La vendetta Sesto episodio
di
Valerio sissy
genere
dominazione
Per il prosieguo di quella giornata le cose non si discostarono molto da ciò che avevo fatto fino ad allora. Malgrado fosse molto dolorante e si muovesse con difficoltà a causa della violenta penetrazione anale che gli avevo inferto, lo obbligai a pulire di nuovo la casa. Non doveva stare un attimo fermo. E infine lo mandai a prepararmi la cena dove lui mangiò di nuovo i miei scarti masticati. Ogni tanto lo chiamavo per farmi accendere una sigaretta usandolo come portacenere e naturalmente mi fece da cesso ogni qualvolta dovevo fare la pipì. Prima di andare a dormire lo legai al termosifone dove trascorse tutta la notte e il mattino seguente, fresca e riposata come una rosa, lo svegliai di soprassalto
“ Alzati bestia, la tua padrona deve farsi una bella doccia e dovrai essere tu a lavarmi” Si stropicciò gli occhi. Dopo una notte praticamente insonne, probabilmente era riuscito a dormire malgrado la scomoda posizione ma mi interessava poco. Lo liberai e mi seguì in silenzio nel bagno. Mi misi sotto la doccia e Gianluca, ancora un po’ incredulo del mio ordine mi guardò senza sapere cosa fare
“ Non è che mi picchierà se la tocco?” Era evidente che si riferiva a ciò che era accaduto il giorno precedente quando lo avevo picchiato per aver osato toccarmi le tette. Lo afferrai per un orecchio
“ Puoi toccarmi solo quando mi devo fare la doccia”
“ Va bene padrona” mi disse chinando lo sguardo” E pensare che era un duro, un ragazzo abituato a comandare con gli altri ma in breve tempo lo avevo ridotto a un vero schiavo. Iniziò a insaponarmi tutto il corpo ed era evidente che gli facevo un gran bell’effetto perché il suo pene si era fatto turgido. Ma era naturale. Il mio corpo era perfetto, le mie tette incredibilmente dure e qualunque uomo si sarebbe eccitato nell’insaponarmi. Vedevo come indugiava in qualunque parte del corpo, compreso il mio membro che ben presto divenne eretto. E la differenza tra il mio e il suo era davvero enorme
“ Allora? Guarda schiavo! Guarda la differenza tra il mio cazzo e il tuo. Al mio confronto sei proprio un essere inferiore”
“ E’ incredibile. Non ho mai visto un pene così grosso”
“ Sei o non sei un essere inferiore al mio cospetto? Posso picchiarti con una mano mentre con l’altra mi guardo le unghie, posso obbligarti a fare qualunque cosa voglio e infine il tuo cazzo è meno della metà del mio”
“ Io… Io credo che lei sia veramente un essere superiore” rispose quasi sottovoce. Immaginai che lo avesse ammesso solo per non essere picchiato da me ma comunque rimasi soddisfatta della sua risposta. Ma naturalmente la doccia era una scusa anche per farmi fare un pompino. Gli indicai il pavimento e lui docilmente lo prese in bocca. Grazie al mio lavoro, ero capace di resistere tantissimo tempo e lo lasciai col mio cazzo in bocca per diversi minuti che non potei quantificare. Gianluca non provò nemmeno a toglierselo dalla bocca e naturalmente me ne venni nella sua bocca. E non mi feci scappare l’occasione per fargli bere la mia urina. Mi feci asciugare e poi gli ordinai di andarmi a preparare la colazione. Mi vestii quindi con calma con qualcosa che non mi faceva passare certo inosservata. Mi misi un aderentissimo pantalone di lattice nero, un top rosso e ovviamente condii tutto con un paio di stivali tacco 15 dentro i quali infilai il mio pantalone. Mi truccai minuziosamente e infine mi guardai allo specchio molto soddisfatta. Gianluca stava a guardarmi, ovviamente in ginocchio, con la bocca aperta
“ Allora schiavo che ne dici? Sono bella?”
“ Lei è bellissima” sospirò alzando la testa “Posso dirle che è molto più bella di… di una donna biologica?”
“ L’hai detto ma non ti punirò per questo. Devi adorare la tua padrona e dirmi che sono bellissima rientra nei tuoi doveri di schiavo”
“ Lo penso veramente”
“ Beh, io adesso scendo. Vado a farmi ammirare. Ti posso garantire che mi guarderanno tutti”
“ Lo immagino” sospirò per poi guardarmi quasi implorante “E… E mi ammanetterà di nuovo al termosifone?”
“ Per forza. E non credo che tu oserai ribellarti. Non è così?”
“ Non ci penso nemmeno. Ho capito quanto lei sia forte. Tentare una ribellione sarebbe un suicidio” ammise e mi resi conto che era sincero
“ E non hai visto niente. Finora ti ho colpito solo per farti comprendere che non ti conveniva disobbedirmi ma se dovessi lottare sul serio per te sarebbe la fine. Potrei ucciderti con un solo colpo. Ti conviene credermi sulla parola”
“ Le credo padrona. Posso chiederle una cosa?”
“ Avanti dimmi”
“ Mi lascerà libero prima o poi?”
“ Dipenderà da te. Se ti comporterai bene ti lascerò andare tra qualche giorno. Ma voglio obbedienza assoluta. Sarai il mio cesso, il mio portacenere, il mio servetto e naturalmente mi soddisferai da un punto di vista sessuale”
“ Io dovrò essere solo passivo?” Mi feci una risata
“ Con i miei schiavi sono sempre solo attiva. Con i miei amanti posso essere anche passiva. Tu non puoi venire. Non metto la gabbietta a quel tuo pene ridicolo perché non ce ne sarà bisogno. Se tu dovessi venirtene mentre io sono fuori casa me ne accorgerei subito. Quando io sono presente è impensabile. Pertanto, comportati bene e avrai la possibilità di essere liberato prima di quanto tu possa immaginare”
“ Lo farò padrona” Sorrisi senza rispondergli. Mi aspettava una bella passeggiata e un po’ di shopping e il pieno di sguardi ammirati e concupiscenti, cosa di cui io mi nutrivo come se fosse cibo giornaliero.
Per commentare scrivete a
jonathan1957@tiscali.it
“ Alzati bestia, la tua padrona deve farsi una bella doccia e dovrai essere tu a lavarmi” Si stropicciò gli occhi. Dopo una notte praticamente insonne, probabilmente era riuscito a dormire malgrado la scomoda posizione ma mi interessava poco. Lo liberai e mi seguì in silenzio nel bagno. Mi misi sotto la doccia e Gianluca, ancora un po’ incredulo del mio ordine mi guardò senza sapere cosa fare
“ Non è che mi picchierà se la tocco?” Era evidente che si riferiva a ciò che era accaduto il giorno precedente quando lo avevo picchiato per aver osato toccarmi le tette. Lo afferrai per un orecchio
“ Puoi toccarmi solo quando mi devo fare la doccia”
“ Va bene padrona” mi disse chinando lo sguardo” E pensare che era un duro, un ragazzo abituato a comandare con gli altri ma in breve tempo lo avevo ridotto a un vero schiavo. Iniziò a insaponarmi tutto il corpo ed era evidente che gli facevo un gran bell’effetto perché il suo pene si era fatto turgido. Ma era naturale. Il mio corpo era perfetto, le mie tette incredibilmente dure e qualunque uomo si sarebbe eccitato nell’insaponarmi. Vedevo come indugiava in qualunque parte del corpo, compreso il mio membro che ben presto divenne eretto. E la differenza tra il mio e il suo era davvero enorme
“ Allora? Guarda schiavo! Guarda la differenza tra il mio cazzo e il tuo. Al mio confronto sei proprio un essere inferiore”
“ E’ incredibile. Non ho mai visto un pene così grosso”
“ Sei o non sei un essere inferiore al mio cospetto? Posso picchiarti con una mano mentre con l’altra mi guardo le unghie, posso obbligarti a fare qualunque cosa voglio e infine il tuo cazzo è meno della metà del mio”
“ Io… Io credo che lei sia veramente un essere superiore” rispose quasi sottovoce. Immaginai che lo avesse ammesso solo per non essere picchiato da me ma comunque rimasi soddisfatta della sua risposta. Ma naturalmente la doccia era una scusa anche per farmi fare un pompino. Gli indicai il pavimento e lui docilmente lo prese in bocca. Grazie al mio lavoro, ero capace di resistere tantissimo tempo e lo lasciai col mio cazzo in bocca per diversi minuti che non potei quantificare. Gianluca non provò nemmeno a toglierselo dalla bocca e naturalmente me ne venni nella sua bocca. E non mi feci scappare l’occasione per fargli bere la mia urina. Mi feci asciugare e poi gli ordinai di andarmi a preparare la colazione. Mi vestii quindi con calma con qualcosa che non mi faceva passare certo inosservata. Mi misi un aderentissimo pantalone di lattice nero, un top rosso e ovviamente condii tutto con un paio di stivali tacco 15 dentro i quali infilai il mio pantalone. Mi truccai minuziosamente e infine mi guardai allo specchio molto soddisfatta. Gianluca stava a guardarmi, ovviamente in ginocchio, con la bocca aperta
“ Allora schiavo che ne dici? Sono bella?”
“ Lei è bellissima” sospirò alzando la testa “Posso dirle che è molto più bella di… di una donna biologica?”
“ L’hai detto ma non ti punirò per questo. Devi adorare la tua padrona e dirmi che sono bellissima rientra nei tuoi doveri di schiavo”
“ Lo penso veramente”
“ Beh, io adesso scendo. Vado a farmi ammirare. Ti posso garantire che mi guarderanno tutti”
“ Lo immagino” sospirò per poi guardarmi quasi implorante “E… E mi ammanetterà di nuovo al termosifone?”
“ Per forza. E non credo che tu oserai ribellarti. Non è così?”
“ Non ci penso nemmeno. Ho capito quanto lei sia forte. Tentare una ribellione sarebbe un suicidio” ammise e mi resi conto che era sincero
“ E non hai visto niente. Finora ti ho colpito solo per farti comprendere che non ti conveniva disobbedirmi ma se dovessi lottare sul serio per te sarebbe la fine. Potrei ucciderti con un solo colpo. Ti conviene credermi sulla parola”
“ Le credo padrona. Posso chiederle una cosa?”
“ Avanti dimmi”
“ Mi lascerà libero prima o poi?”
“ Dipenderà da te. Se ti comporterai bene ti lascerò andare tra qualche giorno. Ma voglio obbedienza assoluta. Sarai il mio cesso, il mio portacenere, il mio servetto e naturalmente mi soddisferai da un punto di vista sessuale”
“ Io dovrò essere solo passivo?” Mi feci una risata
“ Con i miei schiavi sono sempre solo attiva. Con i miei amanti posso essere anche passiva. Tu non puoi venire. Non metto la gabbietta a quel tuo pene ridicolo perché non ce ne sarà bisogno. Se tu dovessi venirtene mentre io sono fuori casa me ne accorgerei subito. Quando io sono presente è impensabile. Pertanto, comportati bene e avrai la possibilità di essere liberato prima di quanto tu possa immaginare”
“ Lo farò padrona” Sorrisi senza rispondergli. Mi aspettava una bella passeggiata e un po’ di shopping e il pieno di sguardi ammirati e concupiscenti, cosa di cui io mi nutrivo come se fosse cibo giornaliero.
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