Family man - Capitolo 1 - Routine

di
genere
etero

Sono le otto di sera e torno a casa dal lavoro. Apro la porta e subito il piccolino (uno dei miei due figli, il più piccolo Andrea di nove anni e Anna di sedici), mi corre incontro e mi salta in braccio. Con lui al collo raggiungo la cucina dove mia moglie Luisa è intenta a preparare la cena. China sul lavello sta lavando qualche forma di vegetali, che sono la sua passione.
Oggi è giovedì e non è andata a lavorare, ma bensì in palestra. Infatti indossa ancora la tenuta da allenamento: un top ed un pantacollant alle ginocchia che le mette in risalto la forma delle gambe e del culo. Sono sempre stati i suoi punti di forza ed in special modo il sedere è stato quello che ha attirato subito la mia attenzione quando ci siamo conosciuti. Anche oggi, a 40 anni è ancora rotondo e sodo come il marmo, solo leggermente più pieno sui fianchi rispetto a quando ci siamo conosciuti. Ma la cosa non mi dispiace. Giusto un po’ di carne in più a cui aggrapparsi quando lo facciamo nella mia (e sua) posizione preferita: la pecorina. Gira la testa per salutarmi con un dolce sorriso: “Ciao tesoro”.
Senza cambiare la sua posizione leggermente inclinata in avanti con il culo sporto indietro, che non può che farmi cadere lo sguardo verso quella parte ed accendermi in testa una fantasia impura. Andrea finalmente mi molla ed io mi avvicino a lei cingendole i fianchi da dietro per salutarla con bacio sulla guancia.
“Ciao amore, tutto bene in palestra, come è andato l’allenamento?” uso il diversivo del dialogo per approfittare della situazione ed appoggiarmi con il pube sul suo culo, avvertendone immediatamente il calore che mi stimola un’erezione. Luisa dapprima risponde alle mie domande ma poi si accorge che in realtà mi sto strusciando sul suo culo e con un mezzo sorrisetto mi rimprovera affettuosamente: “Ma che fai?” mi dice divincolandosi dal mio contatto. La guardo portare a tavola l’insalatiera continuando a mantenere lo sguardo sul suo sedere. E mentre i miei pensieri sconci stanno ripartendo il saluto di mia figlia mi risveglia e riporta alla realtà. Allora annuncio che vado a cambiarmi, dato che la cena è quasi pronta.
Prendo un pantalone di tuta ed una maglietta e mi dirigo in bagno per cambiarmi. In realtà è anche una scusa per allontanarmi dalla scena, visto che ho una erezione che mi preme negli slip. Mentre mi cambio non posso fare a meno di toccarmelo, quasi per avvertire un po' di sollievo per la situazione, ma la cosa non migliora. La mia mente mi riporta visivamente davanti il culo di Luisa e così, senza quasi accorgermene mi ritrovo con il cazzo in mano. Me lo sto menando lentamente.
So benissimo che la presenza dei ragazzi non ci permette più quella libertà e quello slancio che avevamo in passato. In un altro tempo non l’avrei lasciata andare. Le avrei abbassato senza remore i pantacollant per baciarle le chiappe ed infilarmi da dietro nella sua fica con la faccia e la lingua.
I movimenti della mano adesso diventano più veloci. Ma sono costretto a risvegliarmi dal sogno quando sento la voce di Andrea che i chiama perché é pronto.
Ripongo l’uccello negli slip a fatica, dato che non ci sta tutto così in tiro, Mi alzo i pantaloni della tuta e ricopro il tutto con la maglietta in modo che non si possa vedere il bozzo.
La cena si volge in un clima allegro e familiare e questo mi aiuta a sbollire l’eccitazione. Decido di rimandarla a dopo, a luci spente, quando i ragazzi saranno a dormire. E così dopo la cena e un po’ di chiacchiere e Tv accompagno Andrea a dormire e dò la buonanotte ad Anna, mi dirigo in camera da letto deciso a riscuotere ciò che Luisa mi aveva negato prima. Devo attendere che esca dal bagno, dopo avere fatto la doccia e tutti quei trattamenti che piacciono tanto alle donne. E così dopo venti minuti eccola arrivare con un pigiamino striminzito, non particolarmente sexy, ma che scopre il giusto per ammirarla.
Mi faccio subito sotto avvicinandomi ed abbracciandola e cominciando a baciarla sulle guance, sul collo risalendo alla bocca.
“Dai Marco. I ragazzi sono ancora svegli. E poi sono un po' stanca stasera.”.
Mi aspettavo questa frase (un classico del nostro menage ormai), ma avevo già deciso la mia strategia ed ero pronto a fargli pagare il conto per prima.
Con fare tra il galante ed il sornione le dico: “Ma amore, non è colpa mia; con tutta questa palestra che fai sei sempre più fica e mi fai questo effetto. Che ci posso fare”.
Le prendo la mano portandola sul mio uccello per farle sentire che è duro.
Lei ha un attimo di ritrosia, ma poi la sua mano comincia a strofinare il cazzo sopra la stoffa delle mutande. Approfitto quindi del momento per raggiungere la sua bocca con la mia, che lei apre accogliendo la mia lingua ed io la sua. Intanto la sua mano ha raggiunto il mio uccello sotto le mutande e lo ha impugnato con decisione iniziano un lento massaggio. Allora anch’io cerco la mia strada con la mano passando dal suo viso, al collo, al seno, al ventre, scendendo giù lentamente in mezzo alle cosce.
Arrivato però sulla sua passerina, si irrigidisce e mi dice: “dai, fai sempre così! E se si svegliano i ragazzi?”.
Ed io le rispondo:“Ma no che dormono”
Lei allora mi fa: “Aspetta!”. Così dicendo si allontana dalle mie labbra e scende giù con il viso verso il mio uccello. Immagino cosa voglia fare.
Luisa è una maestra del pompino. Tra di noi c’è stata un’attrazione sessuale a prima vista. Il primo giorno che siamo usciti assieme (con altri amici per una pizza) accompagnandola a casa, nel suo portone ci siamo immersi in un mare di baci, carezze e strusciatine.
Ed il giorno dopo che sono andato a prenderla con l’auto per raggiungere la nostra comitiva. Abbiamo di comune accordo disertato l’appuntamento e ci siamo appartati in un posticino tranquillo a fare il bis della sera prima. Stavolta in modo più ardito.
Ci siamo esplorati con le mani e in men che non si dica la sua mano era nei miei slip e la mia sotto la sua gonna con le dita a spostare il perizoma e ad esplorare la fichetta già piena di umori.
Mi sembrò la naturale evoluzione di quello che era successo la sera prima e non pensavo di chiedere di meglio.
Ma invece Luisa ad un certo punto si fermò e guardandomi con occhi languidi mi chiese di prenderla.
Mi disse: “Ti voglio, non ce la faccio più!”.
Non credevo alle mie orecchie (non pensavo di chiedere tanto al secondo appuntamento) e così mi posizionai sopra di lei, penetrandola immediatamente e con facilità per quanto era bagnata. Ma non riuscii ad inserire neanche metà del mio pene che sentii le contrazioni della sua vagina, per un primo orgasmo, che mi spinse fuori.
Al secondo tentativo il mio cazzo dopo un paio di spinte riuscì ad entrare completamente in lei. Mi ritrassi e spinsi ancora ed ecco arrivarle il secondo orgasmo, che mi buttò nuovamente fuori.
Ero completamente fuori di me dalla voglia e dalla eccitazione per questa bellissima ragazza che continuava a venire sotto i miei colpi.
Così dopo averle dato qualche secondo per riprendersi dall’orgasmo lo rinfilai nuovamente dentro e cominciai a pomparla come un pazzo. Non fu una buona idea, perché dopo una decina di colpi eccola arrivare al terzo orgasmo. La sua fica mi spinse nuovamente fuori e conseguentemente, con numerose e successive contrazioni si chiuse, rendendo in quel momento impossibile continuare la penetrazione.
Lei a queso punto mi disse: “Scusami dammi un attimo per riprendermi. Mi hai fatto morire!” Quindi mi appoggio sul sedile lato guida, un po' guardandola estasiata ed un po' confuso ed indeciso sul da farsi .
Laggiù il mio uccello dritto e pulsante cercava di ricordarmi le sue esigenze, ma in quel momento era tecnicamente impossibile soddisfare.
Allora lei, vedendomi lì in attesa, rispettoso dei suoi tempi senza tentare in alcun modo di forzarla, mi rivolge uno sguardo languido ed arrapante (che ancora mi ricordo) e dopo avermi baciato appassionatamente sulla bocca, scende giù con la testa a dare al mio cazzo la gioia di conoscere le sue bellissime labbra e la sua fantastica lingua.
Era la prima volta che una ragazza mi faceva del sesso orale senza che glielo avessi chiesto. Mi era capitato di richiederlo ad altre ragazze collezionando un paio di rifiuti ed un paio di si non troppo convinti.
Questa volta avevo trovato una ragazza, una donna, che non solo lo faceva di sua iniziativa, ma a cui evidentemente piaceva farlo.
E si sentiva!
Ma ritornando ad oggi. Come dicevo lei sa che quello è il mio punto debole, forse per la sua maestria nel farlo, forse perché in quel momento sono in un certo senso impotente nelle sue mani, mentre decide decide ritmo e passione della cosa.
Forse perché so che le piace e la eccita farlo e questo per contro eccita tantissimo anche me. Comunque quando Luisa me lo prende in bocca non resisto e riesce a portarmi al culmine del piacere in breve tempo.
In effetti, rifletto, può essere un'espediente che sta usando per accorciare i tempi e mettermi bello tranquillo e svuotato a nanna, senza che io poi possa avanzare troppe richieste. Tuttavia questo dubbio non cancella assolutamente il fatto che piace anche a lei e lo testimonia il fatto che non si tratta di una sega veloce con un po' di succhiotti alla cappella.
E’ un lavoro da maestra, che richiede non solo impegno ma amore e dedizione, e che non trascura nessuna parte del mio sesso.
Inizia a darmi dei piccoli baci su tutto il pene che diventano poi sempre più profondi e con lingua va ad esplorare l’interno del glande non ancora a nudo, massaggiandolo ed insalivandolo per poi dolcemente con le labbra spinge giù la carne che lo ricopre, dandomi una sferzata di adrenalina.
La lingua poi percorre tutta l’asta verso il basso arrivando alle palle ove riprende il lavoro di piccoli baci prima e di pennellate con la lingua poi, finché non sono bene insalivate ed allora percorrendo con le dita il canale che parte dal prepuzio fino all’ano scende fino giù.
All’inizio mi sfiora il buco del culo e poi comincia ad accarezzarlo dolcemente, risalendo lungo il canale alle palle.
Le massaggia e le cinge con tutta la mano a coppa e poi di nuovo scende giù dopo essersi insalivate le dita della mano sinistra.
Continuando in questo massaggio altamente erotico, nel frattempo la sua mano destra impugna saldamente il mio bastone di carne e la bocca ritorna sulla punta a torturarla con leccate lente e poi veloci ed a risucchiarlo tra le morbide labbra.
Come un abile suonatore di flauto svolge tutti questi compiti in sincronia, sicché il piacere non è mai solo in un punto, ma si sposta in punti diversi di volta in volta in una erotica armonia sensoriale. E ne godo (e lei gode con me) davvero in tutti i sensi.
E' una festa per la vista. Perché guardandola farsi sparire il cazzo tra le labbra con un’aria sognante è talmente eccitante per me.
Ma lo è anche per lei. A volte si è lasciata sfuggire nel momento dell’eccitazione: “Mi piace tantissimo guardare il tuo uccello“.
E' una festa per il tatto. Perché la sua eccitazione nel sentire la mia erezione tra le sue mani si moltiplica e centuplica per me nel sentire il tocco delle sue mani della sua bocca e della sua lingua sul mio sesso.
E' una festa per l’udito. Perché lei si eccita a sentirmi ansimare sempre più profondamente. Penso le dia una sensazione di potere avermi in pugno in quel momento.
Io di converso mi eccito ad udire il suo affanno dato dall'eccitazione ed i rumori osceni del risucchio che produce la sua opera.
E' una festa per il gusto, perché fin dalla prima volta non hai mai ritratto la bocca al momento dell'eiaculazione. Anzi ha sempre accolto di gusto il mio sperma nella sua bocca, fin dalla prima volta. E ne godo anch’io, poiché dopo aver scaricato l’ultima goccia del mio seme nella sua bocca corro ad abbracciarla e a baciarla con la lingua. La prima volta che è capitato è rimasta un po' sorpresa. Aveva uno sguardo interrogativo quasi a chieder cosa facessi, dato che aveva ancora il mio sperma in bocca. Poi lei ha capito che si trattava di un atto un po' di perversione e un po' di amore per tutto il godimento che mi aveva dato con quel pompino.
Tant’è che dopo averlo fatto la prima volta, lei mi ha copiato. Venendo a baciarmi quando il piacere con la bocca alla sua fica glielo ho dato io. Ed anche lei aveva deciso di condividere il sapore dei suoi umori.
Ed infine è una festa anche per l’olfatto. Si, perché ho notato prima di iniziare a baciarlo, spesso ne avvicina la punta al naso per una profonda inspirazione quasi a voler inalare tutti gli ormoni presenti nel mio liquido pre-seminale già fuoriuscito. Per poi farlo sparire in bocca.
E tuto ciò sta accadendo proprio ora: le mani, la bocca, la lingua si muovono in sincrono.
Non riesco a stare fermo, poiché quando mi sto abituando ad un tipo di stimolazione, ne parte subito un‘altra, da un’altra parte.
La troia poi ha capito nel tempo quali sono i miei punti più sensibili e quali premere al momento giusto per farmi venire.
E così sentendo il cazzo pulsare accelera i movimenti della mano ed il risucchio della bocca mentre il suo dito che stava torturando il mio buchino con un massaggio si ferma proprio lì, iniziando a premere sempre più, finché la mia eccitazione, non mi permette più di stringere l'ano ed accoglie all’interno, prima il suo polpastrello e poi metà dito, stimolando la prostata. È troppo per me. Non riesco a contenermi e sborro nella sua bocca.
Al primo schizzo lei decelera, sfila il dito e raccoglie la mano a coppa sui miei testicoli, mentre sento la lingua che sta impastando il mio seme sulla cappella ed all’interno della sua bocca. Due goccioline sfuggono durante tutto questo frullio della lingua. Ma lei golosamente non le lascia andare e si infila tutto il bastone in bocca per andarle a recuperare facendomi avvertire con la punta scappellata il fondo della sua gola, cosa che in quel momento mi da l’ultima sferzata di adrenalina, che mi stende come una botta in testa.
Alla fine si stacca dal mio uccello e viene a stendersi accanto a me. Cerco allora nuovamente la sua fica con la mano, ma lei mi ferma dicendo: “Aspetta, ho sentito un rumore”.
A me non sembra aver sentito niente, ma lei si alza e va di la a controllare.
Ritorna dicendo: “Andrea si lamentava nel sonno. Forse un altro brutto sogno. Meglio fermarci qua. Non vorrei che si presentasse da un momento all’altro e ci interrompesse sul più bello”.
Le faccio uno sguardo da bambino imbronciato a cui hanno appena rubato il gelato.
Ma Luisa con un dolcissimo sorriso mi abbraccia mi bacia e pone la testa sul mio petto e rimaniamo così abbracciati come due casti fidanzatini.
Mi dice: “Dai, domani sera ci organizziamo. Li mettiamo a dormire presto così possiamo stare un pò in santa pace”.
Sinceramente non ho le forze per controbattere.
Oltre al mio sperma mi ha risucchiato anche un pezzo di cervello lasciandomi come un mezzo ebete.
Ci addormentiamo così abbracciati, mentre penso che, in fondo in fondo, quelle storie dell’uomo che domina la donna, tipo Alpha Man, sono solo stronzate che ci raccontiamo per sentirci forti.
Il vero potere è nelle mani delle donne (o nel mio caso nella bocca della mia donna), che ci prendono e ci fanno fare tutto quello che vogliono.
di
scritto il
2023-06-18
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