La svolta - Capitolo 14 (Finale)

Scritto da , il 2022-09-16, genere dominazione

Mi trovavo accovacciata all’interno di una vasca di un congelatore in un piccolo stanzino dentro la cucina di un ristorante, c’era un freddo intenso e stavo ben attenta affinché le mie gambe nude non andassero a contatto con le pareti gelide del congelatore. Aziz si era tolto il grembiule ed era rimasto di fronte a me:
“Segami e spompinami fino a farmi venire e fai in fretta che i ragazzi in cucina hanno bisogno di me!”
Quando si calò i pantaloni rimasi sorpresa: il suo uccello era enorme, direi sproporzionato in relazione al resto del corpo. Non era solo lungo, forse trenta centimetri come preannunciato da Ettore, ma era anche terribilmente grosso.
Capii subito che dovevo fare bene e in fretta se non avrei voluto congelarmi, quindi non persi tempo a contemplarlo e sputai immediatamente sul suo uccello cominciando a segarlo all’altezza della cappella e prendendo i suoi testicoli in bocca, o almeno quello che riuscivo.
La scarsezza del tessuto della camicetta e della minigonna non poteva proteggermi dal freddo che, dopo diversi minuti, cominciava inesorabilmente a penetrare nelle mie ossa diventando insopportabile.
Stimolata da freddo e fame, mi impegnai al massimo nel dare piacere ad Aziz: la mia mano andava sempre più veloce e, considerevolmente carica di saliva, scorreva alla grande. Quando sincronizzai i movimenti di mano e bocca, per cui la mano saliva e le labbra scendevano succhiando a pieni polmoni, riuscii finalmente a farlo venire!
“Oh siiii!!!! Porca troia!!! Siiii!!! …ci voleva proprio, cazzo!!! …giusto per eliminare un po’ della tensione accumulata in cucina! Ora mi sono alleggerito, dopo ti gusterò per bene e a lungo, ci vorrà molto di più per farmi sborrare troia! Tu recupera più energie che puoi perché ci divertiremo fino a notte fonda…”
Mi riempì la bocca e deglutii rapidamente per poter uscire da quell’inferno glaciale.
Era la prima volta che prendevo un cazzo nero. In quella circostanza non riuscii a godermelo come volevo, ma avrei solo dovuto attendere la fine della cena e… non vedevo l’ora di farmi scopare e inculare in ogni modo, sperando che il sadismo del cuoco non mi facesse finire nuovamente al gelo!
Ritornai da Ettore intirizzita dal freddo che quasi battevo i denti! Non appena Ettore mi vide scoppiò in una risata beffarda sapendo bene che cosa fosse accaduto dentro la cucina.
Finalmente mangiammo in tutta tranquillità e la cena fu deliziosa: Ettore aveva dei gusti raffinati e aveva le idee chiare sulla qualità del cibo e su dove andare a trovarla.
Dopo il caffè rimanemmo, almeno per un’altra buona mezzora, a chiacchierare sulla sua attività e su quello che io professionalmente potevo dare nel momento in cui avessi scelto di lavorare insieme a lui.
Non appena il locale si svuotò completamente, Aziz abbassò la serranda e pochi minuti dopo si ripresentò da me ed Ettore con il solo grembiule da cucina indosso e con una boccetta di olio extravergine di oliva in mano. Ettore si sollevò dalla sedia e mi aiutò ad alzarmi per offrirmi al suo amico, padrone del ristorante.
“Posso disporre della tua troia?”
“Certo Aziz! Divertiti come vuoi, Barbara è una puttana pronta a soffrire pur di far godere un maschio!”
Aziz sorrise e si sfilò il grembiule iniziando a maltrattarmi verbalmente:
“Levati quegli stracci di dosso cagna! Da questo momento in poi, sei la troia di Aziz!!! Ti è chiaro?”
“Si. È chiaro!”
“Allora ripeti, che cosa sei?
“Sono la troia di Aziz!”
Aziz era nudo davanti a me con il suo maestoso uccello già in tiro: ero eccitata all’idea che me lo sarei ritrovata nuovamente dentro di me, ma questa volta per scoparmi o incularmi.
“Molto bene! Voglio sentirtelo ripetere mentre ti sfondo il culo…ora libera il buco del culo da quell’affare e lecca la tua merda!”
Ettore rideva mentre il linguaggio del nero diveniva sempre più duro e volgare. Mi fece girare di spalle e mi fece chinare sul tavolo in cui avevamo cenato, quindi sentii l’olio che percolava lungo la schiena e andava a riempire il mio ano, ancora aperto dal lavoro del plug appena rimosso. Aziz spalmò il resto dell’olio in tutto il mio corpo avendo cura di ricoprire ogni lembo di pelle massaggiandomi e tormentandomi con le sue unghie fin sino ai piedi. L’attesa di ricevere quell’enorme bastone nero, insieme all’eccitazione prodotta dal calore dell’olio stava caricandomi di un’ansia bestiale. Poi, dopo due brevi ingressi della cappella, iniziò la devastazione del mio povero sedere: Aziz si rivelò essere una sex-machine! Dopo pochi minuti mi ritrovai a ripetere di continuo, e oltretutto urlando senza che me ne rendessi conto, quanto mi era stato ordinato:
“SONO LA TROIA DI AZIZ!”
Ettore mi guardava dall’altro lato del tavolo, anche lui eccitato. Poi, avendo capito che Aziz mi avrebbe fatto capitolare in un incredibile orgasmo anale, mi prese per le braccia tirandole a sé e gridandomi in faccia da pochi centimetri di distanza:
“SBORRA CAGNA!!!”
“ODDIO!!! Si, SI, SIIII!!!”
Non potevo crederci: ero venuta immediatamente dopo il suo ordine!
Nel frattempo Aziz, che non aveva intenzione di attenuare la sua azione, sbuffava e spingeva come un animale. Cazzo! Stavo per perdere di nuovo il controllo:
“CONTINUA!!! SBATTIMI, SONO LA TUA TROIA!!!”
“CERTAMENTE! IL TUO CULO È MIO E LO SARÀ PER TUTTA LA NOTTE, TROIA!!!”
Gli affondi di Aziz fino alle profondità del mio ano mi bloccavano il respiro. Il sedere cominciava a bruciare, quando improvvisamente mi sentii al settimo cielo: Aziz sfilò repentinamente il suo uccello dal mio sedere per infilarlo nella mia passera, quattro, cinque affondi e boom! Sono scoppiata nel migliore orgasmo della mia vita, l’intensità è stata tale da farmi piegare sulle ginocchia e da farmi avanzare quanto bastava per far uscire il suo cazzone. Dopo oltre mezzora di sesso continuo, Aziz mi diede un po’ di tregua. Una decina di minuti dopo, Ettore, che nel frattempo si era spogliato, aveva preso il posto di Aziz e aveva iniziato a scoparmi. Intanto, Aziz era passato davanti a me e mi aveva offerto il suo uccello carico di crema bianca e unto dai miei succhi, affinché lo ripulissi con la lingua.
“Lecca cagna! Lo voglio tirato a lucido!”
Nel frattempo Ettore aveva cambiato buco e mi inculava. Soddisfatto del lavoro di bocca che avevo fatto sul suo grosso cazzo, Aziz andò a sedersi su una sedia e mi invitò a seguirlo:
“Ettore continua a fottere il culo di questa troia e spingila qui, a impalarsi la fica sulla mia nerchia”.
Continuarono a scoparmi e incularmi, anche contemporaneamente, per quasi tutta la notte, che sembrava infinita: ero distrutta e il sedere mi bruciava da morire. Sarebbe superfluo rivelare dove fosse finito lo sperma di entrambi…
Da quella sera è passato poco più di un anno. La mia vita è cambiata completamente: ho lasciato l’insegnamento e ho venduto il mio appartamento trasferendomi con Ettore in una città metropolitana a un’ora di volo dalla mia precedente abitazione; anche per tale ragione non ho più saputo nulla di Fabio, ma forse è giusto così! Non ho mai rimpianto gli anni passati insieme e sono convinta che un giorno ci rivedremo.
Ora mi dedico all’organizzazione di eventi culturali principalmente associati a mostre d’arte. Questo nuovo lavoro mi induce a viaggiare spesso e mi permette di accrescere le mie conoscenze attraverso la scoperta di nuove città e nuove culture di cui avevo sentito parlare solo attraverso documentari in TV e in rete.
Fuori dall’orario di lavoro sono diventata una autentica porca senza limiti e quindi pronta a qualsiasi cosa: Ettore prosegue tuttora a rendermi una schiava sempre più ubbidiente e mi prepara affinché continui a superare nuovi limiti! Le orge sono diventate una routine settimanale dove alcuni amici senegalesi sono i mattatori delle serate e le mie ginocchia ne escono abbastanza sofferenti…In questi ultimi mesi Ettore ha iniziato a farmi sperimentare la sofferenza delle pratiche BDSM iniziando a legarmi, a frustarmi o a battermi con qualsiasi attrezzo dedicato allo scopo. Quindi, ora i rapporti sessuali sono sempre accompagnati da sculacciate, schiaffi o pizzichi spesso forti da lasciare dei segni, comunque temporanei. Il classico pompino è stato sostituito dal rapporto orale estremo che ormai è la pratica sessuale che amo maggiormente: fissare gli occhi di un uomo che sta avendo un orgasmo mentre il suo uccello è letteralmente inghiottito dalla mia bocca è impagabile e mi porta a livelli di eccitazione e soddisfazione assai elevati.
Ho imparato a vivere in due mondi paralleli, quello pudico in cui lavoro, solitamente vestita in tailleur, e quello immorale del sesso vissuto a 360 gradi, senza inibizioni. Sono felice di quello che faccio e di quella che sono diventata, tuttavia sono anche ben cosciente che non potrò vivere per sempre di queste perversioni e che prima o poi ci sarà un’altra svolta.

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