La sguattera del rifugio - Cap. 1
di
sguatterapersempre
genere
dominazione
E’ Natale eppure mi trovo nella cucina del rifugio sommersa da una montagna di piatti da lavare mentre dal salone sento provenire le risate della mia famiglia. E’ passato un mese da quando i miei genitori sono morti in un drastico incidente e io avendo compiuto appena i 18 anni e non avendo più nulla, vivo con i miei zii che gestiscono un rifugio in montagna. Appena raggiunto il rifugio mi ha accolto mio zia che con fare gentile mi ha spiegato che sono in un periodo di ristrettezza economia e che non potevano più permettersi di avere troppi stipendi e dunque avrei dovuto darmi da fare se volevo avere un tetto sotto la testa. Io, essendo una ragazza volenterosa mi sono messa subito al servizio della famiglia ma poco dopo avrei scoperto che non volevano solo una mano ma una sguattera al loro servizio 24 h su 24! Dopo due giorni dal mio arrivo in cui mi è stato concesso il tempo di riprendermi dalla morte dei miei genitori sono stata convocata in ufficio da mio zio.
Zio: “ Laura, ormai sono due giorni che sei qui a vivere a sbaffo! Mi sembra giusto che ora anche tu ti dai da fare e ti metti al servizio del rifugio”
Io: “Si, zio.”
Nel frattempo, entra anche mia zia.
Zio: “da domani ti sveglierai alle 5 del mattino, preparerai la colazione a me e alla mia famiglia. E poi inizierai a metterti al lavoro. Ogni mattina dovrai fare tutte le camere, pulire i bagni, i pavimenti, le scale e finestre. Poi quando arriva il nostro cuoco verso le 10.30 ti metterai al suo servizio facendo la sguattera di cucina. Il pomeriggio, dopo aver pulito tutta la cucina a fondo ti occuperai di pulire e stirare i vestiti, le lenzuola, gli stracci. Poi verso le 17 ritorni in cucina e non esci fino a che tutto non sarà di nuovo splendente. La sala da pranzo la dovrai pulire a fondo ogni giorno dopo cena e solo quando sarà tutto in ordine potrai andare a letto. E’ tutto chiaro?!?”
Io: “Si, zio” rispondo a capo chino.
Zia: “Tesoro, cosa pensavi? Che ti avremmo trattata come i nostri figli? Tu sarai la nostra serva e quella dei nostri figli. Cosa credevi … che potevi vivere gratuitamente qua? Noi ti diamo un tetto, ti diamo cibo e acqua nonché i vestiti! Ma tu in cambio diventi la nostra sguattera e noi diventiamo i tuoi padroni. Questo significa che da ora in poi ti rivolgerai a noi con gli appellativi di signore e signora. I compiti che ti sono stati dati li dovrai svolgere con umiltà e fatica … pertanto i pavimenti, i cessi lì farai a quattro zampe con lo straccio e il secchio. Ti voglio vedere sfregare bene il pavimento in ginocchio con la capa china e le gambe belle aperte. Ti voglio vedere quando pulisci il bagno con le ginocchia a terra e la faccia sulla tazza attenta a pulire anche la più piccola macchia! Ti è chiaro?
Io: “Si, signora” rispondo a capo chino e con le mani giunte sul davanti. Nel mentre sentivo queste parole non riuscivo ad essere triste perché fare la serva e la schiava domestica è sempre stato il mio sogno segreto.
Zia: “Vieni, sguattera che ti faccio mettere la divisa e ti metti al lavoro!
Nel rifugio c’è un piccolo sgabuzzino dove oltre che esserci l’occorrente per pulire c’è anche un materasso messo giù per terra e che sarà il mio letto. La mia divisa consiste in una maglietta bianca molto usurata e con uno scollo molto ampio che lascia scoperta una spalla o una tetta se viene tirata verso il basso. Mi è stato imposto di indossare un logoro grembiule grigio di cotone anch’esso molto usurato e per il momento mi è stato vietato l’uso dei pantaloni e del reggiseno. Devo sempre essere scalza con degli zoccoli di legno che posso usare solo in cucina perché per gli altri ambienti devo andare in giro a piedi nudi. Appena ho indossato i miei indumenti che hanno segnato per sempre la mia condizione di sguattera, mia zia solo per divertirsi mi ha trascinato per un orecchio fino in cucina e mi ha fatto indossare uno straccio in testa come se fosse un fazzoletto. Poi, mi ha fatta inginocchiare a terra con le gambe aperte, il culo che poggia a terra e le mani dietro la schiena così da mettere in vista le mie poppe e la mia nudità.
In poco tempo, è arrivato mio zio e i miei 3 cugini (2 maschi e una femmina) a guardare la povera sguattera ai loro piedi. Hanno preteso che baciassi loro i piedi e con uno schiaffone sul culo da parte di mio cugino sono andata a pulire i bagni.
To be continued
Zio: “ Laura, ormai sono due giorni che sei qui a vivere a sbaffo! Mi sembra giusto che ora anche tu ti dai da fare e ti metti al servizio del rifugio”
Io: “Si, zio.”
Nel frattempo, entra anche mia zia.
Zio: “da domani ti sveglierai alle 5 del mattino, preparerai la colazione a me e alla mia famiglia. E poi inizierai a metterti al lavoro. Ogni mattina dovrai fare tutte le camere, pulire i bagni, i pavimenti, le scale e finestre. Poi quando arriva il nostro cuoco verso le 10.30 ti metterai al suo servizio facendo la sguattera di cucina. Il pomeriggio, dopo aver pulito tutta la cucina a fondo ti occuperai di pulire e stirare i vestiti, le lenzuola, gli stracci. Poi verso le 17 ritorni in cucina e non esci fino a che tutto non sarà di nuovo splendente. La sala da pranzo la dovrai pulire a fondo ogni giorno dopo cena e solo quando sarà tutto in ordine potrai andare a letto. E’ tutto chiaro?!?”
Io: “Si, zio” rispondo a capo chino.
Zia: “Tesoro, cosa pensavi? Che ti avremmo trattata come i nostri figli? Tu sarai la nostra serva e quella dei nostri figli. Cosa credevi … che potevi vivere gratuitamente qua? Noi ti diamo un tetto, ti diamo cibo e acqua nonché i vestiti! Ma tu in cambio diventi la nostra sguattera e noi diventiamo i tuoi padroni. Questo significa che da ora in poi ti rivolgerai a noi con gli appellativi di signore e signora. I compiti che ti sono stati dati li dovrai svolgere con umiltà e fatica … pertanto i pavimenti, i cessi lì farai a quattro zampe con lo straccio e il secchio. Ti voglio vedere sfregare bene il pavimento in ginocchio con la capa china e le gambe belle aperte. Ti voglio vedere quando pulisci il bagno con le ginocchia a terra e la faccia sulla tazza attenta a pulire anche la più piccola macchia! Ti è chiaro?
Io: “Si, signora” rispondo a capo chino e con le mani giunte sul davanti. Nel mentre sentivo queste parole non riuscivo ad essere triste perché fare la serva e la schiava domestica è sempre stato il mio sogno segreto.
Zia: “Vieni, sguattera che ti faccio mettere la divisa e ti metti al lavoro!
Nel rifugio c’è un piccolo sgabuzzino dove oltre che esserci l’occorrente per pulire c’è anche un materasso messo giù per terra e che sarà il mio letto. La mia divisa consiste in una maglietta bianca molto usurata e con uno scollo molto ampio che lascia scoperta una spalla o una tetta se viene tirata verso il basso. Mi è stato imposto di indossare un logoro grembiule grigio di cotone anch’esso molto usurato e per il momento mi è stato vietato l’uso dei pantaloni e del reggiseno. Devo sempre essere scalza con degli zoccoli di legno che posso usare solo in cucina perché per gli altri ambienti devo andare in giro a piedi nudi. Appena ho indossato i miei indumenti che hanno segnato per sempre la mia condizione di sguattera, mia zia solo per divertirsi mi ha trascinato per un orecchio fino in cucina e mi ha fatto indossare uno straccio in testa come se fosse un fazzoletto. Poi, mi ha fatta inginocchiare a terra con le gambe aperte, il culo che poggia a terra e le mani dietro la schiena così da mettere in vista le mie poppe e la mia nudità.
In poco tempo, è arrivato mio zio e i miei 3 cugini (2 maschi e una femmina) a guardare la povera sguattera ai loro piedi. Hanno preteso che baciassi loro i piedi e con uno schiaffone sul culo da parte di mio cugino sono andata a pulire i bagni.
To be continued
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