nel fabbricato che ha messo fuori uso l’impianto elettrico e svolgendo noi un lavoro prevalentemente incentrato sull’uso del computer, ben poco possiamo fare senza energia elettrica.
Di lì a breve il direttore esce dall’ingresso principale, richiamando la nostra attenzione e ci annuncia che quel giorno avremmo avuto tutti un giorno di ferie. E saremmo rientrati al lavoro l’indomani.
La notizia viene accolta con un vocio gioioso da tutti quanti. Sembriamo quasi una banda di ragazzini, che recatisi a scuola hanno trovato un cartellone di sciopero ed ora sono entusiasti di “fare sega” ed andarsene a casa.
Francesco mi propone di andarci a prendere qualcosa da bere. All’inizio accetto, ma poi pensando a Luisa, che è a casa in quello stato, forse bisognosa di aiuto, declino. Già, ho parecchi sensi di colpa per quello che è successo il giorno prima e così dico a Francesco, che andrò a casa, spiegandogli ciò che era accaduto durante la festa (omettendo ovviamente le mie due visite ai bagni e gli eventi connessi).
Lui si dice dispiaciuto. Ed aggiunge: “Sicuramente Antonella l’avrà fatta ubriacare. Se non si diverte a fare casini quella non è contenta”.
Francesco ha un rapporto di amore-odio con Antonella. Una volta abbiamo fatto una uscita a quattro con lui ed Antonella (idea di mia moglie. Sempre con l’intenzione di trovare un fidanzato all’amica).
La cosa sembrava funzionare all’inizio. Ma poi, come al solito, lei è riuscita a rovinare tutto e ha lasciato Francesco con il dente avvelenato nei suoi confronti.
Perché lui ne era chiaramente attratto. E poi, di punto in bianco, si è ritrovato con il classico “calcio in culo”.
E gli si legge in faccia che ancora gli brucia… e che ancora ci pensa ad Antonella.
Comunque, a parte queste considerazioni, mi congedo e riprendendo l’auto faccio ritorno a casa.
Entro in casa, ove regna il silenzio.
Probabilmente Luisa sta ancora dormendo. Quindi, mi tolgo le scarpe ed in punta di piedi per non svegliarla, vado verso la camera da letto, per controllare che stia bene.
La porta è semichiusa, così come la tapparella. Proprio come le ho lasciate quando sono andato via.
Starà sicuramente riposandosi ancora e riprendendosi da ieri, penso. Ma il mio pensiero è interrotto da un lamento sommesso e quasi strozzato.
Immagino che si stia sentendo male di nuovo e sto per entrare. Ma mentre appoggio la mano sulla porta per aprirla, quel lamento diventa meglio definito e riesco senza dubbio ad inquadrarlo come piuttosto…: Un gemito!
Rimango ancora qualche secondo in attento ascolto. Ed in effetti mi rendo conto che Luisa sta gemendo ed ora ha aggiunto un flebile “Oh siii…! Siii…!”
Che diavolo sta succedendo li dentro? C’è qualcuno con lei? E ci sta facendo sesso?
Il sospetto e la rabbia mi stanno montando in corpo. Quindi apro un po’ di più la porta,quel tanto che basta per sbirciare e per cogliere gli amanti sul fatto (senza che se ne accorgano).
Ma la scena che mi si palesa davanti è completamente diversa.
Luisa è distesa sul letto. I pantaloncini del pigiama e le mutandine sono abbassate e aggrovigliate alle caviglie. Ha una mano tra le gambe, con cui si sta accarezzando vogliosamente il sesso ed una mano sotto la maglietta a stringere il seno.
La rigidità che avevo accumulato in tutto il corpo (pronta ad esplodere in rabbia), scema, indirizzandosi ora, esclusivamente, verso una unica parte dello stesso: in mezzo alle gambe.
Sto guardando immobile lo spettacolo di mia moglie che si masturba. Sottolineo “spettacolo”, perché mi riporta alla mente una situazione vissuta molto tempo prima, quando io e Luisa, da ragazzi, ci eravamo messi da poco assieme.
Era passato appena un mese e la nostra relazione si era evoluta in un crescendo di sesso.
Sempre più affamati l’uno dell’altro, con una complicità tale, che sembrava che ci conoscessimo da anni, ma nel contempo con la freschezza e la voglia di esplorare di chi si è appena conosciuto.
Una sera eravamo a casa sua. I suoi erano andati ad una festa di amici, fuori città, che si sarebbe protratta tutta la sera. Avevamo quindi la casa a disposizione.
Appena partiti, lei mi chiama al telefono avvertendomi che il campo era libero.
Naturalmente, il piano era quello di una scopata selvaggia.
Ed infatti appena arrivato, mi trascina in camera sua. Ci baciamo, ci liberiamo velocemente dei vestiti ed in un breve istante siamo sul suo letto.
Lei monta sopra di me, mentre io mi appoggio con la schiena sulla testiera del letto, e inizia una frenetica cavalcata, mentre le nostre bocche si divorano l’un l’altra e le nostre mani si esplorano a vicenda.
La cosa è talmente passionale ed eccitante che non riesco a trattenermi a lungo e dopo poco, sentendo arrivare l’orgasmo, lo sfilo da lei e vengo sul suo ventre ed il mio.
Mi accorgo, tuttavia, che l’ho lasciata a metà. I suoi occhi tradiscono il desiderio non ancora soddisfatto appieno.
Allora faccio scivolare la mano tra le sue gambe ed accenno una carezza alla clitoride.
Ma dopo qualche secondo lei mi ferma la mano dicendomi: “Aspetta! Vuoi vedere una cosa..?”
Io: “Che cosa?”, domando incuriosito.
Lei si avvicina ancora più al mio sesso, sedendocisi sopra quasi a schiacciarlo.
Raccoglie con le dita un po’ del mio sperma sparso sul suo pancino e sollevando leggermente il bacino comincia una carezza circolare su tutta l’area attorno al clitoride.
Io resto lì fermo mi godo lo spettacolo (esattamente quello spettacolo di cui parlavo prima. Capite?).
Ho la vista del suo fiore completamente aperto. Ed è la prima volta che ne ho la possibilità, visto che fino a quel momento tutti i nostri momenti di sesso sono stati o in macchina o in qualche anfratto, sempre al buio o alla cieca.
Alla visione del suo sesso si aggiunge quella di lei che si masturba eccitata.
Il movimento prima ampio e circolare si trasforma in un movimento ondulatorio, di pressione della clitoride racchiusa all’interno delle grandi labbra.
E dopo una decina di secondi di questa carezza, inarca il bacino, spingendosi leggermente all’indietro e letteralmente si stira la fica verso l'alto, aprendola. Poi con una piccola contrazione esplode, indirizzando verso di me, verso il mio ventre uno, due, tre schizzi.
Poi con un “Oh…!”, che è un misto di soddisfazione e godimento si accascia sul mio petto.
È stata “una prima” mai ripetuta. Certo, sono riuscito in qualche occasione a farla “schizzare”, ma mai con quella velocità ed intensità con cui ci era riuscita lei, da sola, in quella occasione.
Mi consola il pensare che comunque io sia stato la sua fonte d’ispirazione in quel momento e che il suo orgasmo non sarebbe mai stato così intenso senza il sottoscritto “ispiratore”.
Ed è proprio quello a cui sto pensando in questo preciso momento. Se da un lato sono affascinato dalla vista di mia moglie che si masturba senza freni, dall’altro mi chiedo a cosa stia pensando. Chi sia l’oggetto o l’attore della fantasia che sta guidando il suo ditalino.
Sono io o qualcosa/qualcuno altro?
In quel momento così eccitante, tuttavia, decido di evitare di farmi troppe “seghe mentali” e di avvicinarmi a lei in punta di piedi.
Nonostante il passo felpato, una volta arrivato vicino al letto lei avverte la mia presenza.
Spalancati gli occhi (che prima aveva chiusi, concentrata su chissà quale fantasia erotica), chiude di scatto le gambe, fino ad allora spalancate, coprendosi il sesso con le mani, con l’espressione di una bambina scoperta a rubare la marmellata.
Balbetta qualcosa imbarazzata e cerca di mettersi a sedere sul letto, così da raggiungere pigiama e mutandine e tirarli su.
Ma io la fermo appoggiandole una mano sulle spalle e la spingo dolcemente giù, in posizione distesa, mentre mi siedo accanto a lei.
“Scusa. Non so cosa mi ha preso.”, sussurra intimorita.
Io: “Non ti devi scusare. In realtà, ero qui da un po’ che ti guardavo, non sapendo se chiamarti oppure no. Un po', perché avevo paura di spaventarti. Un po' perché eri tremendamente eccitante. Era così bella mentre ti accarezzavi. Mi hai fatto un effetto…”
E così dicendo appoggio la mia mano sulla sua (quella con cui ha coperto il suo sesso).
Continuo: “Mi domandavo… Se quando ti accarezzo io, riesco a farti godere così?”
Luisa. “Ma certo che piace quando mi accarezzi tu. Cosa vai a pensare?”
Io: “Si. Lo so che ti piace. Ma, forse dovrei farlo meglio. Perché non mi mostri tu. Perchè non mi insegni come ti piace?”
Così dicendo posiziono la mia mano meglio sulla sua, coprendola interamente. La guardo negli occhi e le dico:” Accarezzati, dai! Fa finta che io non ci sia.”.
Lei:” Ma, no dai Marco. Mi vergogno... Che mi hai trovato così…”
Io: “Non devi vergognarti. Sai… voglio svelarti un segreto… Se può farti sentire meno a disagio. Alcune volte mi è capitato di avvertire così tanto il desiderio per te e magari per un motivo o per l’altro non potevo averti. E la mia eccitazione era così pressante..”
Lei: “E cosa hai fatto?”
Io: “Lo puoi immaginare. Ho dovuto accarezzarmi immaginando che la mano non fosse la mia. Fosse la tua! E che tu fossi proprio lì a farmi chissà che cosa… A farmi impazzire… sempre più velocemente, fino a venire”.
Mentre le sto raccontando questa cosa, la sua mano (con sopra sempre la mia) si rimette lentamente in movimento, accarezzandosi pienamente tutto il solco tra le gambe.
Parte dalla zona al confine con il buchetto del culo, fino su a ricoprire il monte di Venere.
La mia mano applica una leggera pressione sulla sua, senza ostacolarla. Memorizzo i suoi movimenti come un cieco che legge il braille, sempre continuando a guardarla languidamente negli occhi.
Poi fermo la sua mano e vado ad invertire l’ordine di posizionamento: la mia mano sotto e la sua sopra: “Per favore, guidami!”, le dico.
E lei con un sospiro riprende la sua opera, facendomi premere ora in un punto, ora in un altro. Dettandomi i ritmi e l’intensità delle pressioni.
Le sta piacendo molto quel gioco e pur non volendo interromperlo, le chiedo tuttavia, con un tono di voce quasi implorante, di permettermi di scendere con il viso tra le sue gambe e leccarle la passerina.
Lei mi risponde di sì, con un sospiro altrettanto profondo, quasi a pregustare il piacere che la mia lingua potrà dare alla sua fica già abbondantemente eccitata.
Sono fortemente su di giri. E mi incollo sulla sua fica, baciandola con le labbra e con la lingua esattamente come fosse una bocca.
Forse esagero anche un po’ con la passione. me ne accorgo ed allento un po’ la pressione, diventando più delicato, cercando di darle una stimolazione anche più ampia con l’aiuto delle mani.
Salgo e scendo con la lingua sulla fessura, mentre le mie mani accarezzano ed impastano le cosce ed il culo.
E ad ogni passaggio a lingua piena sulla pallina, guadagno un suo sospiro sempre più deciso.
Decido di scendere giù, a baciarla nel solco delle natiche, spingendomi a leccarle il buchetto.
Avverto che, impercettibilmente, si sposta e si offre ancora più aperta a quella sensazione.
Ed allora insisto in quel punto con tutta la bocca, leccando e risucchiando il forellino, mentre la mia mano va ad accarezzare la clitoride, che pur sempre rimane il punto focale del suo godimento.
E di questo ne ho presto conferma, poiché, come nel gioco di prima, lei appoggia le sue dita sulle mie, richiedendomi così di applicare una pressione ed intensità maggiore, proprio su quell’area.
È in quel momento che il mio lato perverso, mi fa fantasticare sulla prossima mossa.
Le lecco ancora più intensamente il culetto cercando di penetrarla con la lingua, man mano che il suo forellino si rilassa espandendosi.
Contemporaneamente sfilo la mano che era sul clitoride, lasciando scivolare al mio posto la sua (che era appoggiata sulla mia).
Lei si ferma un attimo, un po’interdetta, un po’ delusa. Ma poi troppo presa dalla eccitazione del momento, continua nell’opera manu propria. Incapace di fermarsi.
Decido che allora è arrivato il momento.
Con un movimento deciso e repentino la gira a pancia sotto. La rapidità dell’azione le lascia la mano incastrata sotto il ventre, incollata sulla fica.
Mi distendo senza indugi su di lei e le sospiro in un orecchio: “Continua ad accarezzarti, ma lentamente…”.
E per farle capire, finalmente, ciò che ho in mente, le punto la cappella del cazzo che ho provveduto a tirare fuori dalla morsa dei pantaloni e degli slip sul buchetto del culo.
Resto piantato lì, mentre mi tolgo la maglia e scalcio via pantaloni e slip che avevo abbassato prima, ma che ancora indosso.
“Accarezzati lentamente… lentamente… lentamente”, continuo a sussurrarle all’orecchio come un mantra erotico, quasi a volerla ipnotizzare e portarla dolcemente a quella nuova esperienza sessuale.
Riempio la mia mano con più saliva possibile e mi lubrifico il cazzo prima e il suo culetto poi e mi riposiziono lì dov’ero prima.
Faccio aumentare la pressione sul suo forellino, ma non forzo l’ingresso, anche se sento il sangue pulsare talmente forte nelle vene, che mi controllo a fatica.
Continuo a sussurrarle paroline un po’ dolci, un po’ porche all’orecchio, per eccitarla ancor di più, affinché mi permetta di violare il suo culetto e realizzare così la mia più desiderata fantasia.
Le dico: “Hai un culo bellissimo, così eccitante, così invitante. Muoio dal desiderio di provare ad entrarti dentro. Ma non lo farei mai senza il tuo permesso. Però, sentirlo sulla testa del mio sesso, così caldo, pulsante è una tortura per me…”.
Sento che le mie parole hanno un certo effetto. Le stanno sicuramente facendo visualizzare nella mente la scena del mio cazzo duro fino a scoppiare, che spinge sul culo desideroso di penetrarlo.
Ed infatti la sua mano, la sua carezza sulla fica, ora diventa più energica e ciò la porta a spingere in fuori il culetto.
Quando avverto questa piccola ulteriore dilatazione, provo a spingere un po’ con la punta per entrare.
Luisa, che in questo momento, tra masturbazione e massaggio sul culo, è eccitata da morire, applica una spinta uguale e contraria alla mia e millimetro dopo millimetro tutta la mia cappella è dentro!
Respira profondamente e con affanno. Si vede che è combattuta tra una sensazione di fastidio per l’intrusione nel suo ano e la sensazione di piacere che sta provando.
Non forzo ulteriormente, perché avverto un certo suo irrigidimento e le do il tempo per metabolizzare la nuova sensazione.
Ed infine, è lei a rompere gli indugi.
La sua mano ora sta volando veloce sulla fica e dopo poco, raccogliendo un grosso respiro, urla un orgasmo liberatorio, che la apre interamente: fica e culo. E' quello il momento in cui la penetro fino in fondo nel culo, in tutta la lunghezza del mio sesso, fino alle palle.
Il sentirsi riempita completamente fa sì che il suo orgasmo non finisca lì completamente, ma rimanga sospeso.
Come un mulinello nell’acqua. Gira… gira… gira ed è pronto a risucchiarla in un nuovo acme di piacere. Ed il mio uccello che adesso sta entrando ed uscendo ritmicamente nel suo sfintere è quel mulinello.
Il suo piacere è evidentemente grande. Ma quello che sto provando io, non è certo da meno..
Il suo culetto mi sta avvolgendo e massaggiando completamente, come se all’interno ci fossero dieci, cento mani calde, che stringono contemporaneamente il mio sesso.
E così dopo numerose spinte, la abbraccio afferrandomi al suo seno e scarico il mio orgasmo dentro di lei, quasi gridando: “Vengo, vengo! Ti sto sborrando nel culo, amore! È fantastico! Sei fantastica!”, e all’ultimo schizzo lo infilo dentro di lei, quanto più in profondità possibile.
Ecco di nuovo il mulinello che la riafferra. Mentre si sente riempita di cazzo e di sperma, riprende a masturbarsi velocissima in maniera frenetica e viene di nuovo.
L’orgasmo stavolta è potente. La stravolge.
Mi spinge fuori con una contrazione del ventre. Si solleva sotto di me (praticamente spostandomi) e porta le ginocchia al petto rannicchiandole su sé stessa, tremante per il piacere.
Mi stendo accanto a lei, le accarezzo i capelli spostandoli dal suo viso, che stanno coprendo. Mi si rivela un volto rosso fuoco. Gli occhi accessi ed uno sguardo che sembra quasi che voglia prendermi a morsi. È chiaramente una fame di lussuria.
La abbraccio forte nello stesso stato in cui si trova, in quella posizione fetale, e riesco ad avvertire ancora alcuni brividi dell’orgasmo che la scuotono.
Mi allontana quel che basta per guardarmi in viso e con quella espressione famelica, sempre presente sul viso mi dice: “Bastardo! Mi hai fatto morire! Alla fine tanto hai fatto, che ci sei riuscito! Sei contento ora?”.
Il tono talmente duro con cui pronuncia queste parole mi fa sorgere il dubbio che le abbia fatto male. Ma ciò che aggiunge dopo, svela il reale significato di quelle parole: “Perché non l’abbiamo fatto prima? È stato così… così… intenso!”.
Io allora le dico: “Non lo so, ma ora potremo farlo ogni volta che vogliamo, no?!”
Risponde lei, “Anche se fa’ un po' strano all’inizio, un pochino male..”
“Quindi, ti ho fatto male?” Le chiedo io.
“No, solo un po’ all’inizio. Ma poi mi è arrivata una sensazione… Una sensazione, che non ti so spiegare, di eccitazione, di godimento, che non ho mai provato così forte. Sì. Sì, dovremo proprio rifarlo!”.
E così l’esplorazione della nostra nuova dimensione sessuale continuava….
di
scritto il
2023-07-05
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