Agenzia immobiliare - Gianluca & Marta

di
genere
etero

Faccio un anteprima, poi deciderete voi se pubblicare o meno l'anteprima, ma prima di allegare il testo del racconto, ci tengo a precisare che è una STORIA VERA e, pur descrivendo sommariamente i luoghi, ho sostituito i nomi dei protagonisti. Credo di averlo scritto abbastanza bene, ma se dovete apportare qualche correzione ne autorizzo la modifica.

ECCO IL TESTO DEL RACCONTO:

Ho circa 30 anni e il mio nome è Gianluca, vivo ancora con i miei genitori e sono single, se non qualche storiella che lascia il tempo che trova, visto che il mio lavoro mi impegna parecchio, e il tempo libero lo dedico alla corsa, palestra, e sport in generale.
Mi piace essere in perfetta forma fisica insomma!
Sono il titolare di un'agenzia immobiliare in provincia di Firenze e da qualche anno sono solo concentrato a sviluppare la mia rete vendita.
Successe tutto nel 2018, e anche se era maggio inoltrato l'estate era alle porte; un giorno capitò nella mia agenzia Marta, una signora napoletana, di bella presenza, abbastanza alta e robusta, e tanto bastava per non passare inosservata.
Un caschetto castano chiaro incorniciava un viso tondo, dalla pelle olivastra, ben truccata con tanto di rimmel, ombretto color fucsia come il rossetto, che metteva in risalto due belle labbra carnose.
Vestiva un paio di jeans attillati e una casacca morbida rosa pallido lavorata a uncinetto a coprirle il culo; e attraverso le trame del tessuto risaltava un reggiseno rosa a contenere almeno una quarta di seno.
Marta mi propose di interessarmi a vendere la sua villetta, e in quella mezz'ora di presentazione non mi tolse gli occhi di dosso neanche un attimo, complimentandosi per la mia professionalità ma anche per il mio fisico.
Nei giorni successivi visitammo la casa e mi disse di partire da 320 mila euro, ma accettava proposte da 270 in su; portai con me un maestro della fotografia per poter valorizzare con foto professionali gli annunci immobiliari.
Quando restammo da soli, parlammo un pò di più, Marta si rivelò una donna dal carattere forte, austera e intransigente, anche se molto solare e affabile.
Ci vedemmo ancora due-tre volte, e furono le occasioni per familiarizzare ulteriormente e approfondire la nostra conoscenza.
Seppi che aveva 51 anni ed era rimasta vedova da qualche anno, lavorava come organizzatrice di viaggi per anziani, che accompagnava nei loro tour, mi raccontò che aveva due figlie grandi entrambe sposate che vivevano a Napoli e una di quelle l'aveva già resa nonna, poi aggiunse:
-"Sai Gianluca, sto facendo questa vendita perché mi servono parecchi soldi. Ho tante cose da sistemare...la successione....i pagamenti arretrati...e parecchie tasse! Io non ho fretta, ma voglio trovare chi mi dà quella cifra".
Ci salutammo sulla porta e andò via.
Pur con tanta pubblicità e molti siti immobiliari, non riuscii a trovare nessuno disposto a spendere tale cifra, finché un giorno si presentò una persona interessata, che dopo la visita della villetta tornò in agenzia e firmò una proposta di acquisto a 250 mila euro.
Contattai Marta telefonicamente che rifiutò esclamando:
-"Noooo, a questo prezzo la casa è regalata. Non ci sto, non posso".
La rassicurai che avrei provato a cercare un altro tipo di clientela e spuntare un'altra offerta più alta. Circa tre settimane dopo avevo in mano una proposta un pò più alta che era in linea con quello che chiedeva lei, e convocandola in agenzia le dissi:
-"Senti Marta, l'offerta si avvicina a quanto richiedi, ma io vorrei provare a ricavare qualcosa in più...o almeno ci provo...nel tuo interesse!!"
Marta replicò:
-"Mi piace come ci sai fare nei affari, certo una cifra maggiore mi farebbe comodo.
Ti prometto che se mi fai vendere bene, oltre alla percentuale che mi hai chiesto, ti faccio un bel regalo! E più alta e la cifra, più alto sarà pure il regalo".
Lo disse strizzandomi l'occhio, e ci lavorai sopra qualche giorno riuscendo a spuntare una proposta da 290 mila euro.
Contattai nuovamente Marta che al telefono sentii abbastanza contenta della trattativa, e le dissi di passare da me per firmare l'accettazione.
Mi rispose che non era a Firenze, sarebbe tornata la sera successiva, e non era sicura di farcela per l'orario di chiusura dell'agenzia, ma le dissi:
-"Ti aspetto" e aggiunsi:
-"Io resterò in agenzia anche dopo chiusura. Se trovi la serranda abbassata fammi uno squillo e ti apro".
Erano circa le 20 quando sentii squillare il cellulare, feci entrare Marta e riabbassai la serranda; avevo fatto un ottimo lavoro e Marta era felicissima!
Eravamo in piedi uno di fronte all'altra, ad un tratto mi prese per la cravatta attirandomi a sé e mi baciò sulle guance; sentii le sue tette premermi sul torace, il ventre premeva sulla patta dei pantaloni e il mio cazzo cominciava a svegliarsi.
Marta accennò a un leggero bacio sulle labbra mentre mi teneva ancora per la cravatta. Non ebbi il tempo si rispondere a quel bacio quando le squillo' il telefono.
-"Scusa Gianluca, è mia figlia, devo rispondere" disse!
Dalla sua voce intuii che era una cosa non da poco, cambiò umore e sul suo volto lessi un'espressione preoccupata, ma alla fine mi spiegò tutto.
Doveva partire urgentemente perché la figlia era ricoverata in ospedale con minaccia d'aborto.
-"Senti Gianluca, ti firmo una procura a vendere, preoccupati tu di tutte le pratiche per la casa. Io non so quanto tempo sarò fuori, qualche settimana o forse qualche mese. Per ogni cosa ci sentiamo al telefono".
Andò via di corsa, sentivo sui vestiti il suo profumo, sulle labbra il suo sapore, e mi aveva lasciato a cazzo duro!
Nei mesi seguenti ci sentimmo spesso al telefono, mi disse che tra il suo lavoro e il problema della figlia, non era tornata più a Firenze se non per uno o due giorni.
Le ricordai che a metà settembre era stato fissato l'atto notarile per la compavendita, e così un venerdì di metà settembre la rividi in agenzia per il rogito notarile; la vendita era andata a buon fine e lei avrebbe lasciato casa entro novanta giorni. Con l’occasione mi disse:
–“Se non hai impegni per domani sera, potremmo cenare a casa mia; è l’occasione per festeggiare e prenderti quel che ti spetta”.
All’ora stabilita ero a casa sua, in una mano una bottiglia di prosecco e nell’altra un bouquet di fiori multicolori.
Marta mi accolse con la solita cordialità e un bacetto sulla guancia esclamando:
–“Ohhh…sono per me questi fiori? Grazieee, sono davvero bellissimi…un bel pensiero, io amo molto i fiori!!”.
Entrando notai una tavola apparecchiata con molto gusto, a centrotavola un recipiente di vetro avvolgeva una candela profumata, e in tutto l’ambiente si diffondeva un profumo di sandalo.
Lei mi fece cenno di seguirla in cucina dove stava ultimando gli ultimi preparativi per la cena.
La deliziosa cenetta volgeva al termine, il prosecco era terminato così come un’altra bottiglia di vino, Marta mi chiese se volessi concludere con caffè e amaro, econ la testa feci cenno di sì.
Dopo qualche attimo tornò con due caffè, una bottiglia di amaro, e due bicchieri; e ci accomodammo entrambi sul divano.
Restammo ancora a parlare a lungo della compravendita e mentre sorseggiavamo l'amaro mi disse che ero stato molto bravo nella vendita; alla fine mi fece cenno di seguirla! Entrammo in camera da letto dove in sottofondo suonavano le morbide note di un disco di Enya.
Da un cassetto tirò fuori un assegno di diecimila euro, me lo consegnò e lo intascai, poi disse:
-"Te li sei proprio meritati...grazie!!" poi aggiunse:
-"Sicuramente starai pensando a quel che ti dissi quando ci siamo conosciuti... Ti avevo promesso un regalo oltre la percentuale sulla vendita! Ed io mantengo sempre ciò che prometto".
Così dicendo si accostò a me baciandomi sulla bocca, ed io questa volta ebbi il tempo di rispondere al bacio.
Le infilai la lingua in bocca che si intrecciò con la sua, e ci baciammo per un tempo che sembrò interminabile, poi fece scivolare ai piedi la tunica bianca restando a seno nudo solo con un minuscolo slip dicendo:
-"Eccomi qua...sono io il tuo regalo!!!”.
Che visione sublime pensai!
Una figura marmorea dalla testa ai piedi; che spettacolo!!!
Finimmo abbracciati sul letto, ed apprezzai la sua pelle morbida, Marta continuava ad accarezzarmi esclamando:
-"Che spalle...che corpo...che bel culo".
Le baciai il collo e le orecchie...i capezzoli duri...lei scese a baciarmi il ventre, infine sentii le sue labbra sul cazzo, lecco' la cappella, poi tutta l'asta fino alle palle, e fece sparire interamente l’uccello nella sua bocca, un pompino ben fatto, lento e senza mani.
Un pompino senza mani è tutt'altra cosa, mi era capitato rarissime volte, spesso le donne tendono ad impugnare l'uccello e a tenerlo con la mano tutto il tempo...come se scappasse via...e così facendo ti succhiano a malapena la cappella, e arrivano a metà cazzo.
Marta invece si rivelò all'istante un'esperta di pompini; aveva le mani sulle mie cosce, lo ingoiava completamente, e risalendo succhiava ogni centimetro, fissandomi con il suo sguardo penetrante.
Era beatamente troia!!!
Continuò finché non dovetti fermarla dicendole:
-"Basta...basta così...fermati...sennò vengo...fermati".
Baciai quella divina creatura e tutto il suo corpo, poi scesi tra le sue cosce...arrivai con la bocca sulla fica dalle labbra rosse, gonfie, abbastanza bagnate, il boschetto era impregnato di umori e diffondeva un odore inebriante!
Cercai il clitoride, prima con le dita poi con la lingua, baciando e succhiandolo, lo presi tra le labbra stringendolo e rilasciando, più lo succhiavo e più lo sentivo grosso.
Sentii il suo respiro diventare affannoso, si dimenava contorcendosi, capii che era prossima all'orgasmo e con voce tremante mi disse:
-"Sto godendo...vengo...vengo...sto godendo... vengo... vengo" ripetendolo più volte. Leccando tra le piccole labbra gustai tutto il liquido abbondante, poi lei scoppiò in una fragorosa risata invitandomi a smettere
-"Basta...basta...ti prego bastaaaa...mi fai solletico...basta, non lo sopporto".
Avevo già sentito di donne che dopo un orgasmo da leccata di fica non sopportano più che le tocchi il clitoride, ma lei era proprio esagerata.
-"Chiavami dai...voglio il cazzo...voglio il cazzo...dammelo...dai chiavami".
Avevo un cazzo talmente duro che mi facevano male i coglioni; avevo atteso per tanti mesi questo momento e l'eccitazione era alle stelle.
La presi a missionario ficcandogli il cazzo in fondo all'utero.
Aveva la fica ancora bella stretta, anche se dopo due parti naturali.
Scopavo con tutta la forza che avevo dentro, e lei sapeva ben accompagnare quando mi ritraevo.
Ad ogni affondo notavo una smorfia di dolore sul suo viso, ma la cosa che mi eccitava maggiormente erano le sue tette che sobbalzavano ad ogni colpo.
Nell'aria solo le note del CD di Enya e i nostri respiri affannosi.
Con voce sommessa mormorò soltanto di non venire dentro perché aveva ancora il ciclo, pregandomi di venire fuori, dove volevo ma tranne dentro.
Se ne accorse quando stavo per esplodere ed esclamò -"Esci...Esci...Sborrami addosso dai...sborrami tutta...dammi il tuo schizzo".
Numerosi getti di sborra ricoprirono le sue tette e il collo, e ripulendo con la lingua ciò che rimase in punta al cazzo, e sorridendo si lasciò andare a un'espressione nella suo dialetto napoletano:
-”Maronna santa…. stavi carico carico…guarda qua…m’hai allagato!!”.
Ammiccai una smorfia do soddisfazione, mentre Marta si leccava le dita dopo aver raccolto il mio nettare dalle tette e dal collo.
Restammo ancora abbracciati a coccolarci una mezz'ora, lei mi chiese quale era la prima cosa che guardavo in una donna.
Risposi che i miei occhi andavano dritti dritti sul seno, poi gli occhi, infine le gambe.
Poi mia volta le feci la stessa domanda e lei rispose che era attratta dal culo, aggiungendo:
-"Ci sono uomini che hanno un culo che parla da solo...perciò prima guardo il culo, poi guardo tutto il resto, e strizzandomi una chiappa disse:
-"Tu per esempio hai un culo da oscar...si vede che fai palestra!".
Ricominciammo con un 69 lei era distesa, io sopra di lei, affondai il viso tra le sue cosce, dove c’era ancora l’odore della sua venuta precedente, iniziai a leccargli la passera prima delicatamente, poi un po’ più energicamente.
Le parole di Marta mi arrivarono ovattate ma chiare:
-"Posso giocare col tuo culetto?"
Colto di sorpresa non ebbi la risposta pronta, dando l'idea a Marta che il mio silenzio era tutt'altro che una negazione; difatti fui sorpreso maggiormente quando una mano mi allargò le chiappe e sentii la sua lingua bagnata sul buco del culo, e le dita giocare con la cappella e solleticare il frenulo.
Poi improvvisamente prese a succhiarmi il cazzo e sentii le dita roteare intorno al mio buchetto, poi di colpo alternava, ancora le dita sul cazzo e la lingua nel culo, e poi variava ancora.
A poco a poco sentivo un dito farsi spazio nel mio buchetto e lo spingeva dentro gradualmente, con molta cautela, in quel momento realizzai che mi aveva ficcato tutto il dito medio nel culo.
Avevo un senso di turbamento e non capivo più nulla!!
Lingua nel culo, sega, pompino, dita nel culo, tutto insieme; non mi era mai capitata una donna che mi riservasse questo trattamento ma era una sensazione alquanto piacevole, merito di Marta che si era rivelata un vero portento.
Marta di colpo cambiava genere, alternava una sega ad un pompino, e muoveva il dito nel culo allo stesso ritmo, io ero al settimo cielo!!!
Presi a succhiarle la fica, mi arrivavano i suoi mugolii attutiti, ma non capivo se per il lavoretto che deliziava la sua passera oppure per ciò che mi stava facendo lei, e solo per un attimo ebbe la bocca libera per dirmi che sarebbe venuta a breve.
Gli improvvisi e continuati movimenti del bacino e gli spasmi vaginali erano i segnali del suo godimento che fu più duraturo, forte, e intenso del primo.
Presa da un attimo di frenesia Marta urlava: –“Siiii…Eccolo…Eccolo è tuo …Godo…siiiii…Godoooo”.
L’odore persistente dei suoi umori mi arrivò fino al cervello; non avrei più staccato le labbra da quella fica, avrei continuato all’infinito, ma pensai alla reazione post-orgasmo della donna, mi scansai continuando a baciare e mordicchiare l’interno delle cosce, mentre la sua fica non smetteva di pulsare.
Non smetteva di penetrarmi e quel ditalino nel culo mi aveva reso l'uccello più grande del solito, e gonfio come non l’avevo mai sentito.
Marta lo ingoiava fino alle palle, poi pronunciò:
–“Dammela…Dammela tutta la tua sborra… La sto aspettando …Schizza dai… Schizza… Schizza e sborrami tutta... La voglio...!" e intanto velocizzava la sega e la sua lingua mi torturava il frenulo.
Un attimo dopo una colossale sborrata stava inondando il viso di Marta che fece giusto in tempo a dirigere il getto sulla lingua... e anche questa volta mi strizzò la cappella raccogliendo le ultime gocce.
Quando mi tolse il dito dal culo, anziché provare un senso liberatorio ebbi l’impressione che mi dispiacesse, e se inizialmente l’avevo visto come un abuso, ora non più, pensando tra me e me che la cosa mi era piaciuta, ma anche dubbioso di cosa mi stesse succedendo. Esausti e per riprendere fiato, ci adagiammo l’uno accanto all’altra, Marta mi chiese se ero stato contento della serata, le risposi con un gran sorriso facendole capire che ero stato benissimo e aggiunsi:
–“Una serata così la sognavo da tempo!” poi lei passandomi una mano tra i capelli aggiunse:
–“Grazie, veramente anche a me da molto tempo mancava una serata così”.
Poi Marta si alzò e disse:
–“Io vado a farmi una doccia…ne ho proprio bisogno” aggiungendo:
–“Senti, se non hai impegni familiari e se ti fa piacere, potresti passare qui la notte! Dopotutto domani è domenica, e non hai neanche da lavorare. Vedi tu…se ti fa piacere…”
Mentre si allontanava verso il bagno risposi:
–“ Se non do fastidio resterei volentieri, è quasi mezzanotte, ho anche bevuto un pò e non ho proprio voglia di fare oltre 30 chilometri in macchina. D’accordo, resto”.
Mi infilai sotto le lenzuola e stetti un po’ sveglio a pensare, poi senza accorgermene chiusi gli occhi.
Non so quanto tempo era passato, ero nel dormiveglia e sentii la voce di Marta sussurrarmi la buonanotte.
L’indomani mattina fui svegliato dalla fragranza del caffè che arrivava fino alla camera da letto; allungai una mano non trovando Marta, così realizzai e ad alta voce dissi:
–“Buongiorno, già sei in piedi?”
Marta si affacciò dalla cucina dicendomi:
–“Buongiorno, vuoi anche tu un caffe? Io l’ho appena preso”.
Dopo un minuto la vidi venire verso di me, aveva indosso solo un paio di mutandine bianche e una t-shirt bianca anch’essa, in mano un vassoietto e il mio caffè fumante.
Si sedette sul bordo del letto, ci salutammo con un bacetto sulle labbra, poi si diresse al bagno, e quando ne uscì mi sorrise e tornò a letto.
Mi alzai riportando la tazzina in cucina e passai anch’io in bagno.
Ero in procinto di tornare a letto, quando un ronzio attirò la mia attenzione; lì per lì pensai alla vibrazione di un cellulare su un mobile, ma poi avvicinandomi alla camera da letto mi accorsi che era un ronzio tipo un rasoio elettrico, ma non immaginavo esattamente cosa fosse.
Lo scoprii solo entrando in camera da letto, dove trovai Marta completamente nuda che maneggiava un affare; avvicinandomi realizzai che era un vibratore da borsetta, poco più grande di un sigaro cubano, in silicone e flessibile e chiesi:
-"Ma sei tu? Che cazzo fai?"
E mi rispose sorridendo:
-"Sto giocando con Rosario".
E alla mia domanda:
-"E chi cazzo è sto Rosario?" Lei replicò:
-"Rosario...il mio amico solitario. È il mio compagno di giochi; vieni che te lo presento".
E mentre mi avvicinavo a lei, se ne infilò in bocca una metà fissandomi con sguardo libidinoso.
Poi iniziò a passarlo tra le gambe e strusciarlo sul clitoride dicendo:
-"Hmmm...che bellooo...dai, vieni qui anche tu...gioca anche tu con me e con Rosario".
Mi coricai al suo fianco, mi prese la mano e disse di continuare a masturbarla con Rosario. Oramai lo chiamavo così anch'io.
In quel momento pensai che se prima avevo solo qualche dubbio che era una zoccola, ora ne avevo a certezza matematica.
Io avevo gli occhi fissi sulla sua passera, che vedevo bagnarsi attimo dopo attimo, lei con una mano si accarezzava i capezzoli, e con l’altra aveva in mano il mio cazzo scappellato.
Le sue dita si spostavano dalla cappella, a solleticarmi il frenulo, e ancora sulla cappella; raccoglieva le prime gocce e si leccava le dita, gesti automatici che ripeteva con gli occhi socchiusi.
La sua passera era come una sorgente d'acqua, avevo attivato la vibrazione a impulsi.
Mi guardò dicendo:
-"Fammelo sentire dentro...Lo voglio dentro....Ficcamelo nella fica...".
Piegai leggermente la punta, Rosario entrò completamente favorito dalla fica che grondava di umori.
Iniziai a scoparla con ritmo lento e graduale e immagino che avvertiva gli impulsi di Rosario anche sul punto G; mentre col pollice continuavo a massaggiarle il grilletto.
Ogni qualvolta che Marta godeva era uno spettacolo, riusciva a comunicartelo con i movimenti del corpo e con i suoi respiri affannosi, ma la cosa più bella che un uomo può sentire è la propria partner che si esprime con un linguaggio da porca.
Marta parlava molto in quei momenti, e, anche se a volte pronunciava frasi sconclusionate, riusciva ad accrescere la mia eccitazione!
Era praticamente in trance, stava godendo in modo strepitoso e il suo orgasmo abbondante mi riempì completamente la mano!
Dopo qualche minuto tornò in sé, si riprese e disse:
-"Dio mio che orgasmo...Non finiva più....Rosario non mi delude mai!!!".
Seguirono momenti di silenzio, ma alla fine sbottai:
-"Va bene Rosario, ma anche io ho fatto la mia parte...E che cazzooo! Ha fatto tutto Rosario??? Non ho fatto nulla io?"
Lei aveva capito che ero seccato e smorzando la tensione mi accarezzò il volto, e sorridendomi replicò:
-"Dai stavo scherzando ti pare? Sarai mica geloso di un vibratore?"
Ancora pochi istanti di tregua, poi Marta si dedicò all'amichetto tra le mie gambe.
Lo sfiorò più volte con una mano affermando nel suo dialetto napoletano:
-"Uarda, uarda stu pesce quant'è bell...però serve pur'o pesce 'e silicone".
Poi mi fece scivolare fino ad arrivare ai piedi del letto e prendendo due cuscini disse:
-"Mettili sotto la schiena, starai più comodo....'O voglio mbocca"
Si inginocchiò ai piedi del letto cominciand un pompino da togliermi il fiato.
Avvertii nuovamente il ronzio del vibratore, Marta smise per un secondo di spompinarmi e guardandomi con un sorrisetto sarcastico mi disse:
-"Non essere geloso di Rosario, siete diventati amici. Vuoi provare Rosario? Vuoi provarlo anche tu?"
Esitai un attimo poi esclamai:
-"Ma che dici smettila...quello è il tuo giocattolino".
Lei invece rispose che era il nostro giocattolo, e quando iniziai a sentire la vibrazione sulla cappella, ebbi un flash mentale, la memoria mi riportò indietro nel tempo, a quando l'avevo conosciuta e prima impressione che ebbi di lei fu quella di una donna decisa, austera ed intransigente.
Col vibratore tra le mani roteava intorno alla cappella per poi scendere percorrendo il cazzo fino alle palle, e risalendo.
Spesso si fermava a lungo sul frenulo perché aveva notato che in quel punto provavo un piacere divino.
Avevo gli occhi socchiusi beandomi di quel trattamento.
A volte li aprivo, i nostri sguardi si incrociavano, e coglievo nei suoi occhi un'espressione carica di lussuria.
Non facevano in tempo ad affiorare le prime gocce trasparenti di sperma, che Marta le aveva già raccolte.
Ad un tratto mi chiese se mi piacesse il vibratore sul cazzo, io avevo acconsentito con un paio di cenni della testa.
Ad un tratto si fermò allontanandosi e poco distante la vidi armeggiare con un cassetto del comodino dove prese un tubetto simile a quello di un dentifricio.
Ad un certo punto sentii la sua mano allargarmi le chiappe e un dito che mi spalmava nel solco una sostanza fredda e gelatinosa.
Poi come la sera precedente ci infilò prima il dito medio roteandolo al suo interno, ma era solo il preludio; perchè dopo poco sentii due dita farsi largo nel mio culo!
Accennai a un piccolo grido di dolore, ma la voce di Marta in quel frangente mi parve rassicurante:
-"Non voglio farti male...stai tranquillo...voglio prepararti bene...vedrai che tra un pò ti abituerai".
Intanto con l'altra mano mi segava lentamente il cazzo, ed io in un momento che aprii gli occhi, vidi sul suo volto l'espressione di una femmina esageratamente zoccola e soddisfatta di sottomettermi.
Qualche secondo dopo ricominciava quel ronzio familiare,e la punta del giocattolo di Marta si faceva spazio nel mio culo!
Lei alzò gli occhi chiedendomi:
-"Senti dolore? Faccio male?"
Io scuotendo la testa feci capire di no, e allora Marta disse soddisfatta:
-Sono contenta...si vede che ti ho preparato bene a ricevere Rosario"......
Dopodichè attivo' la vibrazione a impulsi spingendolo leggermente più dentro.
Stava scomparendo il piccolo dolore iniziale che ora faceva spazio a una condizione di benessere.
Marta si dimostrò molto premurosa e accorta verso di me ai miei continuando a chiedermi:
-"Ti senti a tuo agio? Posso andare avanti?".
Alzai il pollice e la rassicurai con un sorriso, lei con delicatezza e un po' alla volta lo fece entrare completamente nello sfintere, variando la vibrazione e muovendolo dentro, mi stava scopando letteralmente il culo.
Lo sentivo vibrare fino la punta del cazzo, a volte alla bocca dello stomaco, poi in pancia, sensazioni, strane ma insolite e piacevoli, che mi lasciavano senza forze e senza fiato.
Gli occhi di Marta colmi di lussuria incrociarono il mio sguardo, poi ammiccando un sorriso e stringendomi l’uccello disse:
–“Che bello pesce che è venuto fuori. Bello, grosso, tosto. Veramente un bel cazzone! Lo voglio…in bocca”.
Effettivamente, guardando il mio amichetto, ebbi anch’io l’impressione che non era il solito cazzo, mi sembrava che fosse passato da una taglia L ad una XL, e così Marta mi salì a cavalcioni mettendomi la fica sulla faccia.
Iniziammo un 69 e mentre con una mano mi stava lavorando il culo con Rosario, con l’altra mi stava segando alternando una sega a un pompino, io mi stavo godendo i sapori della sua fica, sputai su quel buco di culo che mi si presentava davanti, infilandoci prima un dito, poi due!
Quando Marta sentì che ero pronto a chiavarla, mi tolse il vibratore dal culo, e scivolò in avanti col corpo dandomi la schiena e dicendo:
–“Eccomi sono pronta, chiavami…Fottimi…Sbattimi”.
Puntò la cappella all’imbocco della fica, che anche se già zuppa di umori, il mio cazzo fece fatica ad entrare rispetto alla sera prima, poi fu lei a calarsi sull’asta esclamando:
–“Ahia…Mamma mia…Ahia…Quant’è grosso!!!”.
Poi fece un movimento in avanti quasi a sfuggirmi ma afferrai per i fianchi, le impedii qualsiasi movimento, e calandomela sul cazzo le dissi:
-”Non sfuggirmi troia…Voglio sbatterti come una puttana”.
E flebilmente rispose:
–“Siiiii, fallo…Fallo…Sbattimi…Fottimi”.
Ora si muoveva col bacino che era un piacere e alternava un su e giù ad altri movimenti avanti e indietro; di tanto in tanto toccavo le sue diita col cazzo, perchè nel frattempo la troia si stava pure accarezzando il clitoride.
Sentivo i suoi gemiti e mi arrapavo ancora di più, Marta diceva:
–“Oh mio Dio cazzo…Sfondami...Sfondami”.
Avvertivo lo sciacquio dell’uccello nella fica, Marta iniziò con le contrazioni vaginali a mungermi il cazzo ,e la sensazione che stavo provando era una cosa da mille e una notte; anche in quella pratica si rivelò una professionista.
Io le davo dei colpi secchi assestati bene e i coglioni sbattevano sulle grandi labbra ad ogni affondo.
Marta venne mugolando e fu un orgasmo molto lungo.
Le sue contrazioni vaginali non fecero altro che accelerare il mio orgasmo, infatti pochi minuti dopo ero io prossimo a venire e la avvertii che le avrei innaffiato la vagina.
Sentii Marta implorarmi:
-”Nooo...Dentro nooo...Ti prego vieni fuori....Aspetta...”.
E dicendo queste parole si distese sul letto, io in ginocchio davanti a lei.
La guardai in viso, era scapigliata, sudata, paonazza, sembrava avesse fatto una battaglia, mi stavo segando e lei mi guardava incitandomi, mi mostrava la lingua che aspettava la sborra –“Dai….Dai…Schizzami tutta maiale... Schizzami…Schizzami addosso porco…Dai...La sto aspettando”.
Quando sentii l’orgasmo ormai prossimo, appoggiai la cappella sulla sua lingua, qualche smanettata e i primi getti caldi raggiunsero la bocca di Marta, ero un fiume in piena, non so quanta sborra le stavo scaricando in gola.
Marta ciucciava il cazzo e deglutiva quanta più sborra poteva; quando mi ripresi Marta aveva qualche goccia che le colava dal mento, mentre succhiava ancora la cappella strizzandola per bene.
Poi ci abbandonammo sul letto, e nel frattempo decidemmo di pranzare insieme, magari in un ristorantino in campagna .
Ci facemmo una doccia, ci preparammo e uscimmo.
In meno di un’ora avevamo raggiunto un agriturismo sulle colline fiorentine.
A tavola tra crostini, grigliate di carne, e qualche calice di Chianti, Marta domandò:
–“Non ne abbiamo ancora parlato, ma com’è stata la tua esperienza con me? Voglio dire, 24 ore fa neanche immaginavi che accadesse tutto ciò”, e versandole del vino risposi:
–“A cosa ti riferisci? Che si sarebbe fatto l’amore l’avevo dato per scontato!”.
Al suo sorrisetto malizioso seguì:
–“Nooo, mi riferisco a quanto non ti aspettavi che facessi” guardandomi e appoggiandomi una mano sul polso sommessamente continuò:
–“Mi riferisco al tuo culetto, 24 ore fa era vergine”.
Le risposi battendogli le mani in modo sarcastico:
–“Per te era assodato profanare il mio culetto vergine senza neanche chiedermelo? La tua autorevolezza è prevalsa anche sul tuo buon senso?” e lei sdrammatizzando, sorrise, e poi disse:
–“Madonna che parolona, profanare” rise ancora e aggiunse:
-”Devo confessarti che sottomettere un uomo è stato sempre un mio desiderio, e se una donna vi tocca nei punti giusti, diventate docili e arrendevoli. Questo mi eccita alla follia... Stimolarvi quei punti dove voi uomini non vi fareste mai toccare”.
Poi concluse:
“Perché, se te l’avessi chiesto mi avresti detto di sì?”
Reagii dicendo:
–“Non lo so…Non lo so…però…”.
Marta mi interruppe dicendo sommessamente e guardandomi negli occhi:
–“Dai maialino, mi sembra che hai gradito. Ho imparato a conoscere troppo bene voi maschietti, e posso dirti in tutta sincerità che ci sono dei punti troppo trascurati nel vostro corpo, e quei punti se stimolati adeguatamente possono raddoppiarvi o triplicarvi il piacere. Hai mai sentito parlare di massaggio prostatico? Dà i suoi benefici alla prostata e aumenta il piacere di voi maschietti. Ecco...Io ti ho praticato quello! Stamattina l’ho notato che avevi un cazzo leggermente più grande, ed è stato merito del lavoro mio e di Rosario...”.
Poi sempre a voce bassa continuò:
–“Mi sono accorta di come godevi ieri sera con un dito nel culo, e stamattina ho pensato di andare oltre con Rosario. Avevo immaginato che non avevi mai vissuto un’esperienza del genere, ero convinta che mi avresti lasciato fare, e il tuo consenso si leggeva sulla tua faccia da porco. Ti confesso che quando mi hai scopato stamattina, il tuo cazzo aveva una dimensione diversa, e all’inizio ho avvertito anche un leggero dolore”.
Mio malgrado approvai tutto ciò che aveva detto quella donna che mi aveva iniziato a piaceri nuovi.
Uscimmo e una volta in macchina la baciai sulla bocca ringraziandola, lei rispose:
–“Non ringraziarmi, dopotutto l’ho fatto anche per me, per il mio piacere! Sapessi quanto è eccitante vedere un maschio in quello stato, fa godere anche me”.
Ci dirigemmo verso casa sua, la lasciai al cancelletto con la promessa di altri vederci ancora.
Nelle settimane successive ci incontrammo per altri weekend, furono cinque; sempre con il rituale del pranzo domenicale.
Era l’ultimo weekend che passavamo insieme io e Marta, in quanto il lunedì mattina sarebbe venuta la ditta di traslochi a svuotare casa, e la sera dopocena Marta mi disse che voleva farmi un altro regalo; cercai di saperne di più, ma la donna non si fece scappare benchè il minimo dettaglio afinchè io potessi capire qualcosa.
Facemmo sesso fino ad essere esausti e ci abbandonammo ancora abbracciati nel letto fino ad addormentarci.
L’indomani mattina era ultima domenica che trascorrevamo insieme, e quando mi svegliai per andare in bagno ero ancora assonnato, trovai la porta del bagno chiusa, ma non a chiave, pertanto aprii ma in bagno intraavidi Marta.
La intravidi per un solo attimo a cavalcioni sul bidet e armeggiava con la pera di un clistere.
La vidi solo di sfuggita, perchè quando mi accorsi della sua presenza richiusi velocemente la porta chiedendole se stava bene o si sentisse male.
Dopotutto nella mia ingenuità avevo sempre sentito dire che i clisteri vanno fatti alle persone che hanno problemi intestinali o di difficile evacuazione.
Marta non mi rispose, allora con voce un pò più alta chiesi di nuovo se le aveva fatto male qualcosa mangiata la sera precedente; mi rispose ancora con un secco NO e aggiunse che aveva bisogno ancora di qualche minuto per lasciarmi libero il bagno.
Io mi scusai un paio di volte per aver fatto irruzione nel bagno all’improvviso e me ne tornai a letto finchè non si liberò il bagno, poi raggiunsi Marta che già era ritornata in camera ed era adagiata sul letto in reggiseno e slip, io mi fermai in piedi davanti al letto.
Mi aspettava con aria sorniona e leggevo sul suo viso un sorriso sarcastico, poi tese le braccia dicendomi:
-”Vieni qui stupidotto... Cosa ti ha fatto pensare che stessi male? Possibile che non ci arrivi da solo? Era un lavaggio anale...Stupidotto”
Io mi scusai ancora e mentre Marta mi teneva abbracciato stretto disse che era arrivato il momento del regalo a cui accennava la sera prima.
Poi mi sussurrò all’orecchio:
-”E’ arrivato il momento di donarti anche il mio culetto...Lo vuoi? Sei stato bravo a non chiederlo mai in tutti questi mesi... Generalmente voi uomini sbavate solo per quello, e noi donne non consenzienti la vediamo come una forma di violenza! Tu sei stato molto gentile e carino dall’inizio, e meriti questo premio”.
Per me era veramente la prima volta che mi si presentava un’occasione del genere; e in realtà non avevo mai osato chiederlo perchè non avevo mai praticato il sesso anale.
Avrei fatto la figura dell’imbranato agli occhi di Marta, che certamente era una donna molto più esperta di me, e non volevo passare per un uomo impreparato.
Marta si aspettava che facessi salti di gioia, invece restai incredulo e impassibile e, con il solito sesto senso femminile, capì dal mio sguardo che non l’avevo mai fatto prima.
-”Stai tranquillo...penso a tutto io...” disse e aggiunse:
-”Devi solo stare rilassato e tranquillo...Vedrai, ti piacerà”.
Nei suoi occhi uno sguardo di tenerezza, poi sedette nuda sul bordo del letto iniziando a farmi una sega, io le toccavo le tette giocando coi capezzoli, poi prese il cazzo e lo mise in mezzo alle zizze (lei le chiamava così) iniziando una sega spagnola.
Quando tra quel ben di Dio affiorava la cappella, Marta le dava qualche slinguazzata e accennava a un mezzo pompino, finchè decisi di fermarla per non sborrarle direttamente sul viso, così la feci stendere, iniziai a toccarle la fica e iniziai un ditalino affondando due dita nella passera già bagnatissima.
Non ci mise molto a raggiungere l’orgasmo dimenandosi come un’anguilla, e a un certo punto serrò le gambe imprigionandomi la mano per non farmela più muovere, finchè la sentii dire:
-”Madonna...Dio Santo...Mi fai sempre godere come una maiala”. Si voltò verso il comodino, prese un tubetto e porgendomelo disse:
-”Ti dò questa crema, spalmala intorno al mio buchetto... Poi passala ancora dentro con un dito. Mi raccomando spalmala bene, abbonda! E visto che ci sei ungi pure la cappella... Lo vedo grosso pure stamattina stò Marcantonio”.
Stavo tentennando con quel tubetto di crema in mano, pensavo di rinunciare, pensavo di non essere all’altezza; Marta capì l’antifona e con un tono imperativo esclamò:
-”Ho deciso che stamattina lo voglio nel culo! Forza... Non fare il coglione... Dai, spalma”.
Si mise a pecorina con le natiche abbastanza pronunciate verso di me, e mi ricordò di spalmarla bene, e feci come mi aveva raccomandato, ungendo di lubrificante anche la cappella del cazzo, poi con una voce colma di libidine esclamò:
-”Sono pronta, inculami... Fai piano però... Entra piano”.
Mi venne spontaneo chiederle:
-”Ma perchè... Ma perchè, anche tu sei vergine nel culo?”
La sua risposta non si fece attendere:
-”Noooo che dici... L’ho già fatto qualche volta! Ma non è che tutti i giorni me lo faccio mettere nel culo”.
Restò a pecorina col culo alzato e la faccia nei cuscini, e allargandosi le chiappe con ambedue le mani mi disse di appoggiare la cappella e spingere lentamente, farla entrare e fermarmi; afferrandola per i fianchi dovetti fare un pò di pressione e quando entrò la cappella a Marta le scappò un gridolino di dolore.
Mi disse di attendere qualche minuto in modo che il culo si abituava alla mia mazza e di avanzare piano, fermarmi e avanzare ancora, e poi fermarmi di nuovo, e così via!
Oramai ero completamente nel culo di Marta fino alle palle, e assaporavo un piacere che non conoscevo; per me che era la prima volta era un’esperienza sconosciuta e notai che rispetto a una fica (se pur molto stretta) il culo ti avvolge completamente il cazzo.
Mentre pensavo queste cose fui interrotto dalla voce di Marta:
-”Sììììììì...Lo sento tutto nel culo... Che bello... Bello... Ora muoviti piano e scopami”.
Adesso provava piacere e iniziai piano a pomparla con gli stessi ritmi come se stessi scopando una donna a pecorina, mentre Marta era intenta a masturbarsi; difatti poco dopo sentìì anche il ronzio di Rosario che sicuramente stava sollazzando il clitoride di lei.
-”Più forte nel culo... Più forte... Spingi più forte... Spaccami... Aprimi il culo”.
Marta era eccitatissima come non l’avevo mai vista, era in preda a un raptus quando disse:
-”Sìììììì... il tuo cazzo lo sento in pancia... Sììììì... Tu e Rosario mi state riempiendo il culo e la fica... Mi state scopando in due... Sono una troia... Una puttana...”.
Anche io a sentire quelle parole le assestavo colpi sempre più forti e violenti, ed avevo anche accelerato il ritmo.
Ci volle poco a capire che stava godendo come una matta, fu un orgasmo prolungato, forse doppio; nei suoi orgasmi non aveva mai urlato, ma quella volta si superò:
-”Sììììì...Sto godendo...Hmmm... Ahhhhh...Vengo...Vengo...Vengoooo...Sììììììì.... Sborrami nel culo... Voglio sentirla tutta la sborra... Innaffiami...Sono la tua puttana... La tua troia”.
Ancora un pò di colpi ed ero pronto a schizzare e questa volta l’avrei fatto davvero con tanto piacere di non uscire da quel buco caldo ed accogliente!
Quando sentìì salire l’orgasmo le dissi:
-”Tieniti pronta troia... Ti innaffio il culo... Ti sborro tutta puttana”.
Mentre le schizzavo nel culo la sentìì ancora mugolare gemiti di piacere, poi urlare:
-”Ancora... Ancora... allagami il culo... Sìììììì che belloooo.... Lo sento fino in pancia”
Poi Marta consegnò la casa e si trasferì a Napoli, e io pensavo e ripensavo a quei deliziosi momenti passati con lei, e a come una donna matura potesse sconvolgerti la vita in maniera positiva .
Finito il lockdown mi misi alla ricerca di una donna e incontrai Maria, ci frequentammo per circa tre mesi ma poi ci lasciammo.
Era troppo pudica e troppo santarellina, insomma troppo madonna; ed io dopo aver frequentato un puttanone come Marta avevo bisogno di una vera maialona a letto.
E conobbi Erica che è la mia fidanzata da oltre un anno, più aperta, più emancipata, più zoccola.
Un’intesa perfetta nella vita di tutti i giorni e sotto le lenzuola, ma devo riconoscere che durante i rapporti con Erica, per quanto sapeva soddisfarmi alla grande, mi mancava il trattamento a cui mi aveva abituato Marta.
Più volte ero sul punto di chiederglielo ma ero sempre un po’ impacciato.
Saranno stati i miei discorsi che ogni tanto sfioravano l’argomento, ma penso più il sesto senso femminile; sta di fatto che Erica ci arrivò da sola a intuire che mi piacevano alcune pratiche sessuali, e una sera durante un 69 dove lei stava sotto, si spinse a leccare oltre le palle, e con somma gioia sentii la sua lingua bagnata nel solco.
Ebbi un leggero sussulto di piacere e forse mugolai qualcosa, difatti ciò fu un invito per Erica che continuava a leccarmi il buco del culo con maggior convinzione, e qualche attimo dopo un dito roteava intorno all’orifizio.
Avevo la bocca occupata dalla fica di Erica, ma sentendo un suo dito che mi entrò per metà nel culo riuscii a pronunciare un soffocato:
–“Siiiiii amore…Di più siiiiiii… Spingi,lo voglio tutto….Tuttoooo”.
Ormai mi ero scoperto con lei e notai che rispetto alle altre volte, abbondanti umori fuoriuscivano dalla fica di Erica; anche lei stava avendo un orgasmo molto più intenso del solito.
Convulsamente Erica venne nella mia bocca, e alternando seghe e pompini mi fece sborrare sulle tette; quando mi tolse il dito dal culo mi dispiacque un po’.
Adagiati uno accanto all’altro ci coccolammo a lungo, poi Erica mi sorrise e disse: -“Potevi chiedermelo prima! Ti piace da morire, ho sentito il tuo cazzo più grosso, e mi hai inondato di sborra come non avevi mai fatto”.
Oramai lei era stata brava a rompere il ghiaccio, pertanto le raccontai della prima volta a casa di Marta e del minivibratore.
Mi guardò con un tenero sguardo da innamorata e mi disse:
–“Wow…piacerebbe anche a me per i momenti che non possiamo vederci, oppure vuoi guardarmi tu mentre faccio la zoccola per te, eh? Dimmelo! E già immagino quale sarà la tua faccia da maiale mentre te lo faccio vibrare nel culo, vero porcone?”.
La mia replica: “Prendiamolo subito, dai. Lo scegliamo insieme su Amazon” .
Non vediamo l’ora di averlo, tra due giorni arriverà il nostro compagno di giochi.
Anche noi gli abbiamo dato già il nome: lo chiameremo “Erasmo amico dell’orgasmo”!
In quanto ad Erica, le dissi che volevo fosse lei la mia futura troia, senza andare in giro a cercarne altre.
Le dissi che volevo fosse diventata una femmina completa, e di conseguenza quel suo culetto avrebbe mantenuto ancora per poco la verginità e mi feci promettere che prima o poi mi avrebbe dato il culo.... tanto adesso sapevo anche come trattarlo e come entrarci!!!
scritto il
2025-10-27
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