La vera storia di VALENTINA (il cocktail bar)

Scritto da , il 2022-11-24, genere etero

Al compleanno di Alice sono venuti un sacco di amici che conosco da anni. Il locale rimbomba di musica e per parlare bisogna alzare la voce o avvicinarsi all’orecchio di chi ascolta.
Alice adora ballare e nel suo tubino nero aderente è un gran bel pezzo di fica: alta bionda, con i capelli lisci e lunghi fin sopra il culo, le gambe lunghe che si muovono sui tacchi come fosse scalza. Sempre grato alla sua mamma per il bel seno florido ed il culo pieno che le ha regalato, la guardo ballare, muovendosi come una ballerina professionista sculettando e scuotendo i capelli ovunque. Con lei ci ho provato più volte, ma sono sempre rimbalzato: niente sesso solo una bella amicizia.
Guardarla è per me sempre molto eccitante ed ora ho un po’ di rammarico di non essere stato tra i suoi fortunati amanti.
Alice suscita anche non poche invidie tra le sue amiche: sono poche quelle che l’ammirano con sincera e incondizionata amicizia.
Alcune di queste ci hanno provato a portarmi a letto: qualcuna c’è riuscita e qualcuna no.
Sono convinto che una donna non debba per forza essere una dea, ma almeno belloccia sì e, imprescindibile, assolutamente intrigante.
Qualcuna è bella, qualcun'altra fatta benissimo, altre sono più che simpatiche e allettanti, ma c’è un gruppetto che varrebbe la pena fondere in un’unica donna per farla decisamente appetibile. Separate non mi dicono nulla. Le ho soprannominate tra me e me “le invidiose”.
Tra le amiche di Alice stasera c’è anche una ragazza canadese di origini italiane con i capelli castano chiari tagliati a caschetto e gli occhi verdi bellissimi. Si chiama Valentina ed è qui in vacanza a trovare dei parenti.
Alice mi chiede di stare con lei visto che non parla italiano ed io parlo bene inglese.
Valentina è molto simpatica e allegra, forse un po’ barbie come molte nordamericane con la vocina sottile e gli atteggiamenti fintamente ingenui.
Ha un sorriso solare anche se con le labbra strette e porta con estrema disinvoltura un bel naso aquilino di quelli che non stonano, anzi le donano una caratteristica particolare che non mi dispiace affatto.
Il corpo allungato e snello con il seno piccolo e la vita stretta è impreziosito da un bellissimo culo a pera messo perfettamente in mostra dai pantaloni neri attillatissimi che assomigliano più ad un collant indossato su delle belle gambe affusolate.
Non sono affatto dispiaciuto di stare con lei che vuole ballare tra una bevuta ed un po’ di chiacchere sul divanetto.
La musica è alta e lei mi parla nell’orecchio per non strillare da lontano ed io faccio altrettanto toccandole deliberatamente il lobo con le labbra.
Sorride ai miei discorsi resi più strampalati dallo champagne e mi tira per andare a ballare quando c’è una musica che le piace. Muove il culo come una pasionaria e mi sento che sto per prenderglielo tra le mani. Devo impormi di non farlo, almeno non qui. Le invidiose non ci hanno tolto gli occhi di dosso e parlottano lanciandoci occhiate dense di … invidia.
Mi piace come Valentina ha lasciato visibile una strisciolina nuda della vita sottile indossando i leggins a vita bassa. Balla e mi accorgo che mi eccita molto guardarla mentre fa a gara con Alice a chi dimena con più sensualità il culo.
Sono sicuro che lei lo sappia perché mi guarda e mi sorride mentre fa oscillare le chiappe sinuosamente. Il bello di certe situazioni è che si evolvono con linearità, soprattutto quando le ragazze sono di indole diretta, senza tira e molla, come, purtroppo, spesso capita con le italiane.
Valentina si avvicina, si gira e mi appoggia il culo addosso strusciandolo sui miei pantaloni, o meglio, sul supporto rigido sottostante. Infatti, ho il cazzo in tiro e, probabilmente, si vede.
La prendo per i fianchi e, mentre balliamo, le strofino l’uccello sulle chiappe danzanti mentre mi sorride e mi schiocca piccolissimi baci sulle guance ruotando all’indietro la testa.
Non so come, ma sono veramente fogato: me la scoperei sulla pista con tutta quella gente intorno.
Mi chiede di andare a riposarci e mi porta a sedere su un divanetto appartato poco illuminato del locale.
Parliamo a lungo di un detto che lei conosce per cui si scopre veramente l’indole di una persona se si beve dal suo bicchiere. Nel tentativo maldestro di bere nel suo calice dello champagne, urto il tavolino e ne rompo il piede, ma bevo lo stesso dicendo che sono molto interessato a conoscerla.
Io ho l’uccello duro e mentre lei mi parla dell’anima e del bicchiere, le comincio ad accarezzare le gambe. Valentina capisce al volo la piega che voglio dare alla serata e, con il pragmatismo che contraddistingue la cultura nordamericana, mi si avvicina e mi bacia con una certa decisione lasciandomi interdetto per qualche istante. Lei allunga la mano e mi accarezza la coscia. Entrambi risaliamo le rispettive cosce e quasi simultaneamente appoggiamo le mani sul sesso l’una dell’altro.
Le palpo l’inguine caldo facilitato dalle sue gambe scostate in un evidente invito a continuare, mentre lei mi passa il palmo della mano sui pantaloni tesi sopra all’uccello duro.
La sua lingua calda fa scintille mentre struscia le sue piccole tette su di me.
Non ci sono migliori espressioni di entusiasmo se non le tette schiacciate deliberatamente sul mio corpo.
Le invidiose stanno per avere un travaso di bile mentre lei mi lecca le labbra.
Siamo entrambi eccitati: sento con le dita il calore della sua vulva sotto il tessuto dei leggins mentre lei mi stinge il cazzo da sopra i pantaloni con dita frenetiche.
Valentina si alza e mi tira per le mani dicendomi se l’accompagno in bagno.
Si infila diretta nel bagno delle donne e mi tira dentro con una certa rudezza abbassando il paletto di chiusura con uno scatto.
Il bagno è tutto rivestito di marmo nero, con il pavimento nero e i sanitari neri illuminato da faretti che fanno brillare le superfici di riflessi lucidi.
Il suo caschetto biondo sembra d’oro.
Valentina abbassa i pantaloni e le mutande insieme, si siede sul w.c. e piscia sonoramente.
Non me lo aspettavo tanta disinvoltura. Confesso che resto un po’ spiazzato e probabilmente la sto guardando come un babbeo, perché lei ride. In tutto quel nero le sue cosce dalla pelle chiara balzano agli occhi.
La guardo imbambolato mentre si asciuga, si alza, chiude il water e tira lo sciacquone senza guardare.
Scorgo il suo pube rasato completamente, ma non faccio in tempo a vedere bene perché Valentina si è avvicinata a me e mi comincia a baciare tenendo entrambe le mani sulle mie guance.
Dopo un secondo di esitazione l’abbraccio e faccio scivolare le mie mani sulle sue chiappe nude che sono lisce e morbide, composte e ben consistenti al naturale, non palestrate.
Mi bacia a tratti per discostarsi e sbottonarmi la camicia e tornare a baciarmi. Quando tutta la camicia è sbottonata, la tira fuori dai pantaloni e mi denuda il torace spingendo le maniche oltre i polsi, lasciandomi nudo dalla cintola in su. Mi bacia i pettorali e mi lecca i capezzoli facendomeli drizzare per poi succhiarmeli avidamente: ha la lingua calda e veloce.
Scende con la bocca e mi bacia gli addominali armeggiando con la mia cintura per poi calarmi i pantaloni ed i boxer fino al ginocchio. Vorrei poterle carezzare le natiche bianchissime, ma lei si muove in continuazione e alla fine si accovaccia prendendomi fulminea il cazzo tra le mani e cominciando a succhiarlo con evidente piacere.
Il caschetto biondo oscilla e scintilla sotto i faretti mentre lei muove con decisione la testa spompinandomi l’uccello duro e teso.
Non ho mai fatto sesso in un bagno pubblico e sono un po’ teso. La musica aumenta di volume ogni tanto quando entra qualcuno nell’antibagno. Si sentono ragazze ridere ed usare il w.c.
Valentina succhia con energia, ma il mio uccello fa le bizze e stenta a tornare duro: sto facendo una figura di merda.
Ma lei non si perde d’animo e si sfila sia la maglietta nera che il reggiseno, lasciando le tette nude alla mia vista: ha i capezzoli chiari e minuti che mi spinge a leccare mentre mi prende il cazzo con le mani e me lo massaggia con cura.
Con una mano sulla chiappa ed una sulla tetta, le lecco i capezzolini ritti e tesi mi basta poco e recupero in fretta il turgore perduto grazie alle sue mani capaci.
Valentina scende di nuovo e stavolta trova “ per i suoi denti” che mi appoggia poco sotto la cappella e mi mordicchia delicatamente.
A pieno regime il cazzo le scorre in bocca che è una bellezza e lei si applica succhiandomelo quasi a ritmo di musica.
Per poco non mi dimentico che siamo nel cesso e ci provo gusto a farmelo succhiare così, tanto che quando lei smette quasi ci rimango male, ma l’alternativa che mi sta per proporre è allettante: Valentina si gira e si mette in ginocchio sulla tavoletta nera del w.c. appoggiandosi con entrambe le mani al muro.
La schiena dalla pelle bianca mi eccita quanto il culo così proteso; mi abbasso per leccarlo. Le bacio le natiche e le infilo la lingua tra le chiappe fino a scivolare sul buco morbido e cedevole. Infilo la lingua dentro come piace a me, cercando di spingerla finché va. Valentina emette un urletto gioioso ed io la inculo con la lingua eccitandomi.
Nel frattempo, le carezzo il pube rasato e la fichetta morbida, giocando col suo clitoride mentre la mia lingua è persa nel suo culo. Lei lo stringe sulla mia lingua a tratti, finché non me la strizza forte: sembra un segnale.
Abbandono l’inculatina linguistica e le appoggio sulla passera la cappella pronta all’immersione.
Lei inarca la schiena per porgermi meglio la sua offerta ed io le infilo piano il cazzo dentro la fica calda: il caschetto vibra e dopo i primi movimenti lenti e superficiali, i capelli si scuotono ad ogni affondo e brillano come l’oro.
Io la tengo per i fianchi e me la scopo seguendo inconsciamente il ritmo della musica che proviene dalla sala.
Le guardo il bel culo rotondo e mi concentro sulla sensazione della cappella che scorre dentro la sua fica accogliente. Quasi mi dimentico di essere nel cesso di un locale e me la godo con più spensieratezza incurante delle ragazze che entrano ed escono ad un passo da noi. Alcune ridono.
Il caschetto biondo di Valentina si scuote e scintilla mentre il culo si lancia in affondi contrapposti ai miei sbattendo su di me con il suono tipico: ciaf! ciaf! ciaf! Lei abbassa la schiena arcuandola e mi offre alla vista il suo buchetto pulsante e poco sotto la vista del mio uccello che le entra dentro accolto tra le labbra gonfie della sua fighetta. Le mie dita serrano la presa sui fianchi e gli affondi si fanno più decisi e veloci. La scopo senza freni pensando solo a venire. Non so a che punto sia Valentina, ma la musica mi inebria quanto la vista del suo corpo nudo tra le mie mani e del caschetto che oscilla ai colpi del mio cazzo fremente. Mi cresce repentino l’orgasmo che mi scuote le palle e le strizza facendomi godere e venire di prepotenza, squassando il ventre di Valentina che scuote la testa vorticosamente.
Sto concludendo la sveltina con lenti ma decisi affondi dentro di lei quando entrano le invidiose nell’antibagno: “… e quasi gli faceva un pompino lì sul divano, quella troia di canadese!”
Valentina si gira e sorride.
Mi bacia infilandomi tutta la lingua nella bocca, roteandola lentamente, soddisfatta della poderosa scopata.
Si riveste rapidamente ed esce mentre ancora mi sto infilando la camicia.
Le invidiose sono ancora lì ed alla vista di Valentina le sorridono falsamente, ma alla vista del mio torace nudo appena coperto dalla camicia che sto indossando, si gelano ed una espressione di puro rosicamento tinge le loro facce attonite.
Valentina apre la porta e la musica ci investe con forza.
Lei si protende verso di me e mi grida: “andiamo in albergo!”

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