L'isola. Il culo della matrigna

di
genere
incesti

"Rachel, tieni tu d'occhio il locale? Faccio un salto veloce da Barbara."
"Certo bello, vai, prenditi tutto il tempo che vuoi. Chissà che bella sorpresa ti avrà preparato la mammina per il tuo compleanno."
Barbara era la matrigna di Marco, e al locale la conoscevano tutti. Suo padre dopo il divorzio si era risposto quasi subito, e Marco aveva intuito che la matrigna aveva avuto molto a che fare con la separazione. Ma si era subito fatta ben volere da Marco e sua sorella Chiara. Era appena di una decina d'anni più grande di loro, li viziava ricoprendoli di regali e concedendogli qualsiasi cosa. Un'amica insomma, più che un genitore, e con Marco molto presto anche qualcosa di più. Barbara amava girare seminuda per casa, le tettone sode e abbronzate sempre in mostra, per Marco un'attrazione irresistible, nonostante al liceo potesse farsi qualsiasi compagna desiderasse.
"Marco, sei ancora con noi?"
"Si, scusami Rachel, sto pensando a tutto quello che c'ho da fare per stasera."
"See, stavi pensando a come ti accoglierà la tua mammina, confessalo. La conosciamo bene, ti avrà preparato qualcosa di molto invitante, sempre così dolce e disponibile col suo Marco. Vai, che alla festa di stasera ci pensiamo noi!"
"Grazie Rachel, sei la migliore. Fra un'oretta sono indietro."
Marco si mise in macchina, la casa lasciata dal padre a Barbara quando se ne era andato definitivamente era appena fuori paese. Le parole di Rachel gli fecero ripensare a quando Barbara passava al locale e diventava l'anima della serata. Coinvolgeva tutti in balli e brindisi, e a fine serata, completamente disinibita, saliva sul palco con le altre spogliarelliste esibendosi in strip per i clienti in delirio.
Arrivato da Barbara bussò ma non ci fu risposta, così Marco usò la sua copia delle chiavi per entrare. C'era musica diffusa, Barbara non sapeva vivere in silenzio, ma di lei non c'era traccia in sala o in cucina. Provò in camera da letto, ma niente, finché sentì una voce proveniente dal bagno. Era Barbara, che sotto la doccia provava ad intonare il ritornello della canzone diffusa dagli speakers della casa.
Marco alzò la voce per farsi sentire. "Barbara? Sono qui!"
Dal bagno la matrigna rispose "Marco! Finalmente! Vieni in bagno che ho bisogno di te!"
Marco sorrise. Barbara non perdeva occasione per mostrarsi nuda al figliastro, e lui accolse l'invito volentieri. A quarant'anni Barbara aveva ancora un fisico favoloso, le tette grosse e piene, tanta palestra la manteneva in gran forma, con il culetto che sembrava ancora quello di una ventenne.
Marco entrò in bagno e si soffermò un attimo ad ammirare il fisico delle matrigna sotto la doccia.
"Marco, caro! Buon compleanno! Grazie per essere passato a trovarmi. Ho bisogno di un favore, potresti insaponarmi la schiena?"
"Ma Barbara, come faccio, mi bagno tutto!"
"Ma sciocchino, spogliati prima no? Dai, non farti pregare, lì c'è la spugnetta esfoliante, salta dentro veloce."
Marco sorrise di nuovo. Barbara non aveva perso tempo. Lui si tolse veloce i vestiti e la raggiunse in doccia.
"Bravo caro. Oohh, ma cos'abbiamo qui? Ti ecciti ancora alla vista del culetto della tua mammina? Mi riempi d'orgoglio, sai?"
Barbara gli prese il cazzo in mano e lo accarezzò dolcemente. Marco non poteva negarlo, Barbara gli aveva sempre fatto quell'effetto.
"Pensavo che volessi essere insaponata…"
"Certo, certo. Dai allora, se non vuoi le cure della tua mammina datti da fare."
Marco insaponò la schiena di Barbara, e poi ci passo' la spugnetta, delicatamente.
"Va bene così?"
"Tutto, sciocchino. Vai più giù, fammi il culetto per bene, si, così, passalo più volte, bravo… ora anche più giù, guarda che apro le gambe così riesci a raggiungere bene lì in mezzo, che bravo che sei… siiii, pianooo, delicato sulla passerina."
Barbara era scesa con la mano e aveva cominciato a toccarsi fra le gambe. Con due dita spalancò le grandi labbra.
"Vedi lì? Passa bene la spugnetta, ma prima insaponami no? Dai, non fare il timido."
Barbara ora aveva appoggiato le mani alla parete della doccia, e spingeva indietro il culetto, le gambe aperte. Marco la accarezzava, sul culo, fra le gambe, lungo l'interno coscia.
Le mise due dita in figa. "Ooohhh"
Masturbò sua matrigna. Barbara spingeva il culo verso di lui, cercava il contatto col figliastro. Marco le mise un dito su per il buchino del culo.
"Marco, caro… sei sempre così attento ai bisogni della tua mammina, grazie. Ma sono io quella che dovrebbe farti un dono il giorno del tuo compleanno. La vorresti la mia fighetta? Dai, prendimi Marco, fai godere la tua mamma."
Marco ormai aveva il cazzo che pulsava. Non se lo fece ripetere due volte, e penetrò la figa della matrigna, scivolandoci dentro senza alcuna difficoltà, trovandola calda, accogliente, bagnata.
"Si, si, scopami Marco, più veloce, voglio sentirlo tutto dentro, così, fino in fondooooh!"
Marco aumentò il ritmo, eccitato dalla reazione della matrigna. Si piegò su si lei, afferrandole le tette , stuzzicandole i capezzoli, usandole per darsi ancora più spinta.
"Ooohhh, siiiii"
Sentì Barbara venire, e dopo un minuto venne anche lui, sborrandole in figa.
Si sfilò dalla matrigna, che si girò e gli sorrise.
"Happy birthday, caro."
Lo baciò in bocca.
"Ora dammi un secondo, aspettami in cucina."

Barbara arrivò dopo qualche minuto, in accappatoio, il trucco leggero.
Quando si sedette l'accappatoio si aprì, scoprendo le gambe e lasciando i capezzoli in mostra. Barbara fece finta di coprirsi, ma l'accappatoio si riaprì all'istante, e uscì un seno. Non si preoccupo' di ricoprirlo, la seconda volta.
"Allora, mi vuoi alla tua festa, stasera?"
"Certamente!"
"È già tutto pronto?"
"Non so. Rachel e le ragazze mi han promesso che pensavano a tutto loro."
"È brava Rachel. Chi è invitato?"
"Anche quello non so. Però ho invitato Chiara, naturalmente, e la sua tipa, Maria."
"Benissimo. Ma brindiamo, adesso."
Barbara prese una bottiglia di Prosecco dal frigo e un cabaret di pasticcini. Brindarono, chiaccherando del più e del meno, per qualche minuto.
"Allora, Marco, lo vuoi il tuo regalo?"
"Pensavo che fosse quello che è successo in doccia, il mio regalo."
"Quello è un regalo che hai fatto tu a me. Aspetta qua un attimo, che lo preparo. Non ti muovere da qua, mi raccomando."
Marco sorrise. "Va bene." Chissà cosa aveva in mente ora quella porca. La sentiva trafficare in camera da letto, finché lo chiamò. "Marcooo?"
La raggiunse. Quando aprì la porta la trovò sul letto, a pecorina, in giarrettiera e calze nere a metà coscia, e naturalmente in tacchi a spillo.
"Buon compleanno Marco."
Marco rimase a bocca aperta. "Ma…"
"Dai stupido, non lasciarmi qua così. Oggi hai in dono il mio culetto. Lo so quanto ti piace l'anale, dai, è tutto tuo, prendilo!"
Il culo di Barbara era ancora una meraviglia, e fece rizzare il cazzo del figliastro in un istante. Marco si portò dietro la donna, fece sfilare di nuovo i pantaloni ed in un attimo era pronto. Afferrò i fianchi della matrigna, appoggiando il cazzo all'entrata del suo culo. Lo accarezzò, mentre faceva una leggera pressione. La matrigna era bagnata, aveva voglia. Si era messa una crema, perché il cazzo scivolava quasi senza resistenza, allargando lo sfintere a poco a poco. Tornò ad afferrare i fianchi di Barbara, e spinse, entrandole in culo con la cappella.
"Oh, Marco, pianooo, quanto è grosso il tuo uccello, fa pianooohh."
Marco però ormai era senza freni. La sensazione del sesso anale lo eccitava in modo particolare, riempire il culo di una donna col suo cazzo lo faceva impazzire.
"Prendilo in culo mamma, sentilo tutto il cazzo di tuo figlio nel culo, troia!"
Prese la matrigna per i capelli tirandole la testa all'indietro e pompava, penetrandole nel culo fino in fondo. La matrigna ora urlava, fra piacere e dolore, ma Marco non aveva nessuna intenzione di fermarsi.
Aumentò il ritmo, la matrigna godeva, gemendo ad ogni colpo, si stava toccando fra le gambe, mettendosi due dita in figa, sgrillettandosi furiosamente.
Barbara venne, e Marco la seguì dopo un attimo, farcendole il culo di sborra.
Barbara si accasciò sul letto, senza più forze. "Marco…"
"Grazie della sorpresa Barbara. Mi sa che dovrai rifarti la doccia, da sola stavolta. Scappo, non mancare stasera."
"Non mancherei per nulla al mondo caro. Buon compleanno."

(Continua)

La storia è liberamente ispirata ad un bel racconto di Paola L, 'L'isola che non c'è', dall'idea di un lettore che desiderava leggerne un nuovo finale. Spero di non aver fatto scempio dell'originale.
https://www.eroticiracconti.it/racconto/52927-l-isola-che-non-c-e-prima-parte

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iosonoimmaginario @ protonmail.me

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di
scritto il
2022-12-01
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